Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
- marione
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Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Ricordi di un mondo dai sentimenti semplici con pochi eccessi e molta severità a scuola e nelle famiglie. Tanti ricordi, nascosti nella pesante cartella di fibra tra dizionari e quaderni con molte orecchiette.
I maglioni scuri che tenevano lo sporco e pantaloni corti fino alle classi medie, poi di fustagno e finalmente si terminava alle superiori con gli agognati pantaloni lunghi.
Gli insegnanti severissimi tutto l'anno e umani a giugno ed ottobre. La mia prima maestra era anziana, dall'aspetto severo. Una volta un compagno di classe le portò in regalo delle castagne ( era figlio di contadini ..). La maestra lo sgridò, così severamente che il bambino si mise a piangere. Ci disse che lei non voleva regali da noi, e che riportasse a casa le castagne ai suoi genitori e spiegasse loro bene come stavano le cose. Ci diceva che non bisognava rubare, perchè si cominciava con uno spillo e poi ... Io non riuscivo a capire perchè si potesse rubare uno spillo, ma il senso era chiaro. All'inizio imparavamo a scrivere con la matita, e poi con la penna e l'inchiosto.
C'erano i calamai di vetro grosso che si riempivano con le boccette. Era obbligatorio il pennino a foglia. Non erano ammessi altri tipi di pennino.
A quei tempi i genitori dicevano ai maestri:'Se c'è bisogno lo meni, signor maestro, che se, quando viene a casa e si lamenta, le prende ancora".Poi ci diedero lo zuccherino con il vaccino Sabin e oggi la poliomenite non c'è più. E pensare che c'era chi diceva che facesse male. C'erano il crocefisso nelle aule e la foto del Presidente della Repubblica in carica. Quando il maestro entrava in classe, ci si alzava in piedi. Quasi nessuno in famiglia aveva il telefono e pochissimi la televisione. La radio era di legno con la tela davanti agli altoparlanti. I bambini andavano a scuola da soli, a piedi. Farsi accompagnare dalla mamma era una vergogna. Dal babbo neppure pensarci. Le classi erano maschili e femminili. I maschi avevano il grembiule azzurro e le femmine rosa. Il fiocco cambiava ogni anno di scuola. E poi sul grembiule si ricamava la classe in numeri romani. Una, due, tre stanghette, e poi la IV, la V.
Questa scuola era già considerata molto permissiva rispetto a quella dei nostri genitori. Ma tutti imparavano a leggere e scrivere.
Oggi le cose sono diverse. Oggi tutto è meno severo. Questo da una parte forse è giusto, ma piccole cose come la puntulità, sono praticamente perdute. Oggi alle Università gli orari delle lezioni sono spesso del tutto opinabili. Studenti e docenti arrivano spesso con ritardi notevoli. Non va bene perchè chi arriva in ritardo, studente o docente, fa aspettare gli altri. E allora pian piano tutti smettono di arrivare in orario e tutto si disfa. Questo è un problema grave quando questi giovani devono entrare nelle aziende, dove i ritardi non sono consentiti. E' un dato di fatto che le regole, in quattro decenni, si sono allentate del tutto, pur moltiplicandosi diventando spesso assurde e complicate. Quando vediamo i genitori accanirsi contro gli insegnanti e proteggere i loro figli spesso fannulloni e bugiardi, vediamo le classi scavare da sole il fossato che le separa da realtà superiori. La composizione di classi certemente è cambiata, ma il risultato è lo stesso.
Impariamo ad essere padroni di noi stessi per non essere servi di altri.
Marione
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Fortunatamente essi hanno avuto maestre giuste, severe quando serviva.
Mio figlio quest'anno inizia le medie: sembra aver iniziato con il piede giusto.
Ma vorrei dire di un episodio che mi è capitato sul lavoro: spesso riceviamo visite di scolaresche di scuole superiori che vengono a visitare una moderna fabbrica metalmeccanica per capire ed iniziare il mondo del lavoro.
Mi sono occupato di accompagnare professori ed alunni per la fabbrica.
Beh più alunni alcuni sembravano veri delinquenti.
Ma la cosa che più mi ha scioccato e stata una confessione fattami da un professore: la preparazione di oggi è inferiore a quella che gli studenti di pari livello ricevevano nel passato.
E l'impressione che ho ricevuto e' stata quella di rassegnazione.
Se queste sono le nuove leve, stiamo freschi....
- liftman
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Era un altro mondo, i "signora maestra, signor professore" errano la normalità, ben diverso dal confidenziale "prof" di adesso.
@roberto io in casa ho una ragazza di 23 anni, diplomata. L'altro giorno le ho detto: "sai che la tizia_della_tv è nata a Trieste?".
Risposta: "non so manco dove sia Trieste", e non era un modo di dire... La geografia, che almeno quella italiana dovrebbe essere un dovere sancito dalla Costituzione conoscerla, le è praticamente sconosciuta, e se per esempio ha un barlume di ricordi e le chiedi dove si trovi Piacenza, magari ti risponde "vicino al Po, mi pare..". Il fatto che qualcosa vicino ad un fiume lungo 650 km non sia facilmente rintracciabile senza indocazioni più mirate, non la sfiora minimamente. Però conosce i nomi dei manga e dei supereroi marvel...
Rolando
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole

concordo pienamente con te, la geografia è totalmente scomparsa dalle materie di studio, i miei figli di 25 e 20 anni non la conoscono!!

Ciao Walter :geek:
- sma835_47
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Cosa si può fare sinceramente non lo so; occorre piano piano, tornare ad avere una scuola che insegni le materie che servono e le insegni bene, pretendendo che gli studenti le imparino; occorre una scuola che insegni la buona educazione assieme alle famiglie, se possibile; occorre una scuola che applichi ed insegni la "meritocrazia". Soprattutto non serve una scuola che sia solo un parcheggio di anni dopo anni.
Ciao
Saverio
- liftman
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Direi anzi che è esattamente il contrario. Un' amica di mia moglie che ha una figlia che piuttosto che giocare con le amiche, "preferiva" studiare e prendere ottimi voti, peccato che nonostante lo studio e l'impegno alla resa dei conti i voti erano bassi, bassi almeno rispetto a quello che si aspettava.
Durante un colloquio con i professori la madre chiese spiegazioni, e in sostanza gli <font color="red">fu</font id="red"> risposto che "non potevo mettere voti troppo alti per non mortificare le compagne con voti inferiori"....
Fortunatamente la ragazza incaxxatura a parte, ha continuato ad impegnarsi per soddisfazione personale.... Il problema è che troppi ragazzi si accontentanto della sufficienza, ritenendo che ottenere un diploma basti per potersii definire istruiti...
Per Carlo (cararci) va bene il "piuttosto che"?

