GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
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GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Mi riallaccio a questa discussione aperta da Giuseppe
http://www.scalatt.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=9352
e riassumo i concetti estrapolati da alcune discussioni nelle quali si era parlato della questione.
Da qui inizierei a parlarne per decidere il da farsi….
Quando si parte per un'attività nuova e coinvolgente tutti sono entusiasti, il clima è positivo, tutti sono amici e tutto procede per il meglio.
Se però qualche cosa s’incrina, se qualcuno si stanca, se a qualcuno passa l'entusiasmo, il risultato potrebbe essere dannoso per il Gruppo se non vengono stabiliti subito alcuni paletti che devono essere sottoscritti da tutti quanti.
Costituirsi un Gruppo “fittizio” e quindi non registrato, NON permette la gestione delle donazioni, degli sponsor o dei moduli pagati da entità terze.
Se si vuole esibire il plastico modulare in occasione delle mostre, possono esserci problemi nel caso di richieste di rimborsi agli enti organizzatori. I rimborsi esistono, non sono molto elevati ma sicuramente aiutano se coprono perlomeno il costo di un noleggio di un furgone o le spese di qualche camera di albergo. Ma se non siamo un Club registrato con tanto di codice fiscale, difficilmente riusciremo a recuperare dei fondi da enti istituzionali come gli enti fiera o simili. Spesso anche i comuni o le pro-loco hanno problemi ad erogare fondi se questi non sono giustificati in modo fiscale.
Copiare un modello che esiste e che funziona.
Un esempio può essere un club "classico" come il CMP, club che prevede una quota di iscrizione annuale, un organico direttivo eletto annualmente, una cassa, dei beni di proprietà (un intero plastico, visto che il FIMF è stato gestito così) ed anche una sede propria. Un club strutturato è più solido e più preparato a ricevere defezioni e momenti di crisi.
Scrivere e sottoscrivere delle regole che prevedano il maggior numero di evenienze possibili, anche quelle più spiacevoli (tutto non si può prevedere!).
Poi queste regole le si mette in un cassetto e ..... si spera di non doverle tirare fuori mai!
Registrare un'associazione "no-profit" è relativamente semplice. Bisogna fare un'assemblea con i soci fondatori e bisogna per prima cosa stilare uno statuto, mettendo a verbale la votazione dello stesso e l'organigramma delle cariche (queste sono decise da statuto, normalmente si ha un presidente e un paio di consiglieri di cui uno con mansioni di segretario e l'altro con quelle di tesoriere).
Questa è, ovviamente, la configurazione minima... nel CMP, per esempio, il direttivo è composto da un presidente, un vice, un tesoriere, un segretario e tre consiglieri, ma siamo già un Club abbastanza grande). Una volta preparato lo statuto e il verbale di assemblea con gli incarichi si va all'ufficio del registro della provincia di competenza e si fa registrare il tutto (pagando una gabella di 170 euro, se ricordo bene...) A quel punto all'associazione viene rilasciato un codice fiscale (che è solo un identificativo perchè il club non è comunque soggetto a fiscalità se è no profit).
Bisogna definire una sede per l'associazione. Se la sede non esiste ha allora normalmente si fa residente il club presso l'abitazione del presidente o di un altro membro del consiglio.
Un esempio di uno statuto si può scaricare dal sito del CMP nella sezione "il club".
Le entrate di un gruppo "no-profit" possono essere diverse, le tipologie vengono decise per statuto. Per esempio entrate possono essere le tessere sociali, le donazioni, i contributi spese e anche le sponsorizzazioni. Quello che conta è che per statuto venga espressamente vietata la vendita, la compravendita e qualsiasi transazione economica. I fondi accumulati dal club devono essere registrati ma non c'è una normativa specifica, così come non ci sono norme fiscali che riguardano la tenuta di libri, bilanci etc etc.
