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Sito e forum dedicati al fermodellismo, il nostro hobby viene praticato in molte maniere diverse, tutte ugualmente valide: hai un plastico? oppure sei un collezionista? oppure un semplice appassionato? Non esitare a scrivere nel forum, tutti gli interventi sono benvenuti... Postate foto e video del vostro plastico e chiedete aiuto per ogni problema o curiosità inerente al nostro hobby.
Su, su, cosa sarà mai: appena sette metri e mezzo per diciannove, e servono appena diciotto persone per farlo funzionare (e' riportato nell'articolo)...
Accidenti!!!!
Per le esperienze vissute: sai che problema trovare 18 modellisti che vanno d'accordo su cosa fare allo stesso tempo. Anche tu Giampaolo ne dovresti sapere qualcosa.
Un cordiale saluti a tutti
Gian Luca "Littlejohn"
Gian Luca "Littlejohn" - Il plastico della Val di LEO -1^parte - Modulo (doppio) TT "Stazione Campeda"- Modulo "Nuraghe OES" TT
Comunque, comprensibilissime soprese a parte, il plastico in questione presenta spunti da tenere a mente:
1) lo stile è quasi banale, dimensioni a parte: un punto a punto puro (non ci sono nemmeno i cappi di ritorno) per riprodurre una situazione reale non solo dal punto di vista scenografico, ma soprattutto dal punto di vista operativo.
2) lo scopo del plastico è infatti fare i "ferrovieri in miniatura" non solo i "modellisti ferroviari" (negli USA la distinzione è fondamentale e riprodotta nei titoli delle due maggiori riviste del settore: "Model Railroader", appunto, e "Railroad Model Craftman"), ed in tal senso trovare 18 "ferrovieri" è sicuramente più facile che trovare 18 "modellisti".
3) il plastico non è condiviso, ma appartiene totalmente a Koester, appunto, e sicuramente tra i 18 membri dell'equpaggio ci sono altri "ferrovieri in miniatura", a loro volta possessori di plastici costruiti per "operare" e non solo per "riprodurre", che organizzano serate operative a turno sui vari plastici (so per certo che laggiù ci sono persone che prendono persino l'aereo per andare a partecipare ad una sessione operativa).
4) in questo i treni americani aiutano molto più di quelli europei, vista la standardizzazione di ganci, carrelli e ruote, ovvero la loro intercambiabilità tra le varie marche modellistiche, qualcosa che qui da noi è molto in là da venire, purtroppo... C'è anche da dire che la numerazione reale dei rotabili americani permette una loro più facile individuazione: in questo la numerazione UIC, microscopica già in HO, non ci ha certo aiutato, mentre oltreoceano sono possibili sessioni operative persino con modelli in scala N!
Sto adesso cercando i disegni del plastico di Ken McCorry, partito con la riproduzione di un tratto (intricatissimo) di linea della Pennsylvanya RR (1960), poi aggiornato alla situazione Penn Central (1970) ed attualmente Conrail (1980), con idee di un "backdating" al 1950 (vapore quasi puro): è considerato il plastico individuale più grande al mondo, in lizza con il NortlandZ...