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Sito e forum dedicati al fermodellismo, il nostro hobby viene praticato in molte maniere diverse, tutte ugualmente valide: hai un plastico? oppure sei un collezionista? oppure un semplice appassionato? Non esitare a scrivere nel forum, tutti gli interventi sono benvenuti... Postate foto e video del vostro plastico e chiedete aiuto per ogni problema o curiosità inerente al nostro hobby.
Ciao.
Mi incuriosisce da tempo la dinamica psicologica che anima la nostra passione. Nel nostro caso specifico le ferrovie, e di rimando il fermodellismo.
Dando per assodate le costanti che tutto ciò che è tecnologia è prevalentemente oggetto di interesse maschile e che gli stessi rappresentanti della categoria sono degli eterni Peter Pan (fermodellismo), cosa ci attrae così visceralmente verso il mondo delle ferrovie reali o modello che siano?
Lo sportivo, si sa, è motivato dal confronto con se stesso e/o da ragioni anche salutistiche; Il cacciatore è affascinato dal contatto con la natura (salvo poi abbatterla )... e via discorrendo.
E noi? Quali sono, secondo voi, le "nostre" motivazioni?
Forse l'idea della potenza delle locomotive che trainano dietro di se tonnellate e tonnellate di materiale rotabile anche ad alte velocità? La complessità del sistema ferroviario e della circolazione, che richiede precisione matematica? Il fatto che il treno ha la strada segnata, e vedere chiaramente la direzione dei binari dà un certo qual senso di sicurezza?
Se qualcuno ha un po' di conoscenze psicolgiche, dica la sua.
Lo so: É un argomento un po' bislacco, ma questa è la sezione Off Topic, giusto?
Vuoi una risposta maschilista e becera?
Pensa a quante gallerie insistiamo a costruire con treni che ci si infilano avanti e indietro in continuazione....
Ovviamente scherzo, ma fino ad un certo punto, perchè è una delle conclusioni a cui è giunto uno che non ama molto il nostro hobby.....
E chi lo sa. O meglio è un insieme di fattori, a mio parere.
Da bambino ero affascinato da questi mezzi mastodontici che arrivavano da non so dove e ripartivano per chissà quali terre lontane.
Ero affascinato dalle sbuffanti locomotive a vapore e quando sentivo la campanella del passaggio a livello della piccola stazione mi avvicinavo e mi sedevo su un paracarro ad aspettare il treno, avevo 6 anni. Poi sono venuti i regali di Natale, chi di noi non ha mai ricevuto un trenino Lima.
Nel tempo sono diventato un modellista ad “ampio raggio” dopo aver vinto una gara scolastica nelle scuole medie. Il premio è stato un veleggiatore in balsa tutto da costruire, ho iniziato così la mia “carriera” modellistica spaziando dagli aerei alle auto, dalle navi ai treni, non mi sono fatto mancare nulla, ma i treni sono stati sempre nel cuore.
Credo che il modellismo ferroviario sia uno degli hobby più completi, devi essere pittore, scultore, elettricista, avere senso artistico e una buona manualità.
Oggi mi piace soprattutto costruire e realizzare più che veder girare i convogli, ma l’amore e il fascino verso i treni non è sminuito……anzi!.
Io dico la mia.
Mi piace tanto far andare le mani....(nel senso di costruire, sperimentare, conoscere il funzionamento delle cose in generale) per questo sto portando avanti molto lentamente un mio plastico personale.
Ecco anche il perchè della decisione di lanciarmi nella sfida del modulare.
Per quanto riguarda la Ferrovia, sono cresciuto tra le acciaierie di Sesto S.G. (Falck, Breda). Addentrarmi in questo "mondo" è stato come addentrarmi nella storia del territorio dove sono cresciuto e di come sia stato legato anche alla storia del nostro paese.
A questo aggiungo poi che mi affascina tutto ciò che riguarda l'archeologia industriale (e cosa c'è di meglio di una bella locomotiva a vapore per unire questi due miei interessi??)....
Concordo con quanto detto da Pierluigi.
Io a cinque anni ho avuto in regalo un trenino Rivarossi (oggi si direbbe start set) composto da una locomotiva a due assi "Pinocchio" e due vagoni tipo FNM verdi che ancora ho e facendo una rapida sottrazione hanno 53 anni.
Per il resto anche io non saprei definire la passione per questo hobby come sia nata, mi sembra di averla sempre posseduta sin dalla nascita.
