Premessa
Ampiamente utilizzati a partire dalla metà del 1800, i viadotti ferroviari in muratura di pietra vennero rapidamente abbandonati alla fine del
trentennio del 1900 a favore della più versatile ed economica tipologia in conglomerato cementizio armato.
Per circa 100 anni rappresentarono, però, una standard costruttivo consolidato in tutta Europa tanto che le differenze tra le opere ancora in
servizio sul territorio europeo si possono ricondurre, essenzialmente, ai materiali utilizzati, alla loro lavorazione ed alle inclinazioni
artistiche dei singoli progettisti, spesso propensi ad impreziosire la semplicità e linearità dei prospetti con elementi architettonici come
lesene in aggetto o timpani leggermente rientranti.
Eppure, nonostante le sobrie decorazioni, l'elemento ad arco, unitamente al massiccio utilizzo della pietra e del mattone, conferisce a queste
opere un'eleganza unica difficilmente riscontrabile in altre tipologie costruttive.
Opere in cemento armato come il magnifico viadotto sulla linea Torino-Ceres, in comune di Ceres, o a travi reticolari in acciaio come il
Schlossbachbrücke lungo la Karwendelbahn, rappresentano preziosi esempi di un rinnovato "gusto" estetico poi rapidamente evolutosi - per non dire
degenerato - nella "efficiente" banalità delle strutture prefabbricate odierne.
Quel "valore aggiunto" spesso ricercato da molti modellisti per le proprie realizzazioni si concretizza, in molti casi, proprio nella costruzione
e nell'inserimento in plastici e diorami di opere di attraversamento in muratura, le quali, grazie alla loro longevità, ben si sposano con impianti
di ogni epoca e nazionalità.
Con l'obiettivo di realizzare un modello molto realistico che potesse adattarsi perfettamente al mio modulare in corso di progettazione, ho optato
per l'autocostruzione.
E come spesso accade in questi casi, il fondamentale ricorso alla letteratura tecnica è stata anche l'occasione per approfondire le conoscenze su
un tema molto affascinante.
Bibliografia
Con l'abbandono della tipologia costruttiva in muratura si persero molto velocemente anche le conoscenze legate alle procedure costruttive, spesso
così precisamente codificate nella pratica da non venir nemmeno riportate su testi e manuali.
Ad oggi i libri in lingua italiana che trattano l'argomento in maniera completa ed esauriente sono veramente pochi.
Le ricerche hanno dimostrato l'esistenza di alcuni testi di inizio ‘900 ancora disponibili sul mercato ed in buone condizioni di conservazione;
uno di questi è il manuale di "Costruzioni Stradali" a cura dell'ing. prof. Vittorio Baggi; la copia in mio possesso, acquistata presso una
libreria on-line, è la ristampa della terza edizione riveduta con 45 tavole e 1109 figure nel testo, edita da UTET nel 1954.
Il testo originario, del 1912, è una raccolta degli appunti delle lezioni tenute dall'autore presso il Regio Politecnico di Torino.
Il progetto
Per semplificare un poco il lavoro ho preferito inserire nel modulo di cui alla figura n. 1 un tratto in rettifilo in grado di ospitare un
attraversamento di circa 43.5 m di lunghezza (50 cm in scala).
Figura n. 1 – Il modulo "Dreispitzenviadukt " con indicazione dell'ubicazione dell'attraversamento.
- luce arcata 2c = 8 m (9.2 cm in scala);
- n. di arcate = 4
Per viadotti "semplici" come quello in esame, il Baggi suggerisce di realizzare pile piene, senza riseghe, con "rastremazione di 0.035 nella
sezione longitudinale e 0.05 in quella trasversale", unitamente agli ingombri ed ai ricoprimenti di cui alla figura n. 2.
È inoltre previsto che tutti gli spigoli siano "costituiti da bozze o bugne in pietra da taglio".
Figura n. 2 – Sezioni tipo per viadotti con luci da 8 m. La larghezza di 7,80 m, misurata tra i fili interni dei parapetti
metallici o in muratura, è riferita a viadotti per linee a doppio binario; per linee a singolo binario la larghezza scende a 4.50 m (V. Baggi,
1954).