Diverso il discorso se si diventa un'associazione "onlus". In questo caso si ha una corsia preferenziale nel ricevere fondi da enti pubblici (ma questa è un'ipotesi molto remota! - in ogni caso certi enti hanno a loro volta, per statuto, regole che impongono di erogare fondi esclusivamente ad associazioni di questo tipo) però a fronte di ciò c'è una normativa molto più complessa sui bilanci, registri, etc etc che devono essere revisionati...
In altre parole un'associazione "non onlus" può comunque gestire piccoli fondi che devono essere però destinati alle attività del gruppo.
il Club no profit può acquistare materiale usando i propri fondi. Il problema è che questo materiale poi deve rimanere di proprietà del club stesso. Questo è il casino... se i moduli sono "sociali" nessun problema, se i moduli sono "personali" e quindi il socio "compra" il kit, effettivamente potrebbero esserci rogne fiscali. In caso di compravendite queste dovrebbero essere gestite direttamente tra soci senza passare per il club. In effetti la norma che ho scritto non può valere così com'è...
Concludo con la nota di Saverio…
… non sia un problema passarvi il nostro statuto e regolamento come traccia. Non è obbligatorio farlo registrare, ma è sempre buona cosa perchè così diventa un atto pubblico a tutti gli effetti. Al contrario, qualsiasi statuto o regolamento voi possiate stilare, rimarrebbe sempre un atto privato tra amici. Il costo della registrazione è inferiore ai 200€, soprattutto per bolli vari. Costituita l'Associazione (logicamente senza scopo di lucro), con la designazione di un minimo di "consiglio" (almeno un presidente responsabile e un tesoriere), consiglierei farsi dare il codice fiscale in modo da poter emettere fatture regolari per eventuali rimborsi spese. Questi i primi passi; per i particolari possiamo parlarne in seguito.
<font color="red">Ora a voi la parola, siamo in tanti… diciamo la nostra</font id="red">.
- Edo Mazzo
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Inoltre questo forum..... sinceramente è il piùu fantastico e meraviglioso mai visto !!!!!







- sma835_47
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
mi intrometto in una discussione "vostra" e mi scuso; scopo è solo dare un contributo.
Non capisco la frase:
"Il problema è che questo materiale poi deve rimanere di proprietà del club stesso. Questo è il casino... se i moduli sono "sociali" nessun problema, se i moduli sono "personali" e quindi il socio "compra" il kit, effettivamente potrebbero esserci rogne fiscali. "
Se i moduli sono di proprietà del club/associazione, non penso che ci sia alcun problema perchè gli acquisti dovrebbero risultare da un minimo di registro entrate/uscite che è sempre bene tenere.
Se i moduli sono di proprieta del singolo socio, questi vengono esposti assieme ai moduli "sociali" e non penso che ci siano problemi di sorta.
L'unico problema potrebbe nascere con moduli avente struttura a spese del club/associazione e sovrastrutture a spese del socio. In questo caso, basta regolamentare che cosa fare in caso di uscita del socio dal club. Due alternative: tutto rimane del club oppure si fa un elenco dettagliato delle proprietà del socio che verrebbe autorizzato a tirarle via in caso di suo abbandono. (Non sempre è possibile perchè il tirar via spesso disgtrugge). Morale: il consiglio è che tutti i componenti di un modulo siano di proprietà dell'associazione e rimangono tali anche in caso di uscita da parte di uno o più soci. Eventualmente se un socio vuole "abbellire" con dettagli particolari sappia che potrebbe perderli o distruggerli nel tirarli via.
Una cosa importante è fare da subito un libro inventario di tutti i beni del club/associazione. Questo toglie tanti "casini" di mezzo.
Sempre a disposizione
Ciao
Saverio
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Per quanto riguarda i moduli si potrebbe pensare alla formula del "comodato d'uso", ogni proprietario lascia a disposizione dell'associazione il modulo (ammesso che le normative lo permettano).
