Dedicato in memoria di tutti coloro che furono deportati e sterminati nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Ci troviamo nella città di Milano nella seconda guerra mondiale.
La città, costantemente bombardata dalle Forze Alleate, é occupata dai soldati della Germania del III° reich e dai fascisti della Repubblica
Sociale Italiana.
L'odio antisemita è un motivo conduttore del nazismo e la Germania vara nel 1935 a Norimberga una legislazione antiebraica che sancisce
l'emarginazione.
Tre anni dopo l'Italia approva anch'essa un complesso e aberrante sistema di "difesa della razza", rinchiudendo gli ebrei entro un rigido sistema
di esclusione e separazione dal resto del paese.
Con la creazione della Repubblica Sociale Italiana, sotto diretta tutela della Germania, fu l'inizio della spietata caccia all'ebreo anche in
territorio italiano, cui contribuirono attivamente reparti e bande armate delle SS italiane e delle varie polizie che infestavano il Nord, pronti
a dedicarsi a questa caccia con tutto lo slancio possibile.
Talvolta, considerato che i tedeschi pagavano una certa somma per ogni ebreo consegnato nelle loro mani il movente era costituito da ricompense
in denaro.
È quindi accaduto quello che non deve accadere, in un passato non lontano, nella civile e "illuminata Europa", milioni di persone hanno permesso
che ciò accadesse: l'eliminazione del popolo Ebraico… la soluzione finale… il loro orrendo e inenarrabile sterminio.
Il Binario 21 è una vasta area interna alla stazione, con accesso a livello stradale su via Ferrante Aporti e posizionata al di sotto del piazzale
dei binari.
Fu proprio dal Binario 21, un binario ferroviario situato nei sotterranei della Stazione di Milano Centrale che tra il dicembre del 1943 e i primi
mesi del 1944, circa 1.200 Ebrei tenuti in prigionia nel carcere di San Vittore, vennero avviati ai vari campi di sterminio prevalentemente nella
Polonia invasa nel 1939 dalla Germania di Hitler tramite convogli di carri ferroviari blindati (tra campi di concentramento, lavoro e sterminio
solo in Polonia se ne stimarono l'esistenza di circa 180).
Di queste povere persone, tra cui 40 ignari bambini e parecchi anziani, solo una ventina riusciranno a tornare vivi dai lager, portandosi per il
resto dei loro giorni gli indelebili segni fisici e psichici di quell'immana sofferenza.
Nessun libro, film o testimonianza diretta possono realisticamente documentare come chi ha personalmente vissuto queste vicende, come chi, allora,
era una "non persona" che da una parte per mano e volontà di centinaia di migliaia di fanatici aguzzini e dall'altra di milioni di persone
"indifferenti" era considerata meno di un topo o uno scarafaggio.
Mai, nella storia, s'è visto progettare a tavolino, con totale freddezza e determinazione, lo sterminio di un popolo.
Studiando le possibili forme di eliminazione, le formule dei gas più "letali" ed "efficaci", allestendo i ghetti nelle città occupate, costruendo
i campi, studiando una complessa logistica nei trasporti e tanto altro.
La soluzione finale non è stata solo un atto di inaudita violenza, ma soprattutto un progetto collettivo, un meticoloso sistema di morte.
Una volta giunti al Binario 21 (all'epoca binario 1), sotto un più o meno pacato invito delle milizie, dopo aver scritto con un gesso bianco il
proprio nome e cognome per facilitare la fase di riconoscimento a destinazione ai Deportati veniva "consigliato" di lasciare le proprie valigie
ed effetti personali.
I poveri ignari non sapevano che dal quel momento tali bagagli non li avrebbero più visti e, una volta svuotati e ben selezionati, sarebbero
finiti in un enorme magazzino del campo di concentramento adibito al successivo reimpiego degli stessi oggetti.
Tutti loro, braccati, incarcerati, detenuti per la sola colpa di esser nati ebrei partivano per ignota destinazione.
Li aspettava un viaggio di 7 giorni tra sofferenza, fame sete e ansia.
