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L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

Locomotive, carri, carrozze, servizi ferroviari e treni in generale.

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roy67
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L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#1 Messaggio da roy67 »

Cari amici, come sempre, la ricerca che pubblico, è relativa allo studio del traffico sul mio plastico.
In questo caso relativa al trasporto passeggeri locale. Ho quindi pensato di pubblicare la ricerca, relativa alla prima automotrice che transitò sui binari italiani.
Quando si parla di automotrici il pensiero corre subito alle Littorine, le Aln 668, le Ald.... etc... Ma tutto nacque molto prima, con l'automotrice Prussiana VT 159 KPEV.

Buona lettura.

I prussiani sono sempre stati molto avanti nella ricerca e studio di nuove soluzioni tecnologiche ferroviarie. Fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo (fra il 1880 ed il 1920) partorirono idee ingegnose in ambito ferroviario, in considerazione anche del fatto che la Prussia era vastissima, comprendendo circa due terzi dell'intero impero tedesco.
Nel 1911, in occasione del'Esposizione Internazionale di Torino, la Deutz di Colonia (Köln), presentò, fra i tanti espositori e costruttori ferroviari, un automotrice innovativa, dotata di un motore endotermico con alimentazione a benzolo, che produceva il moto ad un generatore elettrico. Tale generatore alimentava due motori elettrici di trazione. Una delle prime automotrici benzo-elettriche, probabilmente la prima automotrice con motore endotermico-elettrico che circolò in Italia.

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Il veicolo aveva la parvenza di una carrozza con cassa in legno, poggiata su un telaio in ferro. L'esterno era foderato di lamierino sottile, a proteggere il legno dalle intemperie (pratica molto usata nelle ferrovie germaniche del tempo). L'aspetto inconsueto era dato dal basso avancorpo, su una sola testata, che ospitava il motore termico, dando una parvenza generale di veicolo stradale.
Cassa, telaio e carrelli furono costruiti dalla Waggonfabrik Aktiengeselschaft, mentre la Deutz, capo commessa, fornì motore a scoppio e l'equipaggiamento meccanico.

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Il motore endotermico era un Deutz, a 6 cilindri a V, di cilindrata 24.500, con valvole in testa, installato sul carrello frontale, con passo 3800 mm. L'alimentazione era a benzolo, che essendo poco volatile, impediva l'utilizzo del carburatore, ma imponeva l'utilizzo di un dispositivo ad aria compressa per l'alimentazione.
La miscela aria-benzolo veniva dosata, per l'iniezione ai cilindri, da un regolatore centrifugo. L'accensione era di tipo magneto-elettrica, data l'alta compressione della camera di scoppio, era impossibile installare comuni candele (all'epoca molto voluminose). In caso temperature molto rigide, l'aria compressa (accumulata in serbatoi nel sottocassa) veniva saturata da benzina, iniettata per rendere il comburente molto più infiammabile, a causa della scarsa attitudine del benzolo a miscelarsi a basse temperature.
Il radiatore di raffreddamento era posto, orizzontale, sull'imperiale ed una grande ventola provvedeva al raffreddamento, pratica ancor'oggi usata nelle comuni locomotive diesel.
Il tubo di scarico aveva una valvola automatica di deviazione di flusso. Infatti, a causa dell'alta tossicità del benzolo combusto, i gas di scarico venivano deviati nel lungo tubo che correva sull'imperiale, in caso di marcia avanti. Oppure direttamente rilasciati, in caso di marcia a ritroso. Questo permetteva ai passeggeri di rimanere sempre dal lato opposto delle emissioni di scarico.
L'apparecchiatura elettrica venne fornita dalla Bergmann Elektricitas di Berlino, azienda che produsse tutta la parte elettrica di trazione.
Sul carrello motore trovava spazio anche il grande generatore di corrente accoppiato direttamente.

Carrello motore
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Il carrello posteriore aveva un passo più corto, 2500 mm, ed era dotato di due motori elettrici, ognuno accoppiato ad un asse, della potenza di 48,5 Kw ad una tensione di 300 Volts, potenza raggiunta a 700 RPM.
I motori trasmettevano il moto agli assi tramite ingranaggi rigidi di tipo tramviario.