Le dimensioni utili in pianta, anch'esse suggerite dal Baggi, sono pari a 0.50 m di larghezza (0.57 cm in scala) e 0.94 m di lunghezza (1.10 cm in
scala);
- I blocchi in pietra del rivestimento sono rettangolari con misure BxH=70x35 cm (8.0x4.0 mm in scala); i blocchi in corrispondenza degli spigoli
sono rettangolari, con finitura in bugnato a spacco, e misurano BxH=70x40 cm (8.0x4.6 mm in scala);
- I parapetti sono in muratura di mattoni, assai più eleganti delle soluzioni in mancorrenti di ferro, e seguono le specifiche indicate dal Baggi
di cui alla figura 3.
Figura n. 3 – Particolari di parapetti in muratura in "Costruzioni Stradali", V. Baggi, 1954 - Tavola IV allegata al testo.
In questa fase ho anche valutato che, per avere un discreto effetto scenografico, il piano del ferro del viadotto dovesse posizionarsi ad una
quota di circa +30.0 cm rispetto al piano zero del modulo; in pratica, la valletta rocciosa al di sotto del viadotto viene ad avere un'altezza
circa uguale a quella del viadotto stesso.
Figura n. 4 "Dreispitzenviadukt" - Prospetto.
Le arcate.
Per le arcate ed il piano viabile ho utilizzato una robusta base in pioppo da 4 mm di spessore, lavorata con un seghetto alternativo ed una guida
in profilato metallico, quest'ultima indispensabile per realizzare perfetti tagli in linea retta.
Le misure di progetto sono state riportate sui pannelli in legno con l'ausilio di alcune dime di carta stampate in scala.
Con questo sistema ho effettivamente ovviato all'inconveniente di dover lavorare con misure inferiori ad 1.0 mm (Figure 7, 8, 9).
Figura n. 7 - La preparazione del pannello per il taglio.
L'interno degli archi, per i quali ho previsto una finitura ad intonaco, è stato realizzato riempiendo i vuoti con dei fogli di polistirolo
successivamente tagliati con un archetto a filo caldo (Figure 10 e 11).
Figura n. 10 – Riempimento degli archi con polistirolo.
Anche in questo caso una dima stampata ha agevolato le operazioni di tracciamento delle linee di progetto; per il taglio delle lastrine, che deve
essere effettuato precisamente secondo progetto, ho utilizzato una riga, un cutter bisturi ed un cutter a compasso (Figura 12).
Figura n. 12 – Preparazione e taglio delle lastrine in Forex delle facce a vista del viadotto.
Figura n. 13 – Realizzazione dei blocchi di pietra sul fronte delle arcate.
Come previsto, gli archi della base in legno non coincidono perfettamente con gli archi delle lastrine in Forex avendo, i primi, una luce
superiore di circa 3 mm (Figure 15 e 16).
Figura n. 15 – Incollaggio delle lastrine in Forex alla base in legno.
Per una lavorabilità più lunga nel tempo ho preferito usare una miscela di gesso superiore di Parigi e stucco in polvere.
Figura n. 17 – "Intonacatura" delle volte degli archi.
Figura n. 18 – Intonacatura delle volte degli archi – Dettaglio delle "imperfezioni" a levigatura ultimata.
Le pile del viadotto sono realizzate assemblando direttamente le lastrine in Forex da 3 mm, opportunamente tagliate e lavorate.
Il risultato dell'assemblaggio è un robusto solido tridimensionale che non necessita di una base preventiva in legno (almeno per modelli di
dimensioni contenute come quello in oggetto).
Le modalità di lavorazione del Forex sono del tutto identiche a quelle delle arcate (Figure 19 e 20).
L'unico particolare al quale serve prestare attenzione è la realizzazione dei blocchi in pietra lungo gli spigoli.
Anche in questo caso mi sono servito di una dima su carta.
