Qualsiasi prodotto che debba essere venduto deve essere imballato e contenuto in una scatola.
Anche i treni elettrici, o meglio i modelli ferroviari, non si sottraggono a questa legge del commercio.
Talvolta, una confezione ben riuscita, contribuisce ad attrarre l'interesse dei potenziali acquirenti, altre volte invece una cattiva
confezione ci fa estrarre i nostri amati modelli con difficoltà o magari a rischio di rovinose, e costose cadute del modello.
Oggi le confezioni sono quasi tutte di alta qualità e atte a preservare il modello, ma nel dopoguerra, nei fortunosi anni '40, le cose erano
ben diverse.
Le prime 50 scatole prodotte dalla Rokal contenevano una locomotiva, la Baby 1001, tre vetture a carrelli, un ovale di binari e il trasformatore
regolatore più gli accessori per la manutenzione.
Le scatole erano in legno (!!!), il coperchio si sfilava su un fianco, scorrendo entro due guide come un cassetto e sul coperchio era incollata
una stampa con un bambino che guardava ammirato il piccolo treno.
E in effetti il titolo riportato era "Rokal - Klein Elektrobahn" ovvero "Rokal - piccola ferrovia elettrica".
Una curiosità: il bambino della foto era il signor Helmuth Heymanns, nipote di Robert Karmann.
Una scatola dei primi anni '50, contenente un vagone tipo Essen, ovvero un alte sponde.
Con la sigla G203 è stato uno degli articoli più venduti, prodotto in 12.000 pezzi dal 1950 al 1960.
Le ruote erano realizzate in Trolitul, un derivato del polistirolo, era dotato di gancio unificato Rokal in fusione di metallo, e su ogni
testata un piccolo pulsante permetteva lo sgancio dagli altri veicoli.
Questo tipo di confezione apparve nel 1964, e distinse la produzione più recente.
Si notino i colori accattivanti e la possibilità di esporre il modello senza estrarlo dalla scatola.
Questo modello in particolare, ref. 01020, fu prodotto in 9.400 pezzi dal 1964 al 1969, anno di cessazione della produzione Rokal.
Per evidenti ragioni di risparmio su questo lato era impressa la sagoma della loco T3, immessa sul mercato nel 1965 e prodotta in 5.000 pezzi.
Lo stesso coperchio si usava quindi per due loco diverse.
Peso 390 g !!, più di tante realizzazioni in H0!
Si noti che la loco è contenuta in una forma di plastica simile alla celluloide, che a sua volta è contenuta in una scatola classica nei due
tipici colori verde e giallo.
Il foglio con le istruzioni per l'uso è ripiegato e infilato sotto la forma di plastica che contiene la loco.
Come prevedibile le scatole contenti vagoni e binari dei primissimi anni di produzione erano quanto di più spartano si possa immaginare, una
scatola di cartone chiusa con punti metallici e con una semplice scritta a stampa sul lato più corto, quello che sarebbe rimasto in vista
sullo scaffale, eventualmente un'aggiunta stampigliata con un timbro per meglio identificare il prodotto; all'interno una carta oleata
avvolgeva il modello.
Considerando anche la penuria di materie prime del dopoguerra, questa semplicissima confezione poteva essere sufficiente per il lancio del
prodotto, ma già all'inizio degli anni '50, le mutate condizioni del mercato richiedevano imballi più accattivanti.
Fu così che comparve la prima scatola in cartoncino colorato, un semplice accostamento di due colori: un ocra e un verde scuro, la scritta
Rokal ripetuta e la sigla TT; gli appassionati avrebbero quindi legato indissolubilmente il nome Rokal alla scala TT.
Dunque nei primissimi anni '50 le scatole erano divenute meno anonime, a metà degli anni '50 comparvero anche delle grandi scritte con il
marchio di fabbrica in modo che il Cliente potesse identificare subito il prodotto anche in mezzo all'agguerritissima concorrenza.
Inoltre le scatole riportavano anche l'immagine del contenuto.
Adesso il packaging della Rokal poteva dirsi adeguato al difficile mercato tedesco, ma il mercato richiedeva sempre un maggiore impegno e
la Rokal non poteva sottrarsi alla sfida.
Scatola in cartoncino degli anni '60, il contenuto è un autotreno delle Ferrovie Tedesche con i colori FS, una richiesta espressa
dall'importatore di allora, la ditta Cagnoni Giocattoli, con sede in corso Vercelli a Milano, alla quale non era estraneo Italo Briano, uno
dei padri fondatori del fermodellismo italiano, che credeva molto nella scala 1 :120.
Questo autotreno oggi - se in scatola originale - raggiunge quotazioni di 300÷350 €, alcune versioni sono state realizzate nel blu scuro
delle ferrovie olandesi o nel classico castano e isabella delle FS con fascia in rosso segnale.
Il cartoncino delle scatole riportava i colori sociali, un abbinamento di giallo chiaro e verde brillante che sarebbe divenuto rappresentativo
della Rokal, mentre un disegno indicava il contenuto e una stampa sul lato più corto identificava il modello.
Le locomotive erano contenute in una forma di plastica di colore giallo che preservava il modello dagli urti e consentiva di sfilarlo dalla
scatola senza pericolo di danneggiamenti.
Il foglietto con le istruzioni, peraltro estremamente sintetiche, era ripiegato e infilato sotto la forma di plastica.
Un ulteriore affinamento di questo imballo si avrà negli ultimi anni di vita della Rokal, le scatole contenenti locomotive sarebbero divenute
molto più grosse, quasi a testimoniare la maturità tecnica del prodotto, le scatole dei mezzi di trazione avrebbero avuto una particolarità:
la locomotiva era inserita all'interno della scatola in una posizione insolitamente angolata.
Le scatole dei set completi - fondamentali ancora oggi per acquisire e soprattutto fidelizzare il cliente - avrebbero raggiunto l'apice della
razionalità.
Erano presenti sia scatole contenenti il solo materiale rotabile con il classico ovale di binari, sia scatole contenenti anche trafo e
apparecchio di regolazione della marcia, il tutto in confezioni robuste, belle a vedersi, dai colori accattivanti e che consentivano ai
negozianti di esporre il prodotto senza doverlo estrarre dalla scatola.
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