MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
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MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Questo progetto l’avevo già teorizzato nei momenti di morta dei lavori precedenti, ma ho dovuto metabolizzarlo un po’ perché, in alcuni punti, è una vera e propria “trappola modellistica”.
Naturalmente, è da ritenersi un bozzetto parzialmente di fantasia, perché non sono stato in grado di realizzare un disegno completo ed ho dovuto rinunciare ad alcuni particolari della livrea.
Per questo ho optato per una soluzione… la più economica possibile.
Le motrici di prima e terza classe a trazione elettrica dotate di freno continuo (è il significato dell’acronimo MACefc) sono entrate in servizio nel 1901 sotto l’amministrazione RM.
Migliorarono molto il servizio passeggeri tra Milano e Varese (rotaie permettendo, nel 1901 erano ben poche le locomotive a vapore della RM in grado di raggiungere gli 85 km/h ed erano tutte destinate a relazioni più importanti).
Furono realizzate in Italia, su progetto e con equipaggiamento elettrico d’oltreoceano e richiamano molto la forma delle carrozze passeggeri in voga a quei tempi negli Stati Uniti.
Originariamente erano immatricolate RM 5111-5130, per poi diventare le E10 (E101-E120) con l’avvento delle FS.
(Il gruppo E10 è uno dei casi di utilizzo di gruppi identici per unità esistite in tempi diversi, queste del 1901 e le successive del 1932, poi trasformate in E623 della serie 100.)
Prive di comando multiplo, restarono in servizio sino al 1923, quando divennero… donatrici di pezzi per la costruzione delle E620.
Personalmente le ritengo esteticamente più gradevoli delle successive E15 ed E20 ed ho deciso di realizzarne una.
Di questa elettromotrice, ho trovato sul web la wiki-pagina e alcune cartoline/fotografie d’epoca.
Unica consolazione è il recente aggiornamento della wiki-pagina (nov. 2017) che mi fa pensare che qualche esperto abbia notato qualche inesattezza e l’abbia sistemata.
Spero che l’autore legga questo 3D perché i miei ringraziamenti posso solo scriverli qui!
Per la realizzazione dei disegni mi sono arrangiato… a modo mio.
Le immagini hanno tutte più di un secolo e peccano di risoluzione, specialmente nelle zone d’ombra.
Consapevole di ciò, ho scelto di disegnare il tutto nel modo più veloce possibile, senza decodificare le prospettive, ma usando il criterio di proporzionalità applicato ad immagini riprese da lontano, controllando poi il risultato ed introducendo gli aggiustamenti del caso.
L’approssimazione più grande è stata la determinazione della larghezza (non trovata sulla wiki-pagina), alla quale sono arrivato per approcci successivi.
Ne è venuto fuori un bozzetto con le quote arrotondate, somigliante alle immagini del tempo.
Per i particolari “incerti” ho usato un po’ di fantasia.
Il sottocassa è poco visibile, si notano solo i tiranti di rinforzo del telaio e qualche accessorio principale.
Dalle immagini sfuocate ho risolto una cassa (forse batterie) ed un serbatoio (penso dell’aria compressa).
Le (eventuali) razze delle ruote non sono risolte dalle immagini, in ombra si vedono come piene, ma con dietro le parti interne dei carrelli potrebbero essere anche a razze).
Per comodità, ho usato ruote piene da 11,5 mm (ne avevo già due con calettati gli ingranaggi).
Eventualmente posso sostituirle con delle 11 mm/8 razze.
Inoltre, non ho realizzato le “appendici” che sporgono tra le finestre del lucernario perché, dalle foto, non sono stato in grado di capirne la forma.
Per la livrea non avevo informazioni sicure ed ho aperto un 3D sul forum 2G, dal quale ho ricavato:
- telaio nero;
- tetto grigio cenere;
- carrozzeria giallo canarino.
In fase di pittura mi son preso una “licenza artistica”, utilizzando ciò che già avevo, nero opaco RAL 9005, giallo zinco RAL 1018 e grigio RAL 7030.
Non ho colorato le filettature e le cornici dei finestrini perché, di primo acchito, mi son parse troppo difficili da tracciare senza rovinare il tutto.
I lati del lucernario li ho lasciati in grigio e non in giallo.
Per le scritte… ho dovuto soprassedere.
Il testo principale nell’incavo del telaio “CARROZZA AUTOMOTRICE ELETTRICA A TERZA ROTAJA” ed anche le siglature verso le estremità, con apici e pedici, sono impossibili per la mia stampante ink-jet.
I particolari dei carrelli sono bi-clonati dal carrello di una carrozza centoporte (clone iniziale + ri-clone dopo accorciatura a misura), non sono il massimo ma ho cercato di accomodarli su cover fissabili dal basso. I ceppi dei freni sono clonati da un master metallico ed inseriti su perni saldati al telaio dei carrelli.
Le lanterne sono clonate da un master metallico. La trave di sostegno dei pattini è una fettina di compensato sottile ed i pattini sono… i miei soliti.
La geometria dell’automotrice ha richiesto un po’ di impegno.