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La cassa era lunga 13 metri (su un totale di 20,7 metri, respingenti compresi) e vi si accedeva all'interno tramite 2 vestiboli laterali, dotati di quattro porte. Entrando nel primo scompartimento vi erano 2 lunghe panche ai lati, poste longitudinalmente ed una grande spazio centrale ove depositare i bagagli ed i "posti in piedi". Bisogna considerare che all'epoca, le ferrovie locali, avevano stazioni molto vicine fra loro, quindi il viaggio poteva anche essere "sopportato" in piedi. Per lo stesso motivo le carrozze non erano dotate di ritirata. Nel secondo scompartimento (divisione creata a circa metà rotabile) vi erano sedili in legno di abete lucidato, disposti in 5 sezioni, con 3 sedute da un lato e 2 sedute dall'altro, per un totale di 50 posti a sedere.

Dopo la presentazione ufficiale, a Torino, nel 1911, le FS non persero tempo e provarono immediatamente l'innovativo veicolo sulla ferrovia Torino-Pinerolo. I primi problemi non tardarono ad emergere. Difficoltà sullo spunto, a causa del peso del rotabile sulle livellette della linea e sugli scambi, problemi dovuti anche all'armamento precario delle stessa linea. I test furono eseguiti con macchina zavorrata, per simulare il pieno carico e simulazione di orario, con massa a vuoto.

Il primo dato ad emergere fu il gradimento dell'utenza, nonché il risparmio energetico. I conti simulati portarono ad un risparmio di circa 15 mila lira all'anno. Considerato che un operaio metalmeccanico del tempo guadagnava circa 40-50 lire al mese.

Purtroppo un altro dato fece sospendere gli studi. Del benzolo, in Italia, non si aveva la disponibilità che si poteva avere in Prussia, si sarebbe dovuto importarlo, oppure impiegare benzina. Cosa che avrebbe azzerato i guadagni, rendendo tutto inutile.

Lo scoppio della I Guerra Mondiale, tagliò la testa al toro.. accantonando definitivamente il progetto.

Solo nel 1925 tale motrice fu modificata e trasformata con alimentazione a gasolio, non si hanno fonti certe e non si conosce il motivo, ma il progetto passò in mano alla Brown Boveri, che produsse la nostra automotrice per le ferrovie sassoni (K.Sächs.Sts.E.B.) con motore diesel-elettrico.

Nel frattempo, in Italia, gli studi vertevano altrove,già si studiava l'elettrificazione delle linee ferroviarie, ed il progetto "automotrice benzo-elettrica" rimase solo un vecchio ricordo.
Rimane il fatto che per un paio d'anni,dal 1912 al 1914, l'automotrice benzo-elettrica prussiana VT 159 scorrazzò lungo la linea Torino -Pinerolo.

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adobel55
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#2 Messaggio da adobel55 »

Bravo Roy, non ne conoscevo l'esistenza.
Grazie.
Ciao
Adolfo

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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#3 Messaggio da Massimo Salvadori »

Interessantissimo e bellissimo, grazie Roy !!
Un altro pezzo della storia delle ferrovie italiane e prussiane. Grazie ancora !
Massimo Salvadori - la mia collezione in scala TT

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Egidio
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#4 Messaggio da Egidio »

Mi unisco anche io al coro dei grazie per aver condiviso un pezzo di storia "vera" delle ferrovie, Roberto. Egidio. :cool:
Egidio Lofrano

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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#5 Messaggio da MrPatato76 »

E' un veicolo che non conoscevo...
Sapevo delle automotrici a vapore, elettriche trifasi, ma con motore endotermico di quel periodo no.
Ho imparato qualcosa di nuovo!

Grazie!!
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#6 Messaggio da Docdelburg »

Grazie Roberto per l'interessante condivisione. :smile:

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Andreacaimano656
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#7 Messaggio da Andreacaimano656 »

Grazie per la bellissima spiegazione Roy, neanch'io ho mai visto questa automotrice :wink: :wink:
Ciao
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roy67
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#8 Messaggio da roy67 »

Grazie ragazzi. Immaginavo che la cicca avrebbe suscitato interesse. Ho omesso un fatto, di scarso valore, ma è corretto riportarlo.
La classificazione VT 159 avvenne solo dopo la fine della 1^ guerra mondiale in VT 152 - 161, dalle neonate DR ed era dotata di motore diesel elettrico.. La sigla VT altro non significava che Verbrennungs Triebwagen, ovvero "automotrice con motore a combustione interna". La numerazione classificava le vetture in base al tipo di motore, alimentazione, allestimenti interni.

In Italia venne semplicemente classificata (come unico esemplare esistente sul territorio) "Automotrice benzo-elettrica a 4 assi". Purtroppo non si riesce a sapere se la livrea rimase quella originale delle KPEV (Nera, Azzurra, grigia, bianca e marrone) a sottolineare la III e IV classe oppure se venne riverniciata.

