La mia storia inizia nel lontano 1956… così come la passione per il Märklin in particolare e per i treni in generale.
Già, perché ho fatto il macchinista nelle FS.
Macchinista!
Avete capito bene ovvero "the machinist" che, dalla nomenclatura americana indica la "persona addetta a macchine meccaniche".
Ma questa è un'altra storia ed oggi sono qui raccontarvi un altro pezzo della mia vita "virtuale" che prende però spunto proprio da storie di
"vita vissuta".
Visione d'insieme del plastico
È impostato su 3 linee indipendenti ed intersecanti con tre stazioni di diramazione e quattro di servizio viaggiatori.
Le tre linee rappresentano, ognuna in particolare, tre differenti situazioni ferroviarie esistenti realmente.
Confusione in stazione
Possono circolare contemporaneamente 11 treni comandandosi e distanziandosi automaticamente da soli.
Linea 2: a semplice binario elettrificata (tipo MI-AL) con tre stazioni atte ad incroci e precedenza sulla quale circolano
automaticamente 4 treni.
Linea 3: a semplice binario non elettrificata con 5 stazioni atte ad incroci e precedenze sulla quale possono circolare fino a
6 treni contemporaneamente.
424 FS
Grazie al digitale, ho anche lo spazio necessario per effettuare delle manovre.
Al digitale ci sono arrivato tardi… pazienza… dovevo farlo prima… sono uno di quelli che ha sempre rifiutato il computer…
forse nel mio subconscio avevo capito che avrebbe soppiantato l'uomo.
Però, nel "plastico di Gipo" è quasi… indispensabile!
Tutti sanno, infatti, che le locomotive sono soggette a variazioni di velocità in base al carico e alla planimetria della linea e che comandandole
in modo analogico occorre seguirle costantemente, pena l'arresto del convoglio o l'eccesso di velocità.
Tutto ciò chiaramente con il digitale non occorre in quanto, una volta stabilita la velocità di marcia, essa si autoregola automaticamente da sola.
Questo sistema di comando, in particolare modo usato su impianti grossi come il mio, permette di assaporare in toto la soddisfazione di vedere
girare i treni senza troppi "patemi d'animo".
Pensiamo ad esempio al deposito locomotive…
Solo questo occupa uno spazio di 3x1 metri, con lui ho voluto rappresentare tutto il sistema che era in opera ai tempi della trazione a vapore.
Fatta acqua e sabbia, la loco, se ha bisogno di lavori di manutenzione, entra in "placca" e viene smistata sotto i capannoni del deposito.
Se non occorre, ritorna indietro e viene posizionata sui binari delle loco atte alla partenza, posti di fianco all'ingresso in deposito.
Quando si guarda un plastico appena l'occhio si ferma… zac… il colpo di fulmine!
Eccone alcuni:
La gru per il carbone
Le casette, gli alberi ed i personaggi sono di produzione Faller e Kibri mentre i licheni li ho raccolti personalmente nei boschi.
Mi ritengo fortunato per lo spazio che ho a disposizione.
Posso dire di aver realizzato il mio sogno di bambino.
Abitavo in condominio ed ho sognato per tanti anni una casa e un posto tutto per il mio hobby.
Ce l'ho fatta!
Grazie per aver avuto la pazienza di leggere questa pagina, un grazie ad Andrea per aver pubblicato tra le "fotostorie d'Italia", anche quella
del… "plastico di Gipo".
Purtroppo Gipo Bisotti da Rodallo, dopo aver combattuto con i denti contro la malattia, è mancato il giorno 25 ottobre 2012.
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