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A chi piace leggere la fantascienza?

Quando non sai dove mettere una discussione ovvero non è fermodellismo.

Moderatori: liftman, Fabrizio

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Pecetta
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A chi piace leggere la fantascienza?

#1 Messaggio da Pecetta »

@ Tutti,

La domanda è rivolta a coloro a cui possa piacere l'idea di leggere parte del primo capitolo di un romanzo dove un viaggiatore si risveglia a vordo di un'astronave ed incomincia a parlare con una macchina tipo Hal 9000 (quello di 2001 Space odissey).
Lui esce da un lungo sonno criogenico e proprio non ricorda il perché si sia ritrovato lì...

In altre parole spero che tra voi ci sia qualcuno disposto leggerlo per poi darmi un commento 'spazzionato' a riguardo delle mie fatiche. [:I]

Eccovi il primo pezzo del mio scritto:
<hr noshade size="1">
<center>L’impero di Modron

“Non ci si può spingere così lontano pensando di uscirne indenni”.
(Dunne Ellerupp, il capitano di questo viaggio)</center>

Capitolo 1 - Il risveglio

La macchina stabilì un semplice contatto elettrochimico ed un sottile, lungo, tubicino di gomma si accese. Era il primo dei suoi numerosi compiti e la luce, sulle prime quasi impercettibile, iniziò a trasparire azzurrognola da un cristallo accuratamente posto per conservare intatto il contenuto dell’unica capsula criogenica ancora chiusa.
Il tempo, dopo essersi fermato per un interminabile lasso di vita, ricominciò a scorrere lentamente nei suoi circuiti e così, dopo aver riscontrato la piena integrità fisica del suo occupante quel frutto della tecnologia ormai vecchia di circa una decina d’anni proseguì nel suo delicato programma di resurrezione.
Si mosse, come premuto da un dito invisibile, il secondo di una serie di minuscoli bottoni ed in seguito l’intensità della luce all’interno della capsula aumentò fino ad entrare in simbiosi con il generatore termico che permise alla temperatura endogena di salire dolcemente.
Circa un secondo più tardi quel tubicino di gomma disteso lungo il perimetro del cristallo illuminò di un colore celeste la maggior parte di ciò che vi giaceva disteso al suo interno e dove, se osservato con gli occhi di un qualsiasi profano, si sarebbe potuta avere l’impressione di vedere un corpo umano completamente esanime. Ma quell’viaggiatore proprio morto non era, anzi!
Sullo schermo a polimeri fluidi, fino a quel momento oscurato da un lungo standby, apparvero i primi segni della vita che stava per riaffluire ed i sensori ottici della macchina rilevarono finalmente l’aspetto dell’intero corpo disteso nel suo interno: un maschio caucasico, bianco ed adulto, completamente niveo sia nella colorazione che nell’aspetto.
La scienza che aveva progettato quel viaggio non era affatto inesatta e lui, che sottoforma di stasi criogenica stava per risvegliarsi nel luogo più lontano conosciuto dalla Terra, non era certo il padrone di quella mano invisibile che stava per accingersi a premere il terzo bottone.
Fatto! Avrebbe potuto dire la macchina se fosse stata programmata per parlare in quel momento, ma considerando che il viaggiatore di cui si stava prendendo cura non poteva ancora udirla, gli uomini che l’avevano realizzata avevano ritenuto opportuno che continuasse a svolgere i suoi compiti in silenzio. Un accorgimento quest’ultimo che si sarebbe interrotto solo quando quell’umano si fosse risvegliato definitivamente, ed era un bene questo, perché se a quel punto del procedimento un qualsiasi uomo fosse stato cosciente ne avrebbe vissuto la fase più dolorosa.
Un discreto voltaggio investì quel corpo ed un sussulto venne rilevato dai sensori, subito seguito da una contrazione e da un ulteriore sussulto, mentre alcuni nervi dell’uomo si tesero nuovamente per poi rilassarsi ed ancora contrarsi per innumerevoli volte.
Quel viaggiatore reagiva bene ed i polimeri fluidi dello schermo incominciarono a palpitare con stesso ritmo delle contrazioni descrivendo dei cerchi concentrici dapprima lenti ed irregolari, poi più grandi e frequenti ed infine, una volta che le pulsazioni si furono stabilizzate, diventare così impercettibili che solo i sensori della capsula poterono registrare il ritmo di un cuore che aveva ripreso a battere regolarmente.
Ora lo schermo era tornato ad essere liscio e sulla sua superficie comparve soltanto una linea grafica che, ad intervalli regolari, pulsava verso l’alto e ricadeva verso il basso per poi continuare in modo orizzontale fino al prossimo battito e mentre, su un lato di esso, il rilevamento della temperatura corporea ne ravvisava il raggiungimento del trentaquattresimo grado centigrado. Mancava poco quindi, ed era giunto il tempo di mettere la capsula in posizione verticale prima di permettere alla chiusura di cristallo di aprirsi.
Il colore del tubicino di gomma passò dal blu scuro al rossastro prima di incominciare a fondere la guaina posta a mantenere ermetica la capsula criogenica e finalmente il cristallo si scosse, dischiudendosi delicatamente, prima di restituire quel corpo alla vita.
Due braccia metalliche si mossero per infilarsi sotto le ascelle e sorreggerlo, ancora immobile, per estrarlo e condurlo sotto il previsto getto di acqua tiepida che, lavandolo, ne fece aumentare la temperatura corporea fino a raggiungere il trentaseiesimo grado centigrado.
D’improvviso, la macchina invertì di un secondo le temperature dell’acqua e, rilasciando un secondo voltaggio, permise a quel corpo di aprire la bocca e di ridare inizio alle ritmiche fasi di contrazione e rilassamento del torace. Stava respirando ora, e l’aspetto della sua carnagione aveva ripreso il normale colore rosaceo.
Una smorfia ed un leggero lamento si levò dalle sue labbra un attimo prima che dai suoi orifizi sottostanti ne uscisse un liquido maleodorante. Si trattava dei residui di ciò che aveva dovuto ingerire per preservare il suo apparato digerente dagli enzimi che normalmente permettono l’assorbimento del cibo e che, perdurando anche nella fase criogenica, avrebbero potuto danneggiare le sue viscere. Contratto, l’uomo emise un altro lamento ed i suoi occhi si aprirono.
I sensori della macchina scrutarono le pupille e, dopo aver controllato a fondo lo stato della retina, completarono un nuovo riquadro ancora vuoto dello schermo polimerico per registrarvi la più totale assenza di variazioni. Aveva rilevato un corpo perfettamente sano. Esattamente come quando fu ibernato.
Il getto d’acqua tiepida si interruppe ed un soffio continuo d’aria calda investì quel corpo ed infine, dopo essere stato perfettamente asciugato, le due braccia meccaniche lo adagiarono su un nuovo lettino mentre, sullo schermo polimerico vennero raffigurati i dati che confermavano la nuova fase della resurrezione: la piena ripresa del sonno naturale.
Dapprima l’uomo chiuse gli occhi ed un istante dopo la macchina gli applicò sulla testa i suoi quattro sensori encefalici, dando così inizio al controllo cerebrale: quell’uomo dormiva serenamente adesso ed altrettanto nitida era la fase REM in cui si trovava. <hr noshade size="1">
Buona lettura e... commenti sinceri. [:I]

