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I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

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roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#26 Messaggio da roy67 »

Docdelburg ha scritto:

Bene, correzione fatta; errare umano è, chi è senza peccato scagli la prima pietra, se son rose fioriranno, son tutti froci col cu.o degli altri......insomma andiamo avanti! :wink:

Questa me l'ero persa... :grin:
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"Se qualcuno di getta addosso una pietra, tu, tiragli un fiore... Ma non dimenticare il vaso"
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#27 Messaggio da Edimau »

@ Roberto.

Ho provato a fare questo, può essere utile?


2 Elettronica.docx (125,46 KB) 1 Indice.docx (14,6 KB)

Maurizio
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roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#28 Messaggio da roy67 »

Può essere utile se te lo stampi per ripassarlo a casa o quando hai dubbi.
Direi che è un ottimo prontuario per i concetti principali di elettrotecnica. Ovviamente, come ho già detto, è un riassunto... molto riassunto e semplificato al massimo.
Ma sono concetti indispensabili per apprendere ciò che verrà poi. :wink:
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marioscd
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#29 Messaggio da marioscd »

volevo fare due precisazioni relative a quanto detto finora... relativamente al flusso della "corrente", convenzionalmente essa si intende "la direzione delle cariche elettriche positive", ciò significa che, essendo gli elettroni cariche elettriche "negative", esse viaggeranno in moto inverso alla direzione della corrente. In pratica lo schemino postato sopra da Roy non è da intendersi come il moto degli elettroni ma proprio quello della corrente.
La seconda precisazione riguarda la questione della relazione tra corrente e tensione. In realtà, quando Roy scrive che: "Erroneamente a quanto comunemente si pensa, la pericolosità della corrente elettrica non è sita nei volts, bensì negli ampere." dice una cosa corretta ma spiegata forse un po' troppo semplicisticamente. Cerco di spiegarmi meglio: esiste una correlazione tra queste due grandezze elettriche e sono certo che Roy in una delle prossime puntate la spiegherà, perchè essa è un po' la base di tutta l'elettronica e l'elettrotecnica. Non entro nel dettaglio, ma vi basti sapere, per ora, che non può esistere corrente elettrica se non c'è "differenza di potenziale" (ovvero tensione) e l'intensità di tale corrente è in relazione sia alla tensione stessa sia alla resistenza al passaggio della corrente. Quando noi "prendiamo la scossa", è perchè attraverso il nostro corpo circola una corrente elettrica. Essa è, come detto da Roy, potenzialmente letale ma affinchè essa sia di sufficiente intensità a provocarci dei problemi sarà necessario che la tensione sia sufficientemente alta, perchè la resistività del corpo umano (ovvero la "resistenza" al passaggio del flusso di elettroni che hanno le nostre cellule) è sostanzialmente fissa. Per questo motivo la "scossa" la prenderemo toccando due cavetti della tensione di casa a 220 Vac e sicuramente schiatteremmo all'istante (bruciacchiati!) se toccassimo la linea aerea a 3000V delle linee ferroviarie scaricandola a terra, ma NON la prenderemo mai toccando due cavetti del nostro trasformatore dei treni anche se esso è posto alla massima tensione disponibile (circa 15 Vcc) e non la prenderemo MAI comunque nemmeno se il nostro trasformatore fosse in grado di erogare anche correnti elevatissime... In buona sostanza bisogna ricordarci che è vero che è la corrente elettrica quella che ci stende ma è anche vero che senza tensione non circola corrente e se la tensione non è sufficientemente alta non circolerà abbastanza corrente nel nostro corpo tale da provocarci fastidi.

ciao
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#30 Messaggio da roy67 »

Giustissimo Mario. Basti pensare che quando prendiamo la scossa scendendo dall'auto, perché indossiamo abiti sintetici (che hanno accumulato cariche elettrostatiche) si posso scaricare anche 2000 Volts... Ma, essendo privi di corrente, non sono letali.

