I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Ricordo anche che, se le resistenze in parallelo fossero 2 uguali, ad esempio, da 1000 Ohm, la resistenza RTOT sarebbe di 500 Ohm. Il 50% in meno.
Ma se le resistenze sono 3 bisogna fare l'equazione.
Vi sono calcoli approssimativi e teorici che portano ad un risultato molto vicino.
Ma il calcolo esatto è l'equazione. Con questa arrivi ad avere un risultato di corrente IF con una tolleranza di errore pari allo 0,02% di errore.
Ricordo anche che ho volutamente complicato la cosa con 4 resistenze in parallelo.. per meglio spiegare il meccanismo.
Basta un po' di "buona volontà" e saper fare i calcoli:
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So che è macchinoso.
Ma la materia di "matematica" era la più importante quando studiavo elettronica... Ed avevo "9".
Chiaro che per un led, che ha una tolleranza del 10-15% di corrente, non serve essere precisi.
Ho spiegato questo perché talvolta è importante una corrente precisa in transito.
- Giacomo
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Sono cose che, per mia fortuna, dopo averle studiate, le ho subito e continuato a mettere in pratica a livello altamente professionale... Perché, lavorare in ambito elettronico per i giapponesi.. Ho sei il non plus ultra.. oppure vai subito a casa...
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Abbiamo visto come calcolare la resistenza per accendere un solo led.
Ma se i led in serie fossero 2 o più?
Per prima cosa dobbiamo sempre tenere in considerazione la caduta di corrente generata dalla giunzione NP. Ad ogni led che aggiungeremo alla serie questa caduta andrà a sommarsi alla caduta generata dagli altri led precedenti, quindi non bisogna mai mattere un numero di led, la cui somma della caduta di corrente sia superiore alla tensione di alimentazione.
Altra considerazione è che la corrente che deve attraversarli rimane sempre la stessa.
Se servono 0,018 ampere per accendere un solo led, serviranno 0,018 ampere per accendere 3 led.
Ma andiamo per gradi, iniziando a mettere 2 soli led in serie.
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Come si vede nello schema, abbiamo i nostri due led DL1 e DL2 che devono essere alimentati attraverso la resistenza R1.
Come anticipato la corrente in transito IF dovrà essere sempre di circa 0,018 ampere (o 18 mA che dir si voglia), ma la caduta di corrente di ognuno dei led è di 4 volts (rifacendomi sempre al datasheet postato in precedenza).
Quindi, per calcolare correttamente la resistenza dovremo fare il seguente calcolo
R= (V-VL-VL):A
Ovvero
(12-4-4):0,018=222,2 Ohm
La resistenza in commercio che più si avvicina è di 220 Ohm. Avtemo quindi un passaggio di corrente IF di:
(12-4-4):220=0,0181.
Se ne evince che il valore di R1 è uguale a 220 Ohm
Ma se i led fossero 3?
Avremo una caduta di corrente uguale a 12 volts (12-4-4-4=0) quindi la corrente IF in transtito sarebbe quasi nulla. I led non si accendono.
Dobbiamo comportarci in modo diverso, andando a calcolare il valore minimo di caduta del semiconduttore, ovvero 3 volts (verificare datasheet).
Quindi, vediamo lo schema:
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Il calcolo dovrà essere il seguente:
(12-3-3-3):0,018= 166 Ohm.
In commercio abbiamo resistenze da 180 Ohm, ne consegue che:
(12-3-3-3):180= 0,016
Avremo una corrente IF di 0,016, assolutamente in tolleranza con i dati del datasheet.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Per collegare led in parallelo vi sono 2 strade da seguire.
La prima è quella di collegare ad ogni led la propria resistenza, calcolata sul sigolo led.
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In questo modo, ogni led avrà la sua singola caduta di tensione ed ogni resistenza porterà la corrente IF di ogni singolo led ai valori voluti.