Bye


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Edo Mazzo
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#2 Messaggio da Edo Mazzo »

Wow...

>La fantascienza fantastica, complimenti...

Mi piace molto il racconto..

Mi sono già fatto trascinare dal bel titolo'Impero di Modron'

Complimenti SINCERI :smile: :smile:
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coccinella56
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#3 Messaggio da coccinella56 »

Pur ammettendo che si tratta di fantascienza, trovo un poco inverosimili le braccia meccaniche che conducono il tuo eroe in giro qua è la', però' mi piacerebbe leggere il seguito.
Sarà' che molti sognano od hanno sognato di scrivere qualcosa, vedere qualcuno che trova il coraggio di farlo mi induce ad incoraggiarlo, chissà mai che un giorno si dica che sono stato il primo, (ops il secondo, scusa Edo) a recensire il grande successo letterario "l'impero di Modron".
Ciao Valerio.
Ciao Valerio.

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Pecetta
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#4 Messaggio da Pecetta »

@ Edo Mazzo,

Ti ringrazio molto. :grin:

@ coccinella56,

Pensa a quanto sia inverosimile che la forza si possa trovare nelle piante, nei sassi, nell'aria... (lo dice Yoda di Star Wars, Il ritorno dello Jedi) e poi, quando leggerai di come sa essere bella e seducente la macchina (e che cosa combina al protagonista) non ti stupirai più di qualche braccio meccanico.
Hummm ma ad esempio hai mai visto il manga di Interstella 555 (dei Duft Punk, One more time, Hadrer stronger faters better ecc.) e con che braccia i cattivi muovono quei personaggi?