Ma a questo ci arriverò quando alcuni altri concetti di base saranno trattati.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#31 Messaggio da roy67 »

Il magnetismo

Il magnetismo è una branca della fisica che studia i fenomeni magnetici. Il nome deriva da "magnetite", minerale naturale che ha la proprietà di attrarre i metalli ferrosi.
Come abbiamo visto, l'atomo è composto da protoni, neutroni ed elettroni. Abbiamo anche visto che gli elettroni hanno la capacità di muoversi, saltando da un atomo all'altro. Vediamo ora la caratteristica che ci "regalano" protoni e neutroni nei materiali ferrosi.
Nei materiali ferrosi, l'atomo, è costituito in egual parte da neutroni (carica negativa) e protoni (carica positiva), e sono disposti a caso, senza nessuna regola. Questo fa si che il materiale ferroso che essi compongono divenga a carica neutra, ovvero una forza annulla l'altra, rendendolo neutrale.

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Nella magnetite, invece, i protoni ed i neutroni sono disposti ordinatamente, tutti rivolti nello stesso senso, i protoni da un lato e i neutroni dall'altro "polarizzando magneticamente" il materiale. Questo fa si che qualsiasi materiale ferroso vi si avvicini ne venga attratto.
Questo effetto è chiamato "attrazione magnetica". I lati del magnete (o calamita) vengono quindi chiamati con un nome specifico che sottolinea il tipo di forza che viene a svilupparsi. Prendendo spunto dal nostro pianeta, che è anche un gigantesco magnete, il polo positivo viene definito "Nord", con sigla "N", mentre il polo negativo viene definito "Sud", con sigla "S".

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Questi poli si attraggono fra loro se opposti, ma si respingono se uguali.
Se infatti avviciniamo un magnete ad un materiale ferroso, essendo quest'ultimo neutro, verrà attratto da entrambi i lati, in quanto, avendo la costituzione atomica disordinata, ci sarà senmpre qualche polo contrario al magnete, e ne verrà attratto.
Ma se avviciniamo un magnete ad un altro magnete, avremo l'attrazione solo se i poli a contatto saranno N-S, invece repulsione se avviciniamo N-N oppure S-S.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#32 Messaggio da roy67 »

Il campo magnetico

Avendo appurato che i magneti generano l'attrazione ai materiali ferrosi, oppure attrazione/repulsione fra loro, andiamo ad analizzare come ciò avviene.
L'attrazione avviene in un area ben precisa, che dipende dalla "forza" e dimensione del magnete stesso. Tale area viene denominata "campo magnetico". La dimensione del campo è sempre di dimensione identica, ma la forza attrattiva sale in maniera proporzionale alla vicinanza del magnete.

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Quindi, riassumendo, quando un magnete si avvicina ad un materiale ferroso, qualsiasi polo vi sia affacciato, genera un campo magnetico attrattivo, cioè attrae a se il materiale ferroso.
Se ad avvicinarsi sono due magneti, con poli inversi si attraggono.

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Se invece i poli sono uguali, Nord-Nord, oppure Sud-Sud si respingono.

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Per verificare ciò, facendo un piccolo esperimento, è sufficiente prendere una bussola (che è attirata a Nord dal campo magnetico terrestre, essendo l'ago magnetico) e avvicinarvi una piccola calamita.
Avremo l'effetto "attrazione" dell'ago, quando i poli dei magneti saranno opposti, mentre avremo la "repulsione" quando i poli saranno uguali, ciò lo avremo girando di 180° la calamita.
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roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#33 Messaggio da roy67 »

Vi sarete chiesti: Cosa c'entra il magnetismo con l'elettronica.. E' presto spiegato.

L'elettromagnetismo

L'elettromagnetismo è una branca della fisica che studia la relazione fra i fenomeni elettrici e i fenomeni magnetici.
L'elettromagnetismo è la base della produzione dell'energia elettrica (anche se oggi vi sono altri metodi, ecologici e rinnovabili), fenomeno fisico che ha fatto si che si potesse costruire la dinamo, l'alternatore, i motori elettrici e tante altre apparecchiature.
Come accennato poc'anzi, la produzione dell'energia elettrica avviene tramite la dinamo o l'alternatore.
Ovvero un avvolgimento di filo elettrico "arrotolato" su un materiale ferroso, se lo si fa girare, tramite un perno, all'interno di un campo magnetico, genera corrente elettrica. Ovvero, il campo magnetico ha la proprietà di mettere in movimento gli elettroni all'interno del conduttore che costituisce l'avvolgimento.

