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La verniciatura

Fotoincisioni - ottone - metalli - motorizzazioni - plastica - resina - sporcature.

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Alfonso Scoppetta
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Iscritto il: martedì 31 luglio 2012, 10:36
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La verniciatura

#1 Messaggio da Alfonso Scoppetta »

Le Tecniche di Verniciatura.

Gli attrezzi

L'aerografo è costituito da una aeropenna o aeropistola raccordata mediante un tubo flessibile ad una fonte d'aria, generalmente un compressore; la penna spruzza il colore nebulizzandolo tramite un flusso di aria compressa. Il colore può essere di vario tipo (acquerello, inchiostro, olio, tempera, acrilico e a solvente) e viene inserito in un serbatoio attraverso un'apertura. La duse è l'estremità dell'aerografo dove risiede la punta dell'ago fino a quando non viene ritratta tramite trazione dell'apposito pulsante-grilletto.
Esistono diversi tipi di aeropenna, che si adattano alle diverse esigenze dell'utilizzatore. In linea di massima si possono dividere in due grandi gruppi, le aeropenne ad azione singola a doppia azione.

Aeropenna ad azione singola. È il tipo più semplice di aerografo, così chiamato perché il pulsante di attivazione apre o chiude il flusso d'aria, senza regolare la quantità di colore. Seppur limitato per le applicazioni più avanzate, è un modello molto diffuso in quanto economico e semplice da utilizzare, adatto al modellismo ed ai lavori che richiedono meno precisione. Esistono diversi tipi di aerografo ad azione singola:
Aeropenna a miscelazione esterna: concettualmente simile ad una pistola a spruzzo, non consente un controllo dello spruzzo adeguato ad usi artistici. Ciò nonostante, grazie al basso costo ad alla semplicità costruttiva, è molto diffuso ed utilizzato per ottenere aree di colore piatto: ad esempio nella pittura con stencil e nel modellismo, o per l'applicazione di sostanze chimiche alle superfici come ad esempio antiruggine, vernici di sottofondo o di finitura.
Aeropenna ad azione singola a miscelazione interna: in un'aeropenna a miscelazione interna la miscelazione aria-colore avviene all'interno della penna stessa. Ne risulta una nebulizzazione maggiore e più uniforme del colore.

Aeropenna a doppia azione. Questo tipo di aerografo ha un controllo unico che permette di regolare indipendentemente il flusso d'aria e la quantità di colore rilasciato, consentendo maggiore versatilità all'operatore. Esistono due tipi di aeropenne a doppia azione:
Aeropenna a doppia azione controllata, spostando indietro il pulsante dell'aeropenna, inizialmente si apre il canale dell'aria, successivamente premendo più a fondo quello del colore.
Aeropenna a doppia azione indipendente, premendo il pulsante dell'aeropenna, si apre il canale dell'aria, spostando il comando verso l'indietro si gestisce la quantità di colore di tantissimi tipi.

Aerografo a pistola. Questo tipo di aerografo è caratterizzato da una forma e impugnatura del tutto simile alla pistola dell'aria normalmente presente sui compressori d'aria, la quale generalmente può essere dotata di diversi ugelli erogatori e adopera due registri:
Regolazione del rilascio del colore si può regolare l'apertura massima del grilletto/spillo che regolano l'apertura del colore
Controllo dell'aria secondaria, per avere un getto del colore circolare o ovale o addirittura si può arrivare ad avere una linea

Serbatoio del colore. Il serbatoio è importante perché permette di contenere il colore che si vuole utilizzare, essoa seconda dei modelli, può essere disposto:
Superiormente (serbatoio a gravità), questo modello, permette il miglior sfruttamento del colore, ma risulta più difficile da usare
Inferiormente (serbatoio a pescaggio), questo modello, non permette di usare tutto il colore presente nel serbatoio, ma permette un facile uso del'aerografo
Laterale, l'attacco del serbatoio è disposto di lato all'aerografo e il serbatoio può rimanere o più alto o più basso rispetto allo strumento.

Il serbatoio può essere munito di:
Agganci rapidi, il serbatoio è facilmente ricambiabile, perché utilizza attacchi a baionetta e non a filettatura
Trasparenza, la superficie trasparente del serbatoio può facilitare il controllo del colore a disposizione
Tappo, si ha un coperchio che chiude il serbatoio, in modo da evitare la perdita del colore
Foro di sfiato, il tappo del serbatoio è munito di un sistema che evita il formarsi di una depressione che porterebbe a un errato pescaggio del colore
Pozzetto del colore per alcuni modelli, in particolare le aeropistole con serbatoio superiore, si ha un pozzetto, che permette la raccolta di parte del colore in modo da stabilizzare l'aerografia anche con le posizioni meno appropriate per l'uso dell'aerografo.

