Pane, miseria e tanta fantasia
- marione
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Pane, miseria e tanta fantasia
A noi bambini che, col gamello, acquistavamo la porzione giornaliera di latte, ci arrivava un senso di malinconia, quasi un malessere fisico perchè si captava che oltre la povertà, lì c'era un altro nemico: la solitudine, anzi, come ho capito poi, l'emarginazione. Si avvertiva, insomma, che per quanto male si possa vivere, c'è sempre qualcuno che sta peggio. La merenda, invece, era la vera nuova conquista alimentare. Il 'valore aggiunto' si direbbe oggi. Il segnale che dalla fame, si passava ad un uso razionale, ma saziante, del cibo.
Pane, un velo di burro e zucchero, pane ed un filo di olio, pane e fruttino ovvero un quadrettino di frutta pressata, un sorta di marmellata condensata.
Il pane arrivava in tavola puntualmente 'monco'. La parte tondeggiante della punta, veniva mangiato durante il tragitto, dalla bottega a casa. E già a descriverne la sorte si ha un'idea del 'peso' che il pane aveva sulla nostra tavola ... appena fresco accompagnava l'esigua porzione del ( non a caso così chiamato ) companatico: una fetta di mortadella o di frittata, un uovo strapazzato, due cubetti di carne ( lo spezzatino).
L'ultimo tocco di pane fresco, destinato al pranzo o alla cena, veniva passato e ripassato sul piatto, strisciando in senso rotatorio dal centro verso l'orlo, per raccolgiere ogni residuo. Divenuto raffermo, finiva stratificato, nella ciotola del latte della prima colazione dei bambini schiacciato per rendere più densa la zuppa ... o nel bicchiere di vino del papà o nella pasta e fagioli o nel piatto del brodo, grattuggiato impanava qualsiasi cosa. Ma il piacere si raggiungeva bagnando un pezzo di pane immerso nel tegamino del sugo che aveva già bollito per almeno due ore. L'odore del soffritto, che costituiva la base del sugo, scandiva, nelle nostre case, l'inizio della giornata. I 'grandi', per assicurarsi il più completo utilizzo ci intimorivano con la minaccia che a sprecare il pane soffriva 'Gesù'.
Anche le briciole, venivano religiosamente raccolte e mangiate. Tanto era tale il rispetto per il pane che a tavola, non doveva mai essere posizionato capovolto. I bambini poveri, per i quali non valeva il Metodo Montessori, non avevano mai voce in capitolo. Anche a tavola la prima porzione, era per il papà, la mamma invece sacrificava la sua parte ( oggi non ho fame) e aspettava i nostri scarti. La spesa era giornaliera, le quantità essenziali, la pasta, sfusa, sempre dello stesso formato per assicurarne il massimo utilizzo, l'olio nella bottiglina dell'aranciata San Pellegrino, chiusa col tappo di sughero. Sfusi anche il pepe, la conserva, il tonno, la farina e lo zucchero. Il vino si comprava all'osteria, un bottiglione da due litri. L'acqua si rendeva più gradevole e frizzante con le 'bustine' e d'estate, insieme alla frutta, veniva tenuta in fresco in una bacinella con un pezzo di ghiaccio venduto a stecche. Quando scarseggiavano i soldi, l'effetto frescura si otteneva lasciando scorrere a filo l'acqua del rubinetto. Il rubinetto, in ottone, era ( è il caso di dire) l'unica fonte erogatrice. Da lì si traeva l'acqua per cucinare, lavarsi, pulire la casa e lavare i panni quando la mamma non andava al fosso.
Era perennemente 'spallato' e motivo d'ispirazione delle arrabbiature serali del papà durante le fasi di riparazione con la stoppa e guarnizioni rimediate dai copertoni o dalle vecchie camere d'aria delle biciclette.
Ricordare le usanze di un tempo e scoprirne le ragioni serve, credo, non per rimpiangere il passato, ma per comprendere meglio la nostra identità. L'aver già vissuto abbastanza a lungo non toglie mai ragione all'imparare, possono essere un piccolo patrimonio di storia del costume da consegnare alle future generazioni.
Marione
- MrPatato76
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia
Piccoli ricordi che porto e porterò dentro per sempre !!!
Grazie Marione!
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia
Marione.


- Marshall61
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia

Ciao, Carlo
- Massimo Salvadori
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia
Grazie Marione !
- liftman
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia
Rolando
- Massimo Salvadori
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia
liftman ha scritto:
Io se non ho il pane, nemmeno mi siedo a tavola.... E l'odore del pane appena sfornato è una delle cose che più mi fanno venire l'acquolina, nemmeno l'odore di pasticceria [:o)]
Il sapore del cantuccio del bastone francese ... il pane del giorno prima nel caffellatte, non c'è biscotto che tenga !
- claudio.co958
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Re: Pane, miseria e tanta fantasia
quello di cui si parla, alimenta i ns ricordi e ci fa tornare alla ns fanciullezza, .... non badiamo che uno era nato in città o in campagna, certo le realtà erano diverse, ma il contesto temporale, era lo stesso, .... riflessione: queste cose una persona di 20-30-40 anni, non la conosce, non può fare un termine di paragone.
esempio: la merenda, ... a parte le varie merendine, che al tempo nostro si chiamavano: pane, burro e marmellata ( magari quella fatta dalla nonna ), oppure: pane e nutella o pane, sale e olio.
queste persone ti guardano con un sorrisino tra la pietà ed il sarcasmo e dentro di loro pensano, in quale era preistorica, noi, facevamo quelle cose, ..... e non sanno che cose si sono persi.
certo, .... tiriamo dei grandi sospiri, ripensando a tutto questo, ..... e rosicamo, .... l'unica nota positiva è, ..... noi ci siamo, felicemente, passati, ..... e voi ????
Claudio - Latina
p.s.: ho scritto poco e non avevo voglia di scrivere ancora, perchè esaurivo la pausa pranzo e tutto il server di questo forum, .... fatemi solo un piacere, ripensate a tutte queste cose, però con un sorriso e non con una lacrima, ...... l'ho già fatto io .....