P.S. anche io quando andavo a scuola non ero un "secchione", anzi direi il contrario, ed ho smesso dopo aver ottenuto la licenza media perchè la scuola non faceva per me, preferivo la meccanica, l'elettricità o un qualcosa che mi facesse muovere le mani e il cervello, ma su cose che mi piacessero. Ho capito successivamente l'importanza dello studio, ma ormai...
Rolando
- cararci
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Anche per me quella scuola è rappresentata da severità e simboli, ma non la mitizzerei troppo, visto che l'Italia di oggi - nel bene, ma anche nel male - è figlia di quei bambini che eravamo noi. Nel ricordo, quella scuola sembra quasi la perfezione e sicuramente per alcuni aspetti era migliore: si imparava il rispetto (o almeno il timore) per l'insegnante, per l'adulto in generale, si imparava a dire buongiorno, grazie, mi scusi. Ma si imparava anche perché fuori dalla scuola c'era più attenzione per queste cose, mentre gradatamente sono apparse ingiustamente vuoti formalismi.
Tuttavia, al contrario di quanto spesso si dica, si imparava meno, nel senso che l'orizzonte dello scolaro e dello studente era limitato ad alcune materie ed argomenti e le sollecitazioni che venivano dalla società erano assai minori. In quella scuola (parlo soprattutto delle elementari) si poteva essere anche in 40 in classe e avere un unico insegnante. Oggi e da molti decenni ormai, non è più così: ai bambini e ai ragazzi si chiede di acquisire molte più informazioni in diverse e nuove discipline; basta pensare all'introduzione di Inglese ed Informatica fin dalle elementari, ai vari laboratori di arte o di musica o di altri argomenti; ed anche per le stesse "vecchie" materie si sono estesi gli orizzonti conoscitivi. Al maestro unico non è più possibile affidare il compito di insegnare come se fosse un tuttologo.
Occorre anche considerare il moltiplicarsi di strumenti e soggetti informativi nella società - meno soggetti ai vincoli necessari di un sistema scolastico che deve rivolgersi paritariamente ai ragazzi - più pronti ad adeguarsi ai bisogni e alle richieste della società stessa. La scuola, per sua natura e statuto, non può modificare se stessa velocemente e frequentemente, essa trasmette e deve trasmettere conoscenze codificate e consolidate, che di per sè hanno bisogno di tempo per essere eventualmente cambiate. Queste sono le cause per cui oggi la scuola può sembrare inadeguata alla rapidità dei cambiamenti nella società.
Aggiungo un'altra considerazione: in una società dove sempre di più si è affermata l'idea che il valore di una persona consiste nella quantità di ricchezza posseduta, quale considerazione si ha della figura degli insegnanti che a malapena arrivano alla fine del mese?
E ancora: qual è il risultato della sollecitazione a sfornare più diplomati e laureati per raggiungere i livelli statistici europei?
E inoltre: che effetto ha sugli insegnanti, in particolare delle superiori, il fatto che di fronte ad una sanzione disciplinare o ad una bocciatura i genitori possano fare ricorso e nella gran parte dei casi vincerlo?
Domandiamoci come mai negli ultimi tempi sia aumentata in quantità e qualità la protervia di certi genitori nei confronti della scuola, mentre un tempo l'insegnante aveva sempre ragione (altro errore opposto).
Sono i segni, più che segni, gli atti probanti di un decadimento della considerazione sociale della scuola e dei docenti.
In conclusione, non rimpiango la scuola di allora, benché i ricordi di essa siano comunque piacevoli, perché oggi non potrebbe dare risposta ai bisogni del mondo attuale. Nello stesso tempo sono convinto che i limiti del sistema scolastico dei nostri giorni siano il prodotto di una concezione burocratica e aziendalistica che fa male all'insegnamento e rischia di produrre, nel migliore dei casi, degli specialisti ignoranti piuttosto che persone culturalmente dotate, consapevoli e pronte a migliorare se stesse e la società.
Per Rolando: il tuo "piuttosto che" è impeccabile. Però togli quell'accento su "fu"

- liftman
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
cararci ha scritto:
Però togli quell'accento su "fu"![]()
e ti pareva... gli accenti sono ancora peggio delle "h", però mentre con le "h" non ho problemi, con gli accenti probabilmente la maggior parte delle volte sbaglio..


Rolando
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole

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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
liftman ha scritto:
cararci ha scritto:
Però togli quell'accento su "fu"![]()
e ti pareva... gli accenti sono ancora peggio delle "h", però mentre con le "h" non ho problemi, con gli accenti probabilmente la maggior parte delle volte sbaglio..![]()
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-Quale occasione mi fu più gratificante!- ... e la vendetta è servita...




- liftman
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
matteob ha scritto:
-Quale occasione mi fu più gratificante!- ... e la vendetta è servita...![]()
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Ciao Rolando.
impertinente![8]