Alimentazione: le fonti d'aria.
Il flusso d'aria è fornito da un compressore munito di regolatore di pressione, collegato alla penna da un tubo flessibile e l'aria compressa nebulizza il colore che esce dall'altra estremità della penna, il regolatore di pressione è necessario per avere sempre la stessa nebulizzazione. Le fonti d'aria utilizzabili sono tuttavia svariate, ed hanno differenti pregi e difetti:

Compressore portatile
Compressore industriale
Compressore a pedale
Bomboletta monouso
Bombola

Finita questa breve disamina posso dire che nella mia esperienza, prima di modellista e poi di piccolo artigiano, preferisco usare aerografi con serbatoio a gravità, e personalmente uso questo:
Immagine
67,08 KB
che ha le seguenti caratteristiche:
- Regolazione esterna dell'ago
- Ago, e ugello da mm. 0,3 premontato
- Ago e ugello da mm 0.5 compresi nella confezione
- Coppa a caduta 22 cc.
- 2 Raccordi compressore 1/4'
- Tubo alta pressione
- Set di ricambi con raccordi
- Chiave di servizio
ed il suo costo si aggira sui 40/45 euro, robusto ed affidabile, diffidate da modelli di aerografo supereconomici, quelli vanno bene per ampie superfici e per dare mani di fondo
Tuttavia per uno uso corretto dell'aerografo esiste una condizione "sine qua non".... verniciare, verniciare, verniciare....ossia provare, sbagliare e quindi imparare dai propri errori per affinare tecniche e soluzioni.


Il Colore.

