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La chiave sotto lo zerbino

Quando non sai dove mettere una discussione ovvero non è fermodellismo.

Moderatori: liftman, Fabrizio

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marione
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Iscritto il: lunedì 4 marzo 2013, 13:41
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La chiave sotto lo zerbino

#1 Messaggio da marione »

M raccontava un amico, un po' sconsolato:
"Oggi vi sono segnalazioni di furti in appartamento, un po' dappertutto: è difficile fronteggiarli. E pensare che, anni addietro, io lasciavo la chiave di casa mia sotto lo zerbino di accesso ... ".
Sembra passata un'era storica da quei giorni felici, che molti ricordano con nostalgia ed anche con affetto: difatti si lasciava la chiave a portata di mano, sia perchè spesso ci si dimentivcava di averla con sè, sia perchè in quei tempi non si pensava neppure lontanamente che i ladri arrivassero nel proprio alloggio. Eppure i furti c'erano, ma pochi nelle case, tale da costituire notizia di cronaca sui giornali. Oggi non solo la chiave non sta più sotto lo zerbino - c'è ancora qualcun che ce la mette? e in quale parte d'Italia?-, ma le serrature son state rinforzate e rese ad hoc, funzionano porte blindate e segnali d'allarme, strumenti che dovrebbero tener lontani i ladri: ai quali però sembra che nulla sia precluso, poichè non raramente entrano dalle porte finestre, si arrampicano sulle tubazioni esterne, raggiungono i piani superiori dei palazzi, forzano le porte delle abitazioni ( vigilate o no dalla famiglia, libere o anche occupate), insomma mettono a segno furti un tempo inimmaginabili.
Le forze dell'ordine - va detto con chiarezza - sono impegnate al massimo nel tentativo di frenare le incursioni ladresche; mentre giornali e Tv segnalano in continuazione il costante aumento dei furti negli appartamenti, alcuni malintenzionati cascano nella rete dell'arresto; tuttavia i furti incalzano. La presenza dei malviventi che li compiono è talmente diffusa d'aver sballato le statistiche nazionali, che segnalano incrementi superiori al 100% in questo settore di criminalità.
Polizia e Carabinieri operano ininterrottamente al servizio della comunità, preoccupate dal ripetersi dei furti: il Ministero provvede a potenziare la disponibilità nei territori. Bisogna confidare nell'azione dello Stato e della giustizia.
Certo non è possibile tornare ai tempi della chiave sotto lo zerbino: è davvero 'altra' quest'epoca che stiamo vivendo. Si dice che, a moltiplicare l'irruzione negli appartamenti, sarebbe la crisi che sta devastando migliaia di famiglie; altri collegano il crescere dei furti in appartamenti allo stato di malessere generale della società; altri ancora sostengono che, in assenza di valori, molte persone 'si gettano' sul furto non possedendo nel proprio intimo la capacità di coscienza di discernere il bene dal male. Siccome non si può assolutamente mai trovare ( o tentare ) una qualsiasi giustificazione ad un furto, che è un reato e come tale va punito, non resta che condannare questi atti di sopruso e del pari impegnarsi nel contribuire, ove possibile ovviamente, all'azione di prevenzione, contrasto e repressione contro la malvivenza. Le forze dell'ordine invitano i cittadini a segnalare le persone sospette che, controllate nel tempo dagli agenti, possono essere individuate prima di penetrare furtivamente negli appartamenti o comunque scoperte prima di ogni gesto delittuoso. Collaborare con le forze dell'ordine è un dovere, e sopratutto significa in primo luogo operare a favore della propria altrui sicurezza, così da evitare che i ladri possano scorazzare impunemente.
Si tratta del resto di un problema primario per la nostra società, nelle città come nei centri minori, ovunque i malintenzionati tentano i loro 'colpi'. Se la chiave sotto lo zerbino è strumento del passato, la nostra attenzione contro le intrusioni dev'essere oggi raddoppiata, nel'assoluto rispetto della legalità. Rivolgersi subito e sempre alle Forze dell'ordine, in via preventiva, è un contributo forte alla maggior sicurezza di tanti.


Marione


Mario Mancastroppa

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liftman
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Re: La chiave sotto lo zerbino

#2 Messaggio da liftman »

Io me ne sono accorto pian piano del cambiamento per via del lavoro che facevo. Infatti frequentando moltissimi condomini sia in città che nei paesi e pure nelle frazioni più piccole.
I portoni di ingresso erano chiusi solo nei palazzi più centrali o quelli più "signorili", e in periferia o (soprattutto) nei paesi spesso le porte degli appartamenti non erano nemmeno chiuse, tanto che la varie famiglie "condividevano" gli appartamenti attigui. Non esistevano quasi sbarre o cancelli, e nei grandi condomini di periferia con 3-4 o più scale nell'unico stabile, il passaggio tra una scala e l'altra era agvolato dai corridoi delle cantine, o dagli accessi dei garages.

Non era raro che la casalinga (e non solo quella di Voghera... :wink: ) offrisse il caffè a chi come me, entrava nel palazzo per fornire un servizio. Piano piano però la cosa ha cominciato a cambiare al punto che è diventata un'impresa anche solo entrare in un palazzo. I "portinai" non esistono più, soppiantati da videocitofoni, che rendono facile per il condomino, vedere chi suona e decidere o mano di "manifestarsi", anche solo per un "non mi serve nulla", le porte sono piene di serrature a doppia mappa, led lampeggianti telecamere e tastierini per disattivare l'allarme... I dirimpettai, che prima potevano essere assimilati ad una parentela di 1° livello, adesso non si conoscono, e non si salutano. Non cito per decenza le pulsantiere dei campanelli senza alcun nome, dove per "suonare" si deve digitare un codice... al peggio non cè mai fine...
Ciao!
Rolando

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