Qui venivano formati i convogli con un ingegnoso sistema: uno per volta ogni carro bestiame veniva stipato con circa un'ottantina di persone
accalcate tra loro e costrette a farsi i bisogni addosso (in origine i carri trasportavano 8 cavalli), piombato e quindi posizionato su un
carrello traslatore, che si muoveva lungo un'enorme galleria.
Veniva poi bloccato in corrispondenza di un ascensore montavagoni e sollevato dal ventre della stazione fino a raggiungere un binario di manovra
all'aria aperta, situato fra i binari 18 e19.
Completato il convoglio, il treno della morte partiva, lontano da occhi indiscreti, verso l'inferno di Auschwitz-Birkenau la "metropoli dello
sterminio".
Auschwitz è il nome tedesco di Oswiecin, una cittadina situata nel sud della Polonia dove poco distante é nata mia moglie Marta e vi risiede
ancora la sua famiglia di origine.
Come detto Auschwitz era una vera e propria metropoli della morte, composta da diversi campi come Birkenau e Monowitz ed estesa per chilometri.
Ma questa é un'altra storia… anzi un altro diorama che realizzeremo nell'autunno prossimo.
Qui di seguito, la lista dei convogli di deportati ebrei partiti da Milano con destinazione:
30 gennaio 1944 MILANO-AUSCHWITZ
11 febbraio 1944 MILANO-FOSSOLI da lì per Auschwitz il 22 febbraio
30 marzo 1944 MILANO-FOSSOLI da lì per Auschwitz il 5 aprile
19 aprile 1944 MILANO-BERGEN-BELSEN
27 aprile 1944 MILANO-FOSSOLI da lì per Auschwitz il 16 maggio
14 maggio 1944 MILANO-FOSSOLI da lì per Auschwitz il 16 maggio
9 giugno 1944 MILANO-FOSSOLI da lì per Auschwitz il 26 giugno
2 agosto 1944 MILANO-VERONA da lì per Auschwitz il 2 agosto
17 agosto 1944 MILANO-BOLZANO da lì per Auschwitz il 24 ottobre
7 settembre 1944 MILANO-BOLZANO da lì per Auschwitz il 24 ottobre
17 ottobre 1944 MILANO-BOLZANO da lì per Auschwitz il 24 ottobre
? ? 1944 MILANO-BOLZANO da lì per Ravensbrück e Flossenburg
15 dicembre 1944 MILANO-BOLZANO
15 gennaio 1945 MILANO-BOLZANO
Ed ora alcune riflessioni sul diorama, poi il silenzio e la meditazione di ognuno di noi.
È il 6 dicembre 1943… é quasi l'alba e a Milano c'é un freddo pungente.
Dal carcere di San Vittore é appena arrivato un secondo camion militare telonato per tenere il "prezioso" carico umano lontano da occhi indiscreti.
I precedenti 60 deportati sono già stati stipati su un carro bestiame e quindi pronti per essere portati in superficie dall'elevatore posizionato
dietro queste arcate.
Per un immediato loro riconoscimento è importante che i proprietari dei bagagli scrivano bene in stampatello il loro nome e cognome…
Ed ora… anziani, donne, uomini, malati e bambini… bambini… ahimé, innocenti bambini, partono per il loro interminabile
viaggio verso la Polonia da quattro anni ormai annessa alla Germania nazista.
Non lasciarmi sola… Lasciatelo passare… quello la é mio marito…
Ma anche chi tenta di scappare conscio di andare incontro a immediata morte per fucilazione.
mio Padre Giorgio due volte medaglia d'argento al valor militare che, con pochi altri colleghi finanzieri, il 25 Aprile 1945 partecipò alla
liberazione della Prefettura di Milano fino a quel momento ancora temuto presidio fascista;
mia Mamma Elisabetta che allora abitava in via Felice Casati, che durante i bombardamenti delle Forze Alleate e fino a che non fu distrutta la
casa dove abitava, si rifugiava nei sotterranei attigui al Binario 21.
Ma il Binario 21 in definitiva é soprattutto dedicato in memoria di tutti coloro che furono deportati e sterminati nel campo di sterminio nazista
di Auschwitz-Birkenau oggetto del nostro prossimo lavoro fermodellistico.
"Antefatto" (marzo 2013) del Binario 21…
Gli autori sono a disposizione per domande, curiosità, informazioni e chiarimenti nella
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