- Andrea
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Sono un po’ indeciso sul discorso moduli personali/sociali, mi piacerebbe poi sentire anche il parere degli altri.
Nel nostro caso, ci sono modellisti che hanno acquistato le testate, i binari e tutto l’occorrente per realizzarlo (la maggior parte, direi).
In altri casi i moduli sono stati realizzati a più mani ed in altri casi ci sono moduli con diversi accessori realizzati da qualcun altro (vedi Adolfo).
Poi c’è il caso di chi il modulo l’ha donato come ad esempio la “segheria” di Claudio che ora è parcheggiato nel laboratorio di Edgardo.
Per quanto concerne la proprietà dei moduli, io forse vado controcorrente, non vedo un grosso problema se chi ha realizzato il pannello rimane poi il proprietario.
Tutto sommato, se qualcuno per un qualsivoglia motivo decide di abbandonare il gruppo, avremmo un modulo in meno.
Amen.
Si potrebbe invece prevedere una regola per i moduli essenziali, come i due anelli di ritorno e i quattro (attuali) moduli con i quattro blocchi elettrici.
Senza di essi il modulare entra in crisi.
Però la forma e quindi uno statuto, risolvono i problemi in caso di attrito?
Se ad esempio il Doc o Flavio (gli attuali possessori dei due anelli) andassero fuori di testa e decidessero di prendere a mazzate i loro moduli che ci potremmo fare?
Mica potremmo intentare una causa civile…
Per cui se ognuno rimane proprietario del proprio modulo, io non lo vedo un grande problema.
La cosa che mi sta più a cuore riguarda invece i movimenti di cassa.
Facendo degli esempi concreti, l’acquisto e la vendita delle testate e delle dime, le magliette, i binari comprati da Assalto al treno e rivenduti al prezzo di costo… etc etc.
Insomma, soldi che vanno e soldi che vengono…
Tutto deve essere trasparente, regolare ed alla luce del sole, questo è l’aspetto al quale tengo particolarmente.
- marioscd
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Detto ciò, e con l'ulteriore esperienza maturata, consiglierei le seguenti cose:
1) formare l'associazione con uno statuto "leggero" (un po' più leggero di quello del CMP) in maniera da ridurre i costi di registrazione che sono calcolati a "rigo", demandando ad un regolamento annesso il dettaglio delle varie questioni.
2) costruirsi una dotazione "economica" da utilizzarsi per le spese sociali (e vedrete quante ne verranno fuori, mano a mano che entrerete nell'attività) attraverso delle quote sociali ed eventuali rimborsi di enti et similari in occasione di mostre.
3) quando ci sono di mezzo i soldi e l'amicizia è tassativo che tutto avvenga alla luce del sole e che ci siano regole condivise e cristalline. Meglio evitare sul nascere spiacevolissimi problemi
4) ci sono problematiche che emergono proprio con l'esperienza. Una, significativa, è proprio quella evidenziata da Andrea... ovvero il danno sociale che potrebbe dare un ex-socio proprietario di un modulo strategico del plastico, per esempio... noi ci siamo resi conto del casino proprio quando è successo un fatto simile al CMP. Suggerirei, alla luce di ciò, di suddividere i moduli in due categorie: quelli "standard" e quelli "legacy". I primi possono essere a doppio regime, ovvero sia di proprietà del club stesso, sia di proprietà dei singoli soci che avranno diritto di farne ciò che vogliono. I secondi devono essere, invece, esclusivamente appannaggio del club.
5) un'altro punto importante riguarda le donazioni dei soci. Spesso capita che in un momento di "luna di miele" un socio decida di fare regalo al club di qualcosa, sia esso un modulo come un computer o qualsiasi altra cosa. Ebbene è importante che ci sia una specie di registro nel quale il bene viene inventariato e che ci sia la firma della donazione da parte del socio... giusto per evitare bruttissime discussioni dopo...