<font color="red">E' un riassunto molto.. riassunto.. Lo so. Ma come accennato non è una lezione universitaria di elettrotecnica... Solo un infarinatura superficiale, semplice e comprensibile. Dinamo ed alternatore sono molto, ma molto differenti tecnologicamente.. Ve volete approfondire, come già detto, vi invito a fare ricerche sul web.</font id="red">

A tal proposito ho trovato questo semplice video su youtube che, con semplicità, spiega il fenomeno elettromagnetico della corrente alternata... Quindi: l'alternatore.



Ora, stabilito che, all'interno di un campo magnetico possiamo mettere in movimento gli elettroni e generare corrente elettrica... E' assolutamente vero che può accadere il contrario.
Cioè: Se alimentiamo elettricamente un avvolgimento di filo di rame, all'interno di un campo magnetico, otteniamo la rotazione del perno... Il motore elettrico.

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sma835_47
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#34 Messaggio da sma835_47 »

Permettetemi di meglio specificare alcune cose dette nei post precedenti da Mario e da Roy.

" Essa è, come detto da Roy, potenzialmente letale ma affinchè essa sia di sufficiente intensità a provocarci dei problemi sarà necessario che la tensione sia sufficientemente alta, perchè la resistività del corpo umano (ovvero la "resistenza" al passaggio del flusso di elettroni che hanno le nostre cellule) è sostanzialmente fissa."

In realtà la resistenza del corpo umano è abbastanza diversa secondo i punti in cui viene misurata, le condizioni in cui viene misurata e le condizioni fisiche della persona. E' abbastanza risaputo che con la mani bagnate si prende più facilmente la scossa: infatti la resistenza di contatto tra la pelle delle mani e l'elettrodo cade bruscamente se le mani sono bagnate (peggio se di acqua salata). Inoltre entro certi limiti, la mortalità di una corrente dipende anche dal percorso all'interno del corpo. Il percorso peggiore è se la corrente attraversa il cuore, perché lo manda in fibrillazione con buona possibilità di arresto cardiaco. Il limite massimo di sicurezza è 30mA (è la corrente nominale differenziale dei nostri "salvavita", che in realtà sono efficaci, ovvero salvano effettivamente la vita con una percentuale di successo del 95% dipendendo il rimanente 5% dallo stato della persona). Nei suoi in presenza di acqua, bagni per esempio si mettono salvavita con livelli di 10mA o inferiori, proprio perché la possibilità di avere la pelle bagnata facilita il passaggio di corrente, sempre a parità di tensione.

"Ovvero, il campo magnetico ha la proprietà di mettere in movimento gli elettroni all'interno del conduttore che costituisce l'avvolgimento."
In realtà all'interno di un conduttore che ruota in un campo magnetico si genera una differenza di potenziale, un tensione per dirla con altre parole. Se si chiude il circuito allora questa tensione fa circolare una corrente.

Scusate le precisazioni, ma penso sia utile, pur nella semplicità, mantenere una certa precisione in modo che non si creino distorsioni di partenza.
Saluti
Saverio
Saverio - C.M.P. Club Modellismo Pavese

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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#35 Messaggio da marioscd »

correttissimo! la semplificazione della resistività fissa era per semplificare il concetto della relazione tra corrente e tensione. Ci sono stati casi di persone che sono sopravvissute a scariche elettriche di alto voltaggio perchè la corrente, che è piuttosto bizzarra, li ha attraversati senza scaricarsi su organi vitali. Ma non solo nel corpo umano avvengono questi episodi... io ho personalmente visto effetti di un fulmine (che è un enorme generatore di tensione altissima e scariche di corrente statica) che hanno letteralmente liquefatto una vite M10 di acciaio inox dopo avere attraversato diversi equipaggiamenti collegati alla linea dove il fulmine è disceso senza nemmeno danneggiarli. In altri casi ci sono state stragi di televisori o scaldabagni elettrici...

ciao
Mario Scuderi - C.M.P. Club Modellismo Pavese ...ciò che è piccolo a volte diventa grande...

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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#36 Messaggio da Edgardo_Rosatti »

roy67 ha scritto:
Ora, stabilito che, all'interno di un campo magnetico possiamo mettere in movimento gli elettroni e generare corrente elettrica... E' assolutamente vero che può accadere il contrario.
Cioè: Se alimentiamo elettricamente un avvolgimento di filo di rame, all'interno di un campo magnetico, otteniamo la rotazione del perno... Il motore elettrico.