Quindi, R1 regolerà la corrente IF1 di DL1 e R2 regolerà la corrente IF2 di DL2.
Ma, in questo modo, dovremo inserire tante resistenze quanti sono i led.
Vi è un altra strada, inserendo una sola resistenza.
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In questo caso però dobbiamo fare un altro calcolo rispetto al solito.
Non avremo più 2 o più cadute di tensione, in quanto ogni led avrà la sua singola caduta rispetto il polo positivo (filo rosso), ma avremo due o più correnti di IF applicate al polo positivo.
Infatti, come si vede nello schema, ogni led ha la sua corrente di IF che l'attraversa.
Il calcolo per la corretta resistenza sarà quindi:
R1=(V-VL):(IF1+IF2)
Ovvero:
(12-4):(0,018+0,018)=222,2
Come già spiegato la resistenza dovrà essre da 220 Ohm.
Siccome sarà attraversata da 0,018+0,018 ampere, quindi 0,036 ampere, una resistenza da 1/2 watt (0,500 Watt) è sufficiente. 12x0,036= 0,432 Watt
Se i led fossero 3 il calcolo sarebbe il seguente:
R1= (V-VL):(IF1+IF2+IF3)
Quindi:
(12-4):(0,018+0,018+0,018)= 148,18 (150 Ohm).
In questo caso però, essendo attraversata da 0,648 Watt (12x0,054) dovremo metterne una da 1 Watt.
- coccinella56
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
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Mi sono dilettato a calcolare il valore dei resistori del rilevatore di presenza del CMP, nel caso dell'emettitore D1 (1,3 volt , 50 ma) il calcolo sarebbe 12-1,3=10,7 / 0,050= 214 ohm e quindi mi torna con R1 da 360 ohm; nel caso del ricevitore Q1 (2 volt. , 27 ma) sarebbe 12 - 2 - 4 (led) - 2,1 (D2,D3,D4) = 3,9 / e qui come si fa ? Si sommano i ma del led e del ricevitore? E i diodi? Mistero.
Ciao Valerio.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Q1 è l'emettitore, ed ha bisogno di 0,030 ampere massimi. Quindi, copiando ed incollando la descrizione della fotoguida, questa: http://www.scalatt.it/bottega%20plastic ... esenza.htm
"R1 serve a limitare la corrente che attraversa il led infrarosso (emettitore Q1) che sarà di circa 30 mA."
se ne deduce che (12-1,3):0,030= 356,6 Per arrotondamento 360 Ohm
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Perché funziona?
Vediamo lo schema:
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Innanzi tutto vediamo che il circuito è composto da 2 distinte sezioni.
la sezione "A", quella del trasmettitore raggi infrarossi e la sezione "B", quella del ricevitore raggi infrarossi.
La sezione A:
La sezione A è costituita da una resistenza ed un led I.R.
Quindi dovremo comportarci come per un semplice led. La resistenza R1 dovrà limitare la corrente sulla giunzione di Q1
Come spiegato poc'anzi:
(12-1,3):0,030= 356,6
Quindi la resistenza R1 dovrà essere da 360 Ohm.
Questa sezione finisce esattamente qui, non c'è null'altro da calcolare, il led IR emetterà i raggi infrarossi regolarmente quando alimentato.
La sezione B:
La sezione "B" è costituita da una resistenza R2, un fototransistor Q2, 3 diodi in serie D1, D2. D3, ed un led, collegati dopo la resistenza, ma prima del collettore del fototransistor.
Come funziona?
Vediamolo con un nuovo schema:
Dopo aver alimentato il circuito, avremo l'emissione di raggi infrarossi da parte di Q1. Questi raggi manderanno in saturazione la base del fototransistor, permettendo così al flusso di corrente di attraversare le giunzioni, entrare nel collettore ed uscire dall'emettitore.
Il flusso della corrente è evidenziato con la linea gialla.
