Da corrente alternata a corrente continua
Abbiamo incontrato finora tutte (o quasi) le peculiarità della corrente elettrica, analizzando superficialmente alcuni dei componenti che hanno la funzione di "modificarla". Rimanendo in tema ferrmodellistico, andiamo ora a costruire, analizzandolo, il primo circuito, che si avvale dei componenti finora spiegati ed indispensabile nel modellismo.
Un alimentatore stabilizzato per illuminare i lampioni del plastico.
Per fare ciò andremo prima ad analizzare i componenti che ci servono ed a calcolarne i valori corretti. Non lo costruiremo a caso, copiando qualche schema, ma lo calcoleremo e progetteremo "noi", o almeno... Impareremo a calcolare e progettare il nostro primo circuito. Faremo anche i ragionamenti del caso, approfondendo alcuni aspetti finora visti solo superficialmente.
La prima cosa che serve è avere le idee chiare sul risultato che vogliamo ottenere, per poter procedere all'acquisto del materiale.
Per accendere i lampioni del plastico serve un alimentatore che fornisca circa 2 ampere (più grande è sprecato e sono soldi buttati inutilmente) a 12 volts corrente continua.
La potenza fornita dai trasformatori è molto spesso marcata in Watt, dobbiamo quindi calcolare da subito quanti watt deve fornire il nostro trasformatore, per ottenere i valori a noi indispensabili, sapendo che andrà applicato alla presa della corrente domestica (220 Volts) e che dovrà fornirci gli immancabili 12 volts.
Ricordate la formula?
Come... No?
VxA=W
Quindi, se ci servono 2 ampere a 12 volts.. Dovremo fare il seguente calcolo:
12x2= 24 Watt (oppure 24 Volts-Ampere)
Ora sappiamo che ci serve un trasformatore con i seguenti dati di targa:
- Primario 220 - 50 Hz (220 volts corrente alternata)
- Secondario 12 Vca
- potenza 24-28 Watt.
A questo punto possiamo trasformare i 220 volts domestici in 12 volts per il plastico. Ma non è sufficiente. La corrente in uscita dal trasformatore è ancora alternata... A noi serve continua.
Schema corrente alternata
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Abbiamo visto che la corrente alternata è formata da 2 semionde che si alternano, appunto, sui due conduttori.
Per far si che la corrente da alternata divenga continua dobbiamo fare in modo che entrambe le semionde siano "deviate" sullo stesso conduttore.
Per fare ciò utilizzeremo dei diodi (quattro), inseriti e collegati in modo ben preciso, che creeranno la situazione a noi utile. Costruiremo un "ponte di Graetz" ovvero, un ponte diodi che raddrizzerà la corrente alternata portandola a corrente continua. Anche in questo caso dobbiamo fare delle considerazioni.
Che diodi servono?
Servono dei diodi che abbiano la capacità di reggere 2 ampere di continuo, anche per ore, sotto carico massimo. Ci servono quindi dei diodi che siano leggermente più grandi del necessario, che reggano almeno 2,5-3 ampere.
I diodi 1N4007, molto spesso utilizzati, reggono 1 ampere al massimo, in condizione di carico continuo. Sono quindi leggermente sottodimensionati al nostro scopo (la metà del necessario). Invece i diodi 1N5820 reggono fino a 3 ampere sotto carico costante. Sono i diodi che fanno al caso nostro. Andiamo a vedere come bisogna collegarli ed a fare alcune considerazioni.
Innanzi tutto dobbiamo creare il ponte di Graetz. Questo servirà a deviare la semionda positiva verso un conduttore, la semionda negativa verso lo stesso conduttore, mentre devierà la tensione negativa, in arrivo dal circuito, verso il trasformatore.
Infatti, se applichiamo solo 2 diodi raddrizzeremo solo una semionda, eliminando completamente l'altra.
Ma vediamolo con qualche schema:
Schema con solo 2 diodi:
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Come si vede dagli schemi, non otteniamo una corrente continua, ma una corrente pulsante a semionde.
Negli spazi vuoti che si sono creati dobbiamo inserire la semionda negativa.
Schema ponte di Graetz
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Come si può vedere, ho evidenziato il percorso delle due semionde (in verde) che vengono convogliate verso il polo positivo, segnato in rosso.
