Una passione nata molto tempo fa.
Grazie comunque ai suoi modellini, edifici in miniatura e le innumerevoli riviste del settore ho passato l'infanzia e buona parte dell'adolescenza a
montare e smontare, fare e disfare, pseudo plastici ferroviari e a sognare di poter un giorno possedere un plastico come uno di quelli che vedevo e
"mangiavo con gli occhi" nelle riviste lasciatemi in eredità.
Una volta cresciuto ed ottenuto una maggior consapevolezza dei miei mezzi e delle mie capacità, provando e sperimentando son riuscito a realizzare dei
plastici ferroviari e diorami, secondo il mio modesto parere, di tutto rispetto anche se fanno arricciare il naso a certi perfezionisti del settore.
La mia passione purtroppo, oltre che di nicchia, è anche discretamente onerosa, ma questa caratteristica alquanto insormontabile per i sogni di un
bambino e poi ragazzino ha fatto sì che sin da subito dovessi arrangiarmi con tutto ciò che la mia fantasia e creatività con un minimo di limitatissime
finanze potessero permettermi.
In tal maniera ho sposato la filosofia del fai da te modellistico utilizzando qualsiasi materiale povero di recupero per poter realizzare i plastici e
la maggior parte dei suoi componenti, edifici, piante, lampioni, armamenti ecc. spendendo il meno possibile in base alle mie capacità economiche.
C'era però un piccolo sogno nel cassetto: una grande sfida modellistica!
Ho sempre provato dispiacere per la chiusura del ramo ferroviario della Canavesana tra Rivarolo e Castellamonte; il primo viaggio su un treno era
stato proprio su quel tratto e ogni volta che con la mia famiglia andavo a Castellamonte in auto dai miei nonni ammiravo dal finestrino dell'auto
quelle rotaie, passaggi a livello, il ponte sull'Orco, le stazioni e gli sporadici passaggi del treno che mi riempivano il cuore di gioia.
Fatto ancor più triste che accompagnò la mia infanzia per tale chiusura fu che se ne dovette occupare proprio mio padre che all'epoca rivestiva la
carica assessore dei Lavori Pubblici a Rivarolo.
A malincuore pose fine alla ferrovia Canavesana SATTI tra Rivarolo e Castellamonte.
Da qui ho rilevato, ridisegnato e ricostruito graficamente tutti gli edifici ferroviario delle varie stazioni e poi ho stilato un progetto planimetrico
del plastico ferroviario con ovvie licenze modellistiche.
Per comodità operativa e per una maggior quantità di documentazione ho iniziato prima col realizzare a mano e con tutti materiali di recupero i vari
edifici ferroviari della stazione di Castellamonte, dopodiché son passato alla realizzazione dei moduli del plastico partendo ovviamente dalla stazione
ferroviaria castellamontese.
L'ambientazione riprende l'area ferroviaria nel periodo storico tra gli anni '60 e gli anni '80, soprattutto basandomi sulle mie scarne rimembranze.
Molti di questi materiali sono di recupero, altri ereditati da mio padre che era anche lui un accumulatore seriale di materiali che potessero servire
alla causa modellistica.
Tali piante sono state realizzate utilizzando del "fogliame" modellistico incollato con acqua e vinavil e colla spray.
Il primo modulo realizzato ricostruisce lo scorcio comprendente il fabbricato viaggiatori comprensivo del bar della stazione, il deposito delle
locomotive lungo e la piattaforma girevole per poter manovrare la fantomatica T3 a vapore.
Le siepi e alcune recinzioni sono commerciali con modifiche personalizzate, così come i personaggi presenti e alcuni piccoli dettagli.
Il secondo modulo ricostruisce il proseguo del primo in cui sono presenti il caricatore ad archi in mattoni e capriate, il magazzino collegato, la
rimessa locomotive piccola e il chioschetto dei bagni a ridosso della recinzione e cancello d'ingresso all'area merci.
Il modulo è arricchito da lampioni e luci funzionanti e da automatismi quali gli scambi.
Il tutto posa su un pannello sagomato di poliuretano espanso di 5 cm di spessore.
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