Illuminazione interna fissa
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Re: Illuminazione interna fissa
Tale particolarità l'ho appunto utilizzata nel circuito "saldatrice". Cioè, sfruttando il "corto circuito" che si crea durante l'istante di carica, accendo il led bianco per avere il "flash" iniziale.
Per ovviare a tale corto, si potrebbe inserire una resistenza ed un diodo in parallelo al "pin +" del primo condensatore. In questo modo ridurremo il tempo di carica (tramite la resistenza), ma avremo (tramite il diodo) la scarica immediata con effetto UPS.
Più tardi, faccio uno schema.... Ora devo accompagnare mia moglie al centro commerciale......[xx(]
@ Josef: Le mie carrozze sono a "trazione integrale", cioè, ogni carrello ha una presa di corrente per ogni ruota.
- roy67
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Re: Illuminazione interna fissa
roy67 ha scritto:
Esattamente. Josef ha spiegato magistralmente il funzionamento di un condensatore.
Tale particolarità l'ho appunto utilizzata nel circuito "saldatrice". Cioè, sfruttando il "corto circuito" che si crea durante l'istante di carica, accendo il led bianco per avere il "flash" iniziale.
Piccola riflessione sui condensatori elettrolitici.
Vi ricordate, qualche anno, fa la campagna per spegnere i led di "standby" sui televisori, per risparmiare corrente?
Fu tutta una bufala, o meglio, una presa per i fondelli agli italiani.
Spegnendo il led, è vero, si risparmiano 1 Watt all'ora... Eventualmente 24 Watt al giorno. Ma il risparmio è in produzione alla centrale elettrica.
Quando andremo ad accendere il televisore, la miriade di condensatori elettrolitici che vi sono all'interno daranno un picco di 5 ampere in 2 secondi, con un consumo di oltre 44 Watt al secondo, per un totale di 88 watt ad ogni accensione.
(misure effettuate sul mio televisore).
Quindi, la centrale risparmia produzione, ma il consumatore si ritrova un picco di bolletta inverosimile....![]()
Scusate l'OT, ma mi sembrava giusto ricordarlo.
Torniamo alle carrozze.....
Per ovviare a tale corto, si potrebbe inserire una resistenza ed un diodo in parallelo al "pin +" del primo condensatore. In questo modo ridurremo il tempo di carica (tramite la resistenza), ma avremo (tramite il diodo) la scarica immediata con effetto UPS.
Più tardi, faccio uno schema.... Ora devo accompagnare mia moglie al centro commerciale......[xx(]
@ Josef: Le mie carrozze sono a "trazione integrale", cioè, ogni carrello ha una presa di corrente per ogni ruota.
Azz... Mi sono citato anzichè modificare il messaggio..... Scusate.
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Re: Illuminazione interna fissa
roy67 ha scritto:
In questo modo<font color="red"> ridurremo </font id="red"> il tempo di carica (tramite la resistenza), ma avremo (tramite il diodo) la scarica immediata con effetto UPS.
Robbè...... forse volevi dire "<font color="red">aumenteremo</font id="red"> il tempo di carica......" in quanto la corrente di carica deve passare attraverso la resistenza...... in effetti questa sarebbe una soluzione....... ma pensavo...... poichè in digitale è sempre presente una tensione alternata costante sui binari, non si potrebbe fare a meno dell'integrato stabilizzatore? Cioè usare un ponte raddrizzatore e in uscita collegare un solo elettrolitico da 470uF con diodo e resistenza, più eventuale resistenza per abbassare la luminosità dei led?
Non appena finisco la motrice folle delle ALe 841 devo fare una serie di prove "elettriche", datemi un pò di tempo.
Josef
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Re: Illuminazione interna fissa
Non credo, dato che il valore di tensione presente sui binari, viene "erogato" dalla centrale, potrebbe variare in valore efficace in funzione del carico e non è lo stesso per tutte le centrali DCC presenti sul mercato. Se poi un tuo rotabile andasse a finire su di un plastico gestito da un'altro modello di centrale o sotto un alimentatore analogico?
Tutti i conti fatti sulla carta per dimensionare le resistenze zavorra ed alimentare correttamente i led andrebbero a farsi friggere.
Se non ricordo male, l'accoppiamento tra ponte a diodi e condensatore di filtro genera anche un effetto moltiplicatore della tensione raddrizzata, aggiungendo il fatto che le stringhe led non hanno assorbimenti di corrente rilevanti tali da, livellare questo effetto, avresti un valore di tensione "a valle" del ponte, maggiore di quello d'entrata, con tutti gli annessi e connessi del caso.
Meglio partire da almeno un dato certo, la tensione di alimentazione.
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Re: Illuminazione interna fissa
Comunque... ecco uno schema per attenuare il picco di assorbimento all'accensione.
Immagine:
52,66 KB
La resistenza caricherà in modo graduale il condensatore, mentre il diodo renderà disponibile immediatamente tutta la carica.
In questo modo si può inserire anche un 3300 uF... sempre che ci stia all'interno del modello.
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Re: Illuminazione interna fissa
Appena possibile farò delle prove "in linea". ciao
Josef
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Re: Illuminazione interna fissa
Però, non è escluso che, con 15-20 carrozze sul plastico, il problema si presenti. Anche se ho la possibilità di escludere l'accensione a tutti i convogli nella stazione nascosta (8 convogli).
Per il momento ho illuminato solo le UIC. Ma ho ancora una decina di "centoporte", una decina di "corbellini", e quattro tipo 1959 da illuminare... Quando avrò tempo... Ora ho il modulo GASTT, poi il plastico da terminare... poi, forse, avrò tempo per curare i convogli.... Nel 2890....



