La maggiore critica che viene fatta ai modellisti che scelgono la scala TT è che al momento non esistono locomotive del parco FS.
Ci sono vagoni merci, ci sono vetture passeggeri ma ancora mancano locomotive FS.
Essendo un grande appassionato di trifase, ha pensato bene di colmare la lacuna e la scelta è caduta su un macchina che ha trainato treni
attraverso vari decenni, una scelta veramente impegnativa!
La storia:
Alla fine degli anni '20, sebbene il sistema di trazione a corrente continua avesse già ampiamente dimostrato la propria superiorità su
quello trifase a bassa frequenza, era tuttavia necessario elettrificare con quest'ultimo sistema varie linee del gruppo ligure-piemontese e
di valico appenninico.
Questa risoluzione condusse l'Ufficio Progetti delle FS a non replicare le macchine del gruppo 551, ma a progettare ex novo una locomotiva,
la cosa oltretutto avrebbe permesso di aggirare i numerosi brevetti industriali che appesantivano i costi delle macchine precedenti.
Nacque così il gruppo E.554, la prima serie fu ordinata ai vari costruttori nazionali nel 1927, le prime consegne iniziarono nel 1928 e nel
1930 fu consegnata l'ultima macchina, la E.554 183, e 183 fu il totale delle unità costruite.
La macchina non si discostava molto dalle precedenti unità dei gruppi per servizio merci, un semplicissimo rodiggio E, ovvero 5 assi accoppiati
e priva di assi portanti, due motori con una potenza di 1000 kw orari ciascuno, una massa di 77.000 kg scorte comprese, una velocità max di
50 km/h.
Il reostato di avviamento era anch'esso raffreddato ad acqua, ma miglioramenti nel raffreddamento e un più abbondante dimensionamento fecero
sì che da subito questa macchina divenisse la preferita per trazioni merci più impegnative.
Il movimento dai motori veniva trasmesso agli assi tramite un cinematismo - brevetto dell' Ing. Giuseppe Bianchi - che azionava una biella
di accoppiamento.
Le ruote avevano una diametro a nuovo di 1073 mm, e la sala centrale era priva di bordino per facilitare l'inscrizione nelle curve più
strette e diminuire le sollecitazioni del binario.
Le velocità economiche – ovvero senza l'inserimento del reostato – erano due, la massima di 50 km/h e una intermedia di 25 km/h ottenuta
eccitando i motori in "cascata".
Nel 1958 – la linea del Brennero era ancora alimentata in corrente trifase e così rimase fino al 1965 – l'aumento di tonnellaggio dei treni
impose una soluzione di ripiego ma non per questo meno brillante.
Le E.554 furono accoppiate con un tipo di comando multiplo che eliminava taluni problemi elettrici che ne avevano sinora sconsigliato
l'adozione, permettendo di realizzare unità binate della potenza di 4.000 kw.
Fu il canto del cigno.
Infatti dopo circa un decennio la corrente trifase e le sue macchine sparirono dal panorama delle ferrovie italiane.
Alcune immagini della locomotiva scattate a Savigliano da Lorenzo Siccardi.
La fotografia più in fondo si riferisce alla partenza della macchina per Vado Ligure (SV) dove è posta attualmente all'interno dello
stabilimento Bombardier.
Ho sempre amato i locomotori trifasi sin da quando, da bambino ero incuriosito da quelle strane locomotive con "i musi".
Macchine affascinanti che profumavano di vacanze estive che io trascorrevo nei pressi di Acqui Terme e che io non mancavo di andare a vedere
nei giorni di mercato dove i miei nonni avevano il banco del pesce… quanti ricordi…
Negli anni '80 mi volli avvicinare al fermodellismo e come prima cosa acquistai alcune riviste e un libro sulle locomotive elettriche: fu
così che rividi, almeno in fotografia, quelle meravigliose macchine: come prima cosa mi venne il desiderio di rivivere le stupende emozioni
che mi avevano regalato e cercai qualche modello in commercio.