A questo punto, se quardiamo il grafico, la corrente ha entrambe le semionde sullo stesso conduttore.
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Quindi, il nostro circuito è diventato così:
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A questo punto abbiamo ottenuto una corrente continua raddrizzata, ma non stabilizzata. Infatti, nello schema si vedono ancora i "picchi" verso il basso degli spazi fra le semionde.
Ma, fermiamoci un attimo. Prendiamo in considerazione il circuito finora costruito. Abbiamo inserito la presa di corrente nella spina, il trasformatore ha ridotto la tensione da 220 volts a 12 volts, il ponte diodi ha raddrizzato le semionde, creando una semi corrente continua.
Domanda:
Ma che tensione esce ora dai capi A e B (del seguente schema) del ponte di Graetz?
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Ve lo dico io...
Abbiamo visto in precedenza che nella giunzione dei diodi, fra semiconduttore N e semiconduttore P si crea una piccola resistenza, tale resistenza crea una caduta di tensione.
Questa caduta di tensione è direttamente proporzionale alla corrente che transita nel diodo, ma normalmente viene considerata in 0,7 volts per ogni diodo. Quindi, in teoria, dovremmo avere una tensione di 12 volts meno la caduta generata dai 2 diodi connessi direttamente ai capi del trasformatore, quindi:
12-0,7-0,7= 10,6 Volts.
Ma questa è solo teoria... In effetti portando le semionde su un solo conduttore avremo un innalzamento della tensione.
Perché?
Perché, quando misuriamo la tensione alternata, misuriamo la tensione media delle due semionde della corrente alternata, che posso avere piccole "asimmetricità". Quando queste onde vengono convogliate su un solo conduttore, andremo a misurare la corrente di picco massimo della corrente alternata che transita, meno la caduta di tensione causata dai diodi.
Tutto ciò accade se non vi è carico resistivo ai capi del ponte diodi. Nel momento in cui applicheremo un assorbimento la tensione si abbasserà lievemente, pur rimanendo più alta del dovuto.
Anche in questo caso vi è una formula di calcolo "standard" che ci viene incontro, aiutandoci a calcolare correttamente (anche se approssimativamente) la tensione a "tavolino".
La formula è: T=Vx1,4142
Ovvero tensione (T) è uguale a Volts moltiplicati 1,4142
Quindi, dopo il nostro ponte diodi, senza carico, avremo: 12x1,4142= 16,97 Volts.
Quasi 17 volts, destinati ad abbassarsi nel momento in cui applicheremo un carico elettrico al circuito.....
Forse. O Forse no?
Infatti il nostro circuito non è ancora completo, le semionde sono ancora ben visibili e non livellate. Come fare per "chiudere" quei picchi, rivolti verso il basso?
Applichiamo un condensatore elettrolitico di grande dimensione, che possa reggere i 2 ampere di assorbimento, mantenendo "piatta" la linea di corrente.
La carica delle armature del condensatore elettrolitico farà si che, durante la fase di innalazamento dell'onda queste si carichino, mentre durante la fase di abbassamento dell'onda si scarichino, andando a "chiudere" i vuoti creati.
Così facendo avremo una linea di corrente quasi "piatta". Dico quasi in quanto, comunque, il condensatore temnderà a scaricarsi, vi sarà di comnseguenza una piccola caduta fra un onda e l'altra.
Più grande la capacità del condensatore, più piccola sarà la caduta.
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Non sto a spiegare la formula di calcolo del condensatore... Complessa, piena di calcoli... Diciamo che un condensatore da 3300 uF è già sufficiente, se da 4700 uF è meglio.
Ora, fra i capi A e B del nostro circuito abbiamo una corrente continua, raddrizzata e stabilizzata.
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Ma.. La tensione?
Ora, con il condensatore, sicuramente rimane più alta, perché sarà proprio lui, grazie alla carica delle armature, a mantenere stabile la corrente a circa 16,5 Volts.
Ma a noi servivano 12 Volts.....
Interrogazione!
Che tensione, corrente e potenza (Watt) dovrà fornire il trasformatore perchè si ottengano circa 12-13 volts in uscita dal ponte di Graetz?