Premessa: quasi tutti i motori funzionano principalmente muovendo un’asta metallica verticale infilata nel foro presente sulla traversa dei deviatoi che muove gli aghi; ci saranno alcune eccezioni che vedremo strada facendo.
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Ricordo che esistono deviatoi che hanno aghi elastici (Tillig per esempio) che richiedono motori che abbinano forza e possibilità di mantenere in posizione gli aghi anche senza essere alimentati e deviatoi (la maggior parte in realtà) che hanno aghi incernierati e di facile movimentazione. Alcuni deviatoi ad aghi incernierati presentano meccanismi manuali che hanno al loro interno un sistema per tenere gli aghi in posizione (ad esempio Roco Geoline); occorre tener presente che, una volta tolti questi meccanismi a favore di un motore, il motore stesso dovrà supplire alla mancata tenuta in posizione degli aghi. Infine ci sono deviatoi con un sistema di tenuta in posizione degli aghi con una molletta posta al centro del binario (ad esempio Peco).
Qui sotto l’immagine di due deviatoi, uno a destra, Peco appunto, con molletta di ritenzione della posizione degli aghi e a sinistra un Tillig senza molletta ed aghi elastici.
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I motori, per modalità di funzionamento, si dividono essenzialmente in due tipi: a movimento veloce e a movimento lento. Tale distinzione trova quasi sempre riscontro anche nel meccanismo che origina il movimento: bobine elettriche per il movimento veloce e motori elettrici per il movimento lento.
Iniziamo con il motore forse più semplice, quello a bobine ( o solenoidi) di cui il prototipo è il motore Peco PL10 rappresentato nella foto successiva in versione con astina lunga. Esistono modelli ad astina corta, media e lunga a seconda di dove verrà posizionato il motore.
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Questo tipo di motore presenta un movimento piuttosto brusco, a scatto, dell’astina che muove la traversa degli aghi. Il rumore che produce è piuttosto forte e secco, assimilabile ad uno schiocco o uno scatto di un meccanismo metallico. Ovviamente tale movimento a scatto è decisamente poco realistico ma estremamente efficace. In compenso questo motore ha il difetto di non tenere in posizione gli aghi e quindi è preferibile usarlo con deviatoi che abbiano una molletta di tenuta della posizione degli aghi stessi.
La struttura presenta queste sei linguette rivolte verso l’alto in modo da poter essere fissata ai deviatoi Peco che hanno le asole apposite per riceverle.
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In questo caso si dovrà operare uno scasso nella base sotto il binario in modo da poter inserire per intero il motore sotto il deviatoio.
In alternativa le linguette servono a bloccare il motore alla basetta PL9 con la quale si potrà fissare il tutto sottoplancia praticando solo un foro ad asola in corrispondenza dell’asta proprio sotto il forellino della traversa.
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L’astina che muove la traversa del deviatoio si prolunga anche nella faccia inferiore del motore per permettere l’azionamento di un accessorio molto importante: lo switch (o deviatore) a una via PL 13 o due vie PL15.
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Nella foto successiva un motore PL10 ad astina lunga assemblato con basetta PL9 e switch PL13
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Vediamo i collegamenti elettrici necessari separando motore da switch per una migliore visualizzazione; per muovere il motore occorre una corrente alternata di 18-24 volt e generoso amperaggio (almeno 2A).
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Il motore avrà un polo negativo (filo nero saldato ad entrambe le bobine) e due poli positivi che andranno attivati per un brevissimo tempo grazie a pulsanti NA (Normalmente Aperti). E’ possibile usare un interruttore a levetta ma occorrerà sempre interporre un pulsante NA per evitare di continuare a tenere sotto tensione la bobina cosa che avrebbe come risultato un suo danneggiamento irreparabile
In questo caso siamo quindi in presenza di un motore senza “fine corsa”, senza cioè quel dispositivo che disattiva l’alimentazione una volta terminato il movimento in uno o nell’altro senso. Vedremo più avanti come la presenza di questo dispositivo di “fine corsa” ci permetterà invece di alimentare con continuità altri tipi di motori.
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Lo switch avrà una uscita (filo blu)a cui sarà elettricamente collegata una delle due entrate a seconda della posizione dell’astina del motore. Lo switch potrà servire per illuminare i led di un sinottico (vedi foto) o polarizzare il cuore del deviatoio o far funzionare un segnale o alimentare una tratta …..
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