Il piacere della bicicletta
- marione
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Il piacere della bicicletta
Qual è dunque il piacere della bicicletta? Si domenderebbe oggi un gran curioso. Il piacere della bicicletta, secondo me, è quello stesso della libertà, forse meglio: di liberazione. Andarsene ovunque, ad ogni momento, arrestarsi alla prima velleità di un capriccio, senza preoccupazioni, come in automobile o in treno. La bicicletta siamo ancora noi , che viviamo lo spazio ed il tempo, stiamo in bilico, siamo soli senza nemmeno il contatto con la terra, che le nostre ruote sfiorano appena, quasi in balia del vento, contro il quale lottiamo.
Non è il viaggio o la sua economia nel compierlo che ci soddisfa, ma la facoltà appunto di interromperlo che ci soddisfa e di mutarlo, quella poesia istintiva di una improvvisazione spensierata di sentirci liberi.
Domani l'automobile, il treno, l'aereo, ci permetteranno viaggi più rapidi e più lunghi, ma non saremo più nè così liberi nè così soli; essi non potranni identificarsi con noi come la bicicletta, non saranno le nostre gambe che muovono gli stantuffi.
Seduti come in treno, non ci tornerà più l'illusione di essere giovani, correndo con l'impeto stesso della giovinezza; non avremo trionfato sul vento, non ci saremo ritemprati nella fatica al sole, ma la nuova macchina c'imporrà le preoccupazioni dei propri guasti non riparabili al momento, c'impedirà di sognare, perchè non potremo più guidarla istintivamente, e ci darà il senso doloroso del limite, appunto perchè separata da noi, sospinta da una forza che non può fondersi con la nostra.
Correre sulla bicicletta, ecco oggi il piacere.
Si torna giovani, si diventa poeti: i ragazzi vi ammirano, le donne vi guardano. La mattina il fresco dell'alba pare più fresco in sella, e noi passiamo fra un risveglio della natura; la campagna, gli alberi, le siepi, gli uccelli, i fiori, tutto si scuote. Nel sole che ci batte negli occhi, le nostre idee si rischiarano.
Dove siamo? In qualche luogo intimo o ignoto: figure di bambini che vanno a scuola, donne affacendate ci girano intorno, possiamo mescolarci per qualche momento nella loro vita. Noi siamo per loro il viaggiatore libero. Mentre la loro vita è legata a quel luogo che amano forse, ma dal quale nondimeno vorrebbero partire.
Ma con l'ombra del vespero ridiscende un'altra poesia. La giornata volge al termine e con la giornata il lavoro; siamo lontani dal luogo donde siamo partiti la mattina, abbiamo attraversato altri paesi, altra gente, assorbendo qualcosa dalla loro vita. Tra poco le campane avranno ringraziato Dio anche di questa giornata. Chi ha lavorato si riposa, coloro che non lavorano si tormentano ancora nella ricerca di qualche piacere.
Quando si scrivono cose del passato il minimo che ci si chiede è di ricordare e magari di non dire bugie. Eppure non è così facile come sembrerebbe, se non altro perchè il passato non sta mai fermo un attimo.
Visto con gli occhi del presente tende continuamente a modificarsi fino a diventare come 'il presente del passato', e allora ti accorgi che una riflessione che in tanti anni ha ingrossato il tuo archivio di memorie, di appunti, tende a frantumarsi e degenerare in qualche dimenticanza come quella che stavo per fare a conclusione di questo inciso sulla bicicletta per chiedermi e chiedervi, andando a ritroso nel tempo, come e quando imparammo a pedalare.
Quando passammo dal triciclo a tre/quattro ruote che dava sicurezza, ma ci negava l'abilità, quando ci tolsero le due laterali e già incomnciarono i primi ruzzoloni ma da bassa altezza.
Quando venne la bicicletta grande, ma troppo grande per salirci in sella, così che invece di essere trasportati, dovevamo lei trasportare.
Quando avvenne il debutto con una mano amica che ci teneva la sella senza lasciarci ed era la mano del babbo o del nonno che ci dava una certezza infinita, ma che sapevamo ci avrebbe, per il nostro bene, inevitabilmente abbandonato. Era bello affidarsi alla sicurezza dei grandi che conoscevano la strada, sapendo che poi avremmo percorso da soli.
Marione
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Re: Il piacere della bicicletta


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Re: Il piacere della bicicletta
A Roma è il furto più frequente, prima delle moto e delle macchine.
Sarà la crisi, ma qui si vede sempre più gente che va al lavoro con la bici.
Comunque se fossero tutte discese la userei anche io. Piú che progresso, pigrizia.
Ciao
Adolfo
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Re: Il piacere della bicicletta


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Re: Il piacere della bicicletta
Grande nello spirito

Per te e per tutti gli appassionati di bicicletta un video sulla bici.
Da 3 giorni è iniziato il Tour De France..
- Fabrizio
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Re: Il piacere della bicicletta


- marione
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Re: Il piacere della bicicletta
Edgardo_Rosatti ha scritto:
Marione, un poeta!
Grande nello spirito![]()
Per te e per tutti gli appassionati di bicicletta un video sulla bici.
Da 3 giorni è iniziato il Tour De France..
Che bel video Edgardo !
Grazie mille
Marione
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Re: Il piacere della bicicletta
adobel55 ha scritto:
A Roma è il furto più frequente, prima delle moto e delle macchine.
Adolfo... ma allora non hai visto l'ultima pubblicità di una nota compagnia di assicurazioni...




Complimenti Marione, concordo con Edgardo: sei un vero poeta!
- centu
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Re: Il piacere della bicicletta
una grossa spinta l'ha data sicuramente l'apertura della pista ciclabile in Valle Olona, che per quasi tutto il tragitto costeggia il percorso della vecchia linea delle Nord.
anche io, dopo qualche anno di fermo, ho ripreso alcuni anni fa la vecchia MountanBike, classe 1992, che giusto quest'anno ad aprile ho sostituito con una nuova bici più moderna.
ho anche una bici da strada, anche lei dei primi anni 90', con gomme da corsa che utilizzo sempre in Valle, ma sulle strade per quando voglio mettermi a fare qualche salitina ed anche per andare al lavoro.
quest'anno a dire il vero, complice il tempo sempre troppo incerto, al lavoro in bici non ci sono ancora andato!!