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Il Tester digitale, questo sconosciuto...

Tutto ciò che è elettricità applicata al fermodellismo.

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marioscd
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Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#1 Messaggio da marioscd »

Strumento elettronico acquistabile ormai per pochi euro in qualsiasi brikocenter o mercatino dell'elettronica, esso è un apparecchio INDISPENSABILE per noi che facciamo fermodellismo.
Il tester è uno strumento in grado di effettuare diversi tipi di misura elettrica, in particolare è in grado di misurare la tensione di un circuito (sia continua sia alternata), la resistenza elettrica e la corrente (anch'essa sia continua che alternata).
Non entro nel merito della famigerata "legge di Ohm" che sta alla base di ogni circuito elettrico ed elettronico (troverete altre discussioni che trattano l'argomento oppure potete scaricarvi le tre guide di elettricità applicata al fermodellismo qui: http://www.modellismopavese.com/html/le ... niche.html ) però è bene sapere che le tre principali grandezze elettriche misurabili sono, ovviamente, strettamente collegate e dipendenti tra loro.
Volendo qua parlare dell'uso "pratico" dello strumento incominciamo con una foto di un tester generico (sono tutti molto simili tra loro):

Immagine

Questo strumento è in grado di fare anche misure sulla frequenza di un segnale elettrico alternato e misure specifiche su diodi e transistor ma noi non prenderemo in esame queste peculiarità che, spesso, nei tester economici non sono presenti.
Lo strumento è composto da un display digitale a 3 e 1/2 digit (ovvero è in grado di indicare cifre fino a 1999 più il segno), da una manopolona a scatti che servirà per scegliere la tipologia di misura e la scala di lettura e da un gruppo di boccoline per i puntali di misura (di solito sono 3 o 4).
Il selettore delle misure solitamente prevede la scelta, oltre che alle 5 misure base, ovvero tensione continua e alternata, resistenza, corrente continua e alternata, anche delle scale massime di lettura. Avremo quindi scale da 200 mV / 2,000 / 20,00 / 200,0 / 1000 Vcc (la scala di lettura da scegliere dipende dalla misura che andremo a fare.

MISURE DI TENSIONE E DI RESISTENZA:

Nel caso del fermodellismo, operando noi con tensioni continue che di solito sono nel range dei 12/20 Vcc di solito sceglieremo la scala 20,00 V. Se si misureranno tensioni basse, per esempio se volessimo verificare la tensione di caduta di un LED o qualcosa di simile allora useremo una scala più bassa come 2,000 Vcc. La cosa importante è che non importa se "sbaglieremo" scala... non succede nulla e non si danneggia nulla! semplicemente leggeremo valori insignificanti se la scala scelta è troppo alta oppure leggeremo un 1999 lampeggiante se la scala è troppo bassa. Basterà commutare sulla scala giusta e avremo la nostra lettura corretta.