Partiamo dal colore e dal tipo di vernice da usare
Ogni colore si compone di tre elementi:
- Il legante. È la sostanza che funge da collante e fissa il pigmento alla superficie. Le caratteristiche meccaniche di resistenza e elasticità del colore dipendono proprio dal tipo
di legante impiegato. Nei colori acrilici il legante è un polimero di natura sintetica o vegetale; nei colori ad olio si tratta di olio di lino crudo o di un altro olio essiccativo.
- Il pigmento. È la sostanza colorante vera e propria; viene inglobata nel legante e si fissa al supporto finale.
- Il veicolo. È il solvente nel quale viene disciolto il pigmento e la cui quantità determina il
grado di diluizione del colore.
Esiste un altro elemento importante nei colori: gli inerti. Questi ultimi consistono in sostanze che, aggiunte alla vernice, ne variano la rifrazione della luce. In sostanza vernici con molti inerti saranno opache (matt), quelle con pochi inerti saranno satinate mentre quelle senza inerti risulteranno lucide (gloss).
Adiamo ora a descrivere brevemente i principali tipi di colori impiegati in campo modellistico.
ACRILICI.
Si tratta di un colore plastico nato per soddisfare le richieste di un prodotto con elevata resistenza alle condizioni atmosferiche. Gli acrilici sono solubili in acqua o alcool, ma dopo l’essiccazione diventano completamente impermeabili. Si compongono di pigmenti macinati in sospensione di una resina polimerica. Tra le caratteristiche peculiari di questi colori, troviamo l’elevato potere coprente, l’elevata adesività e la rapidità di essiccazione. Qualora l’essiccazione risultasse troppo rapida è possibile aggiungere al colore un ritardante. I colori acrilici aderiscono alla maggior parte delle superfici in maniera ottimale; sono resistenti, elastici, non ingialliscono e non sbiadiscono. La flessibilità di questi colori permette l’impiego anche su materiali come il tessuto. Esistono due tipi di colori acrilici: fluidi o a bassa viscosità e standard o ad alta viscosità. I primi sono i più impiegati in campo modellistico; venduti in barattoli, appaiono molto fluidi e possono essere utilizzati semplicemente aggiungendo piccole quantità di solvente. Gli acrilici standard sono invece venduti in tubetti o barattoli e il loro aspetto è molto denso. Questi richiedono un’accurata dosatura del solvente al fine di ottenere la corretta fluidità. Nonostante i colori acrilici asciughino al tatto in breve tempo, la completa essiccazione avviene dopo circa 24 ore. La pulizia degli strumenti di verniciatura, dopo l’impiego dei colori acrilici, si effettua con alcool oppure con acqua e sapone. Durante l’impiego degli acrilici con aerografo è bene aerare bene il locale e impiegare mascherine protettive poiché molti pigmenti impiegati sono tossici.
SMALTI.
Largamente impiegati in passato dai modellisti, sono stati progressivamente soppiantati dagli acrilici. Il pigmento e il legante sono entrambi di natura sintetica e il veicolo è solitamente un solvente minerale. Gli smalti sintetici hanno una vastissima gamma di tinte e garantiscono un elevato potere coprente. Tra i difetti troviamo certamente la tossicità elevata e la scarsa elasticità del colore; minime flessioni del supporto possono portare alla screpolatura della vernice. Gli smalti hanno tempi di asciugatura piuttosto lunghi. In alcune condizioni di umidità e temperatura i tempi possono essere di diversi giorni. Se uno strato di colore non asciuga perfettamente, rimane in una condizione di instabilità; variazioni di temperatura possono portare a dilatazioni e contrazioni della vernice con conseguente rottura del velo di colore. Per la pulizia degli strumenti facciamo uso di solventi minerali come il solvente nitro e acquaragia. Nel caso si impieghino smalti in ambiente chiuso è indispensabile aerare bene il locale e indossare maschera protettiva.
OLII.
Imbattibili per resistenza, permanenza e intensità, i colori ad olio hanno come unico svantaggio la lentezza di essiccazione. Ma per un modellista questo aspetto può essere un problema relativo. Infatti gli oli vengono spesso impiegati sui mezzi militari per realizzare sporcature e filtri, con lo scopo di creare un “invecchiamento” del modello; in questi casi un colore ad olio che essicca lentamente ci permette di correggere o modificare gli effetti che abbiamo applicato al modello, anche dopo diverso tempo. I colori ad olio, venduti in tubetto, si presentano con un aspetto denso e richiedono una diluizione con trementina.
LACQUER.
Questi sono colori molto particolari e lo si capisce al primo sguardo. Se guardate una boccetta di colore acrilico, lasciata a sedimentare, noterete che circa la metà del contenuto è composta da un liquido chiaro mentre il resto è pigmento. Negli smalti si ha più o meno la stessa situazione, con una leggera prevalenza di solvente. I lacquer invece hanno una notevole quantità di solvente (circa il 90%) e una bassissima quantità di pigmento. Queste vernici non necessitano di diluizione. Il solvente contenuto in questi colori è molto potente e aggressivo nei confronti della plastica, tanto da foderne lo strato superficiale e legarsi indissolubilmente ad essa. Se questi colori vengono applicati su altre tinte acriliche o a smalto, provocheranno il sollevamento del colore sottostante rovinado tutto il lavoro. È indispensabile, pertanto, applicare come fondo un primer anch’esso lacquer in grado di aggrapparsi alla plastica. Questi colori contegono solventi molto tossici che possono colpire il sistema nervoso centrale provocando seri problemi; l’uso è consigliato in ambiente ben aerato e con l’ausilio di maschere protettive. Per la pulizia degli strumenti esistono appositi solventi.

In commercio esistono altri tipi di colori che possono trovare impiego modellistico come gli inchiostri, i pastelli e le vernici epossidiche. Per quanto riguarda i primi due, possiamo affermare che vengono impiegati esclusivamente per aggiungere effetti di usura e sporcatura del modello, quindi non vengono utilizzati propriamente per la colorazione di quest’ultimo. I colori epossidici, detti anche bi-componenti, si compongono di vernice + catalizzatore; in questo caso il colore non asciuga per evaporazione del solvente ma per azione del catalizzatore con formazione di calore. La mancanza di solvente rende questo prodotto poco aggressivo nei confronti del materiale da verniciare e delle decalcomanie che deve eventualmente ricoprire. Infatti la vernice epossidica trasparente è spesso impiegata da chi assembla modelli di auto e moto ottenendo carrozzerie perfettamente lucide e resistenti ai graffi. È importante ricordare che la pulizia degli strumenti di verniciatura deve essere accurata e tempestiva quando si utilizzano vernici epossidiche: se la vernice si essicca all’interno dell’aerografo, quest’ultimo rischia di essere irrimediabilmente danneggiato. I tempi di essiccazione variano a seconda del produttore, e sono in funzione della temperatura ambientale.