Inoltre ironia della sorte lavoro in Ferrovia in ambito informatico sui grandi sistemi.
Ciao.
Adolfo
Le motivazioni sono tante, tra le tante potrebbe anche esserci la voglia di dominare, un plastico è un mondo in miniatura di nostra creazione dove tutto si muovo solo su nostro comando, delirio di potenza ? Ambizioni di dominio sul Mondo ( Charlie Chaplin " Il dittatore " ) che si estrinsecano su un piano da 2,50 x 1,0 m ?
Il signore che non ama il fermodellismo e ci vede un riferimento sessuale forse ha bisogno di qualche chiaccherata con un professionista della mente, ma che sia bravo !
Argomento molto interessante, anche se probabilmente non troveremo la risposta alle domande
Per sapere da cosa nasce la passione, si dovrebbe tornare indietro fino a quando è nata la passione... il che è impossibile [:o)] chi si ricorda cosa ha provato la prima volta che ha visto un treno? Mmmm... non vedo mani alzate....
Io ricordo perfettamente che mio padre mi metteva sulla canna della bicicletta, e mi portava al vicino P.L. a "guardare i treni", ma cosa pensassi vedendo i treni onestamente non lo sò. Sicuramente ha influito lo "start set" lima (una D342 e 2 corbellini) che mi regalarono nel 67 (più o meno) e il catalogo che c'era all'interno. Vedere tutte quelle locomotive/locomotori vagoni e rotaie, sopratutto in quei tempi dove i giocattoli (pochi..) li vedevi a natale e all'epifania, non come adesso, ti stimolava più di in'iniezione di adrenalina. Per il resto non saprei... sicuramente maschetti e femminucce, hanno diverse tendenze riguardo lo svago, quindi come c'e' chi sviluppa più l'aspetto sportivo, allo stesso modo altri sviluppano altri aspetti.
Tutti abbiamo provato a fare molte cose durante la vita (ballo, pittura, canto, sport ecc. ecc.) ad alla fine ci soffermiamo più su quello che "naturalmente" ci viene meglio. Personalmente sono abbastanza stonato, non sò ballare, ma amo molto la tecnica e la meccanica da qui, la mia passione per i computer, per la formula 1 le moto ed i treni [:o)]
Torno serio...
Fin da bambinetto ero affascinato dai treni: grandi, rumorosi, inquietanti, inarrestabili. Quand'ero dalla nonna a Montagnana correvo ogni volta che potevo in stazione a veder passare le vaporiere; qualcuna si fermava un pò di più e, meraviglia, faceva un rabbocco d'acqua!
Ebbi da piccolo il treno Lego a batteria; più grandicello un ovale della Lima.
Poi più nulla; da studente-operaio mai un soldo in tasca ma mi teneva spesso compagnia un manuale dei tracciati della Marklin su cui ho sognato innumerevoli plastici meravigliosi.
Tanto pendolarismo ferroviario tra Voghera e Pavia/Milano, per studio e per la morosa.....
Con mia figlia piccola provai a costruire un rudimentale plastichetto con una confezione Lima, ma non catturai il suo interesse.
Poi una strana vacanza in Calabria, tre anni fa; l'oziosa permanenza in spiaggia provvidenzialmente cacciata dall'interessante traffico di convogli ferroviari sulla limitrofa litoranea nei dintorni di Tropea.
In pratica mia moglie prendeva il sole e guardava il mare mentre io ero ipnotizzato dall'incessante andirivieni dei treni.
Ritornato a casa ho cominciato ad avvicinarmi seriamente al ferromodellismo consultando i primi forum e iscivendomi al CMP.
Incredibile la molteplicità degli aspetti tecnici e la quantità di discipline toccate per realizzare qualcosa: preferisco costruire, fare andare le mani, come già detto prima di me, trovare soluzioni a piccoli problemi.
Questo hobby sta spazzando via tanti altri interessi meno avvincenti e fatico a staccarmene per occuparmi di altri inevitabili impegni.
In conclusione, sembra che la passione per la ferrovia, reale o miniaturizzata, mi abbia sempre accompagnato nella vita; il più delle volte sottotraccia mentre ora sembra si sia svegliata potente e decisa.
Io l'ho raccontato nel sito... riporto le mie testuali parole...
<font color="navy">La mia grande passione per i treni e le mie ferrovie in miniatura.
Correvano i mitici anni ’70 ed ero appena un bambino. Mi piacevano a dismisura i treni, già in quegli anni una vera e propria passione. Ancora oggi custodisco gelosamente i primi libri che narrano la storia delle ferrovie e dei treni in generale.