E' il concetto di reversibilità di un motore elettrico che con opportuni accorgimenti può funzionare sia come produttore di trazione/movimento o di elettricità. Cosa che avviene anche nei motori dei treni che usiamo tutti i giorni.

Vai Roy!
:grin: :grin: :grin:
ED

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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#37 Messaggio da roy67 »

Esatto Edgardo. Se si pensa che da sempre si conosce questo fenomeno... ma non lo si è mai applicato... :wink:

La bobina elettromagnetica


Abbiamo visto che facendo girare un campo magnetico attorno ad un avvolgimento elettrico generiamo la corrente elettrica.
Abbiamo anche visto che può accadere il contrario, ovvero, se facciamo percorrere da una corrente elettrica un avvolgimento all'interno di un campo magnetico.. questo gira...

Ma,.. Cos'è l'avvolgimento elettrico?

L'avvolgimento elettrico è una vera e propria bobina, sulla quale è arrotolato un filo di rame, ricoperto da una cera isolante. La cera isolante serve ad isolare il filo da eventuali contatti, che farebbero transitare la corrente per una "strada non voluta", più "corta"... :wink: e non facendogli percorrere tutte le spire che avvolgono la bobina.

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E' quindi appurato che un avvolgimento elettrico (bobina), in base a quante spire ha ed il diametro del filo che le avvolge, genera un campo magnetico più o meno forte.

Se noi avvolgiamo un pezzo di filo cerato attorno ad un tubetto di plastica o qualsiasi altro materiale, se vi facciamo transitare una corrente, al suo interno si forma un campo magnetico.
Ecco spiegato il concetto di "elettrocalamita". Ma, non solo, avendo un flusso magnetico polarizzato, nel senso delle spire, possiamo far muovere un pernetto di materiale ferroso posizionato al suo interno, che, polarizzandosi, seguirà il flusso magnetico Nord-Sud.

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Questo è fisicamente il funzionamento dei motori elettromagnetici che abbiamo nei deviatoi del plastico.
Due elettromagneti contrapposti muoveranno il perno in direzione Nord-Sud oppure Sud-Nord, in base a quale dei due elettromagneti viene percorso dalla corrente, attirando a se il perno, prima in un senso, poi nell'altro.


P.S. Se qualcuno volesse fare esperimenti per capire meglio il concetto, consiglio di utilizzare, come fonte elettrica, una pila da 9 volts.... :wink:
La scossa faremo sempre in tempo a prenderla un altra volta.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#38 Messaggio da roy67 »

Il trasformatore

Stabilito che, se facciamo circolare una corrente elettrica in un avvolgimento, abbiamo un effetto elettromagnetico all'interno delle spire, quindi un materiale ferroso si magnetizza, venendo attirato dal flusso elettromagnetico. Ma se il materiale ferroso viene bloccato all'interno delle spire dell'avvolgimento, cosa accade?

Accade che il flusso elettromagnetico percorre il materiale ferroso, andando a magnetizzare tutto il corpo metallico, trasmettendo tale flusso altrove.
Se inseriamo un secondo avvolgimento, il flusso elettromagnetico che si forma all'interno del primo avvolgimento, creerà un campo magnetico che farà muovere gli elettroni all'interno del secondo avvolgimento, generando un altra corrente elettrica.
La differenza del numero di spire fra il primo avvolgimento (chiamato avvolgimento primario) ed il secondo avvolgimento (chiamato secondario), creerà una differenza di tensione in uscita.

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Ciò però può accadere solo con la corrente alternata.
Ecco costruito il trasformatore di corrente.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#39 Messaggio da roy67 »

Ripasso


Prima di proseguire, credo sia buona cosa fare un piccolo ripasso dei vari passi che abbiamo affrontato.

I materiali conduttori: Sono detti conduttori tutti quei materiali che consentono il transito della corrente elettrica. Detti invece isolanti tutti quelli che si oppongono totalmente alla conduzione.

La corrente elettrica: E' l'insieme del moto delle cariche elettriche che percorrono un conduttore in un determinato tempo.

I Volts: Sono la tensione elettrica, il volume.

Gli ampere, sono l'intensità della corrente elettrica.

I Watt: Sono la potenza della corrente elettrica, calcolati moltiplicando volts ed ampere.

La corrente continua: E' il moto costante nel tempo di cariche elettriche che percorrono un conduttore, per ritornare dall'altro.