La produzione dell'epoca era esclusivamente artigianale con dei prezzi ben al di fuori delle mie possibilità, quindi tentai la via
dell'autocostruzione in scala 1/80 con alcune realizzazioni molto semplificate e alquanto giocattolesche fatte con il cartoncino e meccanica
ricavata da vecchi modelli Lima… e tutto finì così!
Agli inizi del 2010 mentre stavo girovagando per i siti web di fermodellismo conobbi la scala TT, fui subito incuriosito e quasi per gioco
rispolverai i vecchi disegni fatti su carta millimetrata e con un programma CAD li portai in 1/120… UN RITORNO DI FIAMMA!
La scelta è caduta subito su una macchina a ruote piccole perché disponevo di alcune parti di ricambio di una locotender DB gruppo 81 e
la E.554 è stata la prescelta perché avevo già pronti disegni originali F.S. in perfetta scala.
La tecnica:
Dopo tanti anni di plastimodellismo ho acquisito una discreta manualità con l'autocostruire parti in plastica e con la resina.
Ci è voluto poco coniugare la mia grande passione per le locomotive alle tecniche di autocostruzione che io già adottavo per gli aerei.
L'unica differenza è stata nel volerla motorizzare rendendola però il più fedele all'originale, una vera sfida anche perché questo mi ha
portato a sperimentare tecniche a me nuove come la fotoincisione.
La costruzione:
Come primo passo ho realizzato con il programma CAD lo sviluppo delle lamiere di tutte le parti interessate, quindi ne ho fatto alcune
stampe su cartoncino come prova.
Una volta che ho corretto alcuni dettagli ho realizzato il pianale e le pareti della cassa con fogli di plasticard da 0,75mm.,le ho quindi
assemblate con normalissima colla da modellismo plastico, mentre ho iniziato la lavorazione degli avancorpi con alcuni pezzi di forex da 3mm.
e cera da odontotecnico.
Si noti il binario, è un Tillig di recente produzione con massicciata incorporata.
Il metodo prescelto è stato quello di usare la carta P'n'P per stampanti laser riportata su lastrina di ottone da 0,25 mm.
Riposto il tutto in attesa di una completa catalizzazione ho iniziato le prove per la realizzazione del telaio, innanzi tutto con lo studio
della cascata degli ingranaggi per la motorizzazione (per nulla facile!!!).
Dopo innumerevoli prove sono riuscito a trovare la corretta disposizione motorizzando i tre assi centrali… questo mi sembra più che
sufficiente!
Nelle foto si vedono sia l'evoluzione dei vari telai che ho realizzato, sia la disposizione che avrà il motore a modello ultimato.
La prima cosa che ho fatto è stato di carteggiare completamente la cassa lisciandola completamente da ogni asperità o imperfezione, quindi
ho iniziato il lungo lavoro di riproduzione degli sportelli presenti sugli avancorpi, un lavoro da vero certosino che però mi ha dato molte
soddisfazioni come, per esempio, la griglia di ventilazione presente sul lato sinistro della cabina anteriore.
Ho anche realizzato anche la scaletta in un solo esemplare da stampare in più copie con la resina.
In questo caso mi sono trovato a realizzare il bellissimo, ma complicato biellismo di queste macchine e la fotoincisione passante era l'unica
soluzione.
Avendo già preparato i disegni con il programma CAD ho stampato il tutto su carta P'n'P ed ho proceduto all'incisione chimica su lastrina di
ottone da 0,3mm.
Il risultato è stato notevole come si può vedere dalle fotografie, ma soprattutto ho sperimentato questa tecnica a livello casalingo anche in
previsione della costruzione del trolley.
Volutamente non ho realizzato alcuni dettagli troppo piccoli che avrebbero dato al modello un aspetto "bitorzoluto" ed alquanto "gioccatolesco"
da riprodursi in fase di decorazione finale.
Una volta approntati i prototipi del telaio, della cassa e di alcuni particolari come i respingenti e la scaletta, ho realizzato gli stampi
in gomma siliconica badando bene ad abbondare con le dimensione degli stessi stampi per garantire la massima robustezza ed evitare fastidiosi
svergolamenti.
