Per far spazio sulla scrivania delle elaborazioni, satura di modelli incompiuti, ho deciso in questi giorni di terminare anche i carri cisterna in questione, che ivi giacevano smontati da oltre due decenni.
Si. Da oltre vent’anni.
Non voglio tediarvi con una “Divina Commedia” della loro storia e perché rimasero per vent’anni incompiuti, un breve riassunto però si può fare:
Come mia consuetudine il tutto sarà diviso in più puntate, per meglio gestire la pubblicazione delle foto.
Buona lettura e buon modellismo
Prologo.
Nel Natale del 1970 li trovai sotto l’albero, erano 4, assieme alla locomotiva “Alco 1930” Lima, locomotiva che da un decennio è stata trasformata nel convoglio spartineve e da circa 4 anni digitalizzata:
Da allora, i miei amati carri, furono sempre presenti su ogni plastico che costruii, iniziando da quello costruito da mio padre nel 1971. Lui aveva i suoi convogli ed io, che avevo solo 4-5 anni, avevo il mio bel convoglio cisterne. Divennero perciò i miei carri merci preferiti. Brutti (dopo tanti anni di giochi di bimbo), ma pieni di meravigliosi quanto felici ricordi.
Ma, tornando ad oggi….. Di quali carri vi sto parlando?
Dei carri, sul catalogo Lima del 1966, cisterna a 2 assi – AGIP, articolo 2703
A partire dal catalogo del 1970 non sono più presenti, si trova l’articolo 2701 (carro cisterna Esso), art. 2702 (carro cisterna Shell) e art 2704 (carro cisterna BP). Quindi il 2703 è una vera rarità, da collezionisti!
Tant’è vero che il loro valore si aggira sugli € 1,00…. L’uno!
Per tutti i quattro carri…. Ben € 4,00.… Ovviamente!
Considerato che costavano 450 Lire quasi cinquant’anni fa… il loro valore è più che quadruplicato!!!!
Purtroppo mai pensai di scattare foto dei carri allo stato d’origine, nemmeno pensai di fare un tutorial della modifica.
Ciò accade oggi per i motivi che ci uniscono in questo forum, ma molte foto, come ripeto, non ho mai nemmeno pensato di scattarle.
Oltre venti anni fa (inizio anni ‘90), prima ancora di iscrivermi ad un qualsiasi forum fermodellistico (all’epoca ancora non esisteva internet a livello popolare), iniziai a sventrare e modificare i carri per renderli quantomeno credibili. L’idea iniziale fu quella di installarvi i ganci corti Roco (art. 40343) ma poi, strada facendo, mi resi conto che erano molti di più i lavori da farsi. Il carro non si presentava bene, sempre modellisticamente parlando.
Come si può immaginare, erano solo semplici giocattoli di fine anni ’60, del valore di 450 Lire l’uno….
L’intento era quello di riprodurre carri cisterna di epoca III, derivati da ex carri con garitta frenatore (smontata) e freno a vite, modificato (riferito al vero) con l’avvento del freno pneumatico.
Necessitava quindi di una pedana, da un lato, con mancorrente e scalette laterali per l’accesso alla garitta, poi eliminata, ma con ancora presente la manovella del freno a mano per lo stazionamento agli scali merci.
Anche le scalette di accesso al praticabile superiore (accesso alla botola della cisterna) non erano assolutamente modellistiche, dovevano anch’esse essere ricostruite.
Cercai foto su riviste degli anni ’90, ma ancora il Mondo era ben lungi dal far trovare documentazione modellistica (non si trova ancora tutt’oggi benché esista una fonte inesauribile di tutto: Internet), anche se “Mondo Ferroviario”, “Tutto Treno”, “iTreni Oggi” e tanti altri editoriali a carattere ferroviario già diffondevano qualcosa. Rimasero quindi “smontati e sezionati”, all’interno di una scatola da scarpe (espadrillas… molto di moda a quei tempi….), per qualche anno.
Verso la fine degli anni ’90 (97-98 circa) decisi di ripartire, avendo trovato da un amico alcune foto che potevano adattarsi al modello.
Nulla di eccezionale.
Solo qualche spunto.
Ma era uno spunto fuorviante.
Un inconsapevole quanto drammatico errore stava per impossessarsi dei miei carri.
Avendo trovato un disegno simile a questo… (non trovo l’originale, penso d’averlo buttato dal nervoso)
E fuorviato da foto tipo quelle seguenti….
… Iniziai con prepararne uno, allungando il modello per creare lo spazio del praticabile d’accesso alla garitta. Lo tagliai a metà e vi inserii dei fili di acciaio a mo di chassis per rendere rigido il telaio.
Vi applicai anche un profilo 3x3 mm evergreen per lato dello chassis.
Usando tale rinforzo ricostruii la parte di longherone mancante e con plasticard da 1 mm ricostruendo anche il pianale.
Ovviamente chiusi i due fori di innesto cisterna dal lato “praticabile freno”, in quanto non più utilizzabili e ne riaprii altri a distanza corretta. Incollai anche un pezzo di tulle da confetti per emulare la zigrinatura del piano del praticabile.
Il risultato mi piacque, ed iniziai a prepararne altri 2, identici, stesso procedimento…..
Solo durante i lavori, provando una cisterna nel suo alloggiamento ed “ammirando” il risultato, mi accorsi dell’errore.
La cisterna asimmetrica fra le sale è (era) tipica dei carri di epoca II, con serbatoio chiodato.
La cisterna che stavo ricostruendo era di tipo elettrosaldata, rivestita con isolante termico. Il supporto del peso, con l’installazione di tale tipo di cisterna, era equilibrato al centro del carro, esattamente al centro delle sale di supporto.
Essendo più capiente era ovviamente anche molto più pesante, non poteva avere il peso sbilanciato sul carico assiale.
L’eventuale garitta o pedana freno era spostata dal centro simmetrico. Doveva essere più lungo da un lato: quello del praticabile garitta…. Quindi, i miei amati carri, non dovevano essere tagliati a metà!
Dovevano essere tagliati all’altezza di un pancone, ed allungati solo in quel punto.
Lasciando il peso (al vero) del carro esattamente fra le sospensioni a balestra.
Ovvero, ogni centro di supporto del serbatoio doveva cadere esattamente sopra al centro di una sala…. In questo modo il peso assiale sarebbe stato bilanciato. Rovinai irrimediabilmente in questo modo tre dei miei quattro carri merci preferiti!!!!!
Fu così che tristemente ritornarono nella loro scatola da scarpe per vent’anni .
Ogni volta che mi capitava la scatola in mano venivo colto da un misto di rabbia e tristezza..…. I miei carri!!!!






Fine prima parte.
Continua.....