Il diluente è un liquido che variando la viscosità e il tempo di essiccazione delle vernici, ne migliora l’applicazione e ne facilita la distensione. Per ragioni di compatibilità si consiglia l’utilizzo di diluenti specifici per ogni tipo di prodotto. I diluenti si caratterizzano per potere solvente (capacità di abbassare la viscosità della vernice), capacità di evaporazione e capacità di allungare il pot-life. Il pot-life è un indice di reazione chimica, che indica il tempo entro il quale è possibile applicare la vernice, prima che il processo di essiccazione e il conseguente aumento di viscosità, renda ciò impossibile. Ogni tipo di vernice necessita dello specifico diluente; gli acrilici possono essere diluiti con acqua o alcool ma non possono essere diluiti con diluenti nitro; viceversa per gli smalti. Per quanto riguarda la diluizione del colore non esistono regole precise. Con certezza possiamo affermare che tutti i colori devono essere diluiti prima dell’uso, specialmente se devono essere applicati ad aerografo. Come regola possiamo considerare che la densità corretta, per sfruttare al meglio il colore, è simile a quella del latte; anche in questo caso l’esperienza del modellista è fondamentale.
Prima di iniziare a maneggiare colori e vernici è opportuno fare il punto della situazione sul materiale di cui dovremo disporre in fase di colorazione. Innanzi tutto ci servirà un locale, possibilmente ben illuminato e di facile aerazione, con una temperatura non inferiore ai 18°C e con bassa umidità. Ci servirà un piano d’appoggio e di sistemi di fissaggio per le parti da verniciare. Nel caso in cui si utilizzino aerografo o bombolette spray, è opportuno prendere delle precauzioni affinché le polveri di colore non vadano ad imbrattare l’intero locale. Dovremo avere facile accesso ad una fonte d’acqua per la pulizia degli strumenti e del modello. Indipendentemente dal materiale di cui è composto il modello, si rende indispensabile lavare accuratamente ogni pezzo per eliminare le tracce di grasso impiegato in fase di stampaggio. Questa patina invisibile, impedisce al colore di aderire al modello e può creare fastidiosi problemi, i come il distacco della vernice dopo l’asciugatura o la formazione di “buchi” nel colore proprio in fase di verniciatura. I pezzi saranno quindi posti in una bacinella con dell’acqua tiepida cui è stato aggiunto del detersivo per piatti. Un’accurata spazzolatura con un vecchio spazzolino da denti completerà il lavoro. Se vogliamo garantire una superficie con un maggior grip è possibile passare i pezzi con lo Scotch Brite_, il panno spugna abrasivo disponibile in varie graniglie riconoscibili per la differente colorazione. Una volta asciutto, il modello può essere verniciato. Prima di applicare la vernice è consigliabile stendere un velo di primer o di aggrappante specifico per il materiale di cui è fatto il modello. Il primer, acrilico o smalto, è fornito sia i bombolette spray sia in barattolo; è disponibile in vari colori (bianco, nero, grigio, giallo sabbia) secondo la tinta che dovrà essere applicata in seguito. Il primer oltre ad ancorarsi al supporto e offrire una superficie opaca su cui stendere il colore finale, permette di evidenziare eventuali difetti del supporto stesso. Errori di stuccatura, ritiri di materiale, bolle, ecc. sono resi visibili dal fatto che il primer (specie quello grigio e quello sabbia) crea una superficie omogenea e neutra. Tra i materiali di cui dovremo disporre non può mancare la carta abrasiva; in varie graniture, dal 600 al 1200, possono essere passate tra una mano di colore e la successiva offendo così una superficie sempre liscia, priva di difetti e con un buon grip. Anche lo strato di primer è buona norma carteggiarlo. La carteggiatura va sempre eseguita bagnando la tela abrasiva con acqua per favorire la scorrevolezza della stessa e per ridurne il potere abrasivo.
Personalmente uso primer in bomboletta o in barattolo di tipo Monocomponente, che presenta una maggior aggrappabilità ai vari materiali.
Un’ultima operazione, prima di mettere mani ai colori, è quella della mascheratura. Se il nostro modello avrà due o più colori è necessario munirsi di mascherine fisse e mobili, nastri adesivi e liquidi mascheranti. Ma vediamo questi elementi singolarmente. Le mascherine possono essere di materiali tra i più disparati, secondo l’effetto che si vuole ottenere: non sempre infatti, le mascherine devono impedire il passaggio di colore, ma talvolta possiamo fare in modo che questo, passando attraverso le trame della maschera stessa, crei effetti particolari. I nastri adesivi per mascheratura si caratterizzano per la loro bassa adesività. Questo elemento è fondamentale per evitare di vedersi staccare il colore nel momento in cui rimuoviamo il nastro.
Questi nastri sono disponibili in varie misure. L’applicazione di questa mascheratura garantisce separazioni nette di colore. I liquidi per mascheratura, come ad esempio il Maskol, sono costituiti da lattice disciolto in ammoniaca e si presentano con una consistenza cremosa. Stesi con piccoli pennelli, generalmente in aree ridotte o difficilmente accessibili, asciugano rapidamente per evaporazione dell’ammoniaca, lasciando un sottile velo protettivo di lattice. Questo viene rimosso con un leggero sfregamento o con delle pinzette. La rimozione deve avvenire entro tre giorni dall’applicazione.