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Ma se dovesse esserci qualcosa che impedisce al flusso IR di saturare la base del fototransistor?
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La base non andrebbe più in saturazione, quindi la giunzione avrebbe una resistenza invalicabile, la corrente avrebbe, come unica via di sbocco, valicare i 3 diodi D1, D2, D3, con le conseguenti resistenze (per questo motivo prima non vi passava, ma trovava più "libero" e semplice il percorso attraverso il fototransistor) andando ad accendere il led DL1.
Quindi, la resistenza R2 vuole calcolata per il solo led, con la formula già spiegata in precedenza. Avrà un emissione luminosa legermente inferiore, dovuta alla caduta di 2,1 volts dati dalla caduta di D1, D2, D3.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Prendendo in considerazione il precedente schema, abbiamo visto che la corrente si muove all'interno dei conduttori cercando la via più semplice.
Per fare una metafora:
Se prendiamo un tubo gomma per annaffiare l'orto e vi pratichiamo un forellino da 1 mm a 10 cm dal temine, quando apriremo l'acqua, dal forellino non uscirà nulla o quasi, perché l'acqua troverà più "semplice" uscire tutta dal termine del tubo.
Se con il pollice andiamo a chiudere il terminale dal quale esce l'acqua, lo spruzzo aumenterà, perché aumenterà la pressione nel tubo ed inizierà ad uscire acqua dal forellino. Perché, ora, anche quella via, è diventata "semplice".
La stessa cosa accade alla corrente elettrica, percorrerà sempre la via che presenta minor resistenza all'attraversamento.
- coccinella56
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Una domanda: se teoricamente collegassi all'emettitore Q2 il catodo di un led verde ed il relativo anodo con una adeguata resistenza al positivo 12 V avrei ottenuto un indicatore di binario libero?
Grazie ciao Valerio e buon inizio lavorativo a tutti.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
coccinella56 ha scritto:
Una domanda: se teoricamente collegassi all'emettitore Q2 il catodo di un led verde ed il relativo anodo con una adeguata resistenza al positivo 12 V avrei ottenuto un indicatore di binario libero?
Grazie ciao Valerio e buon inizio lavorativo a tutti.
Si Valerio. Dovrai leggermente sottodimensionare la resistenza in quanto vi è già una leggera caduta sul transistor, ma non avendo in mano il datasheet, non ci è conosciuto il dato. E' quindi meglio calcolarla nel modo semplice... Con un consiglio dettato dall'esperienza.
Per ergonomia e facile comprensione, ai fini della sicurezza e rapidità di interpretazione dei segnali luminosi sui pannelli di controllo, è bene non mettere mai due spie in contrapposizione.
Se hai un led che si accende quando il binario è occupato, va da se che si spegne se il binario è libero.
Se hai un pannello di controllo che segnala, con centinaia di spie, una ventina di eventi, ti servirà l'interprete per capire cosa sta succedendo e alcune decine di secondi per arrivare a premere il tasto giusto. ma... quelle decine di secondi... non saranno troppi per evitare un incoveniente?
Molti mettono due led bicolore per segnalare se l'itinerario è corretto o deviato.
Quindi verde-rosso= corretto
Rosso- verde se deviato... Solo per avere decine di inutili spie sul sinottico.
Se metti un semplice led verde su corretto tracciato e led rosso su deviata, va da se che il led spento significherà che quell'itinerario non è attivo e sarà attivo solo il led acceso.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Ciao Valerio.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Quindi concludo ringraziando ancora di cuore Roberto e facendogli i complimenti per la cura e l'attenzione che presta a scrivere e postare/creare le immagini illustrative, e naturalmente i complimenti vanno anche alla conoscenza tecnica.
Mi sto prestando ora a progettare/realizzare l'impianto del mio plastico, e spero che i tuoi progetti, Roberto non siano coperti dal copyright, perche il tutto è partito dal tuo impianto di automazione degli itinerari, arriverò col chiedere aiuto/consiglio, ma in altra sede.