Le scalette di accesso, poco inclinate, entrano molto nella sagoma del rotabile e nel punto corrispondente, i bordi del telaio sono molto più stretti.
Mantenendo l’altezza corretta, il bordo delle ruote entra nella sagoma del telaio.
In queste condizioni, la ruota può spostarsi di solo 1 mm per lato, per una inclinazione del carrello di appena 4 gradi.
Per ottenere la percorrenza su curve R360, ho alzato il telaio di 1 mm, con l’asse dei repulsori a 13 mm dal piano del ferro.
Le scalette le ho dovute integrare nelle cover dei carrelli.
La barra di sostegno del telaio è mobile ed in curva viene spinta all’esterno dal contatto col carrello.
Lo sforzo è contenuto, ma, nel timore di sviamenti indesiderati, ho preferito usare vecchie ruote cilindriche che lavorano “di bordino” piuttosto che quelle profilate NEM. La trazione è di tipo cardanico, con ingranaggi in derlin ed alberino telescopico con doppio giunto omocinetico. Non ho previsto ganci perché circolerà isolata (il tetto con la “criniera” mi ha fatto passare la voglia di una unità folle!).
Nel complesso, pur avendo realizzato l’ennesimo giocattolo, sono felice di avere “tirato in porto” anche la MAC sperimentale.
Mi sono anche divertito a praticare un po’ di “archeologia ferroviaria”.
Al riscontro strumentale, il risultato è quasi in scala 1 : 87, la sola altezza è di 1 mm superiore, dovuti all’innalzamento del telaio.
L’unico dubbio che mi resta è se questo rotabile sia stato realizzato da qualcuno.
Se qualche lettore ha informazioni in merito, ne sarei grato!
Grazie a tutti.
Claudio
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
I vetri come li farai ??
Ciao
Adolfo
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Mi interessa sapere un po' di più sulla trasmissione e sulla motorizzazione: commerciale? Autocostruita?, derivata da qualche modello in commercio?
….eventuali siti dove hai comprato i materiali?
Adolfo i vetri sembrano essere fatti con il classico metodo del foglio di acetato.
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Massimiliano
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Notati i quesiti, vado con le risposte, in ordine cronologico.
@Adolfo/AdobeI55
I vetri sono il classico foglio di acetato.
Tutti i rotabili antichi non avevano i vetri a filo.
Realizzando fiancate di spessore contenuto l'effetto è simile al reale.
@Mr Patato76
La meccanica è totalmente autocostruita, con ingranaggi Linea Model in modulo 0,4.
Ho usato latta da 0,2 mm ritagliata con un cutter.
Le fiancate del carrello le ho fatte con due strati sovrapposti.
L'alberino è un tubetto di ottone da 2 mm sp 0,25 mm.
I giunti sono dei pezzetti di tubo di ottone da 4 mm sp 0,5 mm, forati e sagomati.
Le crociere sono coppie saldate di tronchini di chiodo da 1,6 mm, lunghi 2,8 mm e forati in centro 0,8 mm.
I perni sono spezzoni di filo di ottone da 0,8 mm
Tutti materiali reperibili nei centri per il bricolage più assortiti.
L'architettura del carrello è molto simile a quelli commerciali, con le seguenti differenze:
- gli ingranaggi sono calettati su bussole realizzate con il tubo di ottone da 2 mm sp 0,2 mm ed i perni sono dei pezzi di chiodo da 1,6 mm filettati da una parte per bloccarli;
- la vite senza fine si monta infilando l'albero nella sede, con tale soluzione è più facile posizionare le relative boccole sulla struttura del carrello.
Ti allego il jpeg dello schizzo fatto al computer per ricavare lo sviluppo dei pezzi del carrello motore e del sostegno del motore. @robiravasi62, Egidio e MrMassy86
Nel 3D della 480 mi ero "sbottonato" circa l'opzione di un nuovo lavoro oppure la finitura dell'ultimo accantonato tempo fa.
Ho preferito l realizzazione ex novo perché quello accantonato è veramente "tossico".
Grazie ancora a Tutti.
Claudio
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Davvero un bel lavoro.
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Distinti saluti, Antonio.
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
- claudio_62
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Re: MACefc RM 5111-5130 sperimentale, scala H0
Scusate il ritardo alla risposta, ma ho avuto due giornate "tribolate" e non ho acceso il computer.
@ Antonio/Trissa
Ti ringrazio tantissimo per l'apprezzamento e ti faccio i miei più sinceri complimenti per tutti i bellissimi lavori che hai realizzato!
Da parte mia... ci provo!
@ Salvatore/sal727
Le parti in rilievo sono fatte con due latte saldate sovrapposte.
Quella più interna ha i ritagli delle finestre più piccoli e crea l'effetto del telaio dei finestrini.
Le filettature sono fili di rame da 0,25 mm saldati e telati (non limati, si spezzano!).
Le fiancate sono saldate su di un telaio da accoppiare al tetto.
Gli incavi delle porte obbligano la saldatura nei punti voluti.
Ti allego il jpeg delle parti principali. Alla prossima!
Claudio
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