Immagine

L'esempio che ho fatto qua sopra riguarda la misura di tensione ma è valida anche per le misure di corrente e di resistività. Spendiamo un paio di parole, a proposito, su queste due caratteristiche elettriche: la resistenza (o resistività) è un valore, misurato in ohm (o multipli di ohm come Kilo-ohm o Mega-ohm, rispettivamente pari a 1000 ohm o 1000000 ohm) che potremmo paragonare all'attrito nella meccanica (se mi perdonate la licenza!). La resistenza, quindi, è la forza "contraria" al passaggio di corrente. Un materiale ad altissima resistenza diventa praticamente un isolante (come plastica o legno) mentre un materiale a bassissima resistenza viene definito un buon conduttore di corrente (come oro o rame). Il "range" di resistenza entro il quale si ha una apprezzabile trasmissione di corrente varia da pochissimi millesimi di ohm fino a molte migliaia di mega-ohm. Bisogna ricordarsi una cosa essenziale... a parità di tensione elettrica, in un circuito, l'aumento della resistenza fa diminuire la corrente circolante e viceversa (effetto della legge di ohm). Qui possiamo parlare del cosiddetto "corto-circuito" che spesso ci affligge quando abbiamo qualche problema elettrico... Siamo in presenza di un cortocircuito quando, per motivi vari, la resistenza elettrica di un circuito è troppo bassa o addirittura nulla. In elettricità, qualsiasi circuito si prenda in considerazione, esso è formato sempre da due elementi: il generatore e l'utilizzatore (o carico). Il generatore fornisce alimentazione elettrica ad una certa tensione, il carico la consuma ottenendo un'altra forma di energia (per esempio calore o moto o entrambi) e il consumo energetico è misurato in Ampere (corrente elettrica). L'equilibrio tra tensione di circuito e corrente erogata è dipendente dalla resistività del carico stesso (e dei conduttori elettrici che collegano il carico al generatore). Un esempio tipico, nel fermodellismo, è il trasformatore (generatore) e la locomotiva (ovvero un motore elettrico e quindi un carico). Se tutto funziona a dovere, la resistenza elettrica della locomotiva è tale da consentire un passaggio di qualche centinaio di milli-ampere (mA, ovvero millesimi di A) con una tensione elettrica di 8/10 V. Ma cosa succede se, per esempio, un cacciavite ci cade sulle rotaie? il cacciavite è di metallo e il metallo ha bassissimi valori resistivi, ovvero fa circolare la corrente molto bene. Le due rotaie sono collegate ai due poli di alimentazione e su di esse, teoricamente, avrò la tensione scelta dalla manopola del trafo. Il cacciavite unirà di fatto le due rotaie e si porrà quindi in "parallelo" al motore della loco. Il motore ha una resistività molto maggiore rispetto a quella del cacciavite. La corrente elettrica si troverà quindi di fronte alla "possibilità" di scorrere attraverso due vie: o attraverso il motore oppure attraverso il cacciavite. Secondo voi quale strada sceglierà? per la legge di ohm essa sceglierà il percorso con minore resistenza e quindi fluirà nel cacciavite, ergo la loco si fermerà e noi avremo un bel "corto circuito"! Un corto circuito è in grado, teoricamente, di far fluire una corrente molto elevata. Una corrente estremamente elevata provocherà dei surriscaldamenti improvvisi così violenti da poter addirittura generare fiammate oppure fondere plastica e persino metallo! Per questo motivo che si usano oggetti chiamati "fusibili" da mettere in serie ad un circuito. Un fusibile è un dispositivo che si "fonde" col calore generato dalla corrente che vi transita in esso (ovviamente se tale calore è superiore ad una certa soglia). Un fusibile posto in un circuito si "aprirebbe" all'istante nel caso del nostro cacciavite sulle rotaie, sacrificandosi fondendo ma salvando così il resto dell'impianto! Vedete quindi l'importanza di "misurare" la resistenza elettrica. Tornando al nostro tester, un valore letto di pochi ohm, in un circuito, fa pensare ad un possibile corto circuito o "quasi corto", mentre un valore resistivo di decine o centinaia di ohm fino alla lettura "----" (che significa infinito) vuol dire che abbiamo valori resistivi nella norma (qui sto semplificando molto, gli esperti di elettricità non me ne vogliano!).
In linea di massima una misura di resistenza, nel nostro caso, serve per verificare la corretta posa dei binari (elettricamente parlando, intendo). Difatti dopo aver posato il circuito sarebbe buona norma, prima di alimentare, controllarne la correttezza. Posando un puntale su una rotaia e l'altro sull'altra senza alimentazione e senza locomotive sul circuito, dobbiamo SEMPRE leggere un valore "----" ovvero "infinito"! (ovviamente perchè, non inserendo la loco non abbiamo il carico e quindi il circuito è "aperto"). Se leggeremo valori intorno a 0 allora siamo in presenza di un corto-circuito. Dovremo quindi sezionare elettricamente il nostro tracciato di binari fino a che non riusciremo ad isolare il tratto di binari che provoca il cortocircuito (di solito, nella pratica, sono polarizzazioni mal fatte sugli scambi, oppure loop nascosti, oppure scambi difettosi oppure... un cacciavite finito sulle rotaie dentro una galleria!!).
Quindi, riassumendo: letture di resistenza, col nostro tester, usando la scala 2 Kohm (2000 ohm) - valore "----" o "1999" = circuito aperto, valore "0000" = corto-circuito.