6) pensate fin da subito come gestire gli oggetti che saranno di proprietà del club... in pratica... chi li tiene? all'inizio essi sono pochini, qualche modulo, un po' di teli di copertura, qualche pannello pubblicitario, magari uno striscione... poi gli oggetti aumentano e lo spazio diminuisce! quindi cercate di organizzarvi bene.
7) stabilite bene le regole della gestione dei rimborsi. Faccio un esempio pratico... in una trasferta ricevete una somma x a mo di rimborso... come la volete gestire? la dividete in quote uguali per ogni socio partecipante? le incamerate nei fondi del club ed eventualmente ne distribuite solo una quota? i rimborsi sono fissi o solo su richiesta? sono cose spesso fastidiose... ma vanno affrontate.
Finora ho evidenziato solo le parti critiche, quelle che... fan passare la voglia! ma sono solo l'avvocato del diavolo, in effetti poi le cose sono spesso (e per fortuna!) molto più semplici ed amichevoli nella gestione... però è sempre meglio prevedere!
ciao
- sma835_47
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Ciao
Saverio
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”

Comunque, mi sono letto tutto lo Statuto e Regolamento del CMP, mi sembra ben articolato e completo. In sostanza si dovrebbe condensare il "grosso" nel regolamento facendo uno Statuto più "snello".
Non so se tecnicamente è possibile ma sarebbe da considerare anche la parte "interattiva" ossia accennare il forum, nel senso di rendere utilizzabile a livello associativo lo strumento tecnologico che anima tuTTa la faccenda pensando a quei potenziali soci distribuiti per tutta l'Italia .....
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Io ci sto.
Per quanto concerne il discorso Statuto e regolamento, sono dell'opinione di tenere buoni i suggerimenti degli Amici del CMP.
- Andrea
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
In effetti al raduno, Mario mi accennava al discorso dello statuto leggero e credo andremo in questa direzione.
Appena riesco vado a leggermi con attenzione lo Statuto e il Regolamento del CMP e su quello iniziamo a fare le prime elucubrazioni.
Domanda: vedo che parlate sempre di Club, ci sono differenze formali rispetto ad una Associazione?
- marioscd
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
ciao
- sma835_47
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Ciao
Saverio
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”




- Andrea
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Tornado in argomento... questo link mi ha aiutato a chiarirmi le idee.
http://www.csv.verona.it/costituzione.html
Nel nostro caso dovremmo ottenere lo status fiscale di ONLUS (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale).
Questi i documenti necessari per l’iscrizione all’Anagrafe unica delle ONLUS che vanno inviati alla Direzione Regionale delle Entrate, condizione necessaria per acquisire tale status.
ATTO COSTITUTIVO DELL’ASSOCIAZIONE:
GAS TT_ESEMPIO ATTO COSTITUTIVO.doc (35,44 KB)
STATUTO:
GAS TT_ESEMPIO STATUTO.doc (38,42 KB)
Qui, notizie utili per la redazione:
GAS TT_VADEMECUM PER ISCRIZIONE ONLUS.pdf (27,64 KB)
Le spese per la registrazione per le ONLUS riguardano l’imposta di registrazione che è di 168,00 Euro.
Un’associazione costituita con scrittura privata registrata è regolarmente costituita e può operare senza ulteriori adempimenti, l’atto pubblico è obbligatorio per la costituzione solo qualora l’associazione intendesse richiedere il riconoscimento della personalità giuridica.
Quindi nel nostro caso servirà poi il Codice Fiscale che si richiede presso l’Agenzia delle Entrate territorialmente competente (facendo riferimento alla sede legale dell’associazione per l’individuazione) con il modulo AA5/6 che si può scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate e a quel link:
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/co ... +CF+AA5_6/
Non mi è chiaro il costo per l'apertura del codice fiscale.