Sono passati oltre 40 anni e grazie alle mie locomotive ed ai miei carri e vagoni passeggeri, rivivo spesso quella particolare atmosfera. Di tanto in tanto mio padre mi portava in Stazione Centrale, io ero estasiato e la possibilità di poter vedere dal vero i convogli fermi in stazione, non mi faceva restare nella pelle.
Ed oggi tocca a mio figlio Matteo "fare un salto" in Stazione Centrale o a Milano Lambrate per veder sfrecciare da vicino i moderni treni. E non ci lasciamo naturalmente nemmeno sfuggire l’occasione di salire su un treno a vapore qualora ve ne sia l’opportunità...
Anche il modellismo ferroviario mi ha sempre appassionato, ho un vago ricordo del plastico che mio padre mi costruì e che faceva da spola tra il letto dei miei genitori ed il mobile in camera, sopra il quale era costantemente "parcheggiato".
L’idea di costruire un plastico "serio" e di incominciare quindi a coltivare attivamente questo affascinante hobby, nacque nel dicembre del 2004 allorquando Babbo Natale decise di regalare a mio figlio Matteo, uno start-set digitale della Roco in H0. Ci mettemmo subito al lavoro con l’idea di realizzare un plastico che rievocasse l’epoca che andava dalla fine della seconda guerra mondiale ai primi anni sessanta.
Il "primo amore" (o la goccia che fece traboccare il vaso...) fu però uno start set analogico della Tillig in scala TT, regalatomi due anni prima sempre dal lungimirante Babbo Natale. Ero proprio alle prime armi ed ancora non avevo scoperto le magie del digitale.
Da allora un susseguirsi di plastici e di soddisfazioni, ho partecipato a diverse mostre di settore e vedere i miei lavori pubblicati su riviste specializzate mi ha regalato immense soddisfazioni...</font id="navy">
Andrea - “I fermodellisti sono tanti e legati da un'amicizia sincera, che esplode in una cordialità ormai rara nel mondo rumoroso ed incerto di oggi”. La valle incantata
io realmente non so dare una risposta a questa domanda
fino al 2005 dei treni mi fregava poco o nulla, anche se in passato avevo coltivato ma solo da giovane qualche forma di modellismo classico, e quindi scatole di montaggio Revell etc.
Comunque sin da piccolo ero affascinato dai trenini e da un plastico che il padre di un mio amico aveva realizzato con materiali e locomotive Rivarossi 1/80.
Forse era un desiderio mai del tutto rimosso e rimasto confinato in un angolo del cervello.
Poi partendo dalle prime inquietanti realizzazioni ho scoperto che mi piaceva costruire, cablare, etc.
Oggi mi ritrovo ad essere appassionato anche di treni reali, ma non arrivo da una storia famigliare del settore.
boh, non so, forse non è poi così sbagliata la definizione che do di me e cioè di bimbo che gioca con i trenini
Mio padre era un macchinista e prima ancora un fuochista , quand'ero piccolo a me e prima di me ai miei fratelli piu' grandi ha sempre regalato le confezioni dei treni Lima.
Dopo i 13 anni ho abbandonato tutto, non ero molto attratto dal modellismo, altri interessi e poi a 17 anni ho iniziato a lavorare.
Poi circa 8 anni fa sono incappato in edicola in un TTm, comprato per passare ora nelle ore di sosta del mio lavoro, e da li la scoperta dei primi approcci al DCC dunque ho riscoperto una passione, e nulla... eccoci qua....
Visto che ci siamo dico anch'io la mia: il mio primo "start set" mi fu regalato per un natale dai miei genitori quando eravamo ancora a Parigi ed avevo 4 anni, la nera che si vede sul mio plastico è della Jeuf l'equivalente della Lima per la Francia, e ci ho giocato parecchio, poi quando tornmmo in italia mio padre mi regalò un set di espansione della lima con Stazione ed altri caseggiati e mi costruì il mio primo plastico, ed anche con quello ci giocai parecchio, anche se faceva la spola tra camera da letto e cucina.......
Poi cambiano gli interessi, il pallone la bicicletta i soldatini e con questi assieme alle mitiche scatole della Airfix inizia i primi diorami con tema la seconda guerra mondiale ed in particolare Rommel e Tobruk.....
Poi iniziano i dolori, eheheheheheh la scoperta che esistono anche le donne....e li mi ci perdo per parecchi anni.