MISURE DI CORRENTE:
Le misure di corrente sono un po' più complesse: per effettuarle bisogna mettere il tester in serie al carico (ovvero dobbiamo far "transitare" nel tester la corrente di utilizzo e quindi dobbiamo metterci, nel caso di una misura di corrente di una loco, tra una delle due uscite dell'alimentatore con un puntale e la rotaia dove essa era collegata sull'altro puntale.

Immagine

Attenzione che spesso bisogna usa l'apposita boccola per misure in corrente del tester. Di solito una loco consuma tra i 100 e i 500 mA (milli-ampere) e quindi si userà la scala 2A del tester.

spero sia tutto chiaro...

ciao


Mario Scuderi - C.M.P. Club Modellismo Pavese ...ciò che è piccolo a volte diventa grande...

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roy67
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#2 Messaggio da roy67 »

Ineccepibile spiegazione Mario.

Nel ferrmodellismo l'uso del tester è fondamentale. Anche solo per rilevare scarpette che, anche se metalliche, si sono isolate a causa della colla vinilica o vernice che si è insinuata all'interno.

Tester ne esistono di tanti tipi. Consiglio di non "speculare" sull'acquisto. Un buon tester è come un diamante... E' per sempre... :wink:
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#3 Messaggio da Fulvio Zanda »

Ottima guida Mario, complimenti

Io per sentirmi ancora giovane sono ancora legato al mio tester analogico ormai defunto e probabilmente a far da umus in qualche discarica , che ti permetteva di capire cosa era l'errore di parallasse.
in quel caso però non potevi sbagliare scala, perchè altrimenti la lancetta avrebbe preso una botta sul fondo scala, col rischio di danneggiarla seriamente e inficiare la precisione di lettura.
C'era pure la vitina per fare la taratura iniziale.

Ormai questi multimetri sono molto più performanti di quei tester, ma come al solito il " Vintage " , rimane nel cuore.


ciao

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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#4 Messaggio da MrPatato76 »

Fulvio Zanda ha scritto:

Ottima guida Mario, complimenti

.....

Ormai questi multimetri sono molto più performanti di quei tester, ma come al solito il " Vintage " , rimane nel cuore.


ciao



..la lancetta ha sempre il suo fascino....

Ciao
Roberto :cool:
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Digtrain
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#5 Messaggio da Digtrain »

Ragazzi siete dei fermodellisti poeti!!!! :wink:

Ciao Walter
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#6 Messaggio da sma835_47 »

Io utilizzo ancora un tester analogico con lancetta e specchietto per evitare l'errore di parallasse; ne ho anche uno digitale, ma quando lo voglio usare trovo sempre la batteria interna scarica.
Viva il "vintage".
Ciao
Saverio
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roy67
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#7 Messaggio da roy67 »

Io ho imparato con l'analogico, con fondo a specchio per avere una lettura corretta.

Per chi non lo sapesse.. E' giusto anche spiegare cos'è l'errore di parallasse.

Trattasi semplicemente dell'errore di prospettiva di visione della lancetta. Con uno specchio sul fondo, se ci mettiamo in esatto asse di visione, in modo che il riflesso della lancetta scompaia dietro ad essa, abbiamo l'esatta lettura... :wink:

ma ormai, da tempo, utilizzo tester un po' più.... "moderni"... Anche se il loro costo è di alcune centinaia di €uro... ma li utilizzo 14 ore al giorno... 6 giorni su sette.... :wink:

Questo è stato "degradato" ad uso modellistico...