- giuseppe_risso
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Docdelburg ha scritto:
Ho capito solo che state per espropriarmi "legalmente" il modulo della "galleria dell'orso"!![]()
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Chissà come mai ho avuto la stessa sensazione...
Il regolamento del CMP deve farci da guida.
Secondo me si dovrebbe procedere più o meno così:
-Si scrive uno statuto che si discute e si approva da parte degli attuali interessati che diventeranno soci fondatori.
-Si elegge un consiglio direttivo
-Si stabiliscono delle quote associative
-Si aprono le iscrizioni ai nuovi soci
Per i moduli "normali", lascerei la proprietà ai singoli, se ci sono dei moduli strategici il problema va considerato a parte.
Il materiale che viene acquistato e rivenduto ai soci, non dovrebbe passare in alcun modo tramite l'associazione, rischiamo di crearci dei problemi.
L'ASN vende parecchie cose, ma sono cose prodotte dai soci per altri soci.
Ci vorrebbe una persona con questo incarico che figura fare l'acquisto e poi ridistribuirlo.
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
giuseppe_risso ha scritto:
[
Per i moduli "normali", lascerei la proprietà ai singoli, se ci sono dei moduli strategici il problema va considerato a parte.
Il materiale che viene acquistato e rivenduto ai soci, non dovrebbe passare in alcun modo tramite l'associazione, rischiamo di crearci dei problemi.
L'ASN vende parecchie cose, ma sono cose prodotte dai soci per altri soci.
Ci vorrebbe una persona con questo incarico che figura fare l'acquisto e poi ridistribuirlo.
Mi permetto di portare la mia esperienza in seno ad ASN ed anticipare che ero e sono contrario all'associazione registrata; porta solo beghe, ma è un mio personale parere, tant'è che da quando è diventata Associazione legalmente riconosciuta sono uscito dal consiglio ASN che sì è subito riempito di "azzeccagarbugli".
La differenza tra associazione e Club non esiste in sè, ma esiste perchè nella prima i soci sono a distanza con possibilità di maggiori incomprensioni, mentre la seconda i soci sono vicini ed hanno comunità d'intenti ed a volte basta uno sguardo per capirsi.
Per quanta riguarda il "vendere" è una parola da non usare, si rientrerebbe subito nella parte riguardante i fini di lucro con relative responsabilità fiscali.
ASN ha adottato la filosofia dello shop solo per i soci e tra i soci senza nessun ricarico se non quello delle spese di gestione (spese di spedizione, cancelleria, ecc). Attenzione ai movimenti di denaro devono essere fatti con "pezze giustificative" serie ovvero fatture e/o ricevute con codice fiscale. Il tesoriere avrà un bel da fare a sistemare i conti.
Faccio solo notare che nel 2012-2013 la GdF ha effettuato un controllo a tappeto sulle associazioni sportive e queste sono nei guai dato che quasi tutte hanno un "baretto" sociale che vende alle partite od agli incontri, bene a queste società è stato contestato di non avere la licenza per vendere con i problemi che potete bene immaginare.
Buon divertimento!!!!!


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- giuseppe_risso
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Alex Corsico ha scritto:
giuseppe_risso ha scritto:
[
Per i moduli "normali", lascerei la proprietà ai singoli, se ci sono dei moduli strategici il problema va considerato a parte.
Il materiale che viene acquistato e rivenduto ai soci, non dovrebbe passare in alcun modo tramite l'associazione, rischiamo di crearci dei problemi.
L'ASN vende parecchie cose, ma sono cose prodotte dai soci per altri soci.
Ci vorrebbe una persona con questo incarico che figura fare l'acquisto e poi ridistribuirlo.
Mi permetto di portare la mia esperienza in seno ad ASN ed anticipare che ero e sono contrario all'associazione registrata; porta solo beghe, ma è un mio personale parere, tant'è che da quando è diventata Associazione legalmente riconosciuta sono uscito dal consiglio ASN che sì è subito riempito di "azzeccagarbugli".
