Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
Marione
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
Tra 1970 e il nuovo secolo
Ormai lasciata del tutto la SV, la ferrovia Borgonaccio T. - Montemomi, considerata dalla veneta una linea poco redditizia, ebbe al contrario una buona fortuna a partire da metà anni ’60, quando oltre ai molti consorzi agrari presenti nei pressi della linea, anche grazie alla cassa del mezzogiorno e a vari contributi statali, molte aziende costruirono i propri stabilimenti nel Lazio, la FAI con la sua linea si trovò quindi ad avere molti raccordi, alcuni di questi richiedevano treni merci cadenzati per esigenze produttive, uno su tutti era, ed è tuttora, il raccordo per lo stabilimento del vetro, che richiede carichi di sabbia, soda ed altre materie prime, che arrivano giornalmente.
Non solo il traffico merci aumentò, ma verso gli anni ’90 anche quello passeggeri migliorò grazie all’apertura dei nuovi centri termali a Borgonaccio, un paese già turisticamente molto visitato per la sua tradizione medioevale. L’azienda che gestisce le acque e i servizi termali, fu’ scaltra nel pubblicizzarsi in Italia, la politica dei prezzi e le convenzioni con il servizio nazionale di sanità, fece crescere il numero delle persone che annualmente visitavano le terme, la FAI ebbe il compito di trasportare molti di questi visitatori, in particolare da chi proveniva da Roma.
Nel 1998 un’altra attrazione contribuì all’aumento dei passeggeri, aprì infatti sui monti Massimi il nuovo impianto sciistico, che collegato da un servizio bus, si trovava in linea d’aria ad un decina di chilometri da Montemomi.
Trascorse così un fortunato trentennio in piena attività.
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
Sono un nostalgico della ferrovia Orte – Capranica – Civitavecchia, più volte sono andato a visitare il tracciato, ho percorso in bicicletta il tratto Capranica –Civitavecchia ed ho potuto ammirare quel che resta purtroppo dei fabbricati ancora in piedi, unici nel loro genere di costruzione. Ho sempre ritenuto che tale linea sarebbe potuta essere (se ripristinata secondo criterio) un’ottima variante per il trasporto merci, disimpegnando cosi altre linee, ma forse questa è solo l’idea di un appassionato.
Ho quindi voluto ripristinare l’intera tratta almeno virtualmente, collegandola con l’immaginaria linea FAI che la interseca nella zona di Blera. Riprodurre in 1/87 qualche tratto sarebbe stato molto difficile per le misure che ho a disposizione, ma sarebbe stato bello riprodurre anche il ponte sul Mingone, la stazione di Capranica oppure quella di Ronciglione come ho visto fare da altri bravi modellisti.
Molte delle persone che leggeranno il mio libro a bordo plastico, non conoscono la storia della linea, nata tanto tempo fa per unire il Tirreno con l’Adriatico, quindi ho trascritto le sue vere vicende e quando il Gruppo FAI ne entra in possesso.
Sicuramente la maggior parte di voi (amici del forum) conoscono fin troppo bene la storia di questa linea, quindi con il racconto passo direttamente al momento in cui la Orte – Capranica – Civitavecchia, viene consegnata al Gruppo FAI.
L'ultimo atto dell'immensa telenovela di questa sfortunata linea, vede protagonista la regione Lazio che nell'Aprile 2006, dopo la rinuncia da parte di RFI alla proprietà della linea, firma un protocollo d’intesa con RFI, per avere l'affidamento e la gestione del sedime della Orte - Civitavecchia. Dopo numerosi colloqui avuti con i vertici di RFI – ha spiegato l’Assessore ai trasporti della regione Lazio Ciani– si è rilevato che da parte di Rete Ferroviaria Italiana non c’era la volontà di riattivare la Orte - Civitavecchia per mancanza di condizioni economiche favorevoli. La Orte - Civitavecchia, assume, invece, un valore fondamentale per i progetti della Regione Lazio. Importante per lo sviluppo di tutta la zona, sia per il traffico delle merci dal porto di Civitavecchia fino all’interporto di Orte, e sia per l’utilizzo da parte del turismo crocieristico.
La regione a questo punto dopo molti rimpalli politici e con RFI, decide di dare vita ai progetti presentati dalla FAI anni addietro, infatti quest’ultima si fece avanti presentando un progetto per la riapertura della linea dimostrando l’utilità di avere un’altra via per portare le merci da Civitavecchia al porto di Falconara e Ancona e negli ultimi anni aveva chiesto l’utilizzo in concessione dell’intera linea, questo permetterebbe alla società concessionaria di garantire un trasporto merci, passando per le proprie linee senza dover necessariamente passare per le reti RFI (almeno fino ad Orte). Nel 2007 grazie ai contributi dei fondi europei e regionali, riprendono i lavori per il ripristino e l’elettrificazione della linea.
Dal 2010, nonostante le spese necessarie per il ripristino della tratta in questione, la FAI finalmente concessionaria della linea, ha un attivo di bilancio grazie al cospicuo introito dato dal trasporto merci (oltre al normale sostentamento regionale con i finanziamenti pubblici), tanto da cambiare ragione sociale, infatti nel 2011 divenne Gruppo FAI, dove all’interno del gruppo sono state create tre divisioni: Regio FAI – FAI Cargo&Logistics – Green FAI.