Immagine:
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#8 Messaggio da Fulvio Zanda »

Vabbè Roberto, tu utilizzi il top di gamma un Fluke.

ciao

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roy67
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#9 Messaggio da roy67 »

Fulvio. L'ho anche detto. Io con il tester ci lavoro. E' un po' come la cazzuola del muratore, il pennello del pittore... vabbè.. stavo per scrivere una scemenza.. credo l'abbiate immaginata... :cool:

Infatti non consiglio l'acquisto di un Fluke... Non ne vale la pena per scopi modellistici. ma quando ne hai 3.. ed uno, talvolta.. legge male gli Ohm..... Non lo butti.. ma.... Plastico!!!
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#10 Messaggio da cf69 »

Ottima guida Mario, spiegata in modo chiaro e semplice.
Condivido il Roy pensiero, sul non lesinare in qualità.... chi piu spende, meno spende!
Naturalmente se l'uso deve essere solo quello modellistico è inutile esagerare.
Fabio Cuccia - La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché! (Albert Einstein)
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#11 Messaggio da Fabrizio »

Ottima guida.

OT a proposito di tester: pochi giorni fa volevo eseguire con un tester "cinese" una misura di tensione su un impianto elettrico. Nel condominio dove abito c'è un fascio di cavi che collegano i contatori ai rispettivi appartamenti. Ciascuna coppia fase-neutro va quindi dal contatore all'appartamento. Uno dei 10 contatori è stato disabilitato e i cavi disconnessi, sia lato contatore, sia lato appartamento. Misuro quindi la tensione fra una fase di una dorsale ancora abilitata e terra, 230V, fra neutro e terra 0V, ma con mia sorpresa tra una delle fasi disabilitate e terra misuro 60V, la stessa tensione la rilevo fra neutro disabilitato e terra. Misuro invece 170V fra fase abilitata e fase disabilitata. Questo comportamento mi pare assai strano.... eppure i cavi disabilitati sono disconnessi ad entrambi i lati :cool: Sbaglio qualcosa nel fare la misura? O la misura non ha senso?
Fabrizio

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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#12 Messaggio da marioscd »