Per la corretta realizzazione della suddetta è necessario procedere al disegno del suo sviluppo in pianta, in modo tale che, una volta ritagliata
e piegata, i blocchi abbiano la giusta inclinazione sulle due facce contigue della pila (Figure 21, 22 e 23).
A tal proposito ricordo che le facce delle pile sono rastremate "di 0.035 nella sezione longitudinale e 0.05 in quella trasversale".
Aggiungo, in ultimo, che l'utilizzo delle dime in carta, tanto per i blocchi degli archi quanto per le pietre d'angolo delle pile, non è
indispensabile; tali particolari si possono infatti ricavare direttamente dall'incisione delle lastrine in Forex.
Ma le dime stampate sui classici fogli di carta da 80 grammi aiutano a conferire tridimensionalità alla struttura, obiettivo per il quale, a mio
parere, l'utilizzo di un sottile foglio di carta è senza dubbio da preferirsi al più spesso e meno realistico cartoncino.
Figura n. 19 – Lavorazione delle lastrine in Forex da 3 mm per la realizzazione delle pile del viadotto.
Figura n. 24 – Spalla sinistra del viadotto.
Per i parapetti ed i terrazzi ho utilizzato delle lastrine in plastica di Auhagen (art. 41205), ottime per la qualità delle incisioni, la
robustezza ed il basso costo.
Accoppiandole con una lastrina in Forex da 1 mm per avere la finitura ad intonaco lato binario, si ottiene uno spessore del parapetto quasi
perfetto.
Se si volessero avere i mattoni a vista anche sul lato interno del parapetto, allora sarebbe sufficiente accoppiare due lastrine di Auhagen.
In questo secondo caso, inoltre, la larghezza del parapetto sarebbe addirittura perfetta, essendo lo spessore degli stampi pari a 1.5 mm.
L'ultima operazione consiste nella posa delle pietre in testa al parapetto, realizzate anch'esse con striscioline in Forex ricavate da una
lastrina di spessore pari a 2 mm.
Figura n. 25 – Parapetti e terrazzini in fase di realizzazione.
L'operazione di assemblaggio avviene senza particolari problemi, a conferma della buona riuscita dei singoli elementi (volte, pile, spalle e
parapetti) e della precedente fase di progettazione (Figura 26).
La soluzione che ho adottato, a questo punto, per la riproduzione della bugna a spacco, è la seguente: con la punta di un pennello piatto viene
prelevata una piccola quantità di gesso abbastanza denso; quindi con il pennello si "picchettano" i blocchi di pietra depositando su di essi
piccole porzioni di materiale; la carta della dima con cui sono rivestiti i blocchi favorisce la presa del gesso e la sua rapida asciugatura
(Figura 27).
Figura n. 26 – Il viadotto prende forma con l'assemblaggio dei singoli elementi.
Effettuata con polvere di gesso, deve essere accompagnata da una paziente levigatura con carta vetro molto fine.
Solo allora il modello può ritenersi veramente ultimato e pronto per la colorazione (Figura n. 28).
Figura n. 28 – Viste del viadotto completato prima della colorazione.
- "grigio caldo" per le pietre del rivestimento;
- "grigio neutro" per i blocchi in pietra lungo gli spigoli.
Figura n. 29 – Il viadotto "Dreispitzenviadukt" ultimato.
Se sei interessato al file oggetto della presente fotoguida (Prospetto - Pila - Spalla - Parapetto), accedi alla
PAGINA DEI DOWNLOAD
Il sito ScalaTT.it utilizza cookie solamente nel forum. I cookie sono esclusivamente utilizzati, nel rispetto della Legge sulla Protezione dei
dati (RGPD) - 2018, per un migliore utilizzo del forum. Qui trovate le regole a cui ci atteniamo
Cookie Policy Sito ScalaTT e Forum GAS TT.
Il sito ScalaTT.it non ha scopo di lucro, non è una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicità fissa (pertanto non può
considerarsi un prodotto editoriale - legge n. 62 del 7/3/2001). Immagini e testi sono coperti da diritti e possono essere utilizzati solo se
autorizzati.