Credo che ogni plastico rappresenti un "estratto" del mondo reale, che ovviamente ha dei confini. Nel caso di un plastico i confini sono netti e solitamente si rappresentano con un taglio pitturato di grigio, marrrone o nero. La mia idea di riproduzione è sempre stata questa: ovvero di avere dei tagli netti e non volere rappresentare "tutto in poco spazio".
Nel caso di un modulare si hanno invece diverse "scenette" che sono ognuna un modulo. Non necessariamente devono essere legate l'una all'altra, come nei film dove ogni tanto c'è la scena "nera" a dividere due parti non temporalmente contigue. Se nel caso dei film non si può avere contiguità temporale, nel caso del plastici non si può avere contiguità spaziale, del resto è una cosa impossibile e ognuno, come quando si guarda un film, deve fare un certo uso della fantasia.
Quando ho realizzato il mio modulo non c'erano altri moduli marini. Ora invece c'è questo bellissimo modulo. Credo che il fatto di inserire tutti moduli marini vicini sia un guadagno, come a voler rappresentare una zona costiera con varie insenature.
Per le zone di passaggio tra un tipo di ambientazione o l'altra, poi, l'osservatore dovrà fare questo collegamento, simile a quello che si fa guardando un film. Certo, poi agevolerà collocare ai due estremi dei moduli marini un qualcosa di non troppo distante (come dicevo prima, magari evitare un modulo dove ci sono abeti o ambientazioni "nordiche").
Per quel che mi riguarda, alle testate, cercherò di fare un qualcosa di compatibile con il maggior numero di soluzioni contigue possible. Cercherò di osservare in particolare il modo da rendere compatibile nel miglior modo possibile l'unione con il "faro di Caprazoppa" essendo che con molta probabilità, in tante occasioni saremo dei vicini

Ciao
Fabrizio