L'idea nacque nel 2007 allorché vidi sulla rivista "I TRENI" un articolo che descriveva "un plastico ad anello", cioè un impianto che si sviluppava sui quattro lati di una stanza mediante mensole a parete, con una profondità in alcuni tratti minima, il tutto ad 1,8 metri di altezza, allo scopo di "scavalcare" porte e finestre. Pur non essendo l’ambiente molto grande, quel plastico, che riproduceva il tipico paesaggio ligure, offriva un impatto visivo notevole. Successivamente, mi sono imbattuto nel bellissimo plastico (ormai dismesso, peccato!!!) di Silvio Assi, anch’esso in stile ligure, che si ispirava alla stazione di Finalpia Santuario; tra l’altro, la copertina del famoso “Manuale del modellismo ferroviario” di Benedetto Sabatino (Duegi editrice) raffigura proprio uno scorcio del plastico di Silvio Assi.
A queste premesse aggiungo che nella seconda metà degli anni ’80 ho percorso molte volte la tratta di ferrovia ligure da Pisa a Genova, passando ovviamente nella zona delle 5 terre, dove la linea ferrata segue l’andamento della frastagliata costa ligure, ed in alcuni tratti la ferrovia è letteralmente “insinuata” tra la montagna e lo strapiombo sul mare (un paesaggio simile è presente anche sulla costa del ponente). Questo “triangolo” di elementi, cioè ferrovia, montagna e mare, mi ha affascinato a tal punto che ho pensato di progettare un impianto che cercasse di riprodurre tutto ciò, pur con tutti i compromessi del fermodellismo.
Il mio plastico (quello attuale, di quello precedente adesso qui non ne parlo) nasce come già detto nel 2007, esso si sviluppa su tutte e quattro le pareti di una stanza di circa 5x3,5 metri, e si basa su delle “scatole” ad un’altezza di 1,43 metri da terra (altezza del PdF), profonde al massimo 50 cm (moduli principali) e lunghe al massimo 100 cm, aventi base e coperchio in compensato da 8mm e pareti verticali in legno lamellare spesso 2 cm, e alte 10 cm. Gli 8 moduli principali in pratica sono delle “scatole” apribili mediante cerniere posteriori e comunicanti tra loro internamente, per far passare i cablaggi elettrici. Per “superare” la porta e la finestra ho predisposto due moduli rimovibili, uno dei quali incernierato al muro tipo “ponte levatoio” che si abbassa quando la porta è chiusa, mentre per la finestra ho realizzato un modulo completamente asportabile. I moduli scatolari sono collegati tra loro mediante due perni con rondelle e viti a galletto. Detti moduli principali sono quindi smontabili e lavorabili a parte. All’inizio i moduli scatolari erano quasi completamente chiusi, successivamente li ho alleggeriti aprendoli dal lato frontale ed in parte anche dai laterali, ottenendo una diminuzione del peso non indifferente. Aggiungo che gli 8 moduli principali poggiano su delle mensole di base spesse 2 cm fissate al muro con reggi mensole ad elle e tasselli ad espansione da 10mm. Comunque il fatto che gli 8 moduli principali siano di forma scatolare non significa che vadano aperti e chiusi spesso, anzi la considero una eventualità rara una volta completati i cablaggi elettrici (comunque accessibili frontalmente). A parte binari, massicciata, catenaria e poco altro, tutto quello che starà sopra i moduli dovrà essere asportabile, per ovvi motivi di manutenzione (apertura scatole) ed eventuale rimozione dei moduli per vari motivi. L’impianto era in origine concepito in analogico e quindi avevo predisposto molti sezionamenti, poi non ho saputo resistere al fascino del digitale (ero ancora in tempo per cambiare le cose) e adesso i sezionamenti sono limitati alle tratte di stazione, non è presente nessun sistema di blocco automatico. Lungo tutto il plastico corrono i due fili di alimentazione DCC, saldati sotto le rotaie ogni metro, oltre ai predetti fili passano in tutto l’impianto anche le principali linee di alimentazione per le varie utenze (deviatoi, paesaggio, segnali, luci impianti FS). Il plastico vorrà rappresentare una linea a doppio binario elettrificata, con raddoppi in stazione e qualche tronchino per le manovre nello scalo merci. Sarà essenzialmente un plastico-passerella, tuttavia è previsto, nella parete opposta a quella della stazione, un fascio di tre binari oltre quelli di corsa, dove sosteranno altri convogli per alternare i transiti. L’epoca temporale non sarà ben definita, cercherò di “dilatare” le epoche , pur mantenendomi nella coerenza del tutto. Nella curva ovest rispetto alla stazione sorgerà un borgo nel tipico stile ligure, che tra l’altro andrà a coprire la curva del tracciato. Anche la curva ad est della stazione sarà coperta, ma da una collinetta. Come armamento in origine ho usato binari flessibili Hornby codice 100, mentre per diverse curve e scambi avevo inserito binari Roco Line senza massicciata codice 83, con relative scarpette adattatrici. Nel corso di questi anni mi sono accorto però che le rotaie Roco tendono a sporcarsi molto più presto degli Hornby, ed inoltre avevo diversi casi di sviamento dei convogli proprio sugli scambi Roco, per cui ho recentemente sostituito tutti i binari e scambi Roco con quelli Hornby (tranne due), che anche dopo molto tempo rimangono ben lucidi. Attualmente ho completato il tracciato ed i binari di corsa sono operativi, dovrei definire l’impianto elettrico ma , per non annoiarmi troppo facendo sempre la stessa attività di tanto in tanto elaboro qualche rotabile, e presto comincerò a realizzare la base del paesaggio (edifici). Il tracciato che si può vedere dallo schema SCARM pubblicato da Fabio è l’ultima versione, ed ha subito diverse modifiche dal progetto originale. Ma adesso inserisco qualche foto, che rappresentano alcune fasi della costruzione:
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Mi scuso per la lunghezza del post (anzi diciamo che mi sono limitato


Josef