Ciao.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Si tratta di una spolverata superficiale di elettronica. Ovviamente si può andare molto più a fondo. Ma per ogni capitolo bisognerebbe scrivere un enciclopedia, ove leggi matematiche la farebbero da padrone. In questi "appunti", invece, ho solo voluto spiegare l'indispensabile, senza adentrami troppo, sarebbe divenuto indigesto, una discussione che pochi avrebbero letto e capito.
Molto presto continuerò questo "racconto tecnologico", approfondendo l'uso e l'applicazione dei transistor. Devo solo avere il tempo per poterlo fare..... Ma come sapete... Prima il lavoro...
P.S. Cristian. Tutti i miei schemi pubblicati sono ad uso e consumo di chi li vuole costruire.
I circuiti non si possono brevettare... Sono un insieme di componenti di comune commercializzazione.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
L'uso dei transistor
Abbiamo visto come funziona un transistor, quali peculiarità può offrirci, vediamo ora come utilizzarlo in un circuito.
Le sue applicazioni sono molteplici, quasi infinite, ma ci sono delle condizioni che devono essere tenute sotto stretto controllo, ovvero; la corrente che li deve attraversare.
Per poter utilizzare il transistor dobbiamo innanzitutto essere a conoscenza di quanta corrente dovrà attraversare le giunzioni, a prescindere che siano PNP o NPN. Vi sono vari tipi di transistor, ognuno con una sua specifica capacità. Tale differenza è riconoscibile dalla forma del transistor stesso, o meglio dal tipo di involucro utilizzato.
L'involucro è detto "package" o "case" (si pronuncia cheis). Con l'aumentare della capacità di corrente sopportata il case è di forma diversa, sempre più grande, in maniera direttamente proporzionata alla corrente sopportata, con linguette metalliche o addirittura tutto in metallo. Questo per dare modo di installare un eventuale dissipatore di calore (alette di raffreddamento).
Il transistor più comune è il case "TO 92". Senza alcuna aletta di raffreddamento, sopporta qualche decina di milliampere, circa 200 mA con una capacità di dissipazione massima di 0,5 Watt.
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Un transistor più robusto è costruito nel case "TO 39". Case che può dare fino ad 1 ampere di corrente massima, con una capacità di dissipazione termica di circa 1 watt
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Un transistor più corposo è il TO220, con una capacità di circa 1,5 ampere ed una dissipazione di circa 15 watt.
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Il più grande (per uso domestico) è il "cazzuto" TO3
Regge fino a 15 ampere con una dissipazione di calore fino a 115 Watt.
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Quindi, per concludere questa breve panoramica, per poi andare a spiegare l'utilizzo vero e proprio, prima di installare un transistor in un circuito dobbiamo avere certi i dati di assorbimento elettrico (ampere) che il transistor dovrà gestire.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Ciao Valerio.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
L'uso dei transistor (seconda parte)
Come abbiamo visto in precedenza, esistono tanti tipi di transistor, tipo di giunzione, per capacità, dimensione, ma anche per differenza interna dei semiconduttori.
Il più famoso utilizzo è nelle vecchie radio a transistor (appunto), ove i transistor andarono a sostituire le vecchie valvole, poi vennero inventati i transistor di tipo "MOSFET", transistor ad alta capacità di amplificazione, che sostituirono le vecchie valvole di amplificazione audio... senza però averne raggiunto la pari qualità. Ancor oggi gli amplificatori a valvole sono indiscutibilmente migliori dei MOSFET.
Ma a noi interessa, per ora, l'applicazione base di un transistor. Ovvero, come utilizzarlo in un circuito modellistico.
Vediamo il seguente schema:
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Nello schema vi è la classica alimentazione a 12 Volts continui (Vcc), che alimentano l'emettitore (piedino E) di un transistor PNP. Al collettore (piedino C) è collegato un led (DL1)con relativa resistenza di caduta (R2).