Ti ringrazio comunuqe perché sei sincero. :grin:

@ Tutti,

Attendo qualche altro lettore prima di mettere la seconda parte. :wink:

Bye
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Giacomo
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#5 Messaggio da Giacomo »

Un po' prolissa come descrizione, a mio parere, però illustra molto bene (dal punto di vista sci-fi ovviamente) quello che dovrebbe essere il procedimento di risveglio...... forse, ma anche questo è un mio parere, avrei prima introdotto una qualche "descrizione" della situazione ...... comunque sono abbastanza curioso di vedere il seguito, l'inizio promette abbastanza bene........
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Pecetta
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#6 Messaggio da Pecetta »

@ Grimdall,

Prolissi sono un pò tutti gli scrittori (aspiranti e non [:I]) ma se prendi un qualsiasi libro best seller (ed io li preferisco se sono di qualche hanno fa = no Angeli e Demoni, Harry Potter e così via) puoi notare che tra prosa e trama queste si svelano leggendole.
Ma è la sincerità che cercavo ed anche il tuo parere lo trovo sincero e molto interessante. :grin:

Bye
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carlo mercuri
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#7 Messaggio da carlo mercuri »

Ciao Pecetta,
credo di aver letto quasi tutti gli Urania usciti, dai suoi primi numeri fino a qualche anno fa quando la qualità è peggiorata e ho smesso di acquistarli.
Non solo ma ho letto tantissimi libri di altri editori e seguo anche l'ufologia con annesse riviste nuove e meno nuove.
A due passi da casa mia abita anche Pinotti che è uno dei massimi esperti in questo campo ed ho letto quasi tutti i suoi libri (che tra l'altro vi consiglio).
Uno dei miei autori preferiti è stato Isaac Asimov ma mi piace molto anche Ballard e Bradbury.
Insomma credo di essere di diritto uno che ama la fantascienza e tutto quello che le ruota intorno...
Tornando al tuo scritto, l'ho trovato un po' troppo infarcito di termini tecnici ma anche questo tipo di racconti hanno degli estimatori quindi... non demordere e comunque complimenti!

P.S. Fino a qualche anno fa Urania bandiva un concorso
per nuovi autori.....perchè non ti informi?Se esiste ancora potresti provare!! :smile: :smile:
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Pecetta
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#8 Messaggio da Pecetta »

@ carlo mercuri,

A questo punto mi viene da scroccarti di chiedere a Pinotti di leggere questo mio inizio... [:I]
I termini tecnici sono il mio stile (così si vede che sono istruito :cool: ) e ringrazio anche te per la sincerità.

Bye
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Pecetta
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#9 Messaggio da Pecetta »

@ Tutti,

Complimenti per l'entusiamo, i vostri pareri e la sincerità: avete vinto altre due paginette in formato A4 (il formato dei libri è in A5 e così le paginette diverrebbero 4) che vi posto adesso :grin:

Continuate così e se necessario siate duri e sinceri! :geek:
<hr noshade size="1">
Otto ore dopo quell’uomo aprì gli occhi risvegliandosi naturalmente e batteva le palpebre mentre, con le pupille perfettamente contratte, fissava il vuoto.
“Buongiorno,” disse una voce femminile “siamo appena usciti dalla velocità sub luce e ci stiamo avvicinando al campo gravitazionale della stella Belenus”.
La macchina registrò quel nuovo dato: l’uomo cercava di localizzare quella voce e l’istinto gli faceva contrarre i muscoli del collo, ma invano, dato che tutto il suo sistema muscolare era ancora intorpidito; poi attese.
Sgomento, l’uomo provò ad attrarre l’attenzione su di sé e soltanto un mugugno uscì dalle sue labbra. Era cosciente sì, ma vedeva soltanto una fioca luce biancastra che proveniva da ogni dove, senza sfumature né cambi d’intensità e lui, sfinito da quello sforzo, richiuse i suoi occhi emettendo di nuovo un lamento.
“Non ti sforzare”, continuò la voce “aumenterebbe soltanto il tuo affaticamento”.
Lui, che ancora non era in grado di ricordare il motivo per cui aveva intrapreso quel viaggio, sapeva soltanto di sentirsi bene, almeno fino a quando non apriva gli occhi o cercava di parlare.
“Sai, è normale che tu ti senta in queste condizioni ed io sono qui per aiutarti a riprendere ogni tua facoltà. Sensoriale e mnemonica ad esempio, ma anche intellettuale e motoria”.
L’uomo attese di udire ancora quella voce. Gli era sembrata piacevole e... gli faceva compagnia. Ma la voce non parlò.
Mosse le palpebre un paio di volte: buio e luce. Tenebre e biancore. Non era fastidiosa quest’ultima sensazione, ma che cosa la generava? L’oscurità donava una sensazione di sicurezza, però c’era quel desiderio di trovare quella voce... dov’era? Era apparsa dopo che aveva aperto gli occhi ed ora che cercava di tenerli aperti non c’era più... perché?
Percepiva il silenzio quando non udiva quella voce piacevole e comprendendo la mancanza di qualcosa riscopriva il senso della solitudine. Richiuse gli occhi ed attese.
Gli sembrò di fluttuare su qualcosa di morbido però ed il suo solo respiro lo stupiva. Questo continuo muoversi di una parte di lui gli appariva insolito, così come non comprendeva il motivo di quel continuo pulsare che riscopriva nella gola.
Ebbe la sensazione di avere una dimensione sferica, forse ovoidale, e che in questa forma esistevano gli occhi e le orecchie, poi c’era quella cosa che stentava a muovere quando emetteva un suono. Non solo però, poiché c’era ancora qualcosa che si trovava più lontano ed era quella parte che sentiva contrarsi ed espandersi. Sì, era lì che ci finiva quella cosa fresca ed intangibile che stava inalando. A pensarci bene, da quel remoto punto proveniva ancora qualcosa che fuoriusciva dalla sua bocca quando l’apriva, oppure gli sfuggiva sempre dal naso. Però, in quest’ultimo caso non percepiva più quel sapore di asciutto sul quel muscolo che occupava una parte della sua bocca.
Sapeva che non dipendeva da lui ma non era ancora in grado di capire il perché. Se apriva o chiudeva gli occhi percepiva un cambiamento e, allo stesso modo, variavano le sue sensazioni quando faceva la stessa cosa con la bocca, mentre con le orecchie non riusciva a far nulla. Non si muovevano e quel silenzio non cessava. Avrebbe voluto sentire ancora quella voce e di nuovo aprì gli occhi per muoverli e cercarla… e si rese conto di averli gli occhi!
“E’ normale che ti senta così” disse a quel punto la voce, “stai riscoprendo tutte le funzioni del tuo corpo”.
Lui emise ancora un mugugno e la macchina registrò un nuovo dato. Il senso della soddisfazione aveva rinfrancato l’ego di quell’uomo e adesso, lui era consapevole della compagnia.
“Non ti preoccupare, avrò cura di te” udì dalla voce e chiudendo di nuovo gli occhi, trasmise alla macchina quel nuovo senso di soddisfazione.
Attese tranquillo per qualche minuto. Non era ancora in grado di comprendere il tempo ma, il suo stesso scorrere era direttamente proporzionale alla voglia di riscoprirsi che lo stava pervadendo in tutto il corpo, incluse le parti che ancora non si era accorto di possedere.
Era stato giovane e lo era ancora. Trentadue anni sono pochi se si vive in mezzo ad una popolazione di centenari ma, quando avrebbe rivisto la sua gente, avrebbe avuto circa vent’anni in meno dei suoi contemporanei: vent’anni di vita... vissuta dagli altri!
E’ l’unico difetto dell’ibernazione, sempre se si esclude il fatto d’esservi stati costretti. Altrimenti i difetti diventano due ed il secondo è quello che genera la rabbia.
Ora si era riaddormentato e ciò coincideva con le aspettative della macchina. Dopo il primo risveglio ed il ripristino delle prime facoltà sensoriali, quella piccola fase di sonno permetteva al paziente di registrare nelle sue meningi la consapevolezza di tutto ciò che aveva appena riscoperto nell’utilizzo dei suoi sensi. Era il primo sforzo e poteva essere compiuto in astinenza alimentare, ma ben presto si sarebbe manifestata l’assoluta necessità di nutrirlo.

