Quando la tv non spadroneggiava ...
- marione
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Quando la tv non spadroneggiava ...
Quando il televisore non spadroneggiava nelle case, la veglia rappresentava un prezioso divertente momento di aggregazione sociale; e ciò particolarmente nelle campagne, prive a volte anche dell'osteria. Dopo le semine autunnali, il contadino riposava come la sua terra infreddolita.
E la sera faceva volentieri la visita ai vicini, anch'essi desiderosi di trascorrere ore serene in compagnia... Per l'innamorato era un incontro serale particolare, che avveniva regolarmente nella casa di lei. Così, nel linguaggio corrente, andare a veglie significava anche 'andare a morose', incontrarsi con l'amata alla rigorosa presenza però di uno dei famigliari. Poichè le serate non si moltiplicassero troppo, nasceva una sorta di accordo per regolamentare le visite del fidanzato. E cioè sin dal primissimo momento in cui il corteggiatore aveva il consenso dei futuri suoceri al fidanzamento, già in essere, di fatto, tra i due 'piccioncini': che non avevano avuto grande libertà negli incontri esterni, nelle prime frequentazioni sul sagrato domenicale, nei campi, al mercato e in certe veglie casalinghe o di lavoro, nell'aia. Il filarino, com'era chiamato, il corteggiatore, doveva filare, filare tanto prima di 'dichiararsi', con una costanza, senza distrazioni, suggerita dal proverbio:
'mentre il cane del cacciatore si ferma per grattarsi / la lepre scappa'.
E lei, intanto, per antica astuzia o sagezza, dava il solito 'filo' da torcere ed attendeva almeno una quindicina di giorni a rispondere alla 'dichiarazione d'amore'.Ma che risposta dare? Piaceva fisicamente, ma era la persona giusta per creare una famiglia? Poteva avere il consenso, in caso di un sì, del padre, dopo un'eventuale appoggio della madre? La ragazza di solito si confidava, sin dal primo momento, con la mamma, la quale, metteva in guardia la figliola con un detto proverbiale, che privilegiava, nella scelta, la bontà rispetto la bellezza:
'Il bello sino alla porta / il buono in casa sino alla morte'.
Comunque, la ragazza innamorata finiva quasi sempre di spuntarla, rimuovendo ostacoli e pregiudizi. Avuto il via libera, il giovane entrava in casa, dichiarava le sue intenzioni e, in caso di accoglienza positiva, acquistava il titolo di 'promesso sposo', col diritto di frequentare la casa e di beneficiare di veglie speciali, solitamente tre giorni alla settimana, solitamente il martedì, giovedì e domenica. Nel giorno festivo, il fidanzato poteva giungere sin dal primo pomeriggio, con un invito a cena e al pernottamento se proveniva da lontano. Il fidanzato lontano che si muoveva a piedi sovente interrogava i piccioni per la previsione del tempo ( Se i piccioni volano basso / cerca di affrettare il passo / se invece vanno in alto / quasi certamente pioverà). Circolavano dei 'promemoria' differenziati sull'uso dei giorni da beneficiare come recitava il detto:
'Il lunedì van dalla morosa gli smemorati;/ martedì, gl'innamorati;/ mercoledì gli sfaccendati;/ giovedì i veri uomini;/venerdì gli stregoni;/la domenica i più buoni.'
Marione
- Andrea
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Re: Quando la tv non spadroneggiava ...
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Re: Quando la tv non spadroneggiava ...
'Il lunedì van dalla morosa gli smemorati;/ martedì, gl'innamorati;/ mercoledì gli sfaccendati;/ giovedì i veri uomini;/venerdì gli stregoni;/la domenica i più buoni.'
E il sabato?
E sì, Mario, ma non è solo colpa della televisione, anzi ti dirò, per me non è mai colpa delle nuove tecnologie, ma dell'abuso che se ne fa. La televisione nasce come la radio come mezzo di informazione di diffusione, e mezzo di diffusione di spettacoli, film, teatro ed altro. Pian pianino è diventato mezzo di propaganda subliminale fatta ad arte allo scopo di lucro. Tale propaganda si sta insinuando anche nei sistemi imdividuali, come il computer. Chissà come andrà a finire!!
Ciao!!!
- marione
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Re: Quando la tv non spadroneggiava ...
Buona domenica
Marione
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Re: Quando la tv non spadroneggiava ...
Stufa che faceva bollire lentamente il brodo per il bollito e poi, con questo, i cappelletti....