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Il dialetto ed il rango di lingua.

Quando non sai dove mettere una discussione ovvero non è fermodellismo.

Moderatori: liftman, Fabrizio

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marione
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Il dialetto ed il rango di lingua.

#1 Messaggio da marione »

Quale lingua parleremo. Sappiamo parlare il dialetto? No! E' molto triste. Ci preoccupiamo di proteggere il panda, c'è una associazione per la salvaguardia del licaone, ci sono associazioni che si legano al tronco per salvare un albero secolare, ma non si sentono voci per salvare una straordinaria ricchezza naturale: i dialetti.
Nel giro di poco tempo, c'è il rischio che linguaggi plasmati nel corso dei secoli, ricchi di originalità, espressione, vivacità, scompaiano per sempre. Con la perdita del dialetto, andrebbe persa una cultura che si è espressa nel corso dei secoli, anche in opere letterarie, canzoni, poesie, opere teatrali. La conoscenza del dialetto ci ha aiutato di più ad amare i nostri simili e le loro genuine sollecitazioni ci hanno avvicinato. L'esperienza ci ha insegnato che esso ci riporta alle radici, alle abitudini, a scuola, alla casa natale; esso rappresenta la verità seppur soggettiva, la storia di ognuno. In un mondo sempre più globalizzato, è ormai evidente che sarà l'inglese la lingua usata per ogni tipo di scambio.
L'italiano ovviamente rimarrà. Ma anche i dialetti dovranno avere il loro spazio, per conservare quella diversità culturale che stiamo perdendo.
E' opportuno però, che si continui, visto il risveglio e la proliferazione di tante compagnie teatrali, per non disperdere quanto fino ad oggi si è conservato.
E' importante sapere che in un certo contesto è importante dialogare, convivere con i nostri nonni che sono i veri depositari del vernacolo. Ci si accorgerà allora, che i valori della vita di un tempo ci portano alla scoperta dell'idioma. Mi ricordo quell'anziana signora relegata a vivere da sola, lontana dagli affetti dei figli e dei nipoti.
Questi, stupiti dal comportamento della nonna che non parlava più, la accompagnarono dal dottore. Invitata a dialogare in modo da scoprire le cause di tale mutismo, la diagnosi fu presto fatta con la risposta della paziente : "Dutur, parle po' perchè nisù parla ansema a me" ( Dottore non parlo più perchè nessuno parla con me!). Di qui l'importanza di favorire il risveglio del rapporto fra le generazioni ora assopito, e a scuola, di promuovere più interviste con gli anziani, tralasciando le regole della linguistica o della fonetica, per privilegiare le usanze e i valori del grande nucleo famigliare.
Ai cultori del dialetto, più sensibili al problema, si affiderà il compito di scrivere per tramandare. Sarà così possibile recuperare quella parte di vernacolo imbruttito e banalizzato dal linguaggio televisivo e far risorgere quanto è venuto perdendosi. Se il dialetto è la lingua di appartenenza, dovrebbero essere provate tutte le possibili cure per mantenerlo in vita.
Il popolo ha una sua cultura, il popolo anzi è maestro prima di andare a scuola, perchè ha la sua letteratura poetica, mirabile di freschezza; basta sentire le ninne nanne, i racconti, le nenie popolari.
Nelle rappresentazioni dialettali il pubblico più adulto ride e sorride, perchè sulla scena vede scorrere possibili situazioni vissute, quello giovane non conoscendolo deve interpretarle facendo spesso leva sull'intuizione si modi di dire più noti. Dare più fiato a coloro che mantegono ancora questa fiammella, ma sopratutto rilanciare nei giovani, la moda del dialetto. Non sarebbe difficile. L'italiano e il dialetto si imparano da piccoli senza difficoltà. L'inglese si apprende a scuola.
Tutti potrebbero in questo modo possedere una multi direzionalità: internazionale, nazionale, locale. Ringiovanire i dialoghi con i nonni, creare posti fissi per il teatro dialettale dove rappresentare commedie senza porre paletti, potrebbe essere una delle alternative, per potenziare un'autentica tradizione culturale.

Marione


Mario Mancastroppa

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roy67
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Re: Il dialetto ed il rango di lingua.

#2 Messaggio da roy67 »

Come darti torto Marione.
Purtroppo c'è da affrontare una questione delicata; la promiscuità di popoli e radici che si sono assiemate nelle città.
Parlare in dialetto oggi significa essere rozzi, maleducati e mancare di rispetto.

A Parma, da ormai una decina d'anni circa sono nate associazioni, social network, per la diffusione e la contuità del parlare parmigiano.

Oltre che spettacoli teatrali in dialetto parmigiano, esistono forum ove si scrive in parmigiano, vengono girati video, poi pubblicati su youtube, con doppiaggio in parmigiano di film famosi.
Tutto questo, circa cinque anni fa, per idea di alcuni iscritti, ha creato una Onlus che si occupa dei bambini, dei loro problemi ed aiuto alle loro famiglie.
Dal semplice canale youtube "Io parlo parmigiano", si è arrivati a "Sei di Parme se.." e "Zio pluto pri putè (Zio Pluto per i bimbi), associazione della quale, io e mia moglie, facciamo parte."

Ma tutto nacque da qui:



Traduzione:

- Dai. Racconta una barzelletta.
- Non ne ho voglia.
- Veh. Adesso ti volti e racconti la barzelletta. Asino!
- La sai quella dell'asino e del maiale?

Una mattina il maiale va dall'asino e gli dice <<Lavora, lavora, intanto che io sono qui a far niente. Sei proprio un asino>>. L'asino lo guarda e gli dice: << Io sarò anche un asino. ma tu non sei quello dell'anno scorso!>>
Ciao. Roberto Alinovi - L'uomo non teme ciò che in lui non c'è. (Hermann Hesse)

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