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Ricordi dei bei tempi..

Quando non sai dove mettere una discussione ovvero non è fermodellismo.

Moderatori: liftman, Fabrizio

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Andrew245
Messaggi: 4186
Iscritto il: lunedì 23 gennaio 2012, 21:12
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Ricordi dei bei tempi..

#1 Messaggio da Andrew245 »

Ripensavo al passato ora , ai treni, quanti ricordi...quando ero bambino, salire su un treno era un evento straordinario, attendevo con impazienza e sognavo per una settimana quel momento fatidico quando i miei genitori lo decidevano, solo per un breve viaggio per trovare gli zii a 100 Km di distanza, 1 ora e trenta di percorso... ma era una cosa fantastica, creavo in me fantasie di chissà quali avventure..arrivavo alla stazione di Venezia, pronto per il grande evento, il mistero, quasi sempre verso le 7.00 di mattina, attraversando il silenzio della mia città in vaporetto, con la paura di perdere quel treno, incitando mia madre di affrettarsi per raggiungerlo ; era un luogo magico e non vedevo l'ora di salire su una centoporte o corbelllini, con le classiche tende in simil broccato marron che mi infastidivano e le strane plafoniere di illuminazione sul soffitto ; odori strani di ferrovia, spesso con certi profumi misti di ferro e di deodoranti assurdi che si usavano per disinfettare le aree, con la sua confusione ma non ho ricordi che cosa ci fosse in testa al convoglio, chissà..ma non mi sembra di essere mai stato in compagnia ad una vaporiera, mai c'era il tempo di andare a vedere il locomotore in testa, probabilmente per la tratta Venezia-Udine quasi sempre c'era una E 626 o forse un 428, ma è impossibile ricordarlo...mi spiaccicavo frettolosamente subito al finestrino, era un grande sconforto se dovevo sedermi distante da esso ; osservavo tutto con curiosità infinita, i strani mostri, i locomotori che sfioravano la mia carrozza in senso contrario, carri merci dalle sagome strane che aggiugevano ulteriore curiosità e e se la giornata si presentava nebbiosa, grigia , si aggiungeva una cornice in più all'insieme del mistero, mentre osservavo la campagna ma ascoltando il classico ritmo delle ruote, che ormai è scomparso, sui binari che all'epoca non erano saldati ; arrivavo alla stazione di Sacile, dove mi attendeva sempre la 772 per cambiare sulla tratta a binario unico Sacile-Gemona del Friuli , e scendere alla stazione di Budoia ; ho ancora vivissimo il ricordo della 772 con il suo diesel brontolone, lo sbattere delle pesanti portiere prima della partenza, chiusa con la catena avvolta nel velluto marron per sicurezza e forse è proprio da qui che è iniziata la mia passione per i treni, con questa automotrice, quasi mai in doppia trazione, semmai con il rimorchietto in castano isabella ; scendevo a Budoia, paesetto di campagna, di contadini, di un'atmosfera scomparsa che aggiungeva un'ulteriore mistero in più; qui nella modesta stazione all'epoca la manovra degli scambi avveniva nel casottino esterno delle leve del fabbricato della stazione, un classico, osservando anche il capostazione che le manovrava con rumore, ma era la campanella Leopolda che segnava particolarmente questa atmosfera, gli arrivi e le partenze, aggiungeva tristezza però quando era il momento di fare ritorno , la 772 sbucava con il suo frontale aggressivo improvvisamente dal lato opposto in curva quando scendeva da Gemona, il suo rumore interrompeva quel silenzio assoluto, quella pace di campagna, talvolta interrotto anche o solo dalla campana della chiesa del centro paese che suonava di sera o semmai la 772 metteva a tacere gli uccelli che vi svolazzavano attorno, la avvertivi subito quando si trovava a pochi chilometri di distanza, oppure se per caso ti trovavi nei terreni in aperta campagna ; poche erano le corse giornaliere , bisognava ricordarsi degli orari, mia zia ne era sempre informata ; in questo luogo avvertivi subito quando arrivavi, i mille profumi intensi della terra, di mais, di fiori, di erbe aromatiche, di erba appena tagliata faticosamente sempre e solamente a falce, trasportata in seguito come fieno sui carri tirati da muli o che potevano servire anche per il trasporto del letame per