La differenza tra associazione e Club non esiste in sè, ma esiste perchè nella prima i soci sono a distanza con possibilità di maggiori incomprensioni, mentre la seconda i soci sono vicini ed hanno comunità d'intenti ed a volte basta uno sguardo per capirsi.
Per quanta riguarda il "vendere" è una parola da non usare, si rientrerebbe subito nella parte riguardante i fini di lucro con relative responsabilità fiscali.
ASN ha adottato la filosofia dello shop solo per i soci e tra i soci senza nessun ricarico se non quello delle spese di gestione (spese di spedizione, cancelleria, ecc). Attenzione ai movimenti di denaro devono essere fatti con "pezze giustificative" serie ovvero fatture e/o ricevute con codice fiscale. Il tesoriere avrà un bel da fare a sistemare i conti.
Faccio solo notare che nel 2012-2013 la GdF ha effettuato un controllo a tappeto sulle associazioni sportive e queste sono nei guai dato che quasi tutte hanno un "baretto" sociale che vende alle partite od agli incontri, bene a queste società è stato contestato di non avere la licenza per vendere con i problemi che potete bene immaginare.
Buon divertimento!!!!!![]()
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Hai ragione, io ho usato, impropriamente, la parola vende, ma ho anche precisato che é materiale fatto da soci e messo a disposizione di altri soci.
E' sott'inteso che chi non é socio é escluso.

- Andrea
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Alex Corsico ha scritto:
Attenzione ai movimenti di denaro devono essere fatti con "pezze giustificative" serie ovvero fatture e/o ricevute con codice fiscale. Il tesoriere avrà un bel da fare a sistemare i conti.
Come detto in precedenza, è l'aspetto al quale tengo maggiormente e solo creando un'Associazione vera e propria credo si possa fare tutto alla luce del sole giustificano quindi i vari movimenti di denaro sinora gestiti dai singoli sulle proprie Poste Pay o conti correnti...
- Docdelburg
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
C'è un forum che aggrega molti appassionati e c'è un modulare che ne aggrega una parte ad un livello superiore. Ancora più complessa è la gestione della presenza di detto modulare nelle varie manifestazioni o anche semplicemente per sessioni operative (ricordate che fine ha fatto la mia proposta di seduta operativa a metà agosto dalle mie parti in collina.....?).
Prendiamo quindi in seria considerazione che il soggetto societario che si andrà a creare avrà componenti in tutti Italia e forse oltre confine.
Si deve dare per scontato che il modulare non sarà (quasi) mai completo perchè qualche depositario/autore di moduli sarà assente per i più svariati motivi e i suoi moduli non potranno essere portati da altri.
Occorre quindi stabilire, come detto da altri, quali moduli debbano essere sempre e comunque presenti, come ad esempio i cappi esterni (per quello scherzavo sull'esproprio legale....).

In questo senso si dovranno acquisire tali moduli in modo che diventino parte della dotazione (inesigibile da alcuno) del soggetto societario che si andrà a creare. Da parte mia sono pronto a donare il mio modulo alla costituenda associazione.
L'organizzazione, per forza di cose, dovrà essere collocata in una zona geograficamente limitata; non può esserci quindi un presidente a Roma, un tesoriere a Milano e un segretario a Firenze!
Ne consegue che, ad ogni eventuale elezione, si dovranno presentare proposte di consiglio/presidente complete, non singoli candidati.
E il consiglio entrante dovrà proporsi anche con soluzioni quali detenzione, stoccaggio e trasporto dei moduli indispensabili di cui sopra, perchè, come dicevo prima, il mio modulo dovrà esserci, ma potrei non esserci io.
E se il modulo è di proprietà dell'associazione sarà quest'ultima a gestirlo in tutto e per tutto.
