Sono diversi i casi in cui le due rotaie possono dare origine a situazioni di corto-circuito.
Questo accade quando le rotaie vengono "elettricamente" a contatto, come se si posasse un pezzo metallico a cavallo delle stesse.
Pensiamo ad esempio al triangolo di inversione, utilizzato per invertire il verso delle locomotive a vapore, al posto della piattaforma
girevole, o alla stessa piattaforma che, quando il ponte ruota di 180 gradi, genera un corto-circuito.
Il veicolo passa sul binario di ingresso, entra nel cappio, lo percorre, e poi esce sullo stesso binario utilizzato per l'ingresso.
È sicuramente utile per invertire il posizionamento del convoglio, soprattutto nel caso di una motrice asimmetrica, come ad esempio una
locomotiva a vapore.
Il cappio può essere realizzato sia in analogico che in digitale, ma in questa guida si tratterà solo quello in DCC, ovvero in digitale.
In questo caso il cappio va completamente isolato dal resto dell'impianto con una doppia interruzione su entrambe le rotaie.
La polarità del cappio si inverte proprio mentre il convoglio è INTERAMENTE entrato nel cappio stesso.
Il passaggio della PRIMA ruota, nel caso che l'alimentazione del cappio non sia in fase con quella del resto dell'impianto, provoca un corto
quando transita nella giunzione; è questo corto, monitorato dall'invertitore, prima che venga avvertito dall'alimentatore (booster), che fa sì
che l'invertitore reagisca riallineando le fasi del circuito che alimenta con quello di ingresso; lo stesso avviene in uscita col transito della
prima ruota sulla giunzione.
Quindi è basilare che la lunghezza del cappio sia almeno pari al convoglio più lungo che si vuol far circolare, più almeno un
decimetro di sicurezza.
Infatti, se così non fosse e qualche vagone si trovasse ancora nella parte di tracciato fuori dell'anello di ritorno, le ruote metalliche,
passando sui sezionamenti, provocherebbero un corto circuito con rischio di danni all'alimentatore.
Altro aspetto rilevante, dato che il treno entra ed esce dallo stesso scambio, riguarda proprio il deviatoio.
Se questo ha il cuore isolato, può anche essere tallonato all'uscita, ma se ha il cuore polarizzato deve essere deviato mentre il treno si trova
all'interno del cappio (manualmente oppure con qualche meccanismo elettronico).
In tal modo i bordini delle ruote forzano l'ago ed il convoglio passa senza alcun problema.
Il decoder della locomotiva, provvede ad alimentare il motore sempre nello stesso modo (caratteristica costruttiva dei decoders che è obbligatoria
se si vuole la "NMRA DCC conformance") ed un apposito relais provvede alla commutazione dei binari.
La logica di funzionamento è uno standard mondiale che deve essere rispettato da tutti i fabbricanti, ed il relais che controlla il cappio è del
tutto indipendente dal sistema DCC usato.
Se ad esempio si utilizza il digitale Piko, si può usare il relais della Lenz o della NCE o il Digitrax PM 42 che ne gestisce addirittura 4.
Dato che il relais commuta la polarità quando uno dei due isolamenti del cappio è attraversato da un asse con un carico elettrico sopra, è
obbligatorio usare locomotive che non abbiano le prese di corrente sfalsate sulle ruote (come le vecchie Rivarossi, ad esempio).
Se si utilizzano solo motrici prodotte dagli anni 80 in poi, non c'è alcuna controindicazione.
Nulla di complicato dunque: si isola il cappio ad entrambe le estremità, si collega il relais apposito (due cavi ai binari del cappio ed altri
due cavi ad uno qualsiasi dei binari afferenti) e si può incominciare a giocare…
Importante: il cappio va alimentato a parte e solo con l'uscita del relais.
Quando il treno entra o esce dal cappio, il relais rileva il corto ed automaticamente inverte la polarità di questo.
Un relais molto conveniente, in termini di costo e reperibilità, è probabilmente il Lenz LK200.
Qui possiamo osservare il relativo sistema di collegamento elettrico.
Non è chiaramente un sistema automatico ma, visti i costi, una riflessione è giusto farla.
È infatti sufficiente un interruttore a 2 o 3 posizioni tipo questo:
si collegano all'interno del tratto isolato del cappio 4 fili (2 per rotaia);
si collegano in maniera opportuna questi 4 fili all'interruttore, in modo che con una posizione dell'interruttore si alimenta la rotaia DX
(la fase) e la rotaia SX con il neutro, mentre con l'altra posizione si alimenta la rotaia DX con il neutro e la SX con la fase.
Una volta che il treno è entrato tutto nel tratto isolato, si gira l'interruttore ed il treno prosegue senza problemi la corsa.
L'unica accortezza da avere è quello di alimentare il tratto isolato allo stesso modo in cui è alimentato il tratto da cui entra il treno (cioè
se nel binario esterno al cappio è la rotaia dx ad essere alimentata con la fase, anche il tratto isolato deve avere la fase sulla rotaia dx).
Una volta che il treno è completamente dentro il tratto isolato, si inverte la polarità ed una volta che il treno è uscito, si rimette
l'interruttore nella posizione iniziale.
Ecco lo schema con i collegamenti:
Il contro consiste chiaramente nel mancato automatismo e nella relativa "velocità" di azionamento dell'interruttore, ma se il cappio dovesse
essere particolarmente lungo il disagio potrebbe essere marginale.
Il pro è naturalmente il costo, in quanto un interruttore del genere (commutatore a levetta a due vie o doppio deviatore) si trova nei negozi di
componenti elettronici tra i 5 e i 6 euro (2014).
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