La corrente alternata: E' il moto di cariche positive che si alternano a cariche negative fra i due conduttori.

Il campo magnetico: L'area in cui le forze magnetiche di attrazione/repulsione si attivano.

La bobina: E' un avvolgimento elettrico con capacità di creare un campo elettromagnetico.

Fatto il ripasso, iniziamo ad addentrarci nei meandri dei circuiti elettrici.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#40 Messaggio da roy67 »

Non mi sono arenato. :wink:

Il problema è che ora bisogna fare anche schemi per meglio comprendere. Li sto preparando.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#41 Messaggio da roy67 »

I circuiti elettrici

Abbiamo visto cos'è la corrente elettrica, vediamo ora come sfruttarla.

La corrente elettrica, come abbiamo già visto, è un flusso di cariche elettriche che si muovono all'interno di un conduttore, ma perchè siano in movimento il circuito deve essere "Chiuso".
Cosa significa:
Che il circuito, partendo dalla fonte, deve arrivare all'utilizzatore, uscirne, e ritornare alla fonte. senza interruzioni.

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Nello schema vediamo che il flusso elettrico esce dalla batteria (attraverso il polo positivo), attraversa la lampadina e ritorna alla batteria (attraverso il polo negativo).

Ma così un impianto elettrico non va bene. Non c'è possibilità di "accendere e spegnere", la batteria si scaricherà in breve tempo.

Per spegnere la lampadina è necessario "aprire" il circuito. Ovvero, fare si che il flusso elettrico si interrompa, in qualsiasi punto.

Inseriremo quindi un "pulsante". Il pulsante è un contatto elettrico che ci darà possibilità di "chiudere" il circuito o "aprirlo" a nostro piacere.

Nello schema seguente ho inserito un dito alluc... ehm.... indice che simulerà la chiusura/apertura del circuito.

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Come si può notare, la corrente arriva al pulsante, ma essendo questi aperto (i contatti non si toccano fra loro) si ferma. Non c'è corrente elettrica in transito.

Ma se lo premiamo, i contatti, toccandosi, chiuderanno il circuito, facendo accendere la lampadina.

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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#42 Messaggio da roy67 »

Dispositivi elettrici di accensione e spegnimento

Per far transitare la corrente elettrica e farla arrivare all'utilizzatore abbiamo bisogno di un dispositivo che "chiuda" od "apra" il circuito.
Dispositivi ne esistono tanti, manuali, automatici, elettromagnetici, elettronici.

Ognuno di questi dispositivi ha un nome specifico, che ne dichiara lo specifico funzionamento interno.
Nelle prossime righe andremo ad analizzare tali dispositivi, iniziando a chiamarli con il loro nome corretto.
Iniziamo dai dispositivi più semplici, i dispositivi a comando manuale.

Nel precendente schema, abbiamo visto l'utilizzo di un "pulsante", cos'è un pulsante?

Il pulsante è un contatto elettrico manuale, con una parte plastica isolata, che ci permette di non prendere la scossa quando viene premuto.
Al suo interno vi è una molla di ritorno che, una volta rilasciata la parte da premere, la fa risollevare, sganciando il contatto elettrico interno, riaprendo il circuito.

Esistono due tipi di pulsanti e la loro funzione è data dal tipo di contatto interno.

Pulsante Normalmente aperto

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Il pulsante normalmente aperto è un pulsante che ha i contatti interni "aperti", come già spiegato, aprono il circuito. Solo premendolo, il circuito si chiuderà, ma una volta rilasciato, si aprirà di nuovo. Il tipo di contatti, appunto Normalmente Aperti, creano l'acronimo "NA". Quindi, il suo nome tecnico è: Pulsante NA.
Oppure dall'acronimo anglosassone "NO" Normaly Open.

Pulsante Normalmente Chiuso

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Il pulsante Normalmente Chiuso è esteticamente identico al pulsante NA, ma i sui contatti interni sono chiusi, quindi chiudono il circuito elettrico. Solo premendolo si aprirà. Come per il precedente pulsante, l'acronimo deriva dal tipo di contatti interni. Quindi: pulsante NC, Da Normalmente Chiuso, opuure Normally Close.

Interruttore

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L'interruttore è un contatto che, a differenza del pulsante, una volta premuto, rimane agganciato e non dipende più dalla pressione o meno del dito. Per sganciarlo, è necessaria una seconda pressione.
In questo caso diviene sia NA che NC, a seconda di come viene lasciato a nostro scrupolo.