aggiungo un'addendum alla guida:
tornando a parlare del tester e dell'uso che ne può essere fatto nel fermodellismo, di seguito si potranno trovare alcuni esempi pratici:
1) Controllo della corretta alimentazione dei binari. E' uno degli usi più comuni... abbiamo il nostro tracciato, magari diviso in sezioni, e vogliamo controllare che tutto sia alimentato a dovere... senza locomotive sul tracciato, diamo alimentazione attraverso il nostro trafo (che, ricordo, è erroneamente chiamato trafo o trasformatore, in realtà esso è un'alimentatore visto che genera corrente continua) ponendo la manopola più o meno a metà corsa, in posizione oraria. Col tester settato a 20 Vcc (cc vuol dire Corrente Continua, ca significa Corrente Alternata) poniamo i puntali sulle due rotaie e leggiamo il nostro display: se tutto è corretto dovremmo trovare una tensione di circa 7 V (comunque una tensione tra 1 e 12 V circa) senza segno (nel caso la rotaia collegata al puntale rosso sia quella con polarità positiva) oppure preceduto da un segno "-" (meno) nel caso invece al puntale rosso sia collegata la rotaia negativa. Se invertiamo la posizione della manopola del trafo e ci portiamo a metà scala in senso anti-orario, la tensione letta dovrà essere più o meno la stessa ma col segno opposto. Se la lettura sarà simile vorrà dire che i collegamenti dovrebbero essere corretti e non abbiamo problemi particolari
2) Controllo della "continuità" di un circuito. Anche questa misura è piuttosto comune... Serve per controllare che tra un punto e l'altro del nostro circuito ci sia effettivamente il corretto collegamento elettrico. Esempio pratico: abbiamo realizzato una condotta di alimentazione principale sotto i binari, l'abbiamo fatta passare in un certo numero di morsettiere tipo mammut per poter derivare i collegamenti diretti alle rotaie poste sul piano superiore e da queste morsettiere siamo saliti alla rotaia saldando il pezzetto di filo elettrico. Nonostante tutto ciò quando posizioniamo le locomotive sul binario esse non si muovono. Abbiamo il sospetto che qualche collegamento in qualche morsettiera o in altro punto non sia funzionante o sia addirittura mancante... Abbiamo realizzato la prova descritta al punto precedente e abbiamo visto che in una certa sezione non si legge la tensione elettrica che ci aspettiamo (il tester legge 0 V invece di 8 V). Dobbiamo cercare il problema: per prima cosa stacchiamo i cavi della condotta di alimentazione dal trafo e poi disponiamo il nostro tester su "ohm" scegliendo una scala di 2 Kohm. Teniamo un un puntale del tester collegato su uno dei due cavi della condotta nel punto in cui esso è di solito connesso al trafo e con l'altro andiamo a leggere la resistenza all'altro capo del cavo: se tutto è corretto dovremmo leggere un valore di 000 ohm (il famoso "corto"!) ovvero stiamo semplicemente leggendo la resistenza del cavo che DEVE essere un corto! Continuiamo toccando la rotaia alla quale il cavetto è collegato attraverso il primo mammut e verifichiamo che le condizioni di 000 ohm siano ripetute. Continuiamo allontanandoci sempre più dal punto iniziale e verifichiamo che sia sempre presente il valore 000 fino a quando non troveremo, per esempio, un valore molto più alto o addirittura un --- (infinito). In questo caso avremo isolato il punto in cui si interrompe la continuità del nostro circuito. Probabilmente in quel punto c'è il nostro problema...
3) misure di corto circuito. Anche questo è un caso che può capitare... abbiamo un tracciato che in alcune condizioni di uso determina il blocco della loco e un surriscaldamento molto evidente del trasformatore. Oltre a disconnettere molto velocemente l'alimentazione, prima che si bruci qualcosa, è bene avere chiaro che siamo di fronte ad un problema di corto-circuito. Se il problema è persistente significa che abbiamo un errore macroscopico di cablaggio. Non dovrebbe essere difficile trovare la causa semplicemente ricontrollando con moltissima attenzione i nostri cablaggi. Se il problema è invece saltuario e collegato ad una determinata situazione è bene per prima cosa isolare proprio l'evento che produce il problema. Se, per esempio, vediamo che il corto si genera quando commutiamo uno scambio oppure quando azioniamo un interruttore vuol dire che, presumibilmente il problema è in quell'intorno... Uno dei problemi più classici è quello del deviatore che, posto in un certo modo, crea il classico "loop" nascosto (per loop nascosto si intende un cappio non voluto e del quale non si era tenuto conto in fase di progetto). La prima cosa da fare, in generale, è quella di controllare col tester in posizione "ohm" e scala 2Kohm che le rotaie del tracciato non siano MAI in corto. Se lo fossero bisogna isolare, come detto, l'evento che le dispone in quel modo. Se l'evento è una posizione specifica di uno scambio bisogna identificare se è un difetto di esso oppure se è giusto che il corto si generi a causa di un loop parassita. Talvolta gli scambi sono polarizzati e per un errore di cablaggio la polarizzazione è stata fatta al contrario oppure ci si è dimenticati di mettere le scarpette isolanti sulle rotaie in uscita dal cuore. Talvolta, banalmente, uno scambio polarizzato viene affrontato di tallone senza aver fatto la corretta commutazione (che, lo ricordo, è meccanica ma anche e soprattutto elettrica!). In questo caso la loco che passa tallonando provoca il corto sul cuore.
Insomma... è impossibile dire tutti i modi in cui il tester ci può venire in aiuto perchè sono davvero tanti... Bisogna impratichirsi un po' e capire bene cosa si misura e come ma una volta che si è fatto un po' di esperienza le cosa saranno molto più semplici del previsto.

ciao
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#13 Messaggio da liftman »

Fabrizio Borca ha scritto:

Ottima guida.