Fu brusco. Lo schermo vibrò per manifestare l’attività gastrica dello stomaco del viaggiatore e, al suo risveglio, i sensori encefalici vi trasmisero tutte le caratteristiche sintomatiche. C’era sia l’ansia che il conseguente senso del malessere fisico ed ora quell’uomo gemeva con l’evidente scopo di richiamare l’attenzione verso di sé. Era esattamente quello che doveva succedere e la macchina, fedele al suo programma, attese inerte.
Lui aveva il viso contratto e le sue pupille apparivano turbate. Stava riscoprendo una sofferenza ancora più grande della solitudine ed i suoi muscoli incominciarono a tendersi.
Anche le sue espressioni foniche erano cambiate e, grazie al completamento della fase precedente, ora cercava di comporre i suoni con un senso logico.
I tendini delle sue mani sembrarono ravvivarsi e, così come nelle gambe, anche le sue vertebre dorsali sembravano rispondere ai comandi istintivi delle sue reazioni motorie. Era nudo e stava cercando di assumere la posizione fetale e se ci fosse riuscito, di certo avrebbe premuto gli arti contro lo stomaco. Aveva fame e cercava di reprimerla con gli unici sistemi di difesa che conosceva.
“Hai bisogno di cibo” si udì pronunciare dalla voce sconosciuta mentre la parte superiore del lettino incominciò a sollevarsi delicatamente fino a permettere alla schiena dell’uomo di raggiungere la posizione eretta.
Stupito dal movimento, l’uomo irrigidì d’istinto ogni suo muscolo, ma tutto era stato previsto ed i sensori della macchina rilevarono anche quest’ultima reazione che, stimolata dagli organi dell’apparato uditivo, costrinse il viaggiatore ad adeguare le funzioni del suo equilibrio verso la nuova posizione e dimostrare così di percepire anche il passaggio da una situazione statica ad una dinamica. Aveva superato brillantemente anche quest’ennesimo esame, ed era finalmente pronto per compiere il suo primo pasto.
<hr noshade size="1">

Bye
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#10 Messaggio da coccinella56 »

Anche io come Carlo ho nutrito questa passione giovanile leggendo circa 500 Urania (li conservo ancora tutti), ho smesso dopo una decina di anni perché' dopo aver letto i classici autori che citava Carlo , spesso mi imbattevo in racconti veramente brutti, da li' sono passato ad altre letture.
Comunque ti facevo quella velata critica poiché' come ripeto, pur leggendo un racconto fantastico io cerco sempre di trovare un' aderenza alla realtà', il lettino che si alza per mettere il "nostro eroe" in posizione pranzo e' molto verosimile; comunque se intendi continuare sappi che avrai in me un attento lettore.
Ciao Valerio.
Ciao Valerio.

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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#11 Messaggio da Pecetta »

@ coccinella56,

Ed io le critiche le voglio e così tanto che le uso per valutare se quello che ho scritto stia in piedi oppure no. :grin: :grin: :grin:
Dici che le braccia meccaniche lasciano qualche dubbio? Bene ma al momento in cui ho deciso che per sollevarlo e lavarlo dovevo usare qualcosa che lo sollevase 'ritto e a mezzaria' ma che non gli lasciasse un tallone di achille per lo sporco, avevo (e la metto in forma -spero- simpatica) solo due possibiltà: una era quella che hai letto e l'altra di mettergi una ventosa in testa e di sollevarlo così e... però poi non potevo lavargli i capelli :cool: !

Chissà che invece un giorno non si possa leggere (e forse è già stato scritto ed io non l'ho letto :cool: ) di un altro sistema migliore di questo...

- Un sistema articolare bionico? No, fa molto 'uomo da sei milioni di dollari'.
- Teletrasporto? No perchè lo hanno già messo in star trek.
- Sollevamento gravitazionale per luoghi interni? Nel 'mio' tempo di scrittore non lo hanno ancora inventato.
- Calamita elettrocelebrale? Hummm e se poi il protagonista mi diventa siemo? :cool:

TI PREGO, continua a leggere e criticare perchè a me i vostri pareri servono tanto quanto ad un aspirante plasticista servono i vostri consigli. Giuro!

A proposito, se hai letto la seconda parte mi sai dire a chi appartiene la voce femminile? :grin: :grin: :grin:

Bye
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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#12 Messaggio da coccinella56 »

La butto li': Stella Belenus = la Rodriguez?
Ciao Valerio.
P.s. Se fosse vero un'immagine sarebbe stata più' rivitalizzante di mille parole.
Ciao Valerio.

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Re: A chi piace leggere la fantascienza?

#13 Messaggio da Pecetta »

@ coccinella56,

No, Belenus come il Dio Gallico di Asterix per Toutatis e che il cielo gli cada sulla testa! :razz:

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