I colori originali erano come quelli di questo modello autocostruito da un modellista tedesco, a replicare la sorella VT 154.

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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#9 Messaggio da carlo mercuri »

Ciao Roy,
molto interessante.
Probabilmente era un esperimento su una linea che a quei tempi non era FS.
Sul mio libro "FS Automotrici e rimorchi" di A. Nascimbene, i primi esperimenti su binari FS sono del 1924/25 e riguardano, tra le altre, alcune automotrici delle DWK con motori Mercedes. Qualche influenza comunque, almeno nelle forme, si può notare nell'automotrice RNE.8501 Fiat a scartamento ridotto che transitò sulla Palermo-San Carlo, sulla Castelvetrano-Porto Empedocle e sulla Santa Ninfa-Salemi che è molto simile alla VT 159.
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roy67
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#10 Messaggio da roy67 »

Ciao Carlo. A quei tempi le FS erano nate da appena 6 anni. Molte ferrovie erano private, in concessione, etc. C'era ancora l'influenza dalla RA e della RM.
Non saprei dire da chi la ferrovia Torino-Pinerolo era gestita, ma molte informazioni sono tratte da un articolo di Nico Molino del 1992, che non metto in dubbio. :wink:
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#11 Messaggio da roy67 »

Aggiungo, per approfondire.
Su Mondo ferroviario N° 91 di gennaio 1994, Nico Molino ha pubblicato un articolo relativo alle automotrici benzo-elettriche in Italia (quella di cui ho parlato) ma non ha chiarito di quale automotrice si trattasse.
La mia ricerca si è incentrata sugli scritti relativi alle "triebwagen" prussiane, e ne risulta che, un automotrice del gruppo VT 159, costruita da Deutz, fu spedita in Italia in occasione della Esposizione Internazionale di Torino.
Da altri scritti risulta che un automotrice benzo-elettrica, del gruppo VT 159, rimase in Italia per 2 anni, nell'ambito dello studio e test funzionali sulle ferrovie italiane, per la precisione sulla linea Torino-Pinerolo.

Va da se che, incrociando tali scritti, si parla della stessa automotrice benzo-elettrica, citata da Nico Molino e dagli storici prussiani/tedeschi.
Questa è stata la base ed il risultato della mia ricerca.
Posso aggiungere che Nico, nel suo articolo, ha pubblicato la foto di una VT 154. Ma probabilmente perchè è l'unica automotrice del gruppo della quale esistono foto.
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#12 Messaggio da Andrew245 »

Grazie anche da parte mia Roberto , veramente molto interessante ! :cool:

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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#13 Messaggio da cararci »

Grazie Roberto, molto interessante.
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#14 Messaggio da schunt »

Ti ringrazio ho allargato le mie conoscenze
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#15 Messaggio da carlo mercuri »

Ciao Roy, non ho alcun dubbio sulla bontà dei dati della tua ricerca e delle fonti da cui hai attinto.......volevo
solo specificare che non si trattava di binari F.S. Binari comunque italiani, come da te scritto!! :smile: :smile:
Anch'io ,come tanti, non ero a conoscenza di queste prove di mezzi del genere in suolo italico, quindi ti ringrazio per averlo evidenziato!!!

Carlo.

Una foto dell'automotrice!! E la stessa?

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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#16 Messaggio da roy67 »

Certo Carlo, lo so che non metti in dubbio e nemmeno io ti metto in dubbio.. :cool:
Però, molto spesso, ci sono lacune o errori negli scritti. Errori o lacune dovute alla perdita di documentazione durante le 2 guerre. Ho approfondito perché potrebbe essere che vi siano lacune od errori proprio nei miei scritti.. (Che non ho scritto io) e confrontandoli con altri si può arrivare ad una verità quasi certa o a dissipare dubbi ed incertezze storiche.
E proprio parlandone, confrontando gli scritti, che possiamo arrivare a conclusioni eliminando gli errori, che spesso sono solo di copiatura, dei vari testi.

Per farti un esempio lampante: Sono appassionato di ferrmodellismo da ormai quarant'anni. Negli anni '70 misero a monumento, vicino a casa mia, una GR 895. Ero sempre ad ammirare tale locomotiva... Un giorno ascoltai il discorso fra due signori, ed uno disse all'altro <<E' un preda bellica, deriva dalla Br 81>> Da quelle parole fui sempre convinto che la gr 895 era una ex Br 81.. mentre invece.. sappiamo che non è assolutamente così. Ma lo imparai molti, molti anni più tardi.