OT a proposito di tester: pochi giorni fa volevo eseguire con un tester "cinese" una misura di tensione su un impianto elettrico. Nel condominio dove abito c'è un fascio di cavi che collegano i contatori ai rispettivi appartamenti. Ciascuna coppia fase-neutro va quindi dal contatore all'appartamento. Uno dei 10 contatori è stato disabilitato e i cavi disconnessi, sia lato contatore, sia lato appartamento. Misuro quindi la tensione fra una fase di una dorsale ancora abilitata e terra, 230V, fra neutro e terra 0V, ma con mia sorpresa tra una delle fasi disabilitate e terra misuro 60V, la stessa tensione la rilevo fra neutro disabilitato e terra. Misuro invece 170V fra fase abilitata e fase disabilitata. Questo comportamento mi pare assai strano.... eppure i cavi disabilitati sono disconnessi ad entrambi i lati :cool: Sbaglio qualcosa nel fare la misura? O la misura non ha senso?


probabilmente il cavo della linea disabilitata non è perfettamente isolato e riceve tensione (ma probabilmente non corrente sufficiente a fare qualcosa di utile..) per via induttiva, non è infrequente, sopratutto in fabbricati non giovanissimi, o se l'impianto è troppo "stipato" di cavi nelle canalette. Probabilmente quella linea collegata ad un differenziale porterebbe all'intervento del differenziale stesso. Lo indica il fatto che misuri 60 volt sulla fase disabilitata e 170 tra la fase "buona" e quella disabilitata (60 + 170 incidentalmente fanno 230 la tensione di rete..)

Forse mi sono espresso male (al mio solito..) ma mi sono capito benissimo :wink: La scio la spiegazione comprensibile ai "diplomati" del forum [:o)]
Ciao!
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#14 Messaggio da roy67 »

Fabrizio Borca ha scritto:

Ottima guida.

OT a proposito di tester: pochi giorni fa volevo eseguire con un tester "cinese" una misura di tensione su un impianto elettrico. Nel condominio dove abito c'è un fascio di cavi che collegano i contatori ai rispettivi appartamenti. Ciascuna coppia fase-neutro va quindi dal contatore all'appartamento. Uno dei 10 contatori è stato disabilitato e i cavi disconnessi, sia lato contatore, sia lato appartamento. Misuro quindi la tensione fra una fase di una dorsale ancora abilitata e terra, 230V, fra neutro e terra 0V, ma con mia sorpresa tra una delle fasi disabilitate e terra misuro 60V, la stessa tensione la rilevo fra neutro disabilitato e terra. Misuro invece 170V fra fase abilitata e fase disabilitata. Questo comportamento mi pare assai strano.... eppure i cavi disabilitati sono disconnessi ad entrambi i lati :cool: Sbaglio qualcosa nel fare la misura? O la misura non ha senso?


Se si tratta di un condominio.. Probabilmente qualche "volpe" ha collegato a terra qualcosa che risale la linea. oppure c'è stato un errore di cablaggio... da qualche parte. Qualche condomino usa corrente elettrica... "a macca" (gratis - come si dice a Parma)

Quando feci l'impianto elettrico della stanza del mio nuovo plastico, scoprii che il filo "giallo verde" era il neutro ed il filo "blu" la terra... :wink:
Ma... nelle scatole nel muro... :wink:
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#15 Messaggio da Fabrizio »

Rolando, ti sei spiegato benissimo, anche perché ho pensato alla stessa cosa che mi hai detto, riguardo agli accoppiamenti induttivi soprattutto.