Anche se si corre il rischio di essere tacciati di oligarchia o, peggio ancora, di dispotismo, vedrei molto pratica una soluzione che preveda una forma societaria ristretta di base cui partecipino pochi soci, ad esempio quelli fondatori, che nella fattispecie potrebbero essere quelli che hanno partecipato a vario titolo all'esordio a Novegro. A questa forme societaria ristretta si affiancherebbero altre figure con un ruolo meno incisivo dal punto di vista decisionale e operativo. Penso ad esempio ad una lista di SOCI MODELLISTI (che partecipino a vario titolo alla costruzione dei moduli) e una lista di SOCI SOSTENITORI (che vogliano partecipare indirettamente alle varie attività o semplicemente sostenerle con varie forme di partecipazione).
Questa divisione dovrebbe permettere un percorso decisionale più rapido e centralizzato in quanto il consiglio sarà composto essenzialmente da alcuni soci fondatori cui si aggiungeranno rappresentanti delle altre due liste.
Per quanto possa sembrare un pò cervellotica, questa visione della forma societaria dovrebbere in qualche modo contenere i problemi tipici delle grandi assemblee di soci in cui si formano correnti, gruppetti, isole e isolette destinate a creare dispersione di interessi e risorse e lentezza decisionale ed esecutiva.
La caratura personale delle persone che ora come ora rappresenterebbero, nella mia ipotesi, i soci fondatori, sarebbe a mio avviso la miglior garanzia di correttezza da parte di un organismo pur ristretto ed elitario come quello da me paventato.
Mi scuso per la prolissità e concludo con quella che è una delle mie più frequenti massime: in questo mondo c'è troppa democrazia!
- abacus2223
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Aggiungo solo una cosa detta terra terra; se uno fa un modulo per il modulare lo fa per una forma di collaborazione e spirito di gruppo, non lo fa per tenerselo in casa come un soprammobile, questo indipendentemente dal tipo di modulo, anche perchè non avrebbe senso.
Secondo me non esistono moduli più o meno importanti, si potrebbero fare anche più di due cappi ed in futuro un modulo bivio.
In questo modo le combinazioni possibili aumentano ed il modulare potrà avere forme sempre diverse in base alle disponibilità degli autori e dei moduli. Ho citato una stazione di bivio ma si potrebbero fare anche stazioni di testa o moduli a X che aumenterebbero le combinazioni possibili.
Se uno fa un modulo per il GAS TT sa che dovrà impegnarsi per il gruppo. Se poi in occasione di un evento espositivo non ci sarà un modulo fa niente. Più faremo moduli "speciali" e più possibilità abbiamo.
Come statuto definirei bene solo la questione economica, cioè rimborsi a norma di legge e un fondo cassa per le spese di gestione da affrontare in occasione di un evento.
Poi sono ben felice di pagare un amico che mi fa un lavoro e mi realizza degli elementi per il mio modulo e una quota associativa per il gruppo.
PS, non Club o Associazione.... Gruppo

- Docdelburg
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
- se invece di un cappio di ritorno alle estremità ci fosse una stazione di testa o una coulisse l'impegno per la gestione del modulare in manifestazione lieviterebbe di molto e servirebbero più persone addette all'esercizio.
- prima di una manifestazione occorre che sia chiaro a grandi linee il layout del modulare per poter richiedere e disporre di spazi e rimborsi adeguati; questo in riferimento a tutto il materiale sparso per la penisola e che può/deve convergere ad una manifestazione. Ecco perchè la mia idea di una sorta di associazione (o gruppo) decisionale ristretto che lavori a stretto contatto di gomito.
- Fabrizio
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Mi sono piaciuti i ragionamenti di Edgardo, soprattutto in merito a creare più "pannelli strategici". Secondo me si potranno anche realizzare più di due cappi, diversi moduli con blocco elettrico e diversi altri pannelli strategici. In questo modo in occasione di ciascuna manifestazione si potrà organizzare un lay-out su misura, facendo ruotare i vari moduli che per ovvie ragioni devono essere in un numero limitato (cappi). I moduli possono ruotare nell'ambito della manifestazione stessa oppure fra diverse manifestazioni, a seconda delle necessità/turni. Concordo con Mauro che il lay-out per ciascuna manifestazione, vada deciso per tempo.
