La tecnica di costruzione del modello è quella utilizzata per le navi, un insieme di elementi in legno con ordinate e listelli, necessariamente
tutto deve essere perfettamente in squadro.
Esaminando il contenuto del kit ci si accorge della strana scomposizione del modello in parti, sicuramente dettata dalle esigenze di dimensioni del
fascicolo che hanno condizionato non poco le dimensioni del foglio di compensato o dei listelli in allegato.
Non appena "la cosa" inizia a prendere forma la tentazione di assemblare a secco il materiale disponibile per farsi un'idea delle dimensioni e delle
forme del modello finito è fortissima, ne approfitto comunque per riscontrare eventuali mancanze o problematiche occulte negli incastri dei pezzi
(ce ne saranno parecchie).
I listelli della caldaia che lavoro delizioso, qui il parallelo con il modellismo navale è più stretto, anche se ricoprire un cilindro è sicuramente
più semplice di seguire le forme della chiglia di un veliero o di qualsiasi naviglio.
Con la prima stuccatura iniziava una specie di tunnel senza uscita, quanto tempo è passato a strofinare abrasivi di tutti i tipi, forma, misura e
grana su questo manufatto non si potrà mai calcolare.
Capisco solo ora il perché in rete qualche modellista ha deciso di ricoprire tutto con una lamina di ottone (carta di spagna).
Se dovessi rifarlo di sicuro utilizzerei qualche altro materiale, proverei anche il molikote per aeromodelli.
Nonostante il trattamento cominciarono ugualmente le grandi manovre dello stucco, inizialmente con bombolette di stucco spray poi rimosso in
gran parte.
Dopo parecchi tamponi di carta abrasiva la situazione migliorava e decidevo per l'ennesima immersione nel turapori che finalmente riusciva a rendere
accettabile la superficie, fino a quel momento estremamente porosa.
I problemi erano solo all'inizio, a distanza di qualche mese cominciarono a comparire delle torsioni nel telaio e la caldaia non riesce più ad
incastrarsi in sede, fortunatamente non ho ancora verniciato nulla ma è evidente che il legno con cui è stato realizzato il kit è di scarsa qualità
e non sopporta i cambi di stagione/temperatura/umidità; le mie precedenti esperienze (navali) con i kit Amati mi avevano abituato a tutt'altro tipo
di legno, speriamo che a modello finito dopo qualche tempo di esposizione, non si disfi tutto.
Altro capitolo riguarda il tender, bisogna andare a comperare altre scatole di chiodini dato che quelli forniti non bastano ed il fatto che sono in
numero inferiore al necessario, lo scrivono pure sul fascicolo relativo.
Occorrerà smussare, arrotondandoli, parecchi angoli soprattutto dietro; come di consueto bisogna far sparire un altro capolavoro di fessure.
Dopo pochissime mani di stucco spray, diversamente dall'infinita stuccatura della caldaia, l'aspetto è accettabile.
Evitiamo di commentare anche questa operazione e passiamo oltre!
Finalmente tutto è pronto per la verniciatura, ho scelto un colore verde imperiale satinato, trovato tra le diverse tonalità, con l'uso di una
foto a colori (rarissima sono quasi tutte in b/n) della loco vera, purtroppo verrò a scoprire troppo tardi che il colore del prototipo non era
esattamente di quella tonalità ma un verde oliva chiaro, che l'unificazione del 1938 operata dalle SNCF aveva cancellato con il verde della mia foto.
Pazienza, ritengo che nell'errore non voluto ne abbia guadagnato in eleganza, quel verde oliva avrebbe "ammazzato" il modello.
La verniciatura procede tranquillamente, anche se le misure oversize del modello mi costringono alla costruzione di un supporto girevole lungo 80cm!!
e rendono comunque impegnativa tutta l'operazione e l'uso dell'aerografo.
Siamo arrivati al capitolo accessori di completamento, tutti metallici tranne qualche elemento plastico che compone le lanterne, guai a farli cadere
a terra si spezzano all'istante anche a seguito di piccoli urti dentro il sacchetto originale che li contiene; di sicuro la lega è una pessima zama.
Parecchie forature originali per l'installazione di detti accessori, saranno da rifare perché palesemente errate!!
Altra croce / delizia arriverà il giorno in cui dovrò incollare la cabina, dopo averla completata con una selva di tubi e tubicini ricostruiti
utilizzando le foto reali perche assenti nel kit, inspiegabilmente anche lei non vuole più sentirne di incastrarsi nuovamente in sede, stavolta tutto
è già stato verniciato e sforzandola si creano delle belle fessure che ho dovuto colmare con sottili striscioline di listello e una leggera stuccatura.
Sarò obbligato a ripassare qualche altra mano di aerografo a modello finito!!
Inutile raccontare l'enorme difficoltà, anche a solo maneggiare il modello e l'evitare di verniciare il non dovuto senza l'uso di carta adesiva…
brrr che brividi, dopo qualche sudore freddo alla fine è andata e di seguito potete vedere il risultato ottenuto.
Nel piccolo spazio autogestito (ero da solo) a me riservato, vista la premessa della presentazione, ho anche installato del materiale Rivarossi
d'epoca: una piattaforma girevole e le sue rimesse, completando l'atmosfera con il posto di blocco, il serbatoio, il P.L. automatico, una 245 ed
una Gr.940 in scala 1/80 che hanno sferragliato lungo i binari del D.L. per tutti i tre giorni, non perdendo nessun colpo (nonostante
l'alimentatoraccio LIMA!!) e senza mai uscire dai binari durante il trasbordo tra il ponte girevole e le rimesse; tra gli sguardi sbalorditi dei
bimbi e dei loro papà che avevano ammirato tali accessori solo sul catalogo Rivarossi dell'epoca.
Se la guida fosse stata realizzata meglio, con istruzioni nella giusta sequenza e con dettagli fotografici migliori nei passaggi più complicati (è
inutile mostrare per 6 volte di seguito come si vernicia una ruota), diverse problematiche si sarebbero evitate agevolmente ed avrebbero reso il
montaggio più fruibile, facile e senza errori ed omissioni.
Comprendo solo adesso il motivo per cui, di questa bellissima locomotiva se ne trovano in vendita parecchie incomplete o assemblate malissimo.
Peccato, perche alla fine è proprio un bel modello!
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