Roberto, l'impianto elettrico dello stabile è del 1963 e sono state fatte innumerevoli modifiche nel tempo, non tutte a regola d'arte, le canalette sono oltremodo piene e passano cavi di energia, citofonici e antenna TV, tutto assieme. Della terra non sono sicuro di nulla, ma credo ci sia un semplice picchetto conficcato nel pavimento della cantina, però tra una fase "sana" e la terra leggo 230V, da cui desumo che non dovrebbero esserci potenziali sul conduttore di terra.
Per quanto riguarda i furti di energia (sono andato a fare un "ispezione" proprio per questo, dopo l'arrivo dei "nuovi" inquilini :wink: ) posso dire che almeno alla mia dorsale (quella abilitata) e a quella disabilitata (alloggio dove abitavo prima) nessuno si è collegato. Per il resto.... mah.... il contatore luce scale c'è.... poi non so :cool:

Prima della disabilitazione, la linea era protetta a monte da un differenziale da 30 mA (che sarebbe poi il generale 16A - 30 mA) installato subito sotto il contatore e che protegge dorsale e intero appartamento, ma non è mai scattato. Inoltre quello specifico cavo, come quello ancora abilitato su cui ho fatto le misure, sono stati sostituiti abbastanza di recente per portarli da una sezione di 4 mmq a quella di 6 mmq.

Sarei quindi molto propenso a pensare che la causa siano proprio gli accoppiamenti magnetici di cui parla Rolando.

P.S.i fili della terra, da noi, sono rossi sul lato scala sinistro, verdi su quello destro :cool: , i giallo verdi sono apparsi solo negli utlimi "aggiornamenti" nei pressi della centrale termica
Fabrizio

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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#16 Messaggio da roy67 »

Se vi sono molti cavi è possibilissimo. Il buon Rolando potrebbe aver fatto centro.
Pensa che in un cavo "Fror 8Cx0,75" (cavo schermato con 8 coppie di fili da 0,75 mm di sezione), se uno dei fili viene alimentato con tensione superiore a 100 volts, la treccia della schermatura diviene conduttore per induzione, quindi... Per simpatia al passaggio di tanti elettroni in uno dei 16 fili.... :grin: Al punto che bisogna sempre mettere la "treccia" a terra sul connettore per evitare disturbi di segnale. Tale induzione potrebbe generare una cascata di induzioni...... :wink: quindi... Addio al codice binario.

Mi rendo conto d'aver parlato in "basso scandinavo antico"... ma tale problema potrebbe verificarsi anche nei plastici... :razz:
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#17 Messaggio da marioscd »

Ragazzacci... Argomento interessante ma basta O.T....!

Ciao
Mario Scuderi - C.M.P. Club Modellismo Pavese ...ciò che è piccolo a volte diventa grande...

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Albjal
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#18 Messaggio da Albjal »

Grazie, Mario, per il post sui tester (lo vedo solo ora). Sono sicuro che lo stimolo a creare la guida ti è venuto dal problema che ho descritto in questa sezione, e alla quale hai risposto proprio suggerendo di usare un tester.
Non l'ho ancora fatto, ma lo acquisterò a breve e, seguendo la tua guida, tenterò di individuare il guasto. Poi vi aggiornerò.
Giulio

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peppardo
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#19 Messaggio da peppardo »

roy67 ha scritto:



Tester ne esistono di tanti tipi. Consiglio di non "speculare" sull'acquisto. Un buon tester è come un diamante... E' per sempre... :wink:


concordo: dopo 3 cinesi, mi sono comprato un Lafayette a doppia lettura analogica e digitale.......non c'è paragone......
sbb

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liftman
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#20 Messaggio da liftman »

Io vorrei spezzare una lancia in favore dei testers "cinesi", è chiaro che NIENTE di questi aggeggi elettronici, ha niente di qualitativamente paragonabile ai vari "blasonati", senza arrivare ai Fluke, o Beckman, ma per l'uso saltuario di un hobbista, fanno più che bene il compito per cui sono preposti.