Rolando
- Giacomo
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Certo, forse prima la scuola era anche troppo severa, ma ora siamo passati, come spesso accade in Italia, all'estremo opposto.... rispetto per gli insegnanti zero, paura delle punizioni o bocciature o cattivi voti meno che mai, genitori che invece di aiutare i docenti aizzano i figli anche e soprattutto se hanno torto marcio..... ma come si fà? Il problema è che queste generazioni sono quelle che dovranno guidare il nostro paese in futuro......
Quando andavo a scuola io, se i miei genitori fossero stati chiamati perchè avevo combinato un guaio (magari anche di poco conto....) come minimo prendevo qualche sberla..... ora magari dei ragazzi devastano completamente una scuola, con danni per migliaia di euro e i genitori (almeno la maggior parte) che dicono? "E' stata solo una ragazzata, sono dei bravi ragazzi, erano solo un po' annoiati...."!!!!! COSA?????? COME????? E poi pretendono il rispetto......
- Giampypampy
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Ho fatto per qualche anno l'animatore in una colonia estiva di bambini che venivano a Jesi dalla Lombardia... una colonia gestita da religiosi. Un giorno un frate ha rimproverato severamente un bambino per il suo comportamento, privo di rispetto per gli altri e per i più grandi. La sera stessa è arrivata la telefonata di sua madre minacciando che si sarebbe rivolta al suo avvocato se l'educatore avesse osato ripetere il rimprovero. Eravamo tra gli anni '90 e 2000. Il declino era in atto e il vento gelido veniva dal Nord. Giustamente se il genitore paga per un servizio, poi non vuole scocciature... e il bambino si sente in dovere di fare ciò che vuole perché si sente protetto. Ed io mi sono rivisto piccolo quando se dicevi a casa di un rimprovero ricevuto te ne beccavi subito un altro. Gli insegnati avevano sempre ragione e si doveva portare rispetto agli adulti.
Italiano, Matematica devono insegnare che il mondo ha delle regole ben chiare, poi Storia ed Educazione Civica dovrebbero essere le materie base per formare e imparare, rispettare il prossimo e comprendere la vita attuale... Scienza e Geografia arricchiscono la curiosità con esperimenti fatti in aula... chi glielo dice a chi comanda che la scuola di oggi non forma nessuno? Che le superiori sfornano cervelli senza entusiasmo e l'università è un parcheggio temporaneo per studenti altrimenti disoccupati?
Fortunatamente ci sono sempre delle eccezioni, qualcuno che con genitori saggi alle spalle riesce e si ostina ad andare controcorrente. L'Italia è bella per questo!
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Ho frequentato le elementari vent'anni prima di te in un piccolo paese, (500 abitanti), con classi multiple, e non ho mai visto maestri alzare le mani su un alunno, indipendentemente dal suo comportamento, gli unici ceffoni che volavano erano quelli del prete che ti appioppava se non ti vedeva alla messa anche se l'avevi saltata perche' dovevi aiutare tuo padre nell'orto.
Se il prete fosse stato originario del sud la cosa avrebbe avuto qualche significato? Io penso di no.
- Flavio
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Aiuto!! Condivido poco di quanto sopra detto e comunque non voglio entrare nel merito.
Però, da cittadino di tutte le latitudini, sul "vento del nord" ..... proprio non capisco e non mi voglio esprimere!!
Scusate lo sfogo, non si ripeterà più.

- Giampypampy
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole


Sei stato fortunato a vedere mai alzare le mani, forse noi ce lo siamo meritato: eravamo già un'altra generazione, forze l'ultima che si provava a salvare con compromessi accettabili. Di quel periodo ne parlo con nostalgia.
Oggi vedo molti giovani a cui sono state permesse troppe cose e, benché gli schiaffi sono assolutamente da evitare, una bella sculacciata assestata bene al momento giusto con le cinque dita ben visibili per alcuni giorni, non avrebbe fatto male. Con mia figlia non so come mi comporterò... spero di essere un buon padre ma sarò uomo e quindi soggetto all'errore.
Per la precisione:
I scapaccioni me li dava la mia maestra... e non schiaffi! Gli scapaccioni provengono da dietro la testa! Ora che ci penso effettivamente originaria del sud!!! Ma me lo sono ricordato ora!
Il Prete mi ha cacciato dalla parrocchia a calci (e non scherzo!) perché ero una peste... e veniva da un paesino qui vicino... E ora ricordo con affetto i suoi interventi perché mi hanno aiutato a crescere e a capire gli errori.
Il religioso che rimproverò (senza alzare le mani ma solo con un tono di voce fermo) quel bambino lombardo veniva da Roma... Non ho mai parlato di schiaffi...
Non ho mai detto "colpa del bieco nord!"
Per un ragazzo di vent'anni vedere e vivere quella scena è stata drammatica: mai mi sarei sognato che potesse succedere che si minacciasse un educatore per un rimprovero.
Dalle Marche, nonostante abbia tante risorse, chi se lo può permettere parte alla volta di Milano per andare alla Bocconi per studiare Economia, a Torino per andare al Politecnico, a Bologna per studiare Ingegneria e Firenze per Architettura... I più intraprendenti arrivano fino in Svizzera a cercare "fortuna".
Il Nord per noi "centro", checché se ne dica, è stato sempre sinonimo di progresso, benessere... ma vivendo questa situazione è arrivata anche una delusione, che chi si può permettere di mandare in colonia il figlio così lontano da casa, che spende una fortuna, vuole pure insegnare ad un educatore come fare il suo mestiere con un avvocato... non do assolutamente la colpa a nessuno...
Poi per noi dal Nord viene anche il vento che porta pioggia e spesso neve... volevo fare pure la metafora di un cambiamento che mi avrebbe presto aperto gli occhi con qualcosa che solitamente ci fa aprire l'ombrello e mettere il cappotto!
Sono stato spiegato???