Detto questo, mi fido del vostro operato, anche perché so che fra di voi c'è gente navigata in questo, che sicuramente sa come comportarsi in queste questioni. Come sempre, ammiro il vostro grande impegno che mettete per portare avanti questo progetto.
Ciao
Fabrizio
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Concordo sulla forma societaria snella e ristretta alla quale partecipano pochi soci.
Bella l’idea delle figure con un ruolo “meno incisivo” che Mauro ha definito SOCI MODELLISTI e SOCI SOSTENITORI.
Anche perché lo scopo, in buona sostanza, non è quello di fare riunioni (a parte i raduni tecnici naturalmente…

E qui mi riallaccio al ragionamento di Edgardo che dice una sacrosanta verità quando afferma che se uno fa un modulo per il GAS TT, sa che lo fa per il gruppo.
Quindi lo statuto serve soprattutto per il discorso economico, per i rimborsi, per la gestione del fondo cassa e per le spese comuni.
In buona sostanza, a parte gli aspetti formali, andrei avanti esattamente nello stesso modo in cui il Gruppo si sta muovendo, organizzando e moltiplicando.
Infatti credo che possiamo affermare con orgoglio che quello che è stato fatto sinora è un risultato grandioso, con Amici che hanno sposato il progetto e che con entusiasmo vi partecipano attivamente da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna…
Chissà che un giorno non si possa avere un modulo per ogni regione d’Italia… ma forse sto guardando troppo avanti…

Docdelburg ha scritto:
...prima di una manifestazione occorre che sia chiaro a grandi linee il layout del modulare per poter richiedere e disporre di spazi e rimborsi adeguati; questo in riferimento a tutto il materiale sparso per la penisola e che può/deve convergere ad una manifestazione. Ecco perchè la mia idea di una sorta di associazione (o gruppo) decisionale ristretto che lavori a stretto contatto di gomito.



- Flavio
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Re: GAS TT… parliamo del nostro futuro “associativo”
Come ho avuto modo di dire domenica ad Andrea, noi siamo principalmente alla ricerca della formula più idonea per gestire le entrate delle quote associative ed i proventi alle diverse mostre/eventi dove saremo presenti.
Per quanto mi riguarda io non ho esperienze in merito alla gestione dei beni di proprietà delle varie associazioni, nel nostro caso i moduli. Da qui potrei correre il rischio di non interpretare nel dovuto modo il senso di proprietà da parte dell'associazione dei moduli ma vorrei riportare l'attenzione a cosa ci ha spinto e continuerà a spingerci in questa avventura: la voglia di condividere la nostra passione in GRUPPO. Ed è solo grazie al gruppo che io posso utilizzare il modulo da me costruito altrimenti lui resterebbe solo un volume che occupa parte della mia cantina.
Relativamente ai moduli strategici indispensabili alle manifestazioni, visto la crescita che il nostro gruppo sta avendo grazie ai nuovi progetti di moduli in fase di realizzazione, credo che entrò un breve periodo di tempo avremo a disposizione alternative ad ogni situazione si dovesse creare, senza dover soffrire la mancanza di questo o quel modulo. Sono un ottimista di natura ed immagino che la cartina bicolore dell'Italia mostrata da Andrea diventi sempre più verde con una ampia disponibilità di moduli capace di soddisfare le future esigenze.
Detto questo, mi preme precisare che il mio modulo/cappio una volta terminato è mia intenzione lasciarlo di proprietà dell'associazione.
Mi scuso se forse mi sono espresso in maniera un po' contorta ma vista l'ora penso di avere qualche attenuante.