Deviatore

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Il deviatore, come l'interruttore, mantiene il contatto elettrico chiuso, senza la continua pressione, ma a differenza del primo, che ha solo due contatti (entrata-uscita) il deviatore ne ha tre. Cioè, mentre è in grado di chiudere un contatto, contemporaneamente ne apre un altro e viceversa.
E' detto appunto deviatore in quanto devia la corrente per due diversi conduttori. Oppure da due diversi conduttori, chiude una solo uscita.

Mi raccomando. Se qualcosa non dovesse essere sufficientemente chiaro.. Chiedete.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#43 Messaggio da roy67 »

Riassumendo.

La corrente elettrica corre nel conduttore solo quando il circuito è chiuso. Da questo, vengono denominati i tipi di contatti manuali che, se lasciati stare (non premuti) aprono o chiudono un contatto elettrico, aprendo o chiudendo il circuito elettrico.
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#44 Messaggio da roy67 »

Circuiti con deviatori

Abbiamo visto che pulsanti ed interruttori aprono o chiudono il circuito elettrico. Vorrei invece soffermarmi un attimo sul deviatore.

Il deviatorte, se collegato a due soli conduttori (ingresso ed uscita) funziona da interruttore.
Ma possiamo fare circuiti molto più complessi, che talvolta semplificano il circuito stesso.
Un sistema di "deviazione elettrica" è spesso utilizzato nelle nostre case, per accendere il lampadario da due punti diversi della stanza. Come funziona?
Presto spiegato e, mentre lo faccio, mi addentro sempre un po' più nella "simbologia elettrica", in modo da abituarvi anche a leggere uno schema elettrico.

Quindi, riferendomi allo schema più sotto, avremo la polarità elettrica positiva, che sarà evidenziata in rosso (non sarà più evidenziato il flusso, la corrente, ma solo la tensione) e la polarità negativa (evidenziata in nero).
Avremo poi due deviatori, chiamati D1 (deviatore 1) e D2 (deviatore 2)

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Supponendo la posizione, indicata nello schema, dei contatti dei deviatori, avremo la corrente che illumina la lampadina.

Ma se premiamo il deviatore 2, apriamo il circuito, e la lampadina si spegne.

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Se dovessimo, a questo punto, premere il deviatore 1 (D1) chiuderemmo il circuito, sull'altra linea, e la lampadina si riaccende di nuovo.

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Se ora premiamo di nuovo D2, apriremmo ancora il circuito, spegnendo la lampadina.

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Conclusione:

Se colleghiamo due deviatori in serie, sui contatti deviati (detti NC e NA) potremmo accendere e spegnere la lampadina da qualsiasi punto, indifferentemente.
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#45 Messaggio da roy67 »

Il relè

Un altro tipo di deviatore, molto usato nei circuiti per plastici, è il relè.

Il relè è un apparecchiatura elettromagnetica che funziona come il deviatore, cioè devia la corrente elettrica su due diversi conduttori, ma a differenza del deviatore, che necessita di comando manuale (il piulsante deve esere premuto manualmente) il relè è dotato di una bobina elettromagnetica che, quando alimentata da corrente elettrica, si magnetizza, attirando a se i contatti interni del deviatore elettrico.

Questa funzione ci permette di attivare o disattivare un apparecchiatura, in base all'alimentazione elettrica di un altra apparecchiatura.
Ovvero, se accendiamo una lampadina, possiamo accendere anche qualcos'altro, con voltaggio anche differente, in quanto l'alimentazione della bobina elettromagnetica ed i contatti del relè sono indipendenti, semparati fra loro.

Nel seguente schema abbiamo il "nostro bel" pulsante NA che comanda una bobina di un relè. Il pulsante è aperto, quindi non c'è alimentazione alla bobina, i contatti chiusi sono fra V2 e A.

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Quando premeremo il pulsante, chiudendo il crcuito fra V1+ e V1-, alimenteremo la bobina e questa scambierà i contatti chiusi si V2 e B, aprendo il circuito su A.

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Rilasciando il pulsante tutto tornerà come in precedenza.

