Dopo aver visto la foto di una Sotto Stazione Elettrica Ambulante Trifase, accantonata per la demolizione, mi è venuta voglia di auto-costruirmene una, da inserire in un angolo del plastico, riproducente una ex zona di alimentazione trifase della linea, smantellata per lasciare spazio alla tecnologia monofase, ma ancora dotata del rotabile, in avanzato stato di “abbandono”.

Purtroppo il tempo a mia disposizione è sempre pochissimo, anche quello per connettermi al forum. Pubblicherò quindi questa discussione a “capitoli”, in modo da poter curare meglio ogni singolo dettaglio. Anche durante la costruzione, talvolta, il tempo fu tiranno, per cui non scattai alcuna foto dei lavori, se non della parte o particolare ormai terminato.
Costruzione della Sotto Stazione Elettrica Ambulante trifase FS - Vtz 803-204 in scala 1:87
La ricerca di foto e documenti non è stata semplice, ci sono voluti circa 14 mesi di ricerche per avere il materiale necessario (poi rinunciai, tempo sprecato inutilmente a cercare “fantasmi”) sopra il quale “lavorare” e comunque in modo abbastanza superficiale, in quanto non esistono (alla portata di tutti) disegni o schede tecniche. Esistono solo le 4 seguenti foto, solo due delle quali scattate all’epoca del rotabile in servizio (attenzione che si tratta, però di due diversi rotabili, la sottostazione Ansaldo–B e la sottostazione Savigliano A-6 Vtz-803-204).
Immagine:

43,58 KB
<font color="red">Sottostazione elettrica ambulante trifase Ansaldo</font id="red">
Immagine:

195,78 KB
<font color="red">Sotto stazione elettrica ambulante Savigliano A-6 - FS - Vtz 803-204</font id="red">
Le altre sono state scattate a Fossano, fra il 1990 ed il 1992, data della demolizione delle summenzionate sottostazioni.
Immagine:

330,42 KB
Immagine:

117,4 KB
Ho estrapolato quindi da queste foto le proporzioni, calcolate dalla sagoma teorica del rotabile (la larghezza è sempre quella) ricavandone le misure in scala per iniziare il taglio degli elementi in plasticard. I lavori sono iniziati nel lontano 2012… e non sono ancora terminati, anche se, ormai, manca poco.
Il primo indispensabile passo è stato la costruzione dei carrelli a 3 assi di tipo PVf, di cui il rotabile è dotato, almeno, dalle foto sembrerebbero quelli. (vedi discussione: http://www.scalatt.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=8322).
Una volta terminati i carrelli ho potuto rilevare l’altezza del piano d’appoggio delle ralle per la costruzione del telaio, in modo da avere il PdF (Piano del Ferro) ad un’altezza realistica, 12,1 mm.
Ricordo agli amici modellisti che l’altezza di un rotabile è sempre misurata dal centro del respingente al piano superiore della rotaia, detto “piano del ferro”, abbreviato con l’acronimo “PdF”.
Tale altezza, al vero, va da 1050 a 1060 mm (per rotabili italiani).
Immagine:

76,12 KB
<font color="red">Particolare da un disegno della E 428 FS</font id="red">
Per rotabili tedeschi si scende qualche millimetro (da 1020 a 1040):
Immagine:

94,48 KB
<font color="red">Particolare dal disegno di una Br 44 DRG</font id="red">
Ciò dipende dal peso del rotabile in servizio, da quanto le sospensioni siano “caricate” dal peso, etc….
Per cui, ritornando al rotabile FS della discussione: 1050:87= 12,06 mm.
Oppure 1060:87= 12,18 mm.
Immagine:
128,46 KB
Considerando l’enorme peso del trasformatore, ho ritenuto “corretta” un altezza dal PdF di 1052 mm (12,1x87= 1052,7 mm).
A quell'altezza ho inserito i respingenti RivaRossi cod. 124931.
Il telaio portante è costituito da fogli di plasticard sp 0,5 mm irrigiditi, nella parte sottostante da quadri evergreen 3x3 mm.
Immagine:
224,91 KB
Terminato il telaio base, ho iniziato la costruzione delle apparecchiature di “bordo”: Interruttori d’ingresso, trasformatore, interruttori d’uscita, cabina, nonché il gruppo isolatori trifase d’allacciamento alla linea AT.
Il primo ad essere costruito fu il trasformatore ad olio, in quanto la sua parte bassa “s’inabissa” al centro del telaio, fra i longheroni dello “Chassis” del carro. Operazione che richiedeva un taglio del plasticard per generare la “tasca” di contenimento della pesante (al vero) apparecchiatura.
Il Trasformatore
Le prime prove le ho eseguite incollando pezzi di plastica su un cappuccio per spazzolini da denti, provando a creare i tubi dell’olio con pezzi di filo d’ottone. Il risultato non fu male, ma troppo piccolo e fuori scala.
Immagine:

234,1 KB
Immagine:
219,31 KB
Decisi quindi di ricostruirlo in legno, sagomando pezzi avanzati dai supporti del plastico.
Come base ho utilizzato un pezzo di legno di pino di 15x35 mm lungo 30 mm, al quale ho incollato, in testa ed in coda, le protuberanze dell’avvolgimento secondario, sagomando a semicerchio un pezzo di legno di 15 mm e, sopra, ho incollato un pezzo di plastica che simulasse la parte superiore dell’avvolgimento primario.
Immagine:
245,27 KB
Immagine:
260,37 KB
<font color="red">I trasformatori a confronto. Quello più grande è quelo che verrà utilizzato</font id="red">
Con filo di ottone d. 0,50 mm ho costruito i tubi dell’olio del raffreddamento del “secondario” per poi passare ai tubi del “primario”, eseguiti con filo d’ottone d. 0,75 mm.
Terminati i tubi, ho messo un pezzo di plasticard a coprire il tutto, ben incollato, per fissare anche la posizione dei tubi. Dopodiché ho verniciato con primer Tamiya e poi puravest, miscelando Grigio perla (2/3) e verde magnolia (1/3). Per la tonalità di verniciatura mi soffermerò più avanti.
Utilizzando un pezzo di supporto per motori Peco a vista, ho creato il serbatoio superiore dell’olio, incollando ai lati un pezzo di tubo D. 4 mm, tagliato a metà. Con un pezzo di carta ho tagliato due strisce a simulare le fasce di serraggio. Il suo posizionamento avverrà più avanti.
Con il trasformatore costruito ho potuto creare la “tasca” di alloggiamento, incollando sotto al carro un pezzo di plasticard da 1 mm (un po’ più robusto) distanziato 5 mm più basso dal piano dei praticabili.
Immagine:

360,79 KB
Immagine:

324,76 KB
Fine prima parte