La notte in cui tutto cambiò
- marione
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La notte in cui tutto cambiò
Non pretendo di aggiungere alcunchè a quanto già scritto su quella storica notte, ma vorrei provare ad inquadrarla nel particolare momento storico per comprendere come mai l'America - e di conseguenza il resto del mondo - reagì tanto positivamente a quell'evento: innanzitutto, basti ricordare che il 22 novembre 1963 il Presidente Kenedy era stato ucciso a Dallas, gettando il pianeta nello sconforto ( non esagero: quando Kirk Douglas andò in Russia anni dopo, si sentì dire che appena arrivò la notizia c'era gente che piangeva nelle strade), e perfino la musica 'popolare' ebbe un momento di stallo, se pensiamo che in testa alle classifiche americane dopo l'assassinio arrivò nientemeno che 'Dominique', l'inno a San Domenico scritto dalla suora domenicana 'Suor Sorriso' - vero nome ' Suor Luc-Gabrielle', al secolo Jeanine Deckers, belga fiamminga la cui vita si concluse tragicamente - inciso poi in italiano dal'allora poco conosciuta Orietta Berti.
Si comprende allora come la trascinante ma anche poetica musica beatlesiana fosse accolta come il necessario toccasana da giovani ed adulti - quest'ultimi sopratutto per le vendite, ovvio -; il guaio è che questa rivoluzione capitò nel bel mezzo di un altro sommovimento epocale, ossia la guerra in Vietnam, di cui fu sempre incolpato il Presidente Lyndon Johnson omettendo accuratamente il fatto che lo stesso Kennedy aveva iniziato ad inviare 'consiglieri militari' fin dal 1961.
Comprendiamo quindi come l'esibizione dei Beatles - che fece nascere gruppi simili a migliaia e moltiplicò le vendite di chitarre elettriche - si trasformò da una semplice vetrina di freschezza giovanile in un'arma potente di controcultura che la generazione dei figli usò contro quella dei padri, la quale reagì con pugno di ferro, ossia aumentando l'arruolamento giovanile per il Vietnam nel 1966 e nel 1969, per non parlare di episodi agghiaccianti come la manifestazione alla Kent State University dell'Ohio in cui furono uccisi quattro studenti ( Neil Young la ricordò nella sua canzone 'Ohio').
Insomma, i quattro di Liverpool furono davvero i catalizzatori di un'inquetudine diffusa, la cui onda lunga si è protratta fino ai nostri giorni con gli esiti che tutti conosciamo bene.
Marione
- marioscd
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Re: La notte in cui tutto cambiò
ciao
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Re: La notte in cui tutto cambiò
marioscd ha scritto:
Nel complesso la musica di oggi è stata risucchiata verso l'appiattimento commerciale e nessun messaggio, o quasi, viene veicolato attraverso essa...
Quoto... oggigiorno, tolto lo "sparuto manipolo" di cantautori (perlopiù "anziano", e difficilmente avvicendabile dai cantanti di oggi..), il resto sono solo dei "polli in batteria", che vengono mantenuti nella bambagia fino a che riescono a vendere le loro "uova", che sono belle e tutte uguali, appunto come le uova, ma con poco sapore, poi inesorabilmente vengono trasferite al reparto macellazione...
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Re: La notte in cui tutto cambiò
marioscd ha scritto:
i 4 di Liverpool ma non solo... allora la musica si trasformò in messaggio politico (in alcuni casi politico in senso lato, in altri in maniera più precisa) e nella nascente "cultura rock" confluirono le tradizioni bianche, soprattutto di origine irlandese e quelle nere già espresse in musiche profonde come il blues, il jazz, il gospel, il soul... Furono anni formidabili, musicalmente parlando, di grandissima creatività e cultura. Da questa rivoluzione nacquero i giganteschi musicisti e le monumentali band che tutti ancora oggi conosciamo. Inquietudine, forse... ma schietta, genuina, talvolta spaventata ma terribilmente vera, sempre. Oggi anche la musica è stata totalmente imbrigliata nell'esthabilishment, oggi è tutto e solo business e controllo. Magari nasce ancora una lirica piacevole, un testo intelligente... ma sono casi piuttosto rari e localizzati. Nel complesso la musica di oggi è stata risucchiata verso l'appiattimento commerciale e nessun messaggio, o quasi, viene veicolato attraverso essa...
ciao
approvo e sottoscrivo
per fare musica 40 anni fa bisognava avere un paio di co----ni oggi sono un paio di co-----n i a fare musica scadente
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Re: La notte in cui tutto cambiò
cybergianni ha scritto:
approvo e sottoscrivo
per fare musica 40 anni fa bisognava avere un paio di co----ni oggi sono un paio di co-----n i a fare musica scadente
Come hai ragione. Basta dire che si sono messi anche i d.j. a fare musica non sapendo una cippa di note. Hai solo dimenticato quelli come me che suonano da una quarantina d'anni (ne ho 54) eseguendo tendenzialmente musica d'epoca (soul, R'n'B, Funky).
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Re: La notte in cui tutto cambiò
marioscd ha scritto:
i 4 di Liverpool ma non solo... allora la musica si trasformò in messaggio politico (in alcuni casi politico in senso lato, in altri in maniera più precisa) e nella nascente "cultura rock" confluirono le tradizioni bianche, soprattutto di origine irlandese e quelle nere già espresse in musiche profonde come il blues, il jazz, il gospel, il soul... Furono anni formidabili, musicalmente parlando, di grandissima creatività e cultura. Da questa rivoluzione nacquero i giganteschi musicisti e le monumentali band che tutti ancora oggi conosciamo. Inquietudine, forse... ma schietta, genuina, talvolta spaventata ma terribilmente vera, sempre. Oggi anche la musica è stata totalmente imbrigliata nell'esthabilishment, oggi è tutto e solo business e controllo. Magari nasce ancora una lirica piacevole, un testo intelligente... ma sono casi piuttosto rari e localizzati. Nel complesso la musica di oggi è stata risucchiata verso l'appiattimento commerciale e nessun messaggio, o quasi, viene veicolato attraverso essa...
ciao
Caro Mario posso solo darti ragione in tutto
- roy67
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Re: La notte in cui tutto cambiò
Come la penso relativamente alla musica odierna non è un segreto.
Un tempo ci si preoccupava di scrivere testi che raccontassero storie di vita vissuta, strutturati in modo che molti si trovassero calati in "quei panni".. Il tutto "condito" da una melodia e ritmo che sposasse l'argomento trattato.
Oggi? L'importante è che faccia... Tuz-Tuz-Tuz-TuTTuTuz....
La Richenbacker, dopo aver donato, a scopi pubblicitari, alcuni strumenti a John, Paul e George, raggiunse un successo che la Fender non riuscì ad ottenere nemmeno con le "Stratocaster - SDunburst" ed "Olimpic white" di Jimi Hendrix.
Poi i tempi cambiarono.. Oggi solo un addetto ai lavori conosce la Richenbacker.. mentre la Fender la conoscono tutti.
- Andrew245
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Re: La notte in cui tutto cambiò
-"approvo e sottoscrivo per fare musica 40 anni fa bisognava avere un paio di co----ni oggi sono un paio di co-----n i a fare musica scadente "-
- Grande, Gianni

- Io la radio evito per bene di ascoltarla, altrimenti mi incaxxo come una bestia !!