La base (piedino B) è collegata ad un pulsante con polarità negativa.
Se alimentiamo il circuito, il led non si accenderà. Perché nel transistor non si sono create le condizioni, sulle giunzioni, di transito di corrente.
Solo se premiamo il pulsante P1, metteremo a conduzione negativa la base del transistor ed avremo il transito di corrente da "E" a "C", facendo accendere il led.
La resistenza di caduta R1 serve a controllare il flusso di corrente in uscita dalla base del transistor, per garantire il flusso fra Emettitore e Collettore verso il led.
Quindi, sostanzialmente, il circuito appena esposto può essere definito un "interruttore/invertitore automatico". Cioè: Solo quando avremo la Base del transistor PNP alimentata in negativo vi sarà flusso di corrente positiva fra Emettitore e Collettore (interruttore)
Ma avremo anche l'invertitore di segnale, ovvero, solo quando avremo una corrente negativa all'ingresso, otterremo una corrente positiva in uscita.
Potremo quindi definirla una sorta di "primordiale porta logica", ovvero "quando avremo questo stato, accadrà quello stato", cioè, solo quando avremo corrente negativa alla Base del transistor, avremo un uscita positiva dal collettore del transistor.
Ma se dovessimo avrere un segnale a corrente positiva e ci serve un segnale di uscita negativo?
Nessun problema. Basta rivedere lo schema ed utilizzare un transistor NPN.
Lo schema seguente riporta lo stesso circuito che però utilizza un transistor NPN, conseguentemete la Base vuole alimentata in positivo. Ciò produrrà uscita negativa dall'Emettitore del transistor.
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Ora, qualcuno si chiederà: ma per accendere un led perché utilizzare un pulsante per attivare un transistor?
E' un esempio!
Ovviamente il pulsante è "metaforico". L'ho utilizzato per spiegare come funziona il transistor. E' implicito che il pulsante, in un circuito serio, viene sostituito da altro... Che però vedremo in seguito
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Facciamo ora un passo indietro. Andiamo ad analizzare l'utilizzo della resistenza non come zavorra, ovvero, come riduttore di corrente elettrica, ma come "confine di potenziali elettrici".
Prendiamo ad esempio lo schema successivo:
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Come sempre abbiamo la nostra bella alimentazione a 12 Vcc di ingresso, il nostro pulsante P1, resistenza (R1) e diodo led (DL1). Ma abbiamo anche una resistenza che si frappone fra i poli positivo e negativo, chiamata R2.
Come si vede dallo schema, essendo il pulsante aperto, ovvero, non c'è continuità elettrica, il polo positivo attraversa R2, giungendo sul catodo del Led. Il led, quindi, si trova ad avere sia anodo che catodo polarizzati positivamente. Non si accende.
Ma quando premeremo il pulsante:
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La polarità negativa si chiuderà, accendendo il led. La resistenza R2 fungerà da "confine" elettrico. Solo quando il pulsante verrà rilasciato, la resistenza, ritornerà a portare polarità positiva al catodo del led.
Sembreranno stupidaggini, ma sono molto importanti per capire il proseguio del discorso.
- altibano428
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Riccardo
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
E' un argomento non facile da capire, sopratutto non facile da spiegare senza adentrarsi troppo in tecnicismi, cercando di evitare, quando possibile, la parte "elementi di calcolo".
Quello che vorrei riuscire a spiegare è la lettura di uno schema elettrico, per meglio comprendere la sua costruzione, quali componenti sono stati utilizzati, come eseguire le eventuali tarature.
Come diceva all'inizio Edgardo, si potrebbero fare anche esperimenti sulla breadboad. Ma questi li potete fare senza che ve li illustri.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
La tensione di soglia
Perché un transistor possa entrare in conduzione, abbiamo visto che la base d'essere polarizzata correttamente, cioè deve trovarsi in uno stato di tensione/flusso elettroni che permetta un equità fra i portatori maggioritari e minoritari sulla giunzione del transistor.
