-Tutto ebbe inizio il 29 marzo del 2014, giorno del mio compleanno.
Era un sabato e dopo aver assolto agli obblighi familiari della mattina, avevo ritagliato un po’ di tempo da dedicare a me stesso ed ero andato a trovare il solito gruppo di amici fermodellisti che tutti i sabato mattina si ritrova al negozio di modellismo EffeModel, per le solite quattro chiacchiere in compagnia.
Tra i diversi argomenti di discussione, avevo palesato il mio desiderio di possedere un esemplare di E636 in livrea tutta isabella, possedendo già il vecchio modello ROCO E636.055 in castano / isabella; desiderio condiviso anche da Giuseppe (Josefloco61) che abbracciava la mia idea di progetto.
Viste le mie assenti finanze per acquisti velleitari mi sarebbe bastato un modello usato, anche malandato da rimettere a posto, che non avesse necessariamente tutte le chiodature e i super dettagli in scala dei modelli di recente produzione; cercavo il classico usato senza pretese da sistemare e poter verniciare come desiderato.
Neppure a farlo apposta, ascoltando il negoziante durante la vendita di un modello nuovo, lo sentii proporre all’acquirente la possibilità di un usato ROCO, a dire la verità notata la strana coincidenza con i discorsi appena fatti mi si drizzarono subito le antenne.
Concluso l’affare per un modello nuovo l’acquirente andò via, insieme a Giuseppe chiedemmo informazioni sul modello usato al negoziante e venne fuori la E636.064 ROCO in castano / isabella che ad un primo esame non pareva tanto male, era stata maltrattata nell’incollaggio degli aggiuntivi ed aveva circolato su di un plastico dove, i cambi di pendenza per nulla corretti avevano limato il carter inferiore dei carrelli a furia di strisciare sulle traversine.
Inutile dire che Giuseppe l’acquistò immediatamente quasi soffiandomela dalle mani ed io dovetti recedere dall’acquisto per la solita indisponibilità finanziaria… neanche il giorno del mio compleanno ero riuscito a farmi un regalo, bah! (il mio stato d’animo non era certo dei migliori).
Ad un anno circa da quell’episodio, la Lima Expert mette in commercio il suo bellissimo esemplare di E636, ero quasi certo che Giuseppe si sarebbe disfatto della vecchia ROCO per la nuova Lima nella livrea tanto desiderata… di sicuro non mi crederete, ma ecco verificarsi quanto sperato e la E636.064 ritorna da me, ad un prezzo inferiore rispetto alla precedente compravendita con il gradito omaggio da parte di Giuseppe, di una boccetta del colore Isabella ed una di diluente, entrambi della Puravest.
Finalmente, a distanza di un anno dalla precedente delusione, la E636.064 era tra le mie mani ed il mio progetto poteva avere inizio……..!
Appena giunto a casa, ho cercato di capire di che modello ero entrato in possesso e consultando il sito molto completo, http://gamos81.altervista.org/ sono così venuto a conoscenza che si trattava del modello Roco E636.064 articolo 43606 (1), dove la cifra tra parentesi indica una riedizione dello stesso articolo con una diversa numerazione o caratteristica.
In particolare, è il modello in scala H0 della locomotiva elettrica E636.064 livrea Castano/Isabella, con coprigiunto basso, boccole a strisciamento, pantografi 42, del deposito di Bolzano, di Epoca IV prodotta nel 1990.
Avevo tra le mani un gioiellino Roco “Made in Austria” di 25 anni or sono, su cui Giuseppe in un anno non era riuscito a mettere le sue abili modellistiche manine e che abbisognava di cure urgenti.
Dopo essermi documentato, ho iniziato l’esame attento del modello per rendermi conto dei lavori da fare, decisi così di iniziare dalla parte funzionale, quella estetica l’avrei esaminata dopo con calma.
Non che mi aspettassi qualcosa di totalmente diverso, ma le sorprese da lì a poco non sarebbero mancate: un carrello risulta con un assale folle a causa dell’assenza di due ingranaggi della trasmissione, entrambi i carrelli sono mancanti degli innesti porta gancio a norme NEM.... a questo punto mi chiedo: ma il precedente proprietario come la usava se non poteva installare nessun gancio? Bah! Anche la vite centrale che tiene il carrello solidale al telaio, risulta spanata, la molla sotto di essa è rotta e accorciata.
Continuando con la parte estetica, riscontro diverse colature di collante anche in punti dove la colla non avrebbe avuto motivo di esistere, un paio di corrimano sono mancanti e dall’interno della cabina A i due macchinisti sono svaniti, di sicuro saranno fuggiti per paura del cambio di proprietà!
Decido di mettere da parte le due casse e dedicarmi solo alla meccanica, per fortuna mi ero dotato di qualche ingranaggio di ricambio per la sorella E636.055 in mio possesso, che mi aveva fatto la gradita sorpresa di sbriciolare quattro ingranaggi della trasmissione di un carrello, rimanendo immobile al centro della mia vetrina, http://www.scalatt.it/forum/topic.asp?T ... ia,vetrina costringendomi ad un recupero mediante l’invio di una doppia trazione di D445 Lima a motore G (non è uno scherzo), fortuna che i ganci ad occhiello hanno effettuato l’aggancio automatico, altrimenti avrei dovuto smontare ½ vetrina.
Installati i nuovi ingranaggi, sono andato alla ricerca dei particolari mancanti, fortunatamente li ho reperiti on line con pochi euro da un venditore che stava cannibalizzando una E646 Roco con cui la E636 condivide telaio e meccanica.
Dopo lo smontaggio di tutte le parti meccaniche, una pulizia approfondita ed una buona lubrificata tutto era tornato in ordine e la prova dinamica aveva confermato le doti di affidabilità, robustezza, fluidità di marcia che negli anni hanno reso famoso questo modello e la sua casa costruttrice.
Messo da parte con successo il capitolo “meccanica”, rimaneva quello che per me è la parte più difficile, il recupero estetico ed il cambio di livrea.
Decido di smontare completamente dalle casse tutti gli aggiuntivi, i pantografi e le parti trasparenti. Fortunatamente la colla utilizzata per montare gli aggiuntivi non oppone resistenza, è abbastanza vecchia e cristallizzata, mi basta spingere dall’interno i vari pioli per svincolare tutti i pezzi, ottenendo la seguente situazione.
CABINA “A”:
CABINA “B”:
Come si può ben vedere dalle foto, i fori degli aggiuntivi sono stati allargati fino a farli assomigliare a dei “crateri lunari”, il pancone della cabina A è quello più malridotto. Non ho intenzione di spendere altri soldi, dovrò riuscire a sistemarla con i mezzi in mio possesso, devo inoltre riuscire a salvare tutte le decals…. il lavoro sarà certosino, prima di commettere errori dovrò valutare bene come e con cosa procedere cercando di limitare il più possibile gli interventi.
Seguendo questo ragionamento, visto che le aree dove è necessario intervenire sono molto piccole e circoscritte, decido di costruirmi una levigatrice miniaturizzata attrezzata con un mini-micro platorello!!
Osservando cosa mi circonda, metto gli occhi sui bastoncini dei cotton-fioc, ottenendo il seguente risultato:
Poi dal mio amico meccanico e vicino di garage, trovo dei vecchi pezzi di iniettori per auto diesel e miglioro l’attrezzo iniziale per poterlo utilizzare con carta vetrata di grana più fine (1200 e 1500).
Iniziano, con circospezione, le piccole manovre di carteggiatura delle semi casse!!
Passo da una grana iniziale 750 alla 1200 e quindi alla 1500 con i risultati che potete ammirare nelle foto seguenti.
C'è il grosso problema delle decal da salvare, decido di provare la "famosa" mascheratura con il vinavil denso, sperando che al momento opportuno non si porti via tutto lasciando le decal irreparabilmente danneggiate.
Anche i numeri sul pancone vengono mascherati, decido di verniciarlo subito prima di installare tutti gli aggiuntivi, avrò meno difficoltà ad applicare la mascheratura con il nastro da carrozziere tagliato a striscioline.
Appronto dapprima un "qualcosa” per maneggiare le casse in sicurezza senza toccarle, tornerà utile soprattutto in fase di verniciatura fresca.
Eccomi pronto con il mio nuovo “ausilio”, il listello in abete 30x30 risulta ottimo e della dimensione giusta, le scalette laterali si incastrano perfettamente sul listello e tengono ferme le semicasse tenute anche dall’alto con un chiodino.
Non ho trovato il rosso pancone Puravest, quindi mi arrangio con i colori in mio possesso, miscelando al 50% i due rossi Tamiya XF7 + X7, uno matto e l'altro lucido in modo da ottenere un effetto semilucido che si avvicini al colore originale. Decido di rischiare e spruzzare comunque questo colore ibrido, se asciugando dovesse risultare troppo brutto, dovrò carteggiare i panconi nuovamente!!
Il risultato non sembra malaccio, considerando che l'illuminazione della mia lampada da tavolo è a LED ed i colori virano parecchio. Per fortuna, il nastro da carrozziere comprato al LIDL ha tenuto benissimo e si è comportato come quello modellistico Tamiya più blasonato e costoso.
Decido di installare adesso tutti gli aggiuntivi, perderò parecchio tempo nel posizionarli correttamente e perfezionare tutti i fori di alloggio, rovinati dal precedente proprietario (non josefloco61).
Dopo tanta pazienza e l'uso di tre pinzette differenti ed un chiodino, con l’ausilio di un paio di occhiali per lettura e la lente d’ingrandimento della lampada da tavolo, il risultato è il seguente.
Come sperato il cianoacrilato posto dall'interno della cassa nei vari fori degli aggiuntivi, successivamente alla loro installazione in loco, li ha incollati perfettamente riempiendo i fori enormi che si erano venuti a creare dopo lo smontaggio e l'eliminazione della colla precedente.
Le due casse vengono preparate alla fase successiva. Una bella pulita con aria compressa, seguita da un panno in microfibra di quelli per pulire lo schermo del telefono ed un pò di sgrassatore per eliminare le mie impronte digitali, è una operazione preliminare doverosa e necessaria ad eliminare tutte le tracce delle lavorazioni precedenti.
Prima di passare alla verniciatura definitiva, mi documento sulla locomotiva reale, non voglio realizzare un qualcosa di molto poco aderente alla realtà, anche se sostengo che la realtà supera di gran lunga la fantasia.
Da una ricerca in rete per immagini, trovo qualcosa di interessante, eccola:
A giudicare dai pantografi, dalla presenza di solo due tubi freno e dallo stato generale della macchina, la prima foto è più antica dell’altra…. ma a me piace di più! Chi l'ha detto che i locomotori devono essere per forza tutti sporchi?
Ottemperato alla doverosa ricerca di documenti della locomotiva reale, è arrivato il momento, proviamo questo Isabella del dott. Toffano......... montiamo l'aerografo e vediamo che succede.
Giudizio critico: …Spettacolo!!!! ...Spettacolo!!!! ...Spettacolo!!!!
Ottimo colore, si stende alla perfezione e perdona qualche erroruccio, per l'uso ad aerografo si diluisce in parti uguali: 100 colore e 100 diluente specifico.
Il brutto anatroccolo poco alla volta si sta trasformando in cigno, adesso lo attende una buona asciugatura, poi eliminerò le mascherature dalle decal e opererò le rifiniture del caso.
Di seguito delle foto eseguite più da vicino alle due semi casse, anche se le condizioni d’illuminazione artificiale a LED non consentono di apprezzare il colore reale del modello.
Anche i respingenti ricevono la loro nuova livrea.
Elimino le mascherature delle decal senza nessun problema, la colla vinilica si è rivelato un ottimo sistema, molto più economico dei vari prodotti: micro-mask, microsol, liquid mask.... ecc.
Nelle immagini seguenti, si vedranno delle piccole imperfezioni di tonalità del colore in prossimità delle decals, vi assicuro che ad occhio nudo non si riescono ad apprezzare.
Contestualmente realizzo le rifiniture del caso, mi riferisco soprattutto alle scalette di accesso che al vero hanno la pedata ed il bordo del gradino di colore nero opaco.
Poco alla volta tutto prende forma, inizia la fase del montaggio. Non prima di aver verniciato le racchette dei tergicristalli e le maniglie delle porte di accesso, poi i rubinetti degli otto tubi freno.... sapete bene che fatica visiva si prova nel compiere questa operazione; ma il risultato ripaga lo sforzo compiuto.
Prima di procedere con la chiusura dell’altra semi cassa, assumiamo una nuova coppia di macchinisti, da inserire in cabina A.
Eccoli, finalmente con un “tetto” sulla testa.
Ed infine una vista dall’alto…..
So già a cosa state pensando, ovviamente dovrei cambiare i pantografi, con quelle "due cose" sul tetto l'ottimo lavoro fatto viene sminuito.
Oltre a trovare due pantografi corretti che non mi costringano a modificare i fori originali sull’imperiale, ancora mancano all’appello: i due vomeri, il REC maschio e quello femmina.
Vedrò più in là se riuscirò a trovare qualche “occasione”, o se realizzerò dei pezzi in autocostruzione, per adesso questo è tutto.
A voi commenti, giudizi e suggerimenti.
Grazie!!
