Bettiart, Questa sconosciuta
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Bettiart, Questa sconosciuta
Dunque, il Presidente del mio gruppo ha portato in sede delle vecchie riviste di "Trenitalia" dei lontani anni ottanta e gli ho chiesto di prestarmeli per leggerli, sfogliando ho notato una ditta produttrice che non avevo mai sentito parlare la "Bettiart". Qualcuno la conosce? A leggere sulla rivista sembra che producesse modelli molto realistici all'altezza di quelli prodotti oggi, mi piacerebbe saperne di più. Grazie a tutti
Ciao Loris
- Fabrizio
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
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Si tratta di un marchio che ho già sentito nominare, tra luci e ombre.
- Docdelburg
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
Molti modelli hanno subito una sorta di sbriciolamento se non una vera e propria disintegrazione per minimi urti in quanto costruiti con una resina che ha reso comunque assai problematica la conservazione della meccanica e del suo funzionamento.
Qualche ulteriore informazione la potete trovare qui:
http://www.forum-duegieditrice.com/view ... =21&t=5300
- marioscd
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
ciao
- salvo56
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
Prodotti di buona fattura , abbastanza realistici e in scala quasi 1/87 .
in poco meno di 15 anni sfornò diversi modelli FS , un ambizioso catalogo e una rivista di nome Trenitalia , di cui il nome alla fine non si sà come fu "preso " dalle FS.
Modelli di spicco furono l'ATR 100 , la Ale 601, il Settebello , Etr 200 e tante automotrici ed elettromotrici.
I prodotti erano abbastanza reperibili nei negozi romani e in qualche negozio importante della penisola.
Diversi modelli partivano da una motorizzazione Lima in seguto sostituita da un motore Lenco come nel caso del E 633 .
il colpo d'occhio era buono anzi ottimo , il funzionamento anche , ma la vera nota dolente era il materiale di cui erano costruiti : il metalplast .
Il metalplast non era altro che una normale resina epossidica rinforzata con aggiunte di ferro ma data la scarsa affidabilità dei materiali del tempo dopo breve cominciava la deformazione e il modello si autodistruggeva.
Pochi esemplari hanno resistito all'oblio , io sono stato fortunato con un ATR 100 che dopo circa 30 anni era ancora in perfetto stato ma nelle mie improvvise follie decisi di metterlo in vendita su Ebay.
Il modello andò immediatamente in competizione e alla fine fù aggiudicato da un compratore giapponese di Tokio alla favolosa cifra di circa 700 euro.
Spedito con tutte le cautele arrivò a destinazione seriamente danneggiato per un fermo deposito in India , grande disperazione mia e del compratore , forse uno dei pochi modelli che chissà per quale motivo erano rimasti integri andò distrutto .
La morte di Sergio Betti pose fine definitivamente alla Bettiart , piccola casa che con i mezzi di oggi sarebbe diventata grande.
- MrMassy86
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
Ciao Loris
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
A distanza di tanti anni non si è deformata e tantomeno decomposta.
L'unica modifica è stata la sostituzione del motore. Funziona benissimo.
Carlo
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- trissa
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
Ho collaborato insieme ad un amico , con la Bettiart, per la realizzazione di un plastico per il Museo Nazionale delle Ferrovie di Pietrarsa.
In questo momento non ho molto materiale sottomano, ma se mi date un po' di tempo, in seguito, vi racconto la bella avventura del "plastico dimostrativo" richiesto dalle FS, delle varesine a terza rotaia, che univano Varese a porto Ceresio, realizzato da Sergio Betti, Antonio Trissati (trissa) e Giuseppe Pacifici, verso la fine degli anni 80.
Il tempo di ritrovare foto e materiale e vi racconto una bella storia.
Mi piacerebbe anche , se può interessare, fornire le foto di alcuni modelli prodotti a suo tempo dalla Bettiart che il mio amico Giuseppe dovrebbe avere , potremmo fare un piccolo servizio fotografico da mettere a disposizione del forum.
Per ora vi posto qualche foto del plastico di Pietrarsa, del quale ho rivisto una foto qualche tempo fa, che lo mostra quasi completamente distrutto.
E' stato depredato di tutto ciò che c'era di asportabile: treni, personaggi, semafori, alberi, anche qualche fabbricato, ridotto praticamente alla riproduzione di un deserto scolorito, tanto che credo sia stato tolto dal salone in cui era esposto.
Le foto che ho sottomano ora sono queste sotto.
Questa foto, mostra il plastico mentre lo stavamo realizzando, nel laboratorio di Sergio. Quella in primo piano rappresenta la stazione di Varese. I semafori ad ala sono semafori marklin con l'ala modificata.
A fianco del binario, si nota la terza rotaia coperta semplicemente con un tavolato continuo posto a pochi cm sopra. Come noterete in corrispondenza degli scambi la terza rotaia non c'è, il treno nella realtà, doveva superare per inerzia quei tratti che sarebbe risultato difficile elettrificare.
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Il treno che vedete, fu progettato e realizzato in due sole copie, da Sergio proprio per questo plastico.
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Questa è la foto della motrice vera che è in mostra al Museo, come vedete c'è la riproduzione (dentro il cerchio rosso) del pattino strisciante prendicorrente realizzato dagli operai dell'officina di Pietrarsa in legno di faggio, copia perfetta del pattino reale.
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Ed infine questo è l'aspetto del plastico come si presentava qualche tempo fa, una foto per caso trovata su internet, postata da un modellista che si chiedeva che cosa rappresentasse "quel coso" .
Ora mi sembra di aver capito che il plastico è stato tolto dal salone del Museo (forse per vergogna).
E pensare che all'epoca fu presentato in pompa magna all'allora ministro dei trasporti Spadolini.
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- MrMassy86
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
E' davvero un peccato per il plastico, se lo si confronta con le immagini di allora con quelle più recenti.... non ci sono parole, è una vergogna per come è stato ridotto [:(!]
Massimiliano
- marioscd
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
ciao
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
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Re: Bettiart, Questa sconosciuta
La produzione (da quanto si apprende dal catalogo) era abbastanza vasta e comprendeva anche modelli mai messi in commercio dalle altre ditte .
Ho notato con piacere che sul catalogo figurano anche modelli delle ECD Stanga-TIBB 1932 della SRFN (Società Romana per le Ferrovie del Nord), che hanno prestato servizio sulla linea Roma-Civita Castellana-Viterbo fino al 2010, frequento molto le borse scambio e non ne ho mai trovato un esemplare , dubito quindi che siano state effettivamente prodotte.
saluti
Matteo