Nelle foto seguenti potete osservare i panconi anteriori, i contrappesi degli assi motori e l'inizio della costruzione del trolley.
La tecnica usata è mista con alcune parti saldate ed alcune altre incollate con colla epossidica bicomponente.
Terminata la costruzione e l'assemblaggio di tutti i particolari sono passato alla verniciatura.
Ho deciso di decorare la nostra e554 con un look molto vissuto, tipico degli ultimi tempi di esercizio quando il destino del trifase era
oramai segnato (circolava addirittura anche una macchina, la 554.130, senza un fanale!).
La tecnica utilizzata è la stessa che ho utilizzato per anni con i mezzi corazzati, detto in gergo "weathering", consistente in una pesante
sporcatura su colore base e successiva lumeggiatura. Dopo la stesura a spruzzo di una mano uniforme di colore neutro che funga da base, ho
proceduto a dipingere a pennello le parti in colore Isabella.
Appena asciutto, sono passato a sporcare grossolanamente l'intera cassa con un grigio ardesia molto diluito.
Dopo l'applicazione delle targhe ho passato in maniera casuale, ma molto intensa, una lumeggiatura a pennello asciutto con un colore più
chiaro ottenuto mischiando in parti uguali l'isabella con un giallo sabbia di provenienza aeronautica (sandgelb tedesco).
Ora non resta che passare agli altri colori (castano e rosso pancone) per completare la cassa da sporcarsi con la stessa tecnica.
Ora non mi resta che completare la macchina con gli ultimi dettagli come i vetri, le palpebre parasole dei finestrini frontali o gli
accoppiatori pneumatici.
Ed ecco alcune fotografie della locomotiva finita:
Ci sono voluti circa 9 mesi di lavoro per completare la e554, ogni scampolo di tempo libero l'ho ritagliato per il modellismo.
Ho trovato molto entusiasmante portare a termine un progetto così complesso e pieno di sfide, in primis la motorizzazione avendo realizzato
in passato molti modelli statici.
Una grande soddisfazione è nata anche dalle fotoincisioni tanto da spingermi a costruire un bromografo e tentare la costruzione di un modello
in lamierino fotoinciso completamente fatto in casa (mia moglie è una santa!).
Lavorare con le resine è stato una grande trovata!
Ora mi posso stampare più copie della locomotiva, anche se, purtroppo, i limiti di questo sistema non hanno tardato a manifestarsi.
Infatti la resina poliuretanica tende a deformarsi nel tempo a seconda degli spessori di stampaggio.
Questo ha determinato il fatto che il telaio lentamente ha iniziato ad incurvarsi tanto da compromettere l'inserimento nelle curve, specie
quelle di raggio più stretto.
Ho già pronti alcuni telai in plastica che sostituiranno quelli in resina almeno per i modelli motorizzati, mentre per Novegro ho approntato
una versione statica.
Per la cassa non ho avuto alcun problema grazie al fatto che avevo previsto degli inserti in metallo atti ad aumentare il peso della macchina
e anche grazie al fatto che la sagoma della locomotiva è molto compatta.
Ma, permettetemi, la cosa più bella è che ho conosciuto delle persone meravigliose come Massimo Salvadori, Andrea Altrocchi, Giuseppe Risso
di Chiavari, Diego Del Rio del Chiosco dei Treni di La Spezia e il carissimo sig. Pietro Picchetti di Savona.
Grazie a tutti e… Buon modellismo!!!
Marco
Il sito ScalaTT.it utilizza cookie solamente nel forum. I cookie sono esclusivamente utilizzati, nel rispetto della Legge sulla Protezione dei
dati (RGPD) - 2018, per un migliore utilizzo del forum. Qui trovate le regole a cui ci atteniamo
Cookie Policy Sito ScalaTT e Forum GAS TT.
Il sito ScalaTT.it non ha scopo di lucro, non è una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicità fissa (pertanto non può
considerarsi un prodotto editoriale - legge n. 62 del 7/3/2001). Immagini e testi sono coperti da diritti e possono essere utilizzati solo se
autorizzati.