Non te ne pijà!

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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Un cordiale saluto.
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Invece qualcosa la dico sull'educazione dei figli. Mia figlia, che oggi ha 14 anni, non ha mai avuto un ceffone o una pedata, ma è una ragazza educata, che quando entra in un luogo saluta con un buongiorno a voce alta, chiede scusa se è il caso, non ha mai fatto capricci, studia e si diverte come tutti gli altri ragazzi.
Perché? Perché sua madre ed io le abbiamo sempre parlato, spiegato, razionalizzato ogni situazione. Parlare con i figli è il segreto, a patto di avere qualcosa da dire.
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Pur avendone prese a sufficienza non ho mai punito i miei figli con sberle od altro, sara' per questo che adesso si divertono a prendermi in giro appena ne capita l'occasione?
- matteob
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
cararci ha scritto:
Sul tema nord-cantro-sud non intervengo, dico solo che la mamma dei cretini, dei maleducati o degli ignoranti o dei delinquenti è incinta sempre e ad ogni latitudine.
Invece qualcosa la dico sull'educazione dei figli. Mia figlia, che oggi ha 14 anni, non ha mai avuto un ceffone o una pedata, ma è una ragazza educata, che quando entra in un luogo saluta con un buongiorno a voce alta, chiede scusa se è il caso, non ha mai fatto capricci, studia e si diverte come tutti gli altri ragazzi.
Perché? Perché sua madre ed io le abbiamo sempre parlato, spiegato, razionalizzato ogni situazione. Parlare con i figli è il segreto, a patto di avere qualcosa da dire.
Giustissimo quello che dici, ma "TANTO" dipende dal carattere del ragazzo/a. Un esempio "schiacciante" sono io e le mie due sorelle: il sottoscritto era un agnellino e non ho mai dato noie ai miei poveri genitori, bastava lo sguardo di mio padre per scaldare l'aria, al contrario le sorelle erano ribelli in tutto e per tutto! Stessa famiglia, stessa educazione! Mia figlia sta diventando come le zie anche se è superseguita.

- cararci
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
Ho risposto di getto al Tuo riscontro, come del resto il mio primo intervento. Mi dispiace molto e ci sono stato male perché mi sono reso conto che non riesco ad esprimere in uno schermo ciò che direi a voce, rischiando di offendere qualcuno. Dovrei mettere più faccine...

Indubbiamente trovo giusto più che mai il ciò che dice Carlo, e credo che il dialogo, per quanto possa essere difficile, deve essere fatto prima di ogni altra azione, benché abbia parlato di una "bella sculacciata" e questa può essere un aiuto al dialogo in casi estremi.
Dialogo che cerco assieme a mia moglie di fare con nostra figlia di tre anni e mezzo.
Se noi di questo forum stiamo qui a dialogare, a riprenderci e a correggerci è perché sono certo che siamo gente matura, onesta e umana... Ne avete dato la prova più volte. Anche se ogni tanto ci accendiamo!