Dai miei scritti, confrontati con una piccola ricerca fatta velocemente sul web, risulta che la ferrovia Torino-Pinerolo, iniziata a costruire nel 1845, fu innaugurata nel 1854 e fu gestita dalla "Società delle Ferrovie dell'Alta Italia" (SFAI). Nel 1866 entra nell'accordo gestionale anche la "Società Anonima della Ferrovia Centrale e Tramvia del Canavese" (FCC), che già gestiva le ferrovie Torino-Volpiano e Torino-Rivarolo-Courgnè.
La ferrovia divenne di proprietà FS nel 1905.

Quindi viene da pensare che la ferrovia Torino-Pinerolo, nel 1912, era già di proprietà FS.

L'automotrice della tua foto è molto simile, anzi quasi identica. Ma considerata la generosità della dimensione del radiatore, mi viene da pensare che fosse già un automotrice diesel-elettrica. La famosa modifica fatta da Brown Boveri, nel 1925.
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#17 Messaggio da carlo mercuri »

Ciao Roy,
nessun problema, io e te ci intendiamo sempre!
Sono concorde su tutto: è solo parlandone e approfondendo l'argomento che si riesce a evidenziare la vera storia di mezzi, rotabili e quant'altro.
La foto che ho postato è di Horst J. Obermayer "Taschenbuch Deutsche Triebwagen", nella didascalia appena sotto la foto c'è scritto: Benzoelektrischer Triebwagen VT 15 der Kpev 1912.
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#18 Messaggio da roy67 »

Non c'è dubbio. E' una automotrice benzoelettrica, una delle 10 "Verbrennungs Benzoelektrischer Triebwagen" in questione.
Come ho scritto più sopra, vennero costruite 10 diverse versioni di tale automotrice, immatricolate VT 152-153-154-155-156-157-158-159-160-161. Non saprei dire qual'è. Per certo non è la VT 154 e nemmeno la VT 159, le dimensioni e forma del cofano radiatore sull'imperiale lo dimostrano. E' comunque una VT 15x, Parte di quel gruppo.

Ora mi si è acceso un dubbio. Non è che la stessa automotrice fu spedita altrove, sempre in Italia, modificandola qua e la, per altre prove? :wink:
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#19 Messaggio da roy67 »

Aggiungo una piccola chicca, relativa alle automotrici tedesche in Italia.
Una piccola parentesi, anch'essa interessante.

Dopo le positive esperienza avute dalla Linke-Hofmann-Busch (LHB) con la costruzione dell'automotrice diesel VT11.5, nel 1957 e messa in servizio TEE...

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.. La società VBS (Verkehrsbetriebe Peine-Salzgitter) diede l'incarico a LHB di costruire una nuova automotrice diesel leggera ma veloce, per traffico locale
Venne così costruita, in unico esemplare, nel 1957, la VT 409-01. Rimase in servizio sulla tratta ferroviaria tedesca fino al 1979. Nel 1983, la SATTI (società Torinese tramvie intercomunali), che aveva in gestione le ferrovie del canavese, l'acquistò, mettendola subito in servizio di orario.
Rimase in servizio fino alla radiazione, nel 1992.

Fu così che l'unico esemplare di "Hüttenflitzer" (bolide d'acciaio) costruito, fece metà dell'intera carriera ferroviaria sui binari italiani, sulla tratta Torino-Pont Canavese.

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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#20 Messaggio da Marco Ronchetti »

Dovrebbe essere questa, che ha la scritta "Regie Poste"

http://s920.photobucket.com/user/Corrad ... 8.jpg.html
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Re: L'alba delle automotrici italiane. La VT 159 KPEV

#21 Messaggio da Marco Ronchetti »

Quantomeno, è quel che mi verrebbe da pensare leggendo la didascalia che presenta la foto sul forum ferrovie.it: "automotrice tedesca in prova in Italia, derivata da modello di W. Gropius".

Una ipotesi alternativa è che is possa trattare della CER.870 a scartamento ridotto (presto riclassificata RNE.8501) ottenuta dalle FS a partire dal telaio della automotrice a vapore Gr.85. Operò in Sicilia sulla Palermo-Corleone fino alla demolizione avvenuta nel 1950. Il musone sarebbe coerente con quanto detto qui: http://digilander.libero.it/trenodoc/li ... leone.html. Del resto, l'aspetto dei finestrini mi pare molto FS e poco tedesco...

Qualcuno ha opinioni?
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