otto minuti ... e toccavi il cielo con un dito
- marione
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otto minuti ... e toccavi il cielo con un dito
A quei tempi, per un adolescente come me che iniziava a mettere il naso fuori casa, le distanze erano questioni di passi. Per andare all'oratorio ce ne volevano un centinaio; per comprare il latte 150, per recarsi in stazione Centrale (Treviglio Ovest era più lontana!) 238. Il lato divertente del gioco, perchè di questo si trattava, consisteva nel cercare, in partenza, di indovinare il numero di passi occorrenti per raggiungere una determinata meta. Il finale era il momento più esilarante: per centrare a tutti i costi l'obbiettivo stabilito mi ingegnavo di ampliare o ridurre la falcata inventando le più astruse movenze. In seguito con le 'uscite' sempre più distanti, ho sostituito i passi con il cronometro. Sette minuti per andare dall'amico Mauro; 24 per arrivare alla vicina Caravaggio e ben 33 se mi avventuravo verso al lido sull'adda di Cassano d'Adda.
Questo curioso dialogo con i luoghi da raggiungere si è protratto anche quando ho cominciato a muovermi con l'auto. Eliminati i passi, ogni località aveva il suo riferimento in chilometri. Senza l'intrigo finale, tuttavia il divertimento non era più lo stesso. Anche l'ipotetico calcolo dei minuti, con il traffico sempre più convulso e imprevedibile, non dava adito ad alcun genere di gioco.
E da qui, dall'impossibilità di trovare un briciolo di distrazione con il volante tra le mani, credo sia nata la mia antipatia per la guida: non a caso le mie escursioni da pilota si sono sempre limitate alle esigenze famigliar/lavorative e/o hobbistiche.
Oggi, con la velocità raggiunta dai mezzi di locomozione, le distanze non impensieriscono più. Se poi dallo spostamento reale passiamo a quello virtuale lo spazio e il tempo hanno perso significato.
Tutto è a portata di mano. Premi un tasto sul pc e sei a Manhattan; un altro e ti trovi a Nuova Delhi sulle rive del fiume Yamana. Siamo nell'era internet e per un pigro del mio calibro, che di tanto in tanto va a bighellonare sul web fruendone i vantaggi, dovrebbe rappresentare un'opportunità impagabile.
Eppure quando mi libero dalla tastiera e torno con la mente a cliccare su sito delle camminate infantili e del loro carico di sogni, non posso fare a meno di pensare che allora bastavano 760 passi, euivalenti ad 8 minuti per toccare il cielo con un dito. Spazio e tempo necessari per arrivare alla migliore gelateria di Treviglio ed acquistare un cono a tre gusti gusti da 10 lire!
Marione
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Re: otto minuti ... e toccavi il cielo con un dito
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Re: otto minuti ... e toccavi il cielo con un dito
 
 Il cono gelato era fonte di interminabili discussioni sulla quantità di gelato per mestolata, la buonanima del gelataio doveva sentirsi molto osservato, qualche volta sembrava di riceverne di più delle canoniche 20 Lire addirittura 25 ! Sentenziava qualcuno della banda.
Non sono un nostalgico del bel tempo che fu ma ogni tanto ricordare come eravamo è un esercizio piacevole.
Bravo Marione !
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Re: otto minuti ... e toccavi il cielo con un dito
 
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Re: otto minuti ... e toccavi il cielo con un dito
 ) ancora non ho l'età tale per dire "ah.... quando ero bambino io.....", però qualcosa ricordo, sempre legato ai viaggi in treno. Prima c'erano i biglietti su carta, che riportavano la via e i chilometri, potevi fare la prenotazione facoltativa e sceglievi fumatori e non fumatori. Li facevo in biglietteria e non si diceva quale treno volevi prendere (quello serviva solo se prenotavi il posto) serviva solo l'itinerario, la classe e la categoria. Siccome ci mettevo tantissimo a farli, per via del fatto che per ciascun viaggio ne necessitavo di parecchi, a volte le persone in fila si spazientivano. Poi arrivò il tempo dei biglietti per treno, per cui dovevi dire il treno e il giorno, questi li facevo alle biglietterie automatiche, quelle che avevano il monitor a tubo catodico tattile. In questo caso non mancavano mai due o tre persone che mi chiedevano assistenza per fare i loro. Ora invece si è arrivati a fare tutto da casa via internet e neppure stampare più il biglietto, si può scegliere il posto direttamente sulla piantina della carrozza e durante il viaggio addio al vecchio e caro orario cartaceo, che tenevo sempre sott'occhio per organizzarmi le coincidenze e valutare il ritardo del treno su cui ero. Il giorno che mi recavo in stazione, allora ancora accompagnato da mia madre, per comprare i biglietti, era un giorno di festa. Si andava con il bus e poi rimanevamo a Torino tutto il giorno, ricordo benissimo che comprai biglietti per Spotorno, Pisa, Venezia e poi Roma. Mentre il primo viaggio totalmente solo, per cui comprai anche i biglietti da solo, era per andare a trovare un'amica a Termini Imerese (PA).
  ) ancora non ho l'età tale per dire "ah.... quando ero bambino io.....", però qualcosa ricordo, sempre legato ai viaggi in treno. Prima c'erano i biglietti su carta, che riportavano la via e i chilometri, potevi fare la prenotazione facoltativa e sceglievi fumatori e non fumatori. Li facevo in biglietteria e non si diceva quale treno volevi prendere (quello serviva solo se prenotavi il posto) serviva solo l'itinerario, la classe e la categoria. Siccome ci mettevo tantissimo a farli, per via del fatto che per ciascun viaggio ne necessitavo di parecchi, a volte le persone in fila si spazientivano. Poi arrivò il tempo dei biglietti per treno, per cui dovevi dire il treno e il giorno, questi li facevo alle biglietterie automatiche, quelle che avevano il monitor a tubo catodico tattile. In questo caso non mancavano mai due o tre persone che mi chiedevano assistenza per fare i loro. Ora invece si è arrivati a fare tutto da casa via internet e neppure stampare più il biglietto, si può scegliere il posto direttamente sulla piantina della carrozza e durante il viaggio addio al vecchio e caro orario cartaceo, che tenevo sempre sott'occhio per organizzarmi le coincidenze e valutare il ritardo del treno su cui ero. Il giorno che mi recavo in stazione, allora ancora accompagnato da mia madre, per comprare i biglietti, era un giorno di festa. Si andava con il bus e poi rimanevamo a Torino tutto il giorno, ricordo benissimo che comprai biglietti per Spotorno, Pisa, Venezia e poi Roma. Mentre il primo viaggio totalmente solo, per cui comprai anche i biglietti da solo, era per andare a trovare un'amica a Termini Imerese (PA).