Tre anni fa i miei decidono di trasferirsi e nel fare scatole per il trasloco spunta fuori la mitica nera della jouef e mi chiedono se la volevo e la dovevano buttare, naturalmente la prendo pensando di metterla in una bacheca a ricordo......assieme al convoglio ci sono anche i binari di allora ed un trasformatore.....che faccio???? vuoi non resistere dal provare a fare un ovale??? detto fatto...la nera gira ma fa una fatica immane e girra a scatti...vado su internet cerco e ricerco cosa fare in questi casi mi imbatto in un forum e voilà....l'amore sboccia di nuovo
Un comune denominatore è il gioco e la curiosità. Da bambino coi trenini (ma non solo trenini) ci giochi perchè è bello e perchè hai tanta fantasia che esce spontanea. Poi crescendo scopri che la cosa si fa sempre più interessante e capisci che puoi metterci del tuo, da qui nasce la passione che si trasforma in "malattia" nel senso buono del termine.
Poi secondo me c'è anche lo spirito di emulazione, cioè il fatto di fare un modello in miniatura è un po' come sognare di farlo veramente, bello o brutto che sia è farina del tuo sacco.
Nel mio caso, l'emulazione di cui parlo riguarda più gli aerei e le navi, mentre per i treni, visto che ci lavoro tutti i giorni, ho un approccio un po' particolare, in quanto si tratta di quello che ti da da vivere e di conseguenza pensi ad altro.
Nel modellismo c'è il piacere nel "muovere le mani" come è già stato detto.
In conclusione penso che in fondo siamo un po' tutti bambini dentro; cito una frase che ho letto sull'ala di un aereo ultraleggero autocostruito:
La differenza tra un bambino ed un adulto sta nel prezzo che pagano per i loro giocattoli.
Quello del ferromodellismo è stata per me una scelta obbligata......quando nacqui (1961) a casa mia già esistevano già i trenini Marklin, passione di mio Nonno e mio Papà e così, prima sotto la loro egida e poi in maniera autonoma, ho coltivato la passione fin da subito, o meglio da quando ho i miei ricordi dai tre anni in poi....Ogni Natale la collezione si arricchiva così come ogni Natale veniva montato, nella sala da pranzo, il tracciato che la riempiva tutta, ci volevano circa due giorni e mezzo per montare il tutto, non tanto per i binari e gli scambi ma per i vari cablaggi elettrici.....
Poi verso gli 11 anni ho scoperto l'altra mia passione l'aeromodellismo e così iniziai a costruire dei velivoli a volo vincolato ed accantonai i treni per prediligere motori a scoppio, eliche, radiocoamandi etc.....passione che ho coltivato anche in giro per l'Italia per il mio lavoro, seguito sempre da famiglia ed aeromodelli......
Ma ad ogni Natale il rito si ripeteva ed anche per pochi giorni il tracciato veniva sempre montato, anche per la gioia del mio primogenito che a cui ho trasmesso entrambe le passioni, mentre il secondogenito nè è rimasto totalmente "immune"......nel 1999 i miei genitori, ormai anziani e malconci, si trasferirono da Torino a Livorno, per avere una costante assistenza, e si andò ad abitare tutti nella stessa casa trenini compresi....per varie vicissitudini mi riavvicinai ai trenini solamente cinque anni fà, scoprii il digitale e quanto di altro era stato messo sul mercato e così la fiamma si è riaccesa ed ora sono gli aerei ad essere posti in secondo piano......
Il modellismo è un gran bel gioco, che sia esso statico o dinamico, io l'ho fatta breve ma ho costruito anche nav,i dipinto soldatini, costruito carri armati e chi più ne più ne metta....credo fondamentalmente che ci sia quella voglia di riprodurre in miniatura la realtà e soprattutto di dimostrare a se stessi di che cosa si è capaci di fare, e coltivare la pazienza e la manualità che serve sia in tenera età che in etò più avanzata, che funge da antistress ed antidepressivo e che distoglie la mente dai problemi del quotidiano.
Per me i treni hanno sempre rappresentato un mezzo che mi portasse in giro a conoscere il mondo a staccare da terra, anche se di poco i piedi....
Sembra ieri ma sono trascorsi quaranta anni quando passavo interi pomeriggi sul cavalcavia di Corso Sommelier a Torino guardando le loco in manovra e rimirando i convogli che entravano ed uscivano dalla stazione di Porta Nuova.
Partiteticamente lo sono stati gli aerei (purtroppo solo i modelli) e come sono state le mie destinazioni di lavoro......stare sia sotto il mare (sommergibili) dove ho toccato con mano le mie vere possibilità sia fisiche che mentali, diventando consapevole dei miei limiti e delle mie possibilità, ed in superficie, che mi ha consentito di viaggiare per tre oceani e conoscere, anche se per brevi periodi, i due terzi del Mondo.
A quasi 52 anni in me è rimasto sempre quel ragazzino che guardava i treni dall'alto e sognava ad occhi aperti ed a oggi continuo a "giocare" con treni, aerei e la mia fantasia......non mi sono mai chiesto il motivo, ma quando lo faccio mi sento bene ed è questo che alla fine conta!!!!
Ciao, Carlo
Carlo - Non esistono problemi, esistono solo le soluzioni. È lo spirito dell'uomo a creare il problema dopo. (Andrè Gide)
E’ difficile dire cosa porta un adulto al modellismo, a quello ferroviario in particolare, e penso che le spiegazioni siano legate ad esperienze personali e dunque molto diverse tra loro.
Sicuramente c’è una componente ludica sotto traccia, che evidentemente e per fortuna non scompare con l’avanzare dell’età di noi appassionati dei treni(ni).
Altrettanto certo è il piacere della creazione di un mondo in miniatura, quasi ci sentissimo dei demiurghi creatori ed ordinatori di quel mondo.
E poi il piacere di sperimentare, di trovare soluzioni personali ed originali.
Come ho iniziato io? Ricordo di aver giocato molto con un treno che correva su larghi binari di latta, probabilmente in scala 0, ma l’immagine è molto sbiadita, ricordo bene solo i binari. Avrò avuto quattro o cinque anni.
A sei anni, nel 1957, la folgorazione: in Sicilia, la notte tra l’1 ed il 2 novembre i morti di casa lasciavano, ed ancora oggi benché assai meno, nascosti in giro per casa, giocattoli e dolciumi ai bambini. Un modo tenero ed efficace per mantenere un legame con i parenti defunti ed esorcizzare la morte, sempre presente nella cultura isolana. Non esisteva Babbo Natale, né la Befana. Trovai a casa di una mia zia una confezione Lima con piccola vaporiera, due vagoni, un ovale di binari ed un alimentatore a batteria, quella piatta grande. Ricordo come fosse oggi l’emozione ed il piacere per quel regalo, che non mi ha più abbandonato, sia pur ridotto a qualche reliquia.
Negli anni successivi, con l’aiuto di mio fratello, di undici anni più grande di me, il parco rotabili, sempre Lima, era cresciuto un po’, ma l’alimentazione rimaneva a batteria, con tutti i limiti del caso, per cui fu un giorno speciale quando finalmente il panettiere di fiducia (non chiedetemi perché il panettiere!) riuscì a farci avere un vero trasformatore, della COstruzione MOtori Giocattolo Elettrici, abbreviato in CO.MO.G.E.. Non stavo nella pelle, sentivo che allora il treno diventava una cosa seria! Ce l’ho ancora e funziona perfettamente.
Così giunse il momento di tentare un plastico, avevo circa dodici anni. Ricordo che mio fratello mi aiuto a inserire le luci in alcune casette.
Poi una lunga pausa. Vennero gli anni degli amori e dell’impegno politico. Ma le scatole con i trenini non erano abbandonate.
Quando venni a lavorare a Treviso e con me la mia prima moglie, il treno non partì più, benché fosse lì con me, portato dalla Sicilia. Il matrimonio, invece, quello partì.
Nel nuovo nido del secondo amore rinasce la vecchia passione, che partorisce un plastico a due livelli, molti binari, poca scena, grande soddisfazione. Ma la casa è piccola, il plastico non dura molto. Anni ed anni tutto inscatolato. Nasce una figlia, quella qui accanto, la violinista, e siamo nel 2001. Ogni tanto accarezzo le vecchie loco, un collega mi regala un’americana della Mehano, ma niente di più. Fino a quattro anni fa, quando il demone malefico si risveglia prepotente e mi spinge ad iniziare a comprare pezzo su pezzo, binario su binario. L’anno successivo inizia la nuova avventura, sono ormai in pensione, mi dedico ai miei treni, dividendo le giornate tra quelli, mia figlia, mia moglia, il violino, le chiacchiere nei forum.
Ed eccomi qua.
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