Tutto nasce dalle difficoltà che abbiamo avuto in fase di carico, non lo abbiamo scritto nella “diretta”, ma abbiamo corso il rischio concreto di non riuscire a far stare tutti i moduli nelle quattro auto (io, Edagrdo, Piergiorgio, Roberto).
Dopo circa un’ora e mezza e diverse operazioni di carico e scarico, siamo riusciti ad incastrare il tutto componendo un puzzle quasi perfetto.
Credo di non dire nulla di nuovo ma, per quanto belli, gli attuali anelli hanno un ingombro importante e la loro trasportabilità pone dei limiti al trasporto di altri moduli.
Se si noleggia un furgone, nessun problema, ma con le autovetture il trasporto diventa problematico.
Pensate che nel baule della mia auto, comunque capiente, siamo riusciti a far stare una parte dell’anello di Flavio (con relativo caricatore) e solo altri due moduli accoppiati (viadotto San Carlo e segheria). Non c’è stato verso di farci entrare la vecchia torre che siamo riusciti a far miracolosamente stare nel baule di Ed che aveva altri due moduli.
L’altra parte della Rocca del Re è finita da Piergiorgio mentre Roberto è riuscito a caricare la galleria dell’orso. Pensate poi a tutto il materiale restante…
Stessa operazione al ritorno, ora ci ritroviamo pezzi di modulare sparsi qua e la, con Piergiorgio che ha un pezzo della Rocca nella bergamasca, Roberto che ha l’anello realizzato dal Doc ma che non potrà tenere per motivi di spazio, io che dovrò andare a ricuperare la vecchia torre a Muggiò e Flavio che dovrà recuperare la Rocca del Re.
Capite bene che è un dispendio di energie per tutti e, con l’aumentare del numero dei moduli (le due curve di Roberto ad esempio sono rimaste a casa) saranno sempre più difficilmente gestibili situazioni simili.
Dal punto di vista dello stoccaggio, confidiamo di risolvere in tempi brevi il discorso sede della quale, per motivi scaramantici, preferiamo non parlare fino alla sua completa definizione.
Queste riflessioni ci hanno portato a credere che sarebbe necessario realizzare due anelli alternativi da utilizzare laddove dovesse risultare problematico il trasporto degli attuali.
Gli aTTivisti di Como, hanno anche deciso di rinunciare al contributo economico che si era deciso di erogare (rimborso forfettario per ogni giornata di presenza alla mostra) per finanziare la realizzazione dei due cappi.
Sotto questo punto di vista (piccolo OT) un ringraziamento particolare a Fabrizio che ormai è quasi sul lastrico per le spese sostenute per l’avanti e indietro da Torino con il Frecciarossa.
I 500 euro verranno pertanto utilizzati per finanziare i nuovi anelli, la cui prerogativa sarà quella della praticità ovvero… la miglior funzionalità possibile nel minor spazio possibile.
Parto dall’idea di Fabrizio che suggeriva "cappi funzionali", ovvero di cappi costituiti da un semplice anello di ritorno e coperti da un cubo su cui sopra mettere materiale illustrativo della associazione, ovvero oggetti che finora sono stati messi in vetrina, quale ad esempio i depliant o materiale di marketing vario.
Butto li qualche idea, giusto per rendersi contro degli ingombri che questi (comunque) comporterebbero e per incominciare a parlarne.
Idea 1:


Idea 2:


Idea 3:


Idea 4:

