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Ortofrutta in ferrovia

Ferrovie in esercizio e dismesse, stazioni, impianti, segnalamento e infrastrutture.

Moderatori: Fabrizio, MrMassy86

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Fabrizio
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Ortofrutta in ferrovia

#1 Messaggio da Fabrizio »

Quasi un trentennio dopo la scomparsa dei "treni derrate", prodotti ortofrutticoli tornano a circolare sui binari.

Si tratta di una iniziativa a cui prendono parte diversi soggetti, pubblici e privati, che fanno si che sia stato istituito un servizio di trasporto prodotti ortofrutticoli su rotaia tra il porto di Savona (Vado) e l'interporto SITO di Orbassano (Torino).

Un treno composto da 16 carri pianale, caricati con container, collegherà da Gennaio 2016 il porto di Vado Ligure e lo scalo intermodale di Orbassano-SITO, luogo ove si trovano centri di smistamento alcuni dei più grossi operatori del settore ortofrutticolo.

Ad oggi il centro ortofrutticolo di Torino è servito solo su gomma.

Da:http://www.mit.gov.it/mit/site.php?p=cm&o=vd&id=4209

Con la regia del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Regione Piemonte, del Commissario di Governo per la Torino Lione, dell’Autorità Portuale di Savona e della Sito, Società Interporto di Torino, con sede a Orbassano, degli operatori logistici APM Terminal e Navalia è stato avviato oggi il collegamento ferroviario tra il primo porto italiano per volumi di frutta movimentati, Savona-Vado, e la Piattaforma multimodale Logistica di Orbassano, componente essenziale della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Il treno sperimentale (16 pianali per una portata complessiva di 650 tonnellate di massa trainata in singola trazione) rappresenta l’avvio di un collegamento stabile a partire dal gennaio 2016.
“La riforma della logistica e della portualità – commenta il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio – sta procedendo concretamente con il completamento e la messa in funzione dell’ultimo miglio ferroviario tra porti ed interporti e con lo sblocco dei cantieri utili a rafforzare la competitività dei nostri porti”.
“Si parla oggi con rinnovato interesse dell’utilizzo del vettore ferroviario e delle connessioni alle reti Europee di trasporto – continua Delrio - questa nuova relazione rappresenta uno degli esempi concreti della possibilità offerte dal vettore ferroviario e dall’uso intelligente delle reti esistenti, ed è una ottima notizia per la potenzialità del sistema piemontese e ligure. L’esito positivo della sperimentazione darebbe, inoltre, la dimostrazione fisica che il porto di Savona Vado è integrato direttamente con il Corridoio Mediterraneo, rafforzando il ruolo dell’Italia nella promozione dei traffici Est-Ovest”.
Fondamentale il ruolo di Trenitalia e dell’innovativo sistema di gestione ferroviaria messo in atto dall’Autorità Portuale che si è dotata dei locomotori di proprietà necessari a impostare un sistema a costi industriali.
L’obiettivo commerciale mira a dimostrare ai primari operatori del settore ortofrutticolo insediati su Orbassano la possibilità di essere serviti non più dai porti del Nord Europa ma dai nostri scali; se si considera che solo sul Centro Agroalimentare Torino, collocato nelle piattaforma di Orbassano si movimentano oltre 500.000 tonnellate di orto-frutta all’anno (oggi trasportata esclusivamente su gomma) si può facilmente comprendere la ricaduta positiva dello sforzo oggi atto.
Viene quindi realizzato un collegamento ferroviario feeder, che sgrava il porto dall’onere di ospitare la sosta delle unità di carico in arrivo e partenza, spostando il luogo di stazionamento e di composizione dei convogli in un’area più idonea: altri porti italiani si trovano nelle medesime condizioni, serviti da linee che non consentono di operare con treni da 550 metri e di 1.600 tonnellate.
Dalla risposta positiva di questa sperimentazione dipende la possibilità di non aggravare il traffico autostradale, già congestionato, con nuovi flussi di merci che si avranno con la crescita del porto di Savona Vado.
La piattaforma logistica di Orbassano, con i suoi grandi spazi e la dotazione di magazzini, può essere un luogo idoneo per fare sostare le unità di carico, per consentirne l’eventuale lavorazione e per comporre treni lunghi da rilanciare verso le destinazioni dell’Italia settentrionale, della Francia, della Svizzera e di parte della Germania. Gli investimenti perché anche questo nodo della rete possa essere pienamente operativo con treni moderni sono in stato avanzato.


Fabrizio

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Andreacaimano656
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#2 Messaggio da Andreacaimano656 »

Grazie per la notizia Fabrizio :wink:
Ciao
Andrea
Andrea Ferreri

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MrPatato76
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#3 Messaggio da MrPatato76 »

Mi viene da dire..un ritorno al passato pensando anche al polo frigorifero che esisteva a Verona (oggetto di un articolo su TTreno se non sbaglio....)
Qui si sta riprendendo lo stesso concetto.
Roberto - Socio GasTT - Socio CMP

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Fabrizio
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#4 Messaggio da Fabrizio »

A proposito di trasporti refrigerati, ho letto che questi saranno container e so di gelati Algida già trasportati da Marcianise a Reggio Emilia con container refrigerati.

Ho poi visto che ci sono container refrigerati che viaggiano via nave, che però hanno necessità di alimentazione elettrica e infatti vengono connessi alla rete elettrica a terra e alimentati da generatori a bordo delle navi in navigazione. Tali container non hanno motore proprio perché l'autonomia sarebbe insufficiente per il lungo viaggio in nave.

I container che viaggiano su treno, invece, mi pare abbiano un gruppo frigorifero autonomo.

Qualcuno conosce più dettagli sui container refrigerati? Ne esistono di ibridi?
Fabrizio

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v200
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#5 Messaggio da v200 »

Oltre la Barilla anche l' ortofrutta buona notizia.
Per i container frigo avevo letto su una rivista che oltre al sistema elettrogeno come sui T.I.R potevano essere alimentati connettendosi alla rete.
Roby
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schunt
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#6 Messaggio da schunt »

Fanno parte dellla storia ferroviaria americana i treni refrigerati che percorrono l'america, piu' famoso e' quello che dal sud degli USA porta la verdura ai mercati del nord.

Tutto prende corpo da una conferenza internazionale che ebbe luogo a Waschgnton ne 2014, dove di prefissarono i canoni dell'intermodalita' del trasporto, cioe' la razionalizzazione in ragione della tipologia di merci caricate, cioe' dai semplici container da 20 o 40 Piedi, al tipo HC ( Hai Cube), da 45 piedi, i refrigerati, isotermici, Hopper per merci alla rinfusa, Tank container per prodotti liquidi, Gassosi, ( corrosivi, Tossici, Explosivi, Pulvirulenti ) alimentari, Chimici, semplificando la tipologia di carri ferroviari su cui questi possono venire trasportati, oltre a quelli stradali e navali sia marittimi che fluviali.

Esistono dei containers che una volta refrigerati e inserito al loro interno blocchi di ghiaccio secco, mantengono per molti giorni al proprio interno temperature a -20°, mentre la dove la conservazione deve avvenire a temperature superiori sono equipaggiati con gruppi di refrigerazione alimentabili a 380 volt trifase ( rete ) o in alternativa il proprio gruppo elettrogeno.

Perr limitare i costi di rinvio a vuoto dei containers, generalmente essi sono " vuoto a perdere", ma non tutti, cioe' quando viene istituito un collegamento refrigerato, si cerca in immediato, un carico dello stesso tipo per il ritorno, o qualche opratore che le utilizza facendoli ritornare al punto di partenza.

Come ho avuto modo di argomentare questa evoluzione, piano piano vedremo sparire le ferrocisterne per trasporto carburanti e gas liquefatti, che verranno sostituiti dai tank containers, evitando tempi morti connessi con la manutenzione degli organi meccanici ( vedi tragedia di Viareggio).

Ci dovremo abituare a vedere i treni merce esclusivamente composti con i soliti carri, magari avremo le sgargianti livree dei containers caricati su di essi !
Enzo

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Fabrizio
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#7 Messaggio da Fabrizio »

Interessante Enzo. Il vuoto a perdere, vale anche per i tank container, bulk container e simili? I container vengono in qualche modo riciclati o sono demoliti come ferro vecchio?
Fabrizio

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schunt
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Re: Ortofrutta in ferrovia

#8 Messaggio da schunt »

Stai pur certo che vengono riciclati fino alla scadenza di garanzia !

Se tu fai una capatina a Livorno, citta' dedicata, o per meglio intendersi fondata sui containers, troverai centinaia di cantieri di carpenteria metallica che ne curano la riqualificazione.

Quando un containers non viene piu' reso idoneo allo scopo, per trasferimento cargo, esso vine venduto tra i 100 e i 200 $ ed infatti nelle province di Pisa Livorno e Lucca, sono innumerevoli gli annessi agricoli ricavati in contenitori da 20 e da 40 piedi, vedi anche i tank containers utilizzati nei cantieri caricati sugli autocarri o rimorchi, come cisterne d'acqua non potabile.

Nella mia zona esiste un grande rivenditore di profilati di ferro che stiva le proprie scorte dentro container !!!!
Enzo

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Re: Ortofrutta in ferrovia

#9 Messaggio da Fabrizio »

Interessante Enzo, grazie delle informazioni
Fabrizio

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