Perché ciò accada la tensione deve superare un certo "limite", altrimenti si avrà "disparità" di portatori, quindi il flusso sarà interrotto.
Per meglio spiegare, guardiamo il seguente schema:
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Il nostro scopo è portare il segnale negativo, attraverso un transistor NPN, dal punto "A" al punto "B", Immaginando che la freccia arancio sia un lungo corridoio da percorrere
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Alimentando con polarità negativa la base del transistor avremo una grande disparità di portatori, quindi il flusso "A" si fermerà nel transistor, trovando un immane resistenza. Come se, nel lungo corridoio, vi sia una porta chiusa. Contemporaneamente la resistenza R2 porterà polarità positiva al punto B, cosa inversa a ciò che invece avremmo voluto ottenere.
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Nello schema sopra, abbiamo alimentato la base del transistor con una tensione positiva di 6 Vcc. Quindi, abbiamo creato la condizione di parità di portatori, quindi la polarità negativa può ora "attraversare" la porta ed arrivare al punto B.
La tensione di soglia, quindi, è la tensione minima per attivare il flusso di portatori ed avere così il transistor in conduzione.
Normalmente la tensione di soglia è di circa 1 Vcc, al di sotto del quale avremo lo stato di "porta chiusa". Con una tensione superiore a 2 Vcc avremo lo stato di "porta aperta".
Questa è, a tutti gli effetti, una porta logica (detta porta RTL - Resistor-Transistor-Logic) che apre un flusso di corrente in base alllo stato di alimentazione.
Vediamo ora, ipotizzando, un pilotaggio della porta, con il seguente schema, andando ad utilizzare altri componenti.
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Abbiamo aggiunto un condensatore elettrolitico (C1), caricato attraverso la resistenza R3. Nel momento in cui il condensatore andrà in carica, assorbirà tutta la corrente che esce dalla resistenza R3. Quindi avremo uno stato di "porta chiusa" sul transistor, in quanto la tensione di soglia è più bassa del dovuto. Da considerare che la resistenza R3 è anche molto grande, quindi fornirà corrente/tensione come se fosse un "contagocce".
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Solo quando la tensione di carica del condensatore avrà raggiunto e superato la corrente di soglia del transistor, quest'ultimo aprirà la porta, portando la polarità negativa al punto B.
Siccome il condensatore è caricato molto lentamente, attraverso R3, potrebbe accadere che la tensione di soglia arrivi al punto minimo. Per cui il transistor smetterà di condurre, in attesa che il condensatore si ricarichi.
- roy67
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Re: I circuiti digitali, partendo dall'ABC.
Quindi, alimentatndo in modo positivo la base, avremo un uscita negativa dall'emettitore. Ciò che abbiamo creato è una porta logica con invertitore.
Ora, bisognerebbe spiegare l'algebra di Boole, ma l'ho sempre ritenuta una metafora che fa perdere tempo. Solo un modo per spiegare, attraverso "false" ed inutili metafore, come funziona una porta logica ed il suo stato.
Come dissi, tanti anni fa, al professore di elettronica (già a 17 anni non avevo peli sulla lingua [:I]):
Quando settiamo i parametri di un apperecchiatura digitale, non inseriamo i dati: Vero-Falso-Falso-Vero-Falso-Falso-Falso-Vero. Ma inseriremo i dati: 10010001
Quindi, egregio Prof. Perché non vogliamo insegnare direttamente che lo stato "Zero" significa: inferiore alla tensione di soglia e lo stato "Uno" superiore alla tensione di soglia?
Il prof rimase di ghiaccio. Per tale affermazione mi diede un 9 in materia, ma mi fece una nota sul registro per il comportamento irrispettoso al programma della lezioni...[:I]
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