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Quando le nonne dicevano: "L'ha detto anche la radio!"

Quando non sai dove mettere una discussione ovvero non è fermodellismo.

Moderatori: liftman, Fabrizio

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marione
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Iscritto il: lunedì 4 marzo 2013, 13:41
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Quando le nonne dicevano: "L'ha detto anche la radio!"

#1 Messaggio da marione »

"L'ha detto anche la radio!".

"L'ha detto la radio" soleva affermare, la nonna, per convincere chi si mostrava perplesso di fronte alla notizia che stava riportando. Perchè la vera protagonista degli anni 50/60 era proprio lei: la radio! Più che un elettrodomestico era un mobile, con sopra il centrino, la statuina di gesso ed il suo 'odore' emanato dal surriscaldamento delle valvole.
Le marche in voga di allora: radio Marelli, radio Geloso, radio Prandoni, quelle con due manopole: una per la ricerca delle 'stazioni' e una per regolare il 'volume'. Erano loro a suggellare l'autenticità delle notizie:'Hai sentito cosa hanno detto alla radio? E' vero l'hanno detto alla radio!. Per questo, forse, si ascoltava con un rispetto quasi reverenziale, sopratutto da parte degli uomini, gli unici che, rientrati a casa dal lavoro, potevano permettersi di ascoltre le trasmissioni, seduti davanti, come se, al posto del mobile parlante, ci fossero le persone in carne ed ossa.
Il Giornale Radio, le previsioni del tempo, le cronache sportive ... erano momenti quasi solenni, i bambini venivani zittiti (sta zitto che il papà è alla radio), le donne smettevano i lavori di casa più rumorosi ... anche perchè i mobili della cucina erano scarsi ed i tegami venivano impilati uno dentro l'altro per cui, togliendone uno dal mezzo della pila, il più delle volte cascavano tutti. E l'ora esatta, la vera ora esatta, era quella annunciata dall'Uccellino della Rai. Per le donne la radio era un'occasione di rivincita, compensavano, con l'ascolto, l'estraniazione dal resto del mondo.
I personaggi radiofonici animavano le "chiacchere" del pomeriggio, finite le faccende. Era il momento del caffè, magari corretto col fernet quando i soldi lo permettevno, o la Vecchina (il surrogato) così chiamata per l'immagine della vecchia dai capelli bianchi che appariva sul sacchetto della confezione. La radio creava il sottofondo ed offriva gli argomenti.
I cantanti, alla radio, si esibivano del 'vivo' accompagnati da orchestre di alto livello. Ogni maestro: Cinico Angelini ( quello di 'C'è una chiesetta amor'), Riz Ortolani, Armando Fragna, Pippo Berzizza ... aveva la sua siglia di apertura e la sua squadra di cantanti.
Tra gli ascoltatori si erano create le fazioni sostenitrici di Nilla Pizzi e Carla Boni. La prima classica all'italiana, la seconda già in genere swing. Carla Boni sposò Gino Latilla che, pare avesse una passione per Nilla Pizzi, mentre Katina Ranieri, si diceva, avesse lasciato marito e figli per Riz Ortolani ( il compositore del celebrrimo 'Fratello Sole e Sorella Luna'). Tonina Torrielli, detta la Caramellaia per il precedente lavoro di operaia, replicava con grande successo, Flo' Sandos, moglie di Natalino Otto anticipava i ritmi 'americani'. Fazioni anche per i sostenitori di Claudio Villa e Luciano Tajoli.
Più netta la resistenza delle casalinghe verso i cosidetti cantanti confidenziali: Fausto Cigliano, Yula de Palma, considerati "poco dotati" dal punto di vista canoro.
La radio era il contatto con il mondo esterno che, per la mancanza di immagini e di cronache fedeli, continuava ad essere un mondo di fantasia. Cantanti, attori, venivano 'immaginati' sulla base delle sensazioni suscitate dalla voce. Si ricorda la voce calda, di Neil Sedaka. Si immaginava simile al bell'attore dei film americani in bianco e nero, da William Holden a Robert Taylor.
La sera dopo cena, ci si riuniva ( le donne) attorno alla radio ad ascoltare le 'commedie'.
Erano rappresentazioni dei classici della letteratura e drammaturgia italiana, ma anche inglese e russa: da Cime Tempestose a Delitto e Castigo. Tutto era affidato al suono, compresi i rumori: vento in tempesta, degli zoccoli dei cavalli che venivano riprodotti da un 'rumorista'.
Le voci prevalenti erano quelle di Nando Gazzolo, Anna Miserocchi, Paolo Stoppa e Rina Morelli. Durante il pranzo si ascoltava Radio Capodistria quella della musica 'dedicata' per compleanni ed anniversari e dove ricorrevano ' classici' (Mamma, Parlami d'amore Mariù, Vento, ...). E poi c'erano le trasmissioni di 'compagnia' a partire da 'Sorella Radio' che veniva presentata da Silvio Gigli, in diretta dai Sanatori di tutta Italia.
La pennicillina, portata dagli americani, era arrivata in Italia da poco e la tbc non era ancora stata debellata.
I ricoveri in Sanatorio, quando andava bene ( nel senso che si portava a casa la pelle) duravano mesi e le visite, per infondati timori di contagio, erano scarse. La radio era anche un indicatore dell'umore che aleggiava nnella casa :"Spegni la radio che il papà è nervoso".
Quando 'girava bene' si alzava il volume delle canzoni e le donne sovraponevano, a quella dei cantanti, la loro voce ....
Ognuna apprendeva così, parole e giusta intonazione, di tutte le canzoni preferite e le voci uscivano dalle finestre aperte, riecheggiando nelle strade, nei vicoli. Fenomeno, oggi, ahinoi, completamente scomparso.
Quando la voce s'inceppava ( si è incantata!) o si manifestava qualche guasto nel funzionamento, raramente l'apparecchio veniva portato dal tecnico ( il servizio a domicilio era di là a venire). Il rimedio più efficace era una botta ( manata o pugno).
Di solito funzionava.
Oggi si potrebbe tentare con il televisore, magari per ottenere l'effetto opposto.

Buona domenica a voi tutti !


Marione


Mario Mancastroppa

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Egidio
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Iscritto il: giovedì 17 maggio 2012, 13:26
Nome: Egidio
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Re: Quando le nonne dicevano: "L'ha detto anche la radio!"

#2 Messaggio da Egidio »

Apprezzo ancora una volta i tuoi racconti e i tuoi discernimenti sul passato e su realta' che, ahime', non esistono piu' Saluti. Egidio. :cool:
Egidio Lofrano

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