i campi, quelle falci che segnavano le mani, dure, incallite dei contadini nelle loro semplici camicie quadrettate ; nella biglietteria era ancora in uso il sistema dei biglietti a talloncino rettangolari tutti inseriti nelle apposite caselle, peccato non ne abbia io conservato almeno uno, oppure anche con il sistema del bel colpo secco di timbro del ferroviere che faceva eco nella biglietteria e ti porgeva il biglietto in carta leggera scritto a biro e che staccava dal blocchetto ; gli ingressi spogli, silenziosi, solo alcuni orari ferroviari appesi ai muri, con un tavolo di legno pesante al centro, che trovavi in qualsiasi stazione secondaria e le classiche panchine nella sala di attesa, talvolta occupate da vecchie valigie, le classiche da operaio o paesano, con le due chiusure a scatto e da chiavetta, così come la classica lampada con plafoniera rotonda che pendeva dal soffitto la sua luce fioca, giallognola da 60 watt, di sera destava un po di malinconia..Era una stazioncina a doppio binario pulita , curata, con addirittura una voliera per gli uccellini e la fontanella di fianco, sempre infiorata, molta cura le si dedicava, quasi maniacale, del resto una caratteristica ben nota dei friulani, gente di poche parole, ma sempre determinati nella loro saggezza e tradizione ; ne uscivi nel piazzale sul ruvido terreno non ancora asfaltato, ora lo è , ma inesorabilmente deserto e con la stazione chiusa da serrande ; trovavi poche macchine o al massimo un vecchio autobus azzurro, " la corriera " come si diceva a quei tempi, o qualche " Vespa " o l'Ape carico di attrezzi agricoli, mentre attendeva puntuale per raggiungere il paese , un grosso signore simpatico che faceva servizio spola momentaneo di taxista con la sua, se non ricordo male, Fiat 1300 bicolore, Piero, il meccanico, la sua vera professione, che poi era anche l'unico del paese di questo mestiere; salivi nella sua macchina e scambiavi i convenevoli, qualche chiacchera e qualche notizia del posto, altrimenti si andava a piedi .Oltre a tutto ciò si aggiungevano i sapori della terra, potevi mangiare pomodori profumatissimi, appena staccati dalla pianta , lo facevo sempre da mia zia anche dopo colazione, potevi staccare anche incredibili fichi, grossi , dolcissimi, noci e nocciole che rompevi con un sasso, dalla scorza scura che il cortile ne era sempre pieno, o berti un ovetto che foracchiavi con uno spillo, appena fatto dalla gallina, o latte denso appena munto ; mio zio ti offriva un pezzo di formaggio tagliato a roncola ( o meglio la " britola " ) che tirava fuori di tasca ed erano formaggi di una bontà unica, mentre lo osservavi seduto nell'erba ad affilare la lama della falce, un lavoro quotidiano di manutenzione che bisognava fare con estrema attenzione e cura...sapori che ormai non sappiamo più che cosa significhino, tutto è insipido, sterile, non si facevano tante storie se ti mangiavi una mela un po ammaccata o sforacchiata dal merlo, avevano un sapore reale, intenso, oggi le scartiamo subito se non sono perfette, se appena ci trovi una minima traccia di ammaccatura, sembrano di plastica Montedison, così come la verdura, non sanno di nulla , insipide al massimo, se lanci una mela sul muro, rischi di rompere l'intonaco o un cristallo tanto sono immature ! :( Nulla si buttava , gettare il cibo era un vero sacrilegio, ora si parla di " Biologico " :x :x detesto questo termine, io so che cos'è il vero biologico, si concimava essenzialmente secondo il ciclo naturale, a letame e basta, altro che le porcherie attuali !!
Sono tutti ricordi di un insieme di cose ormai scomparse, il passato non può essere rivissuto, il tempo dà ma anche toglie, sono cambiati i ritmi, una accellerazione dei tempi sempre più frenetica, la modernità e la competitività farcita di sofismi e tecnologie hanno un prezzo, l'uomo rimane sempre lo stesso, si era illuso di migliorare e di vivere finalmente in un paradiso terrestre ,la realtà è che rimane sconfitto e non ha semplificato ne risolto, semmai ha avvilito, purtroppo, ancora di più la sua vita .
Grazie dell 'attenzione !
[104]

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marione
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#2 Messaggio da marione »

Che bel ricordo!!
Grazie!