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Re: Illuminazione interna fissa
Se per pochi rotabili la resistenza inserita limiterà di parecchio il valore della corrente di carica al condensatore, per una maggiore quantità si potrebbe avere lo stesso effetto, come se il circuito fosse senza i componenti di "ritardo".
Secondo me è sempre meglio la regola menzionata anche da Roberto, di sezionare il binario dove staziona il convoglio (specie se nella stazione nascosta) ed evitare assorbimenti inutili caricati sulle spalle della centrale DCC.
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Re: Illuminazione interna fissa
cf69 ha scritto:
Secondo me è sempre meglio la regola menzionata anche da Roberto, di sezionare il binario dove staziona il convoglio (specie se nella stazione nascosta) ed evitare assorbimenti inutili caricati sulle spalle della centrale DCC.
Fabio su questo non ci sono dubbi, è perfettamente inutile tenere accesi i treni che non si usano. In ogni caso, sul mio plastico dovrei avere ( a pieno regime e con tutti treni passeggeri) una ventina di carrozze........ alcune delle quali però gestite da decoder funzioni.
Josef
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Re: Illuminazione interna fissa
Lo schema serve per non mandare in protezione la centrale, all'accensione, in caso di "alcuni convogli" già sul plastico. Proprio per prevenire tale inconveniente, nella stazione nascosta del mio plastico, ho inserito un interruttore che disalimenta i binari.
Ma ripeto, è un circuito che serve solo nel caso in cui vi siano 2-3 convogli presenti sul plastico all'accensione.
Altrimenti è sufficiente inserire un decoder (anche di scarsa qualità) sulla prima cartrozza ed alimentare il resto del convoglio con fotoaccoppiatori pilotati dal decoder, ma che a loro volta alimentano l'alimentazione dell'illuminazione, tramite ganci con contatti elettrici (almorose).
I ganci portano il pilotaggio dei fotoaccoppiatori, le prese di corrente su ogni carrozza alimentano l'illuminazione. Il fotoaccoppiatore fungerà da interruttore.
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Re: Illuminazione interna fissa
Immagine:

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Il circuito che andrò a realizzare è il seguente...
Immagine:

30,77 KB
seguiranno aggiornamenti....
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Re: Illuminazione interna fissa
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Re: Illuminazione interna fissa
gianfranco.p ha scritto:
Ciao Rolando, le centrali principali (es. Roco) sono a 16V alternati, ma mi è stato detto che ci sono centrali che arrivano a 24V, motivo per cui mi hanno consigliato il condensatore da 35...
In questo caso direi che è un margine giusto, pensavo che anche in DCC le tensioni in gioco fossero inferiori ai 20V
Rolando
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Re: Illuminazione interna fissa
Josef
Gianfrà puoi mettere una foto ravvicinata dei componenti che stai usando?
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Re: Illuminazione interna fissa

Appena posso metto una foto dei componenti, purtroppo non li ho con me. Ti posso solo dire che quelli che ho preso sono SMD e sono la metà della metà della metà (nelle 3 dimensioni in pratica) di un componente classico....con circa 3€ posso fare 10 circuiti.

- Josefloco61
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Re: Illuminazione interna fissa
Intanto ho fatto anch'io qualche prova...... ho installato questo circuito (scusa Roberto se ho preso a prestito il tuo disegno e l'ho modificato):
Immagine:

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Vi posso dire che, già solo con il ponte di diodi e la resistenza da 330 ohm, avendo 8 ruote in presa, non notavo nessuno sfarfallio in marcia; poi ho aggiunto l'elettrolitico con relativi diodo e resistenza...... risultato: Illuminazione perfettamente STABILE, componenti FREDDI dopo 15 minuti di "power-on"; secondo me l'integrato non risulta necessario, anche se la tensione dalla centrale dovesse calare per il troppo carico (troppi rotabili con luci) sarebbe comunque un calo minimo, e sarebbe comunque ripartito su tutti i rotabili, senza pregiudicare nulla; ovviamente non bisogna esagerare con i convogli illuminati, altrimenti la Elite va in sovraccarico e toglie la tensione ai binari (quindi non si brucia nulla); inoltre ho intenzione di sostituire l'alimentatore da 3 A della Elite con uno di amperaggio almeno doppio.
Inoltre, il circuito che ho postato funziona bene anche in analogico, a prescindere dalla direzione di marcia, chiaramente i led in analogico si accenderanno quando la tensione ai binari supera quella di soglia dei led.
Saluti
Josef
EDIT: Dimenticavo, dalle misure ho rilevato che con il circuito di cui sopra ai led arrivano 9,26 Volt e la strip di 9 led (3 gruppi da tre led in serie tra loro) assorbe 14 mA.
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Re: Illuminazione interna fissa
Purtroppo sono fermo da mesi con questi lavori... Da settembre dell'anno scorso sto lavorando solo al modulo GASTT.
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Re: Illuminazione interna fissa
roy67 ha scritto:
Immagine:
20,84 KB
Ciao a tutti,
non essendo un veterano di elettronica qualcuno sarebbe così gentile da mettermi i nomi dei componenti rappresentati in figura, così da poter andare dal mio negoziante di fiducia, sottoporgli la questione e magari acquistare il necessario?
Ringrazio.
Dario
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Re: Illuminazione interna fissa
La versione 78L12 (quello piccolo, in formato TO92) regge qualche decina di milliampere, al massimo per accendere 10 led o attivare un transistor.
La versione L7812 (quello grande, in formato TO220) regge fino a 1 ampere di carico.