Ho avuto ed ho tuttora vari tipi di tester, sia per mio uso personale che per lavoro (in quest'ultimo caso, aimè, raramente riuscivo ad ottenere un prodotto che servisse a far meglio quello che dovevo fare, ma si guardava al vile costo...) e devo dire che i vari "cinesi" che mi sono capitati per le mani, di difetti gravi (per uso amatoriale) ne hanno uno evidente (i puntali e relativi cavetti) e altri marginali (la precisione).

Nel primo caso, se si ha la fortuna di trovarsi per le mani un tester con boccole per i puntali standard, si possono sostituire con una spesa limitata. Nel secondo, obiettivamente avere la precisione al millivolt, o all'ohm non serve granchè, sopratutto nel caso dei binari, dove la tensione è variabile per "statuto", leggere 11.7 o 12.3 sul display alla fine non crea pericoli. Con il tester analogico, scagli la prima pietra chi non ha mai fatto ad "occhio" vedendo che la lancetta più o meno, era dove doveva essere....

Per la cronaca i miei "cinesi" sono tutti "morti" per morte violenta, la maggior parte caduti per diverse decine di metri, e li non c'è qualità che tenga :wink: Curiosamente dei 2 tester che mi sono rimasti uno è recente, l'altro che molti anni fà (almeno 15) pagai 40000 lire (e per un tester digitale era un prezzo molto basso all'epoca) ha ancora la stessa batteria a 9V, e se non ha smesso oggi, fino a un mesetto fà ancora si accendeva [:0] (no, non ha versato un goccio di acido... :wink: )
Ciao!
Rolando

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roy67
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#21 Messaggio da roy67 »

Io ho un "cinese" marca "GBC" che ha un errore di lettura in "Vcc" di 3,2 Volts. Se misuro un 12 Vcc (certificato da Fluke), mi rileva 15,2. Non è poco. :wink:
Lo uso comunque per verificare eventuali corto circuiti, sfruttando la funzione "bip". E' immediata, e mi da la certezza di avere "continuità" nell'impianto che sto facendo.
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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Fulvio Zanda
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Re: Il Tester digitale, questo sconosciuto...

#22 Messaggio da Fulvio Zanda »

Mi riallaccio a questa discussione per raccontarvi un problemino che ho avuto ieri sera sulle 668 Vitrains, e che ho potuto risolvere solo tramite l'utilizzo del tester, quindi ad avvalorare il fatto che è comunque uno strumento importante per i nostri amati rotabili e plastici.

Il problemino era banale, ma quando ti ritrovi con una locomotiva che il giorno prima va ed il giorno dopo non va più, ti girano non poco gli zebedei.

metto la motorizzata sul binario, le luci si accendono, ma l'automotrice non si muove.

la apro ma a prima vista non trovo nulla di anomalo, ne nel decoder con potenziali componenti bruciati, ne fili staccati, insomma niente di niente.
Entra quindi in gioco il multimetro.
Provo come prima fase la tensione sul pcb ma sulle piste che portano alimentazione al motore non trovo tensione.
A quel punto avevo temuto il peggio, pensando che l'uscita che alimenta il motore con i cavi grigio e arancione fosse bruciata.
Con molta attenzione vado con i puntali a misurare la tensione direttamente sulle uscite del decoder Lenz, da dove partono i cavi che vanno alla presa nem 652, e li invece trovo che la tensione c'è.
A quel punto penso ad uno dei due fili interrotto e così dopo avere provato la continuità sui fili, scopro che il filo grigio di fatto non era interrotto, ma probabilemente la crimpatura interna alla spinetta era saltata, e quindi fino alla spinetta il filo non aveva nulla ma poi il pin della spinetta crimpato al filo grigio non faceva contatto sullo stesso filo.

Il multimetro mi ha aiutato a risolvere il probelma alla loco ed evitato di declassare un decoder a spazzatura che invece funziona perfettamente.

ciao

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