Siamo nel 1956, l'estate è ormai alle porte e l'afa già incomincia a farsi sentire.
Un treno passeggeri trainato da una Locomotiva BR38, ha appena lasciato una piccola stazione secondaria alla cui uscita i binari incominciano a
scendere con una leggera curva verso sinistra.
Poco dopo ecco un frontone di galleria che si imbocca dopo aver percorso un breve tratto tra due elevati muri di contenimento.
In questo tratto la vegetazione è scarna considerando anche la poca quantità di sole che penetra tra le due pareti a strapiombo.
Sulla destra si può notare una zona con terreno piuttosto friabile nella quale è visibile una precedente frana.
Il macchinista è ben contento di imboccare la lunga galleria: "finalmente un pò di ombra" sussurra il fuochista.
La percorrono a bassa andatura e dopo un breve tratto, grazie alle aperture laterali distanziate da colonne in "pietra naturale", si godono
finalmente un poco di refrigerio.
Intanto a monte, un merci trainato da una Locomotiva BR50 ha appena superato un lunghissimo viadotto.
Una breve curva a ridosso di un posto di blocco ed eccolo superare a velocità ridotta un ponte in pietra ad archi.
È un giorno di festa e si vede.
Un'intera famiglia di turisti è a ridosso di un ponticello mentre, a poca distanza, l'affollamento è ancora più intenso.
Il merci prosegue la sua corsa in perfetto orario superando, questa volta a velocità più sostenuta, la discesa in trincea a ridosso di un sentiero
nel bosco.
Il merci prosegue la sua discesa lasciando alla propria destra una Casa Cantoniera con ripostiglio sul lato e sottotetto rivestito in legno.
Vi è annessa una costruzione per ricovero legna e una zona dedicata al rifornimento di pietrisco e carbone.
Nell'area adiacente c'è una toilette all'aperto, una piccola baracca in legno ed uno spiazzo per accettare legna da ardere.
Prima del portale c'è una baracca in legno utilizzata come rifugio per i manovali proprio a ridosso della verde pineta.
Fa sempre più caldo e certo non invidiamo il povero manovale che, badile alla mano, sta riempiendo un secchio di carbone.
Brevi parti del tunnel sono anche aperte ed il panorama è invitante.
La prima "luce" è data da tre arcate in pietra naturale (di fronte al pascolo), la seconda da una breve apertura tra le rocce.
"Eccoci arrivati" sussurra il fuochista: "aspettiamo il verde ed entriamo in stazione" ribatte il macchinista.
Siamo a ridosso dell'ultimo frontone che immette in stazione.
Una stazione a sette binari attende i nostri protagonisti ma questa è un'altra storia e soprattutto un altro diorama…
P.S. la fotostoria è ambientata in Germania, successivamente il diorama è stato italianizzato.
La "valle incantata" vista dal satellite.
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