Frasi fatte e linguaggio
- marione
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Frasi fatte e linguaggio
Una delle più note è 'si poteva evitare': ci si fa ricorso ogni qualvolta accade un evento gravissimo - un'alluvione, una tragedia con più vittime, una frana, un cedimento improvviso in una struttura edilizia, la caduta di un aereo, un crimine aberrante - e in occasione di servizi giornalistici su episodi di natura catastrofica. Si ascolta il politico, il tecnico, l'amministratore, l'esperto: ognuno si esprime per quel che sa ( o presume di sapere), ognuno si sente autorizzato a segnalare che l'accaduto sul quale stanno muovendosi gli accertamenti avrebbe potuto 'essere evitato'; ogni persona rivela una propria propensione a risolvere il 'mistero' o l'accadimento, rifugiandosi in quel comunissimo 'si poteva...' e via dicendo. Di frase in frase, ripetuta e riproposta nelle inteviste radiotelevisive o per la stampa, il cittadino trae il convincimento di responsabilità da stabilire, di vicende sulle quali occorre non fermarsi al solo veduto, di ritorno a vecchie indifferenze adottate o a provvedimenti poco vigorosi e pertinenti. Si saldano pertanto nell'opinione pubblica le problematiche post-evento con la voglia di indignarsi ulteriormente, visto che quella situazione si sarebbe 'potuta evitare'. Ma seguono poi le decisioni conseguenti ?
Altra frase nell'accezione comune: 'Sono sereno'. La pronunciano coloro che, nel mondo politico-anmministrativo, incappano in qualche indagine. E' ormai una consuetudine verbale che ci è capitato di ascoltare centinaia di volte. Costoro hanno il pieno e legittimo diritto, ovviamente, di comunicarla, ma sarebbe più accetta dal pubblico se fosse ... meno ripetitiva. Il fatto di sentirla proclamare tanto spesso è come fosse inflazionata.
Un terza frase ritorna al ritmo dell'intermezzo di una sinfonia: 'Mi assumo (o ci assumiamo) la responsabilità .... E' tanto più retorica se si pensa che chi la fa propria nelle più diverse circostanze è nel pieno della responsabilità attribuitagli. Suona quanto mai superflua e, aggiungiamo, curiosa l'affermazione, poichè l'ascoltatore si domanda quale altra responsabilità potrebbe assumersi costui, che già ne ha una propria ... (non di altri). Infine non passa inosservato l'uso sistematico e spesso autogiustificatorio dell'avverbio 'gia'. Ogni qualvolta qualcuno è colto ... in castagna - per un'opera dimenticata o trascurata, per un intervento mancato, per un'azione amministrativa che attende d'essere realizzata da anni, per qualsiasi evenienza che perpetua errori e lacune - subito ricorre al riparo invocando quel 'già' che suona a mo' di scusa ... a posteriori ( per chi lo esprime) e di rimando di responsabilità ( per chi ascolta). Così il 'già' diventa strumento di autodifesa non richiesta. Sono molte altre le frasi fatte, a dimostrazione che - in definitiva - l'italiano si abitua non tanto a un linguaggio - qui non stiamo discutendo di purismo linguistico - quanto a una tecnica verbale che l'uomo della strada accoglie quale bizzarro segnale dei tempi.
E ci passa sopra, dimenticandosene presto, per fortuna.
Marione
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Re: Frasi fatte e linguaggio
- liftman
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Re: Frasi fatte e linguaggio

Comunque citerei pure "te l'avevo detto", una delle frasi che più ci riempiono di soddisfazione [:o)]
Rolando