Da Wikipedia:
Le E.656/E.655 sono locomotive elettriche articolate per treni viaggiatori (E.656) o treni merci (E.655) sviluppate per le Ferrovie dello Stato negli anni settanta e tuttora circolanti.
Sono composte da due semicasse accoppiate con 3 carrelli a 2 assili, mossi da 12 motori in corrente continua da 400 kW ognuno. A seconda delle versioni sono presenti due motoalternatori oppure uno o due convertitori statici.
Si tratta degli ultimi mezzi costruiti con il rodiggio a tre carrelli e semicasse articolate, tipico di diverse famiglie di mezzi italiane, come le locomotive E.636, E.645 ed E.646, per risolvere il problema delle linee con molte curve e di raggio ridotto: il passo rigido del veicolo era drasticamente ridotto, rendendo i mezzi meno aggressivi verso la rotaia.
Le locomotive E.655 ed E.656 sono soprannominate Caimano; devono il loro nome al concorso lanciato dal mensile aziendale delle Ferrovie dello Stato Voci della rotaia, dal quale deriva lo stesso logo, un caimano verde-giallo in corsa, apposto, secondo l'uso dell'epoca, sul lato della cabina.
LA TRASFORMAZIONE IN 655
Per le sole unità assegnate alla divisione cargo, con lo scopo di aumentare la prestazione (in tonnellate di massa rimorchiata), dall'aprile 2003[2] è cominciata la trasformazione da E.656 a E.656c (c sta appunto per cargo), poi rinominate E.655[3] (secondo la tradizione di avere l'ultima cifra dispari per i mezzi assegnati ai merci), con la modifica del rapporto di trasmissione da 28/61 a 23/66, che ne ha gioco-forza limitato la velocità massima da 150 a 120 km/h, più che sufficiente per i servizi merci. Il notevole incremento dello sforzo di trazione ottenuto a pari velocità d'avanzamento e corrente assorbita rispetto alle E656, ha evidenziato non pochi problemi nelle condizioni d'aderenza precaria, soprattutto nella transizione diretta dalla combinazione serie a serie-parallelo. Per mitigare questo fenomeno, a partire dal 2007 sono state apportate anche modifiche circuitali che hanno variato la successione di chiusura/apertura dei vari contattori durante la prima transizione diretta.
In occasione degli eventi di grande mobilità (ferie pasquali, natalizie, estive, eventi religiosi, ecc.), con la programmazione di molti treni periodici, la divisione passeggeri lunga percorrenza (pax), necessitava di un maggior numero di locomotori rispetto a quelli normalmente disponibili. Per contro in questi particolari periodi dell'anno, molti treni della divisione cargo non circolano e dunque un buon numero di macchine rimanevano inutilizzate. Quindi la pax, non avendo alternative alla richiesta di macchine alla cargo, ha dovuto orientare la scelta sulle E.655, per il semplice fatto che l'abilitazione è considerata identica a quella delle E656 di prima e seconda serie (già in possesso dai macchinisti della divisione pax), dovendo rinunciare di fatto al noleggio delle più adatte E652. Purtroppo la limitata velocità massima delle E655 (120 km/h) è stata spesso causa di ritardi, dato che l'impiego non è stato limitato ai soli treni periodici (impostati con E655 appunto), bensì anche ai treni ordinari le cui tracce orarie erano però calcolate per le E656 (150 km/h) o addirittura E444 o E402 (200 km/h).
Nel 2009 sono iniziati gli accantonamenti delle E655 ed E656 della divisione cargo oggetto di gravi guasti reputati non convenientemente riparabili oppure prossimi a scadenza di chilometraggio disponibile, arrivando a distogliere dal servizio quasi 120 unità. Ma nel corso del 2010, la mancanza di ricambi dell'elettronica di controllo delle meno datate E633 di prima e seconda serie, ha di fatto visto la progressiva ma quasi totale alienazione di queste macchine a chopper e di conseguenza la rimessa in servizio di alcune E655 dapprima accantonate, con addirittura l'invio di qualche unità alle officine grandi riparazioni per gli interventi di cambio carrelli o di revisione ordinaria, che nel frattempo erano stati sospesi.
Tra il 2010 e il 2011, la progressiva riduzione dei servizi a materiale ordinario della divisione pax, ha visto un esubero delle E656 assegnate: quelle vicine a scadenza chilometraggio sono state alienate e cannibalizzate, mentre circa 25 unità (non dotate dell'impianto di lateralizzazione porte) sono state assegnate alla divisione cargo.
IL MODELLO