Dimenticavo!! io uso sia il primer tamiya grigio che un primer per carrozzieri monocomponente, e entrambi i fondi vanno bene per vernici acriliche, vernici alla nitro o olii. Unica avvertenza finale: usando un tipo di vernice, il protettivo che viene dato per ultimo deve essere dello stesso tipo della vernice usata
- protettivo acrilico su vernici acriliche
- protettivo alla nitro su vernici alla nitro
guai a mescolare......i danni potrebbero essere da piangere


Alla prossima

AlfoNso


http://www.hitech-rr-modelling.it ... e se non lo sapete voi, ma che colpa abbiamo noi....

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Marshall61
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Re: La verniciatura

#2 Messaggio da Marshall61 »

:cool: :cool: :cool: ...grazie Alfonso per questa guida, io con l'aeropenna ci faccio a """""tti.....da tempo ho preferito il pennello, ma per certi lavori mi rendo conto che sia indispensabile. :cool: :cool:
Ho sempre rimandato l'impratichirmi, ma visto la tua guida molto semplice ed approfondita mi ci metto d'impegno ad imparare una volta per tutte!!!! :grin:


Ciao, Carlo
Carlo - Non esistono problemi, esistono solo le soluzioni. È lo spirito dell'uomo a creare il problema dopo. (Andrè Gide)

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giuseppe_risso
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Re: La verniciatura

#3 Messaggio da giuseppe_risso »

Grande Alfonso.
Stasera me la rileggo con attenzione... (una volta leggevo Tex Willer, adesso... Alfonso Scoppetta). :cool: :cool: :cool: [8]

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Andrew245
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Re: La verniciatura

#4 Messaggio da Andrew245 »

Grazie Alfonso..una guida più esaustiva di così.. non saprei :cool:
io dell'aerografo non riesco più di farne a meno !

Ciao :smile:
Andrea

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liftman
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Re: La verniciatura

#5 Messaggio da liftman »

Come si dice.... una guida al giorno toglie il medico d'intorno.. [:o)] Ottima guida Alfonzo grazie anche da parte mia!
Ciao!
Rolando

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Edgardo_Rosatti
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Re: La verniciatura

#6 Messaggio da Edgardo_Rosatti »

Ho letto tutto d'un fiato questo post e devo dire che sono rimasto piacevolmente colpito dalla particolare descrizione delle tecniche di verniciatura e affini!
Nelle mie seperienze ho avuto l'occasione di verniciare per necessità dei mobili con vernici poliuretaniche (Isofan), con catalizzatore B100 della Bayer.
Anche se la mia esperienza non è rilevante da punto di vista modellistico, trovo che i suggerimenti da te postati siano di grande interesse divulgativo per tutti
coloro che vogliano intraprendere qualsiasi tecnica di verniciatura.

Ti faccio i miei più sinceri complimenti per il post!

Aggiungo una considerazione costruttiva; quando si usa un compressore è sempre bene dotarlo di filtri per la condensa ed eventualmente uno per l'olio da
posizionare dopo il regolarore di pressione.

Ciao
Ed
ED

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Andrea
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Re: La verniciatura

#7 Messaggio da Andrea »

Alla faccia Alfonso!
:cool:
Una guida degna di una pubblicazione su wikipedia o in qualche enciclopedia!
Grazie per averci illustrato in maniera così dettagliata e minuziosa le tecniche della verniciatura.
Andrea - “I fermodellisti sono tanti e legati da un'amicizia sincera, che esplode in una cordialità ormai rara nel mondo rumoroso ed incerto di oggi”. La valle incantata

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marioscd
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Re: La verniciatura

#8 Messaggio da marioscd »

ottimo post! L'aerografo è da sempre un oggetto col quale voglio e devo relazionarmi... ma rimando sempre! chissà che ora non mi venga voglia...

ciao
Mario Scuderi - C.M.P. Club Modellismo Pavese ...ciò che è piccolo a volte diventa grande...

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Riccardo
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Re: La verniciatura

#9 Messaggio da Riccardo »

ciao,
come chi mi ha preceduto devo complimentarmi per la minuziosa guida; sono utili informazioni:!!!
:cool: :cool: :cool:
Riccardo

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