Marione
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MrPatato76
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#3 Messaggio da MrPatato76 »

I miei ricordi “ferroviari”, si limitano ai pochi episodi.
Soprattutto sono collegati alle partenze e agli arrivi di Nonna alla stazione Centrale per le feste.
Ma quelli più forti sono collegati a quando erano ancora in funzione gli stabilimenti della Falck a Sesto e dei treni che trasportavano rottami da uno stabilimento all’altro.
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Andrew245
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#4 Messaggio da Andrew245 »

Grazie Marione ! Volevo aggiungere che ora salire sul treno, non ha più quel fascino antico, non è una questione di età, per cui cambiamo le cose di vedere da adulti il mondo, è la modernizzazione della ferrovia che ovviamente e necessariamente è cambiata con un fascino piuttosto insipido, saliamo sul treno senza farci caso, automaticamente, poco meravigliati o per nulla affatto dell'evento, per cui se potete, oltre che discutere di modellismo, scrivete le vostre memorie , sono testimonianze preziose, non devono essere dimenticate, ma tramandate anch'esse, non solo questo hobby, poche righe possono fare molto ed è anche un piacere mentre si scrive , riviverle , sono sempre frammenti storici intensi, sarebbe bello se i giovani di oggi lo comprendessero, proviamoci, sebbene so che è praticamente un' illusione, ma almeno qualcosa in più si può condividere ed insegnare .
[253]

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IpGio
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#5 Messaggio da IpGio »

Andrea, non hai idea di quanto da Te scritto, si incroci con tanti miei ricordi personali.
Io ricordo ancora la discesa da un vagone e il primo sguardo incrociato con quella che poi sarebbe divenuta mia moglie.
Ricordo ancora la partenza da MI C.le verso la Liguria a poche ore prima dalla scomparsa di mio padre.
Rimembro ancora un PL oggi scomparso di Marghera, dove venivo portato "a vedere i treni" da figure a me ancora oggi tanto care, alle quali devo la mia passione per il magico mondo dei treni... che il cielo benedica quelle anime.
Grazie ancora, per queste tue parole.
[36] IpGio
Giorgio Nihil difficile volenti
N/TT/H0-Ep.III-IT GASTT/FIMF
IpGio I plastici di Gio https://www.gtg3b.it

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Andrew245
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#6 Messaggio da Andrew245 »

Grazie a te Giorgio, assieme agli altri . [253] [253]

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adobel55
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#7 Messaggio da adobel55 »

Eh si di ricordi della Ferrovia di un tempo ci sono.
Ricordo da bambino quando andavo a vedere passare i treni e mi sono rimaste impresse due locomotori le 626 e le 428 prima e seconda serie, e una locomotiva, la 625 a traino di merci.
durante il periodo del militare ricordo un aneddoto, partivo da Roma Termini dal binario 1 con un diretto Roma Ancona che fermava ad Orte dove scendevo per cambiare con un locale per Chiusi e scendevo ad Alviano (TR).
Appena partito il treno con il via del Capostazione con tanto di paletta, il treno con lento movimento inizia la sua corsa quando dal ballatoio del vagone di coda dove ero posizionato perchè il treno era pienissimo, vedo un viaggiatore con un valigione che inizia a correre sulla banchina dietro al treno, riesce a salire sul bretellino e ad aprire la porta, lo aiutiamo ad entrare. Dopo aver ripreso fiato ci guarda e chiede: è il treno per Milano? Indescrivibile la faccia che ha fatto quando gli abbiamo detto che il treno che aveva rincorso e preso con rischio di farsi male andava ad Ancona.
Il treno per Milano partiva dal binario 2, per sua fortuna il treno per Milano ci avrebbe seguito e si fermava ad Orte e dopo un momento di panico abbiamo spiegato che poteva scendere ad Orte e cambiare treno.
Così è finita bene, altrimenti credo che avrebbe tirato il freno di emergenza.
All'epoca si potevano prendere i treni in cora.
Ciao.

