Il preriscaldatore (seconda parte)
Il preriscaldatore studiato da Gölsdorf, per quanto efficace, aveva il problema di raffreddare e condensare il vapore all'interno della caldaia, infatti era obbligatoriamente molto piccolo, ed aveva esigue capacità di riscaldamento.
All'inizio del XX secolo, venne studiato, dalla tedesca Knorr (che nulla ha a che fare con il famoso dado da brodo), un riscaldatore molto efficace, con alta capacità di riscaldamento, sfruttando i gas di scarico dei cilindri.
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Come abbiamo già accennato l’acqua era immagazzinata nel tender (1). Agendo sulla valvola (2), in cabina, si apriva la valvola del vapore (3) che attivava la pompa dell'acqua (4).
I gas di scarico dei cilindri venivano, in parte, convogliati all'interno del preriscaldatore (5) , per poi essere espulsi dal fumaiolo.
L’acqua passando attraverso una serpentina irradiata dal vapore raggiungeva, riempiendola, la caldaia. La temperatura non era ancora quella di evaporazione, ma ben poco mancava, quindi la caldaia subiva solo un leggero abbassamento della pressione.
(N.d.A. : La pompa più utilizzata era la "Nielebock-Knorr" a vapore, a doppia espansione, con una capacità di 250 lt/min)
Preriscaldatore Knorr installato sui praticabili di una Br 58
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Preriscaladore installato sopra la caldaia di una Br 94
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Preriscaladatore installato a lato caldaia su una Br 93
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Ma, il preriscaldatore, installato esternamente, aveva una resa inferiore. Negli anni '30 del XX sec. si decise di installare il preriscaldatore all'interno della camera fumi, in modo che avesse ancor più potere riscaldante.
Br 93 con preriscaldatore all'interno della camera fumi (s'intravede la leggera "gobba" a lato di quest'ultima)
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Br 50 con preriscaldatore nella camera fumi. S'intravedono le "orecchie" della flangiatura.
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