Attualmente GreenFAI e il servizio FAI Cargo &Logistics gestiscono l’intera tratta Civitavecchia – Orte, garantendo un traffico merci dai porti di Ancona e Civitavecchia per gli interporti di Orte e Pomezia.
Sempre nel 2011, GreenFAI ha dato vita ai treni storici e turistici che da Roma possono arrivare a Blera passando per Civitavecchia o Capranica per poi raggiungere Borgonaccio terme. Treni turistici gestiti da tour operator esteri arrivano da Orte raggiungendo Borgonaccio, S’Pistacchio e Montemomi, per poi terminare passando per Civitavecchia fino a Roma.
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
Come per le SV anche sulla Borgonaccio - Montemomi, le locomotive tipo T3 erano le regine incontrastate, ed erano il gruppo più rappresentativo con il maggior numero di unità.
to be continued....
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
GR 12 01-05
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
Massimiliano
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
La 12.03 faceva parte di un lotto di dieci locomotive costruite nel 1877 dalla casa Inglese Sharp commissionate dalla società Ferrovie Barcellona a Tarragona e in Francia (TBF) formata nel 1875 e successivamente integrato nel parco MZA. Di queste dieci macchine solo cinque andarono effettivamente in Spagna e in Francia, mentre le altre rimasero in terra inglese in attesa di trovare acquirenti. La neonata FBM (futura FAI) nel 1888 acquistò le cinque locomotive rimaste dopo aver fatto cambiare lo scartamento da spagnolo al nostro ordinario.
Erano locomotive per treni passeggeri con la classica disposizione degli assi 1-2-0, tipica di quel tempo. Le ruote accoppiate avevano un diametro molto grande, non meno di 1,67 metri, per sviluppare un’alta forza di trazione mentre l’asse davanti dava una migliore guida e stabilità alla locomotiva.
La macchina, aveva la disposizione interna dei cilindri, tanto amata dai costruttori britannici in quanto, oltre ad ottenere la stabilità, venivano evitati maggiori perdite di calore.
Attualmente di queste macchine ne rimane una sola atta al funzionamento (per il servizio turistico), appunto la Gr 12.03 mentre la 04 è accantonata inutilizzabile, altre due la 01 e la 02, sono state demolite intorno al 1960 dopo anni di accantonamento, quando la trazione diesel la faceva da padrona, rimasero semi accantonate anche la 03 e la 04 per molto tempo dopo il 1960 per eventuali servizi di deposito. Non più demolite e abbandonate per anni in un angolo del deposito di Montemomi, furono trasferite nel 2000 nelle officine di S.Pistacchio per essere restaurate per il vociferato museo. Purtroppo però erano ridotte in pessime condizioni, tanto che la 04 messa peggio, fu deciso di utilizzarla come parti di ricambio per la 03.
Oggi la 03 è utilizzata da GreenFAI per il traino di treni storici e turistici, insieme alle altre loco di gruppi differenti.
Da una di queste cinque macchine qualche anno dopo l’acquisto del 1888, fu ricavato un altro gruppo, infatti la Gr 12.05 divenne Gr 30.05. FBM prima e poi FAI in seguito, usavano classificare le locomotive a vapore secondo la disposizione degli assi, appunto la GR 12,05 da un asse davanti e due assi motrici, divenne a tre assi motori, cambiò la sabbiera e modificarono il telaio per far posto al terzo asse, fu una vera e propria trasformazione per avere una macchina più potente, ma nel veder vicino i due gruppi, spicca la grande somiglianza tra le loco. Oggi la GR 30.05 è ancora in pressione grazie al lavoro del GreenFAI ed è possibile vederla in azione durante i treni storici.
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Re: Civita di Borgonaccio e la sua ferrovia
grazie Massy, nel tempo ho acquistato un po' di loco usate a buon prezzo, qualche volta anche messe male, mi diverto a ripristinarle e a ridargli vita...ora la scommessa sarà digitalizzarle.
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Filippo
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grazie Filippo....da qualche giorno ho iniziato con la costruzione del plastico, ho molto materiale a disposizione, dal legno ai binari, dal materiale per il paesaggio e attrezzature varie, il tutto proveniente da due vecchi plastici (il mio vecchio impianto e quello di mio padre che da qualche mese ci ha lasciati). Terminato il tracciato e provato se funziona in digitale, ho iniziato con una parte di paesaggio, un piccolo centro abitato sopra una delle curve strette (troppo stretta per essere lasciata in vista). Il piccolo centro abitato è formato in realtà da un unica piazzetta (intitolata a mio padre), con una chiesa e delle bancarelle del mercato settimanale.
Alessio
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grazie...i lavori proseguono spediti, grazie ad un po' di tempo libero (ormai raro).
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iniziando i lavori per il plastico di Borgonaccio terme, ho ripreso anche a tirare fuori alcuni modelli che sono rimasti chiusi nelle loro scatole per troppo tempo, in teoria dovrei riprendere anche con il materiale rotabile della mia FreeLance e con la storia del libricino che sarà a bordo plastico.
quindi provo a mettere qualche foto di un primo convoglio uscito dalla scatola che si sgranchito la biella e il cerchione...
siamo nei primi anni del '900 ed un convoglio trainato dalla locotender del Gruppo 20.010 FAI sta per entrare nella galleria Montemomi dopo aver superato il borgo di Torrespillo che si vede sullo sfondo. In coda al convoglio un carro merci FS spesso utilizzato per trasportare materiali provenienti dalla fabbrica vetraria di Borgonaccio.