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Egidio
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#8 Messaggio da Egidio »

Che bei ricordi.......... Saluti. Egidio. [51]
Egidio Lofrano

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Andrea
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#9 Messaggio da Andrea »

Bei ricordi Andrea... sono tornato anch'io bambino...
Andrea - “I fermodellisti sono tanti e legati da un'amicizia sincera, che esplode in una cordialità ormai rara nel mondo rumoroso ed incerto di oggi”. La valle incantata

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Andrew245
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Re: Ricordi dei bei tempi..

#10 Messaggio da Andrew245 »

Andrea ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 13:45 Bei ricordi Andrea... sono tornato anch'io bambino...
:D Grazie ! Altre due cose che vorrei aggiungere ; negli anni 60 , la stazione di Treviso era un bell'impero di vaporiere, con il suo deposito, mi capitava di vederle di sfuggita appena dopo la curva ed arrivavo alla stazione, era un momento breve, di pochi istanti che mi abbagliava, rimanevo a bocca aperta, silenzioso.. mostri neri misteriosi, assurdi.. :shock: :shock: macchine probabilmente ormai a fine carriera, mai ne vidi una sbuffare ma ancor di più , ciò che mi facevano impressione erano le LDn 32 accantonate e sbiadite , o forse anche ALn 40..chissà.. con quel frontale severo, strano assieme alle 772 e qualche sogliola , tutte cose che mi impressionavano tantissimo, ma ancora di più erano le 626 che attendevo di sera a Sacile durante il ritorno, osservavo due lucine distanti brillare nell'oscurità, comparire ed ingrandirsi sempre di più, mentre la Leopolda trillava , " Eccolo , arriva " emozionatissimo..pochi metri ancora ed un gran chiasso tra lo stridere dei freni ne faceva vedere quel grosso frontale di mostro squadrato vecchio e pesante, e la sua livrea austera in isabella contibuiva a renderlo ancor più cattivo, momenti che già conoscevo e potete così immaginare cosa possa essere stato per un bambinello di 8 -10 anni alto un metro si e no, tale sorpresa, metteva quasi paura, sentivo il cuore battermi forte, il suo vento che improvvisamente mi investiva, le luci giallognole e malinconiche delle carrozze con i vetri pesanti che si abbassavano tirandoli a forza giù.. mentre mia madre mi teneva per mano , mi emoziono ancor oggi ripensandoci....So solo una cosa, la vita è un film, il tempo vola, violento e veloce ed è un treno che passa una sola volta, biglietto di sola andata, ti lascia solo valigie cariche di ricordi, di foto in bianco e nero, di suoni, di istanti e sono valigie che apri ad un certo punto della tua vita , " Over Anta " ed è come se tu dopo un lungo cammino , salendo su di una grande montagna, ti guardassi indietro dove sei arrivato, comprendi meglio l'insieme del paesaggio, del percorso fatto, degli errori del tuo cammino, tante valigie da portarsi appresso, la sola che non devi mai aprire è quella dei rimorsi, se la apri, ti trascina giù violentemente, ma ormai il punto di partenza è lontanissimo, offuscato, non hai memoria di quando è iniziato, hai solo pochi frammenti di immagini confuse, sbiadite, tuttavia in te esistono ancora.. vive, è iniziato ieri...no...ci rifletti dopo, sempre se hai mantenuto questi sentimenti, se sei nato con una sensibilità e curiosità viva per il mondo, solo i tuoi genitori possono insegnartela, ed è una pellicola di un film di 60 anni fa...

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