Esistono tanti tipi di relè, quello che ho messo nello schema è di tipo "a 1 contatto in scambio", ma ne esistono di svariati tipi, per ogni necessità.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#46 Messaggio da roy67 »

Collegamento in parallelo di utilizzatori

Spesso si sente dire che un particolare collegamento elettrico vuole effettuato in parallelo od in serie. Cosa significa, come si fa?

Partiamo dal collegamento in parallelo.

Collegare in parallelo significa che tutti gli utilizzatori (apparecchiature elettriche) sono collegati singolarmente ad una stessa linea elettrica, quando il circuito viene chiuso tutti gli utilizzatori si accenderanno contemporaneamente, ognuno preleverà corrente d'alimentazione dalla stessa linea in modo indipendente.
Per fare ciò, però, dobbiamo tenere conto dell'assorbimento elettrico di ogni singolo utilizzatore, per fare in modo che i fili di alimentazione siano di sezione corretta e che la corrente fornita sia sufficiente.

Prendiamo ad esempio il seguente schema:
Abbiamo 3 lampadine (denominate L1-L2-L3) da 2 Watt, collegate in parallelo, che funzionano a 12 volts.

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La linea fra V+ e V- dovrà fornire 12 Volts, in quanto ogni lampadina viene alimentata da 12 volts indipendentemente, ma quanti ampere dovranno esserci perché funzioni tutto in modo regolare?

Abbiamo visto all'inizio il calcolo da fare, ovvero W/V=A
Ma le lampadine sono 3. Quindi dovremmo fare (W"3)/V=A

Tradotto in soldoni (2"3)/12=0,5 ampere

Questo tipo di collegamento rende le lampadine indipendenti, se una brucia, le altre continueranno a funzionare regolarmente, senza alcun problema.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#47 Messaggio da roy67 »

Collegamento in serie di utilizzatori

Per collegamento in serie si intende che gli utilizzatori sono legati fra loro, in serie, ad un solo filo elettrico che entra ed esce, passando all'utilizzatore successivo.

Questo tipo di collegamento è però molto delicato. Se una lampada brucia od un filo si stacca, tutta la serie smette di funzionare, a differenza del collegamento in parallelo ove smetterà di funzionare solo il dispositivo/utilizatore compromesso.

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Anche in questo caso bisogna fare alcuni calcoli per una corretta connessione, leggermente più complessi del collegamento in parallelo.
Se nel caso precedente si dovevano solo sommare gli assorbimenti elettrici, in questo caso dovremo sommare anche le tensioni.

Quindi, tenendo in considerazione sempre le 3 lampadine da 12 volts - 2 Watt dovremo comportarci come segue:

V= 12+12+12= 36 volts
A= (2"3)/36=0,16 ampere (anche se in effetti è leggermente di più... ma non sto a spiegare le complesse dinamiche).

Quindi fra V+ e V- dovranno esserci 36 volts. Una tensione anomala, difficile da trovare in commercio un trasformatore adeguato.
Bisogna quindi fare i corretti calcoli precedentemente per avere una tensione fra trasformatore e lampadine adeguata.

Ad esempio, le file delle lucine dell'albero di Natale, sono alimentate in serie, a 220 volts. ma se nella fila sono 20 lampade... 220/20=11. Lampadine da 12 volts sono perfette. :wink:
Se le lampadine fossero solo 10.. 220/10=22.. Lampade da 24 volts sono perfette... etc.

Bisogna sempre ytrovare il giusto compromesso fra tensione di alimentazione e tensione di funzionamento... sempre in leggero eccesso.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#48 Messaggio da roy67 »

Bene. Fino a questo punto è tutto chiaro?
Ci sono dubbi?

Perché ora ci si addentrerà in un ambiente un po' più complesso dei semplici circuiti e collegamenti elettrici.
Inizieremo a parlare di conduttori e semiconduttori, dei componenti elettronici e le loro caratteristiche, inizieremo anche a creare qualche circuitino (solo schematico, ma qualcuno può anche costruirlo veramente) per apprendere ciò che avviene e perché.
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#49 Messaggio da Pierluigi1954 »

Sei meglio della "Scuola Radio Elettra Torino"

Grande Roberto :smile:


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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.

#50 Messaggio da liftman »

Se mai mi fossi trovato a lavorare in quelle condizioni, il minimo che avrei fatto sarebbe stato un "per favore mi tieni ferma la BOBINA EAT? [:o)] e poi avrei inserito la spina :wink:
Ciao!
Rolando

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