Il modello ACME è racchiuso nella classica scatola di cartoncino patinato lucido Rosso cui oramai siamo abituati a vedere i recenti modelli ACME. La macchina è avvolta in un telo plastico e racchiusa in una culla di gommapiuma. La macchina si presenta con un lato modellistico con tutti gli aggiuntivi installati e senza gancio ed un lato non completamente aggiuntivato e aggiuntivato con condotte ridotte per permettere al portagancio di muoversi se utilizzato su plastico. Sono presenti un discreto numero di aggiuntivi sigillati in busta quali il vomere per completare il lato non modellistico, il gancio, le condotte complete, tergicristalli di ricambio, anello di aderenza di ricambio e altri. Sono presenti nella confezione anche le condotte laterali da sostituire in caso di uso statico del modellino in quanto quelle installate risultano sezionate all'altezza del soffietto centrale in modo da permettere al modello di poter fare l'escursione laterale delle due semicasse. Compla la cofezione un folder illustrativo con l'esploso della parti di ricambio e le raccomandazioni per la lubrificazione.
LE PRIME IMPRESSIONI

Nel maneggiare il modello si ha la consueta paura di perdere qualche aggiuntivo o di rompere qualcosa. In verità il modello ha tutte le sue parti molto bene incollate, senza difetti di sorta. Le parti che agiguntivano il modello sono davvero tante. Una volta posata la macchina, facendo attenzione a non piegare le due semicasse pena l'uscita del cardano, si nota l'elevato dettaglio dei particolari raggiunto da ACME. Davvero notevoli le finiture, la completezza dell'imperiale e sopratutto i dettagli dei carrelli. Bisogna comunque porra molta attenzione nel maneggiare il modello per non rompere nulla. Le parti più delicate risultano essere il sottocassa, i due frontali ed i carrelli per i tanti dettagli che completano cassa e telaio. La macchina trasmette comunque un idea di solidità e pesantezza.
Tampografie, colorazione e stampo sono davvero di notevole fattura.



DCC
Installare il decoder è davvero semplice. Basta allargare leggermente le due semicasse e sfilarle dalla sede. Una volta tolte si può notare che da un lato del pbc c'è la presa a 8 poli e dall'altra la sede dove inserire il decoder. Lo spazio è sufficiente per il decoder ma non per potere inserire un sonoro. Se lo si volesse fare necessita o di un lavoro di adattamento o di inserire l'altoparlante forzando poi la chiusura delle semicasse. Una volta istallato il decoder la macchina è pronta per l'uso sul plastico.

LA PROVA SUL PLASTICO
Sul plastico la macchina risulta essere docile, il minimo davvero eccellente e la pastosita con cui parte la stessa sono sinonimi di una bella coppia motore e di una cascata di ingranaggi molto ben fatta e demoltiplicata. La trazione è sui 4 assali. Due per semicassa. La trazione è cardanica sui due lati con un carrello isostatico. Sono presenti due ruote con anello di aderenza ai carrelli più estremi della macchina. Le luci sono adeguatamente illuminate ma non è possibile isolare il terzo faro che si accende assieme alle altre luci. E' una macchina di notevole potenza, motore molto importante e attacco isostatico, con i due anelli di aderenza, permettaranno ai plasticisti di potere effettuare convogli di discreta lunghezza senza che la macchina possa affaticarsi per lo sforzo. E' sostanzialmente un modello da utilizzare con piacere.
CONCLUSIONI
Reputo che si possa acquistare questo modello con molta serenità e piacere. Si deve porre la consueta attenzione che le macchine di Acme meritano al fine di non rimanere con qualche aggiuntivo in mano. Nessun pericolo di perdere aggiuntivi nel gioco in quanto tutto risulta correttamente inserito ed incollato. A mio avviso manca l'isolamento del terzo faro e la possibilità di isolare i fari rossi dai bianchi o semplicemente di accendere i fari bianchi indipendentemente dai rossi. Altri modelli lo permettono. Non gradisco molto l'ingegnerizzazione della culla del motore. A mio avviso nel tempo potrebbe muoversi dalla sede generando problemi meccanici al cardano. Questo potrebbe accadere se si maneggia troppo spesso la macchina non tenendo in parallelo le due semicasse in mano, oppure se si hanno curve molto strette da percorrere. La manutenzione comunque è assai semplice e nel caso in cui si verificasse il problema è di facile riparazione.