Ognuno con le proprie esperienze che possono diventare utili agli altri. In altri ambiti avrei sicuramente evitato di scrivere perché dialogare non è da tutti. E per questo vi stimo, fratelli![:I]
La società, causa dell'idiota di turno (magari la mamma non c'entra!) a qualunque latitudine, sta perdendo l'umanità e sta diventando disumana, ed abbiamo ben chiaro il discorso di Marione.
Impossibile riassumere in poche righe il concetto di "educare", quell'aria "sana" come quella che si respirava nelle scuole tanto tempo fa... (Tipo Libro Cuore?)
Noi genitori, zii o nonni abbiamo il compito di aiutare a crescere figli coscienziosi dove purtroppo oggi ci sono lacune e carenze. Vigilare e non abbassare mai la guardia. Mai dire "so ragazzi" mai difenderli se hanno compiuto azioni riprovevoli; mai giustificarli.
Se non ce ne occupiamo noi, chi lo farà per noi?
Non delegare mai agli altri l'educazione, la vita e il futuro dei figli, ma prendere di petto le proprie responsabilità. Sicuro che un figlio ben educato dalla propria famiglia potrà egli stesso accogliere e rispettare chi gli stia accanto e fare delle differenze dall'altro una ricchezza in più.
I bulli ci sono perché lo hanno imparato dal mondo che li circonda ad essere bulli.
Cazzarola! Ho un'altra esperienza capitata a me e sulla pelle di mia figlia!
Al mare, non vi dico ne dove ne l'accento degli interessati, dentro una di quelle casette di plastica per bimbi, una bambina di circa due anni, ha iniziato a tirare sabbia in faccia alla mia, di due e mezzo; Mia figlia non ha reagito e la guardava come per dire: "ma perché, cosa ti ho fatto?"; le ho detto di venire via ché la bimba non voleva giocare con lei, la sorella di questa, credo quattro anni o cinque, l'ha elogiata e mi ha minacciato dicendo che quel gioco, in spiaggia, dello stabilimento balneare, era solo per loro. E mi ha ricordato che il papà ha dei tatuaggi grossi e che mi prende e mi sbatte a terra! I genitori se ne stavano sui loro lettini a poca distanza, la distanza giusta per sentire i dialoghi della loro pupilla; Ma che: lui fumava una sigaretta, lei al telefono a parlare (urlare!) di lavoro il 14 di agosto del 2014 alle 16 del pomeriggio... ho fatto un'espressione tipo Terence Hill su Trinità ("Dicono che con del whisky nello stomaco una pallottola bruci meno!" - "Mh! Il signore lo prende doppio!") e ho portato via mia figlia per giocare da un'altra parte...
E' colpa nostra se stiamo andando allo sfracello!

Dunque dov'ero rimasto... ah! "Sicuro che un figlio ben educato dalla propria famiglia potrà egli stesso accogliere e rispettare chi gli stia accanto e fare delle differenze dall'altro una ricchezza in più."
Se dovessero sbagliare e cadere, tutto il lavoro di "educazione" da noi fatto potrà e dovrà aiutarli a rialzarsi. Ovviamente non dovremo mai stancarci di tendere la mano.
Non tutti i figli sono uguali, non tutte le situazioni sono facili, non tutti gli ambienti sono esenti da tare negative più o meno gravi.
Non sarà mai troppo tardi per chiedere scusa se dovessimo sbagliare qualcosa. Perdoniamoli se non sono in grado di accettare quello che vorremmo essere per loro.
..e voi perdonatemi quando mi accendo e i miei discorsi non sono chiari...
Un caloroso abbraccio a tutti... dalle Marche... un po' più giù del Nord... al Centro...

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- coccinella56
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
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Re: Scuola di ieri, di oggi ed il senso delle regole
"Giustamente se il genitore paga per un servizio, poi non vuole scocciature..."
Vedi, io ho 3 figli e posso garantire che i figli sono scocciature. Se uno non vuole figli e le relative scocciature, ci sono tanti modi per evitare di averne!

Ed hai centrato il problema fondamentale: molti sono "genitori" (ovvero, etimologicamente, hanno generato dei figli) ma non sono "educatori" (ovvero, etimologicamente, "conducono da" verso "qualcosa").
Per cui un genitore/educatore, non paga per non avere scocciature, paga perché il figlio sia seguito appropriatamente.

"La società, causa dell'idiota di turno (magari la mamma non c'entra!) a qualunque latitudine, sta perdendo l'umanità e sta diventando disumana, ed abbiamo ben chiaro il discorso di Marione."
La "società" non è un entità concreta ed autonoma. La "società" siamo tutti noi. "Società" è un etichetta (come "Azienda", Stato", etc.) per indicare l'insieme di valori/comportamenti/norme che la media di un certo gruppo di individui condivide. E se una maggioranza dei suddetti individui condivide "disvalori" c'è poco da fare. In una prospettiva storica a me pare che gli abitanti della penisola siano tornati ad essere quello che sono stati negli ultimi 15 secoli...

Che poi sia "disumana" dipende dal significato che si dà ad "umano" e ci sarebbe da fare una lunga riflessione in merito...