La passione per il modellismo ferroviario è come la brace in un caminetto: continua a bruciare sotto la superficie.
L'eterno problema dello spazio mi bloccò per anni ma con l'acquisto di una nuova casa, munita di mansarda sufficientemente ampia, il desiderio di
costruire il mio primo plastico divenne finalmente realtà.
Tutte le zone sopraelevate sono state costruite usando polistirene recuperato da vecchi imballaggi raccordato da una rete metallica sottile,
lasciando così libera la parte inferiore per accedere alle stazioni sotterranee per la manutenzione.
Tracciato dei binari e paesaggio seguono le dimensioni della stanza e si sviluppano lungo le pareti: il plastico è quindi di forma rettangolare,
ma vuoto nel mezzo per l'accesso alla parte centrale.
Un particolare modulo apribile, ben integrato nel paesaggio, permette di raggiungere l'interno chiudendo anche il tracciato dei binari.
Il tracciato.
Nella parte in vista, la stazione principale è servita da ben dieci binari affiancati per una lunghezza di tre metri ed è completata da un
magazzino merci e dalla piattaforma girevole con annessa rimessa a due stalli.
Tale linea, in forte salita, attraversa una lunga galleria prima di entrare in una profonda gola scavalcata con un paio di ponti, uno costruito
con cartone e gesso, mentre il secondo è fabbricato con listelli di legno per modellismo navale.
La stazioncina è munita di un binario di transito e di uno di precedenza, oltre a un paio di tronchini al servizio del magazzino merci.
Proprio una simile segheria ho intenzione di realizzare per il mio prossimo lavoro.
Ho infatti deciso di cimentarmi nella realizzazione di un modulo GAS TT.
I due ponti.
L'immagine accattivante di un vero ponte di legno a traliccio, colta sfogliando un libro sull'argomento ha subito catturato la mia attenzione e
ho deciso di riprodurlo in scala 1:87.
In origine il manufatto vero, lungo 300 metri, poggiava su sei pile ma, per motivi d'ingombro, ho ridotto il modello in modo che ne avesse
soltanto tre: esso risulta quindi lungo 40 cm e alto 16 cm dal fiume sottostante.
Per il lavoro mi sono servito di oltre 500 listelli di legno di vari spessori… e di molta pazienza, ma il risultato finale mi ha pienamente
soddisfatto.
Un treno merci proveniente dalla stazione terminale nascosta esce dalla galleria al traino di un'immacolata 0.345 e costeggia la segheria raccordata.
A materiale essiccato, ho inciso tutte le pietre una per una con un punteruolo: un lavoraccio, d'accordo, ma alla fine dell'opera la tecnica
utilizzata si è rivelata molto efficace.
Dipinto e macchiato qua e là con colori acrilici molto diluiti, il ponte non presenta difetti, e anche i corrimani (costruiti con filo elettrico
da 0,25 mm, recuperato da una vecchia bobina) risultano ben allineati e rettilinei.
Ecco un'inquadratura d'effetto per il grande ponte ad arco in muratura che domina la scena nella gola sul lato corto dell'impianto.
Tutti gli abeti presenti nei boschi sono di produzione commerciale, elaborati con polveri per renderli più naturali, mentre i cespugli, i rovi e
le piante di basso fusto sono realizzati con arbusti naturali raccolti durante le salutari passeggiate in montagna.
La natura infatti offre svariate possibilità per ottenere un buon realismo e una grande varietà.
Per esempio, i pini naturali affetti da una caratteristica malattia lungo il loro tronco, producono muschi e licheni particolari che ben si
adattano, senza molti ritocchi, a imitare piante basse o cespugli molto folti.
Con un lavoro d'elettricista alle spalle, non ho avuto alcun problema nella realizzazione dell'impianto elettrico del mio plastico.
Per l'alimentazione dei treni ho recuperato un alimentatore da un vecchio elaboratore (offre tuttora una buona tensione stabilizzata), poi mi
sono costruito tutti i variatori di tensione, trovando gli schemi sulle riviste di elettronica.
Alcuni scambi sono ancora mossi da elettromagneti (Peco), ma per la maggior parte ho utilizzato motori a tensione continua, modificandoli per
ottenere un lento spostamento degli aghi.
Un lavoro complesso, ma di notevole soddisfazione, si è rilevato quello relativo alla costruzione della plancia di comando.
Per prima cosa ho progettato all'elaboratore la disposizione di interruttori, variatori di tensione e deviatori, poi, dopo le necessarie
verifiche, ho eseguito una stampa fotografica di 40x60 cm (cioè le misure totali della plancia) che ho incollato su un foglio di legno truciolare
pressato fine, economico ma rigido a sufficienza.
A essiccazione avvenuta, ho passato da tre a quattro mani di vernice all'acqua trasparente opaca, allo scopo di proteggere da urti e graffi la
stampa stessa.
Quindi è stata la volta del montaggio degli interruttori, di tutti i variatori elettronici di tensione e dei LED di controllo, seguita dalla
saldatura dei numerosi fili elettrici.
I trasformatori primari collegati alla rete domestica a 220 V non sono contenuti nel quadro, ma sistemati direttamente sotto il telaio del
plastico, per motivi di risparmio, di spazio e di peso.
Ho infine previsto, oltre al sistema di comando manuale, anche automatismi di funzionamento, assai utili durante le visite di amici e appassionati,
che permettono di far circolare tre diversi treni per senso di marcia.
Così, per esempio, un treno giunto nella stazione sotterranea si arresta e nello stesso tempo fa partire un secondo convoglio in attesa.
Compiuto il suo tragitto, il secondo treno raggiunge la stazione centrale, poi rallenta fino a fermarsi.
La sua sosta è temporizzata e al termine del tempo predefinito può ripartire, continuando il viaggio fino alla stazione sotterranea e dando il
cambio a un altro treno ancora.
Ma un plastico ferroviario, non è solo questo, ma armonia, natura incontaminata e verdi pascoli.
Ed ecco un bucolico scorcio alpestre nella parte alta del plastico.
Alla vista di amici ed appassionati, oltre che alla mia, lo spettacolo non annoia mai!
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